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Ciakgoal - il cinema nel pallone
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E-book131 pagine1 ora

Ciakgoal - il cinema nel pallone

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Info su questo ebook

Cinema e calcio Hanno Piu di element in comune. Alla multa dell'800 nascono le prime cinematografiche e vendita le prime Squadre di calcio. Una partita dura 90 Minuti, more o Menone venire Accade nel cinema delle Nazioni Unite. OGNI partita racconta Una storia di cui non si CONOSCE il finale, venire le molte storie Che il cinema continua a raccontarci. Per non Parlare poi del Fenomeno del divismo, e Non E Un caso di Che ex calciatori venire Cantona e Jones Siano diventati Attori. Altri provengono Raffaele Vallone e Massimo Bonetti lo erano diventati prima ... e Beckham? Il calcio poi E sempre Stato Una fabbrica dei sogni, esattamente venire il cinema.
LinguaItaliano
Data di uscita3 gen 2016
ISBN9788892536456
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    Anteprima del libro

    Ciakgoal - il cinema nel pallone - Monica Rossi

    CIAKGOAL

    IL CINEMA NEL PALLONE

    di

    Monica Rossi

    Un particolare

    ringraziamento a  tutte le persone che hanno

    ascoltato e risposto

    alla mia voce, alle mie

    domande,

    senza conoscermi e anche quelli che non mi hanno

    risposto,

    perché da loro ho

    imparato ad avere

    pazienza e a

    continuare il  mio lavoro.

    A Tullio Masoni e

    Paolo Vecchi,

    compagni di viaggio i

    insostituibili,

    Fausto Galosi,

    giornalista generoso sopra ogni limite,

    ai miei figli per la loro

    pazienza

    dimostrata ad

    ascoltarmi,

    ad Elvira  insegnante ed amica

      a mio marito

    Michelangelo che mi ha

    dato lo spunto e

    la passione per parlare di calcio

    Il calcio è il più grande divertimento del mondo, perché è una fonte di interesse e di ansia alternativa. E’ come se il calcio fosse la tua seconda famiglia, e se il lavoro ti butta giù, se hai problemi personali, allora vai a vedere la partita ed è come se i tuoi problemi svanissero, sostituiti da altri problemi della tua squadra: chi giocherà, chi è infortunato…è come se il calcio fosse la tua seconda vita alternativa.

    Ken Loach, regista

    Credo nelle rovesciate di Bonimba,

    credo che un’Inter come quella di Corso,

    Mazzola e Suarez non ci più,

    ma non è detto che non ce ne

    saranno altre belle in maniera diversa…

    credo che c’è un buco grosso dentro,

    ma credo anche il rock and roll, qualche

    amichetta, il calcio, qualche stronzate con gli amici…

    Beh, questo buco me lo riempiono...

    (Radiofreccia, regia di Luciano Ligabue)

    Postulasti, teorie o semplici coincidenze?

    Cinema e calcio hanno più di un elemento in comune, a cominciare dalle :

    - ORIGINI: alla fine dell’800 nascono le prime sale cinematografiche e le prime squadre di calcio.

    - DURATA: Una partita dura 90 minuti, divisa in due tempi, più o meno come accade in un film

    - UNA STORIA DA RACCONTARE:

    Ogni partita racconta una storia, una storia di cui non si conosce il finale, come quelle tante storie che il cinema continua a raccontarci

    - DIVI e ASSI: Assai simile è il fenomeno del divismo, e non è un caso che ex calciatori come Cantona e Jones siano diventati attori…altri come Raffaele Vallone e Massimo Bonetti lo erano diventati prima...Beckam quanto resisterà?

    - SOGNI: il calcio è sempre stato una fabbrica dei sogni, esattamente come il cinema...

    Eppure il matrimonio tra lo sport più preferito e diffuso dagli uomini e il grande schermo è meno diffuso di quanto si possa immaginare. In Italia non si segnalano molti film sul calcio, anche se c’è molto calcio nei film. Gli spunti sono quasi tutti comici, forse perché la passione per il pallone è un fenomeno di costume che si adatta perfettamente ai meccanismi della commedia , come nel caso delle schermaglie calcistico-sentimentali..

    Il cinema d’autore ha sfiorato il calcio solo raramente, ricorrendo a memorie e ricordi sentimentali, mentre la commedia all’italiana si è confrontata con un’infinita galleria di artriti cornuti, di allenatori nel pallone e presidenti rampanti…

    Forse nessuno è riuscito a restituire il fenomeno calcio come elemento della vita quotidiana, il calcio della gente comune, quello amatoriale ad esempio, così ben rappresentato nel cinema Britannico, non ha saputo trovare espressione convincente nel cinema italiano

    Il tifo, in Italia solo oggetto di satira di bassa lega, in Gran Bretagna ha saputo ispirare un film delizioso come Febbre 90°, per farci comprendere che il calcio può essere più di un semplice gioco...

    Pensieri in libertà

    Potremmo parlare di occasioni perse del cinema calcistico italiano, ma non desidero cominciare questo articolo scrivendo solamente quello che non siamo riusciti a fare, quello che i registi italiani non hanno realizzato o quello che non è stato apprezzato dal cinema sportivo, nonostante il gioco del calcio sia in Italia lo sport più seguito. Parliamo un linguaggio positivo, cercando quello che il cinema italiano è riuscito ad esprimere sul mondo del calcio, anche se parlarne in Italia, non è semplice, quasi come girare un film sul calcio, infatti dice Diego Abatantuono : …ma secondo te se un regista vuole oggi girare un film sul calcio, quanti produttori interessati pensi che troverebbe? Niente da dire, c’è tutto nella sua affermazione: anche se tifo e passione raggiungono alti livelli tra le persone, il cinema italiano si dichiara quasi estraneo dal portare sullo schermo il gioco del calcio e pochi film sono riusciti a trattarlo come tema principale. Esiste inoltre una scarsissima bibliografia sull’argomento, pochi libri ne hanno parlato, forse qualche articolo su giornali o riviste di cinema hanno cercato di portare all’attenzione questo argomento. Ma perché? Come mai in Italia cinema e calcio non riescono a dialogare? Tutto questo mi ha sin dall’inizio disorientato, ma anche incuriosito e incentivato nella ricerca. Possibile che il nostro grande attaccamento per il gioco del calcio, la nostra eterna fede calcistica, non abbia prodotto, negli anni, pellicole degne della nostra passione? I pochi film italiani centrati sul gioco del calcio mi hanno così obbligato a ricercare tra le pieghe del cinema tutti i film italiani di fiction in cui almeno si parlasse o nei quali si potessero trovare (cosa molto più rara) immagini significative sul gioco del calcio. Un grandissimo aiuto mi è stato dato dal libro Ciak si gioca uscito nel 2000, ad opera di due valorosissimi autori, Guido Liguori e Antonio Smargiasse che stoicamente hanno riguardato, recuperato e etichettato centinaia di pellicole italiane per cercare spunti e indizi che avessero come soggetto il gioco del calcio. Era ovvio che non potessi ripartire da dove loro si erano fermati, anche se sono passati ormai sei anni dall’uscita del loro libro il cinema italiano non ha prodotto in questo tempo molti film interessanti sull’argomento in modo da poter riaprire il dibattito, ma riconsiderando il materiale raccolto mi sono accorta che mancavano forse le voci, le emozioni, i ricordi di quelle persone (registi, attori, atleti) che almeno hanno provato a fare film sul calcio o a citarlo nei loro film, o almeno di hanno pensato. Ho ritenuto fondamentale dare voce ai protagonisti, farsi raccontare i loro pensieri, le loro emozioni, le loro scelte, i loro perché…forse nelle loro interviste si possono trovare diversi motivi per i quali il gioco del calcio non è mai piaciuto tanto al cinema italiano, forse questi protagonisti che durante questi anni hanno cercato di fornire spunti per parlare di calcio, fare vedere immagini giocate, buttare quella famosa macchina da presa dentro al rettangolo di gioco come dodicesimo giocatore e vedere cosa poteva succedere, avevano voglia di parlare delle loro passioni e di come hanno cercato di metterle insieme …Siamo pieni di atleti e di primati, di piccole storie e di grandi avventure, conosciamo bene gli attori cinematografici, ma non sappiamo che alcuni di loro hanno avuto dei riconoscimenti anche dallo sport: Raf Vallone giocava nel Torino, in serie A, Vittorio Gasmann fu titolare della Nazionale di Pallacanestro; Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer, nuotava e partecipò a due Olimpiadi, Massimo Bonetti giocava a calcio nelle giovanili della Lazio…

    Ma come cercare i protagonisti e i registi di film sul calcio in Italia? Quali criteri usare per scegliere registi, attori, personaggi che hanno influito sul cinema calcistico? Come selezionare i film che lo hanno trattato in modo specifico? Il prio criterio di selezione è stato senza ombra di dubbio la disponibilità incontrata da parte di queste persone a parlare di cinema e calcio. Tanti si sono resi disponibili e hanno accettato di essere intervistati e di parlare delle loro passioni, qualcuno per scelte varie ha preferito non parlare. Luciano Ligabue ad esempio, grande rockstar emiliana, personaggio apparentemente disponibile e accessibile, ha attivato un cordone sanitario intorno a lui difficile da valicare. Per lui parlano le persone di fiducia che decidono cosa è bene fare e di cosa è bene parlare, e soprattutto con chi è bene parlare per non avere timore di ledere l’immagine che con tanta fatica si è creato…peccato. Se solamente penso a quanta poca distanza chilometrica ci separa in quest’Emilia brulicante e viva, in questa città, Reggio Emilia, culla del primo Tricolore e di tanti ricordi, e a tutte quelle volte che il Liga ha messo il gioco del calcio al centro della sua musica, del suo film, della sua vita…possibile che non avesse proprio niente da dire?

    Di tutta questa ricerca, cominciata nel 1999 ricordo con affetto la prima intervista con l’attore-atleta Raf Vallone, raggiunto telefonicamente nella sua residenza estiva di Sperlonga. Lontani ancora da mp3 o ipod che registrano la voce ora in maniera stupefacente, l’intervista venne trascritta a mano e mai riguardata dall’attore. Dopo poco Vallone morì e così si spense la possibilità di poter ampliare quella chiacchierata informale con il protagonista de Gli Eroi della domenica (1952), uno dei pochissimi film italiani che si ricordano quando si parla di gioco del calcio nel cinema italiano. Saverio Vallone, figlio di Raf, ha comunque accettato con piacere di riempire quel vuoto, di parlare di questo grande padre, bello, intelligente, pieno di muscoli e bravo… Altrettanto bella e piena di ricordi e affetti l’intervista con Pupi Avati, regista dell’altro film interamente centrato sul mondo del calcio Ultimo Minuto, dove ricordi di amici, di momenti tristi e difficili di carriera, si intrecciano dentro ad un uomo dolce, sensibile e sempre pronto ad aiutare l’altro. Massimo Bonetti, prestigioso attore italiano, impegnato in tantissimi film di successo con un trascorso interessante nelle file della Lazio, che intreccia spesso i suoi ricordi calcistici con la carriera di attore…e poi Diego Abatantuono, vulcanico uomo da bar come si definisce parlando di calcio, quando questa sua passione prende il sopravvento, attore così presente in film sul mondo del calcio, e così calciatore e tifoso nel mondo del cinema… una chiacchierata informale e non riletta dal regista Moretti sul suo interesse per inserire il calcio, quel calcio fatto di infanzia e panini con la nutella in tutti i suoi film, o come il posto che Mario Monicelli ha riservato al calcio nella sua commedia all’italiana…e ancora Davide Ferrario con i suoi ricordi da tifoso, Daniele Segre con i suoi documentari sinceri e taglienti,

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