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Bronte
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E-book57 pagine33 minuti

Bronte

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Bronte, 10 agosto 1860. Un plotone di esecuzione di un esercito rivoluzionario fucila cinque uomini rei d'aver contravvenuto alla legge che punisce i rivoluzionari. Su questo paradosso si sviluppano i "fatti di Bronte", insignificante macchia sulla apologetica risorgimentale, felicemente dimenticata assieme ai fatti di Biancavilla, di Nissoria, di Trecastagni... di cui nessun resoconto ci è stato tramandato. Di quello di Bronte ci è rimasta una novella ( Verga, "Libertà"), un film (Bronte), e la ricostruzione dei "fatti" ad opera di pazienti ricercatori (Benedetto Radice). Ma sulle "ragioni" di quei fatti incombe il silenzio. Ecco, questo libro intende romperlo. È un libro di rottura, rivolto a quanti non si accontentano di conoscere soltanto i fatti, ma anche le ragioni.
LinguaItaliano
Data di uscita3 mag 2016
ISBN9788892607798
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    Anteprima del libro

    Bronte - Placido Altimari

    Indice

    Sinossi

    Dedica

    Introduzione

    BRONTE

    Appendice

    Note

    sinossi

    Bronte, 10 agosto 1860. Un plotone di esecuzione di un esercito rivoluzionario fucila cinque uomini rei d'aver contravvenuto alla legge che punisce i rivoluzionari. Su questo paradosso si sviluppano i fatti di Bronte, insignificante macchia sulla apologetica risorgimentale, felicemente dimenticata assieme ai fatti di Biancavilla, di Nissoria, di Trecastagni...  di cui nessun resoconto ci è stato tramandato. Di quello di Bronte ci è rimasta una novella ( Verga, Libertà), un film (Bronte), e la ricostruzione dei fatti ad opera di pazienti ricercatori (Benedetto Radice). Ma sulle ragioni di quei fatti incombe il silenzio. Ecco, questo libro intende romperlo. È un libro di rottura, rivolto a quanti non si accontentano di conoscere soltanto i fatti, ma anche le ragioni.

    dedica

    a Bronte,

    a Antonino Saitta,

    che mi ha insegnato ad amarla

    a Carlo Muratori,

    che mi ha insegnato a capirla

    introduzione

    L'arte, ci avverte Aristotele, è mimesi. Rappresentazione della realtà. Essa opera la sua riduzione a concetto, permettendone la com-prensione, il prendere-assieme. Ridotta a concetto, la realtà può essere narrata, fino a costituirsi memoria: cosa ci resta delle civiltà più antiche se non frammenti di narrazione che gli artisti hanno provveduto a fissare sulla pietra? E poi sull'argilla, sulla tela, sulla carta, sulla pellicola, sullo spartito, sui bit... 

    Ogni epoca, ogni tempo, ha attinto dalla narrazione della realtà passata la giustificazione della presente, così da preparare la futura. E' per questo che il narrato ha sempre risentito delle intenzioni del narrante, per così prendere possesso dell'opinione pubblica, delle sue emozioni e dei suoi desideri. E dei suoi voti.

    La realtà, nell'atto della sua narrazione, è resa strumento del realizzato e del realizzabile. Per questa sua parzialità la realtà narrata è sempre e inevitabilmente falsa. Falsa, ma anche plurale: è data all'artista la facoltà di operare sulla realtà la propria singolare interpretazione, elaborandone una concettualizzazione, che può essere sintone alla pubblica opinione, ma anche da essa svincolata. L'arte popolare, sfuggendo alla soggezione del mercato, ha saputo preservare assieme ai canoni estetici della tradizione una capacità percettiva svincolata dalla narrazione ufficiale. Essa ci consegna il folklore, il sapere dei popoli, raccolto nell'essenzialità dei sentimenti più semplici che accompagnano le piccole comunità umane: l'amore, il lavoro, il sacro. Sentimenti che non cessano di essere raccolti e riprodotti dagli artisti che al sapere dei popoli dedicano il proprio studio e la propria creatività.

    Proprio la canzone di uno di questi artisti ha provocato la necessità di redigere questo testo: chi dici Nicò. Carlo Muratori (1)  si rivolge a Nicolò Lombardo, protagonista dei fatti di Bronte in quel mai troppo lontano agosto del 1860. E

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