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Celtic Mann - Il Cuore della Battaglia
Celtic Mann - Il Cuore della Battaglia
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E-book131 pagine1 ora

Celtic Mann - Il Cuore della Battaglia

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Info su questo ebook

In un mondo devastato dall’oscurità, lei sarà la sua unica salvezza.

I Vichinghi sono sul punto di perdere la battaglia con le isole britanniche. Il loro comandante, creduto morto, è passato dalla parte del nemico. Erik, il principe dei vichinghi (per molti considerato un traditore), è innamorato di una coraggiosa donna delle Highland.  Dovrà decidere tra la fedeltà alla corona e l'amore.

Terzo e ultimo libro della saga Historical Viking - Scottish Romance series

**Non è un testo Erotico. È un romanzo e una storia d’amore.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita23 dic 2016
ISBN9781507156834
Celtic Mann - Il Cuore della Battaglia
Autore

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Anteprima del libro

    Celtic Mann - Il Cuore della Battaglia - Lexy Timms

    In un mondo devastato dall’oscurità, lei sarà la sua unica salvezza.

    ––––––––

    Questo è il terzo libro di una saga Storica sui Vichinghi. NON è un romanzo erotico ma una storia d’amore.

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    CAPITOLO UNO

    Erik

    Erano trascorse due settimane.

    Due settimane in cui non aveva mai smesso di interrogarsi. Non aveva avuto scelta. Doveva ripartire per la Danimarca. Una volta sistemata la situazione, sarebbe tornato. Avrebbe fatto ritorno in quella piccola fattoria nel mezzo della Scozia per ricongiungersi alla sua donna.

    Desiderava disperatamente credere a quella menzogna.

    L’idea di lasciarla con qualcun altro lo mandava su tutte le furie. Com’era finito col farsi coinvolgere fino a quel punto? Diede un pugno contro il palmo della mano. Che cosa gli era venuto in mente? Potevano vivere nella fattoria del padre e nessuno avrebbe detto una parola?

    I suoi futili sogni le avevano rovinato la vita. Se in grembo aveva suo figlio, quale uomo avrebbe fatto di lei una donna onesta? Continuò a rimuginare e poi proseguì. Lanciando un’occhiata a sinistra, annuì a John, il suo più caro amico in guerra a parte suo cugino.

    Marcus.

    Il sangue gli ribollì nelle vene. La morte non sarebbe stata sufficiente per quel verme.

    Come arano arrivati a quel punto? La sua stessa famiglia aveva complottato per conquistare il trono desiderandolo al punto tale da uccidere suo fratello. La vita di Nathaniel era stata strappata. Assassinato.

    «Conosco quello sguardo, Erik.» John fissò dritto davanti a sé, preferendo non guardare Erik negli occhi.

    «Quello che dice quanto vorrei essere già arrivato?» Erik guardò John in cagnesco.

    «La costa è a solo un giorno di cammino. Il tuo sguardo dice che preferiresti le cose fossero diverse.»

    Le labbra di Erik divennero una linea sottile e poi ammise la verità. «È vero, ma la vita non ha ancora trovato modo di rispettare le mie richieste e i miei desideri.»

    «E come sarebbe potuta essere diversa? Tu sei il venerato Re di Danimarca, il più grande paese del mondo.»

    «E la mia famiglia sta nuovamente soffrendo una perdita.» Erik ruotò le spalle. «Devo uccidere qualcosa al più presto o impazzirò.»

    «Sono sicuro non mancherà occasione. La morte sembra seguirti—tutti noi—ovunque andiamo.» John si corresse velocemente, sapendo che Erik l’avrebbe presa sul personale.

    «Perché la portiamo con noi. Come dei messaggeri dell’oscurità. Inoltre, uccidere e conquistare... non conosciamo altri modi.» Erik sospirò e si allontanò dal gruppo, fermandosi davanti a un pozzo mentre gli altri cinque o sei uomini che lo accompagnavano, si riunirono iniziando a ridere e scherzare. Solamente pochi uomini si erano uniti a lui durante la battaglia con gli Scozzesi. I pochi fedeli a conoscenza delle verità sulla sua morte. Sconvolgere tutti sul campo di battaglia era stata la scossa necessaria per infondergli coraggio e abbandonare la battaglia, ma l’unico desiderio di Erik era portare uomini sufficienti dalla sua parte.

    John aveva condotto gli uomini ai confini della città il giorno in cui Erik aveva cavalcato per incontrare Linzi. Erik gli aveva detto di aspettare. Aveva bisogno d’intimità, e ormai difficilmente riusciva a fidarsi degli altri. Nessuno poteva sapere di Linzi. Saperla al sicuro nelle terre del padre era l’unica cosa che lo facesse stare tranquillo.

    Le lacrime negli occhi della ragazza erano state quasi la sua disfatta. Lo aveva quasi convinto a portala con lui, a sollevare la coraggiosa donna dai capelli rossi sul suo destriero. Le sue novità avevano cambiato tutto... condannandolo allo stesso tempo.

    Non temeva per se stesso, ma se l’avesse avuta attorno, sarebbe stato più attento. L’avrebbe controllata costantemente e tutto sarebbe andato per il meglio, ma il bambino... era possibile che la strega avesse affermato il vero?

    Erik scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri prima che lo confondessero. Sua madre aveva bisogno di lui. Il suo paese richiedeva la sua presenza. Per quando desiderasse disperatamente fuggire da tutto ciò, non poteva. Doveva rispettare i desideri del padre in punto di morte. Avrebbe combattuto per le loro terre perché la sua famiglia aveva lottato fino alla fine per la corona di Danimarca.

    Non avrebbe potuto vivere se avesse perso la sa donna e il bambino. Sarebbe stata la sua fine. Erano stati a malapena insieme. Era improbabile che fosse già incinta. Quella strega stava mentendo. Attanagliato da quei pensieri, si piegò in avanti per tirare la corda del vecchio pozzo. Gli ricordò quello nella proprietà di Linzi.

    La notte trascorsa a giocare nel lago alle spalle del pozzo era stata perfetta. Non aveva mai permesso a una donna di prendersi davvero cura di lui. Il sesso era l’unica cosa che gli era concessa, e raramente si lasciava andare. Linzi era riuscito a farlo sognare di nuovo.

    Adesso era senza di lui, nel bel mezzo di una guerra iniziata da lui. Afferrò il secchio non appena apparve, immergendo una mano nell’acqua fresca per dissetarsi. Quanto doveva odiarlo? Non avrebbe mai dimenticato il modo in cui l’aveva lasciata.

    Non era stata silenziosa. Le emozioni avevano avuto il sopravvento su di lei mentre lo colpiva sul petto e viso. Per la prima volta nella sua vita, Erik avrebbe voluto piangere. Aveva cercato di fare la cosa migliore, ma, senza ombra di dubbio, aveva lasciato una parte della sua anima, e del suo cuore, tra le mani della sua amata scozzese.

    «Ehi, hai intenzione di condividere o userai qualche regale puttanata come scusa?» John scoppiò a ridere, schiaffeggiando Erik sulla spalla.

    Erik tornò indietro, trasportando il secchio al suo amico. «No... l’unica cosa regale in me rimarrà sempre e solo la discendenza.»

    John ridacchiò. «Sto ancora cercando di riprendermi dal trauma di rivederti vivo. So che sono trascorse diverse settimane, ma gli uomini non smettono di parlarne. Come sei sopravvissuto e che diavolo è successo?»

    «L’avidità di Marcus.» Erik borbottò prima di aggiungere, «Una donna mi ha salvato la vita.» Si passò le dita tra i suoi capelli sempre più lunghi. Prima con delicatezza, e poi con più forza.

    «Spero ti sia approfittato della sua gentilezza.» John sogghignò.

    «Hai un coltello?»

    «Sì. Nella mia sacca. Credi di avere i pidocchi?»

    «Non lo so, ma ho prurito e non voglio correre il rischio.»

    «Dove diavolo è il tuo pugnale? Quello che ti regalarono i tuoi genitori.»

    «Nella mia sacca. Devo affilare la lama.» Erik spostò lo sguardo sugli altri uomini. Il pugnale portava con sé troppo ricordi, belli e brutti. L’aveva lasciato nella sua sacca, non volendone essere tormentato. Era meglio così. Non aveva bisogno di un altro promemoria che gli ricordasse la ragazza cui aveva rovinato la vita.

    «Tua madre sarà dispiaciuta di non vedere più i tuoi magnifici ricci. Non abbiamo un re pelato da parecchio.»

    «Sì, perché muoiono prima di invecchiare.» Erik riprese il secchio e richiamò gli altri, dandolo a uno di loro non appena seguì John.

    «Fate alla svelta. Non credo sia cauto rimanere qui.» John diede il coltello a Erik.

    «Spero in un combattimento. Ho bisogno di sfogarmi. Suppongo mio cugino sia arrivato in Danimarca. Il pensiero mi dà la nausea.»

    «Ne dubito. Aveva un bel guaio da sistemare quando siamo andati via.» John indicò il pozzo. «Rimarrò di guardia. Fa’ ciò che devi.»

    ***

    Erik finì di radersi, la sua testa liscia come quella di Marcus l’ultima volta in cui l’aveva visto. Il viaggio fino al molo non sarebbe stato difficile, ma gli uomini erano stanchi. Erik osservò il paesaggio, non trovando molte alternative. Il sole stava tramontando e la notte avanzava. Potevano accamparsi nella foresta e fare a turno per la guardia.

    Se i vichinghi li avessero visti, uno scontro sarebbe stato inevitabile. Tuttavia, poiché stavano ripercorrendo luoghi già conquistati, era improbabile che li scoprissero.

    «Sembri invecchiato di dieci anni.» John ridacchiò avvicinandosi a Erik.

    «Mi sento un vecchio.» Erik si voltò di scatto sentendo qualcosa muoversi alle sue spalle.

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