La vicenda della dama pallida
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Info su questo ebook
Io abbassai le mie palpebre, ma fu tutto inutile; attraverso il loro velo, io continuavo a vedere questo sguardo lancinante che penetrava fino in fondo al mio petto e nel mio cuore.”
Una cupa storia d’amore e di odio tra miti e inquietanti presenze che popolano i Monti Carpazi. Due fratelli si contendono l’amore della bella Hedwige, una fanciulla Polacca nata a Sandomir, la quale assiste all’invasione del suo Paese da parte della Russia. Suo padre, le chiede di fuggire versi i Carpazi in un convento dove già la madre, da giovane, aveva trovato rifugio. Lungo la strada, la carovana viene attaccata dai partigiani, guidati dal tenebroso Kostaki. Solo l’arrivo di Grégoriska, suo fratello maggiore, salverà la giovane dalla morte. Grégoriska regna sul castello di Brankovan, il fratellastro Kostaki regna sulla campagna selvaggia. I due si odiano e contendono l'amore di Edwige, passando dalla violenza alla cortesia eccessiva. Edwige ama profondamente il bello e dolce Grégoriska, ma l'unione sarà impossibile per una cupa maledizione che pesa sulla loro famiglia. Una delicata e romantica poesia, colorata dal rosso della passione, dal giallo della gelosia e dal bianco del pallido viso di una donna innamorata.
Alexandre Dumas
Alexandre Dumas (1802-1870), one of the most universally read French authors, is best known for his extravagantly adventurous historical novels. As a young man, Dumas emerged as a successful playwright and had considerable involvement in the Parisian theater scene. It was his swashbuckling historical novels that brought worldwide fame to Dumas. Among his most loved works are The Three Musketeers (1844), and The Count of Monte Cristo (1846). He wrote more than 250 books, both Fiction and Non-Fiction, during his lifetime.
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Anteprima del libro
La vicenda della dama pallida - Alexandre Dumas
Alexandre Dumas
LA VICENDA
DELLA
DAMA PALLIDA
Elison Publishing
Foto di CathleenTarawhiti
http://cathleentarawhiti.deviantart.com
Proprietà letteraria riservata
© 2016 Elison Publishing
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Elison Publishing
www.elisonpublishing.com
ISBN 9788869630828
I
I MONTI CARPAZI
Sono una polacca, nata a Sandomir, ossia in un paese dove le leggende sono articoli di fede, dove crediamo alle nostre tradizioni di famiglia altrettanto, se non più, forse, che al vangelo.
Non v’è uno dei nostri castelli che non abbia il suo spettro, non uno dei nostri focolari che non abbia il suo spirito familiare.
Dal ricco come dal povero, nel castello come presso un focolare, si riconosce l’entità amica come pure quella nemica.
Talvolta, queste due entità entrano in lotta e combattono.
Dunque, s’avvertono dei rumori misteriosi nei corridoi, così spaventevoli da costringere alla fuga dal focolare o dal castello, e tutti quanti, contadini o gentiluomini, corrono in chiesa a cercar la croce benedetta o sante reliquie, sole salvezze contro i demoni che ci tormentano.
Ma qui, anche due principi più terribili, più ostinati, più implacabili ancora, sono presenti, la tirannia e la libertà.
L’anno 1825 vide svolgersi, tra la Russia e la Polonia, una di quelle lotte nelle quali si crederebbe che tutto il sangue d’un popolo si svuoti, come spesso s’esaurisce tutto il sangue d’una famiglia.
Mio padre e i miei due fratelli s’erano sollevati contro il nuovo zar, e avevano scelto di innalzare la bandiera dell’indipendenza polacca, sempre abbattuta, sempre risorgente.
Un giorno, appresi che il mio più giovane fratello era stato ucciso; un altro giorno, mi annunciarono che mio fratello maggiore era ferito a morte; infine, dopo una giornata durante la quale avevo udito con terrore avvicinarsi il rumore incessante del cannone, io vidi arrivare mio padre con un centinaio di cavalieri, residuo dei tremila uomini che comandava.
Egli veniva ad asserragliarsi nel nostro castello, con l’intenzione di seppellirsi sotto sue rovine.
Mio padre, che non temeva niente per lui, tremava per me.
Infatti, mio padre non si attendeva che la morte, in quanto era ben sicuro di non cadere vivo nelle mani dei suoi nemici; ma, per me, si trattava di schiavitù, di disonore, di vergogna.
Mio padre, tra i cento uomini che gli restavano, ne scelse dieci, chiamò l’intendente, gli rimise tutto l’oro e tutti i gioielli che possedevamo, e, ricordandosi che, durante la seconda spartizione della Polonia, mia madre, quasi una bambina, aveva trovato un rifugio inavvicinabile nel monastero di Sahastru, situato nel mezzo dei monti Carpazi, gli ordinò di condurmi a questo monastero, che ospitale alla madre, non lo sarebbe stato meno, senza dubbio, alla figlia.
Malgrado il grande amore che mio padre aveva per me gli addii non furono lunghi.
Secondo ogni probabilità, i Russi dovevano essere l’indomani in vista del castello, e non c’era dunque tempo da perdere.
Io indossai in fretta una tenuta d’amazzone, con la quale avevo l’abitudine d’accompagnare i miei fratelli a caccia.
Mi sellarono il cavallo più sicuro della scuderia; mio padre mi diede le sue pistole, capolavori della manifattura di Toula, mi abbracciò, e impartì l’ordine di partenza.
Durante la notte e la giornata dell’indomani, noi percorremmo venti leghe seguendo la riva d’uno di quei fiumi che vanno a gettarsi nella Vistola.
Questa prima tappa forzata ci aveva messi fuori dalla portata dei Russi.
Agli ultimi raggi del sole, avevamo visto scintillare le sommità innevate dei monti Carpazi.
Verso la fine della giornata dell’indomani, raggiungemmo la loro base; infine, nella