Querce di cristallo
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Anteprima del libro
Querce di cristallo - Angela Giulietti
nido.
Milena
1945-1964
Dieci anni sono troppi pochi per capire che cos'è il fascismo, cosa la Resistenza, chi è il buono e chi è il cattivo. Milena era molto sveglia, ma davvero faceva fatica ad afferrare in pieno la situazione. L'uomo col fucile che era entrato in casa aveva uno sguardo docile, le aveva fatto anche una carezza. Ma poi aveva portato fuori mamma e babbo, e lei aveva udito due spari, e la voce dell'uomo che diceva ai suoi amici:
Due fascisti in meno
Si era chiusa in camera poi era arrivato suo zio, che si sforzava di non piangere. Ma a spiegarle tutto, dopo un bagno caldo e una fetta di ciambella, era stata sua zia:
Da oggi starai con noi. Purtroppo i tuoi genitori sono morti
Uccisi
L'aveva corretta lei Sono stati uccisi
Lo so. Quante volte li avevamo messi in guardia! Ma erano testardi: hanno seguito il Duce fino alla fine. Milena, i fascisti hanno rovinato questo paese e adesso chi lo ha liberato è molto arrabbiato
Ma...
Lei aveva alzato il viso Babbo ha salvato tre dei suoi alunni ebrei, e mamma ha dato le medicine a un partigiano ferito! Non erano cattivi, io lo so...
Ma sono stati dalla parte sbagliata
Era stato l'ultimo scambio di battute sull'omicidio dei genitori. Adesso, tre giorni dopo, Milena riguardava le fotografie, in cerca di qualche spiegazione. Si rivide a sei mesi, col ciuffo di capelli tenuto su da un nastro, in braccio a mamma, col babbo che cingeva entrambe. Erano in centro a Firenze, felici, sorridenti e spensierati.
Io sono cresciuta e loro sono morti
Si disse, osservando allo specchio quella ragazzina lunga e magra, coi denti un po' sporgenti. E quella ragazzina era anche determinata: voleva scoprire la verità. Finse di andare fuori a giocare e invece si infilò dentro al negozio di fruttivendolo di Ignazio. Se c'era qualcuno che conosceva bene suo padre era lui. Lo trovò intento a sistemare dei sacchetti di carta, e lo chiamò:
Mi riconosci?
Ma fu lei ad avere qualche problema nell'abbinare quel viso maturo al giovane allegro di qualche tempo prima. Ignazio aveva 25 anni e fin da giovanissimo aveva iniziato a lavorare in negozio, diventandone unico proprietario dopo la morte del padre. Adesso, però, sembrava suo padre stesso: stanco, serio, cresciuto di colpo. Le fece un sorriso:
Ma certo, sei la piccola Milena! Sei contenta che la guerra è finita?
Ho seppellito mamma e babbo e sono diventata la figlia di mio zio... no, non sono contenta
Oh Dio...
Lui sospirò Mi dispiace. Remo era una brava persona. E te lo dico da partigiano che ha combattuto i fascisti. La pensavamo diversamente, ma non dimentico che è per merito suo se non ci hanno chiuso il negozio
Ecco...
Milena annuì Voglio sapere tutto. Hai un'oretta per me?
Chiaro
Lui girò il cartello, lasciando la scritta 'chiuso' verso la strada, e diede un giro di chiave Ora ti racconto tutto. La guerra è finita, faccio come mi pare!
Si sedette di fronte a lei, e le spiegò cosa era accaduto in Italia e nel mondo, e nel borgo di Peretola, negli ultimi 10 anni. Milena scoprì così che suo padre era un fascista fedele, mentre sua madre si limitava ad accettare le idee del marito. Ma Remo non era solo questo. Quando Mussolini aveva emesso le leggi razziali ed era entrato in guerra al fianco di Hitler si era reso conto della svolta pericolosa. E aveva cercato di aiutare le persone in difficoltà. Si era comportato come un coniuge che si prodiga per rimediare agli sbagli della persona amata, senza tuttavia mai lasciarla. Remo non odiava i partigiani, non teneva armi e se capitava dava una mano a ebrei e altre minoranze. Forte della fiducia del partito, contribuiva a mettere buone parole per togliere amici e conoscenti dai guai. Ma al contrario di suo fratello non si era mai schierato contro i fascisti. E alla fine era stato punito da un partigiano arrabbiato, al quale, Ignazio lo sapeva, le camicie nere avevano ammazzato un figlio di 14 anni.
Vuoi dire che hanno colpito nel mucchio?
Domandò Milena, asciugandosi una lacrima
Già
Ignazio scosse la testa Lo hanno fatto loro e lo abbiamo fatto noi. Non si dovrebbe, ma succede
E mentre ascoltava le sue parole, la ragazzina si rese conto che la guerra non era davvero finita. C'era una generazione di orfani e vedove, che avrebbero dovuto lottare per sempre. E lei era una di loro. In quell'esatto momento, davanti a una cesta di lattuga fresca, giurò a se stessa che non avrebbe mai avuto a che fare con la politica. Era qualcosa di troppo cattivo, complesso e bugiardo. Lo disse a bassa voce, stringendo i pugni:
Starò lontana da tutto questo. Io voglio vivere nell'amore
Quello che non aveva ancora realizzato, e che realizzò, dolorosamente, pochi anni dopo, era che vivere nell'amore per lei aveva un solo significato e un solo viso: quello di Ignazio. Lo guardava scambiarsi effusioni con la sua bella fidanzata, e stava male. Un giorno attese che fosse in negozio da solo, e decise di affrontarlo. Aveva addosso un grazioso abito blu, e i capelli legati in maniera elegante. Inclinò la testa:
Mi trovi tanto brutta?
Non sei brutta per niente
Rispose lui Perché me lo chiedi?
Perché non mi guardi mai
Beh, hai 15 anni
E allora? Lei quanti ne ha?
Lei ne ha 22 , e per me che ne ho 30 va benissimo. Milena, tu sei una bambina!
Ma i ragazzi della mia età non mi piacciono... tu sei il mio unico vero amico. Ti conosco da sempre, mi fido di te, e non penso ad altro che al tuo sguardo concentrato mentre fai i conti ai clienti
Ti passerà
Assicurò lui, convinto. Ma aveva fatto i conti senza la determinazione di Milena, che aveva preso dal padre la tendenza a non mollare. Delicata come un cristallo, solida come una quercia, Milena prese a tessere la sua tela. E alla prima litigata tra Ignazio e la fidanzata si presentò in negozio con dei biscotti fatti da lei. Li lasciò lì, e nell'uscire sussurrò:
Ora ne ho 16, di anni. Cresco a vista d'occhio
-
Restando nei pressi del negozio, Milena studiò le proprie mosse, adattandole alle circostanze. Capitò che Ignazio si ruppe un dito della mano destra, e lei si fece trovare pronta:
Potrei venire ad aiutarti coi clienti
Era un'offerta che non si poteva respingere. La figlia del fascista corteggiò il partigiano alternando momenti di dolcezza ad altri di indifferenza, sorrisi e silenzi, battute umoristiche e osservazioni profonde. E una sera, lui la baciò. Il giorno dopo lasciò la promessa sposa, quello successivo andò dallo zio di Milena a chiedere l'emancipazione della ragazza per poterla sposare. Lo zio dovette ammettere che Milena era esageratamente matura per la sua età, e acconsentì a fare richiesta al tribunale. La sua maturità era sbocciata in quella cameretta, con le mani sulle orecchie e gli occhi chiusi, mentre uccidevano i suoi genitori. Doveva ancora compiere 17 anni e sembrava già una donna.
Si sposarono nel maggio del 1952. Andarono a vivere nell'appartamento sopra il negozio, e Milena cominciò a pensare di allargare la famiglia. Restò incinta l'anno successivo. Era piena di entusiasmo, ma a causa di un'infezione perse il bambino. Quelli furono giorni tristi e difficili, in cui fare un sorriso ai clienti diventava davvero faticoso. Milena ne parlò con Ignazio una sera, prima di andare a letto:
Vorrei riprovarci
Ci proviamo ogni volta che facciamo l'amore
Mormorò lui Ma non succede nulla
Allora proviamoci di più. Crediamoci
Forse io sono troppo vecchio
Ma cosa dici? Hai solo 33 anni! Questo tuo usare l'argomento dell'età sta diventando pesante, sai?
Me ne sento più di 40
Ammise lui Le notti al freddo in collina, i pasti saltati, le camminate sui sentieri impervi e la tensione per le battaglie hanno minato il mio fisico
Altri ex partigiani hanno avuto figli
Replicò lei
Forse sono più forti di me
Quella sera Milena realizzò che Ignazio era stanco. Cedeva, cedeva sempre: alla cliente tignosa che voleva lo