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Endora - Uomini sottomessi
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E-book85 pagine1 ora

Endora - Uomini sottomessi

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Info su questo ebook

Endora- - - Primo episodio- - -
Nel Regno di Endora ogni legge che regola la nostra società è sovvertita. Il potere è nelle mani delle donne e gli uomini vivono in una condizione di totale asservimento. Gli unici che possono aspirare a un destino diverso dalla schiavitù sono i “liberi amanti”.
Killiar era uno di loro; ambito e ricchissimo, ha vissuto una parentesi felice insieme alla moglie Izrhad, fino alla morte di lei e alla perdita di ogni bene materiale.
Naydeia, ufficiale dell’Armata e migliore amica della moglie di Killiar, si era allontanata da loro per un segreto che serba come una condanna.
Daigo è un guerriero Aldair, uno straniero, costretto, per motivi religiosi, a prostituirsi alle donne dell'esercito di Endora.
Questi tre personaggi dovranno affrontare una sfida dopo l'altra, mentre le loro vite si intrecceranno sempre di più fra sentimenti e insidie, nel corso di una campagna militare contro i terribili Qanaki, i barbari che da tempo minacciano i confini del regno.
Nel frattempo Yadosh, unico uomo del regno dotato di potere politico e individuo senza scrupoli, sta cercando una pericolosa verità, nascosta nelle pieghe della Storia. È disposto a tutto pur di migliorare le condizioni sociali degli uomini di Endora, ma dovrà misurarsi con avversarie feroci, ben decise a impedire qualsiasi cambiamento.
LinguaItaliano
Data di uscita14 lug 2014
ISBN9786050312843
Endora - Uomini sottomessi

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    Anteprima del libro

    Endora - Uomini sottomessi - Fernanda Romani

    Il romanzo

    Parte Prima I

    II

    III

    IV

    V

    Parte seconda I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    Ringraziamenti

    Fernanda Romani  − Cenni biografici

    Titolo: Endora – Uomini sottomessi- Donne d’ombra e di spada

    Autore: Fernanda Romani

    Impaginazione: Eadon – Servizi Editoriali

    Grafica ed editing di copertina: AleP 2020

    (www.hermesworks.com)

    ©Fernanda Romani

    Tutti i diritti riservati all’autore

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotto senza il preventivo assenso dell’autore.

    Fernanda Romani

    Endora

    Primo episodio

    Uomini sottomessi

    Il romanzo

    Nel Regno di Endora ogni legge che regola la nostra società è sovvertita. Il potere è nelle mani delle donne e gli uomini vivono in una condizione di totale asservimento. Gli unici che possono aspirare a un destino diverso dalla schiavitù sono i liberi amanti.

    Killiar era uno di loro; ambito e ricchissimo, ha vissuto una parentesi felice insieme alla moglie Izrhad, fino alla morte di lei e alla perdita di ogni bene materiale.

    Naydeia, ufficiale dell’Armata e migliore amica della moglie di Killiar, si era allontanata da loro per un segreto che serba come una condanna.

    Daigo è un guerriero Aldair, uno straniero, costretto, per motivi religiosi, a prostituirsi alle donne dell'esercito di Endora.

    Questi tre personaggi dovranno affrontare una sfida dopo l'altra, mentre le loro vite si intrecceranno sempre di più fra sentimenti e insidie, nel corso di una campagna militare contro i terribili Qanaki, i barbari che da tempo minacciano i confini del regno.

    Nel frattempo Yadosh, unico uomo del regno dotato di potere politico e individuo senza scrupoli, sta cercando una pericolosa verità, nascosta nelle pieghe della Storia. È disposto a tutto pur di migliorare le condizioni sociali degli uomini di Endora, ma dovrà misurarsi con avversarie feroci, ben decise a impedire qualsiasi cambiamento.

    Parte Prima

    I

    Regione di Aknura

    Ormai anche la seconda sacca da viaggio era piena. Un bagaglio fin troppo piccolo.

    – Perché non prendi tutti gli abiti, padre? Sono tuoi – disse una voce dietro di lui.

    Killiar si voltò di scatto. Era Midran.

    Padre. Gli sarebbe mancata quella parola.

    Si avvicinò al ragazzo, sovrastandolo con la sua alta statura. Allungò una mano e gli scostò i capelli dalla fronte.

    – No, non c’è più niente di mio, qui. – Deglutì, quindi si sforzò di parlare con voce normale. – E poi sarebbero troppo ingombranti. Adesso che non ho più una casa, devo portarmi dietro il minimo indispensabile.

    – Mia madre avrebbe voluto che tu li prendessi – insisté Midran. – Potresti venderli. Avrai bisogno di soldi, finché non ti sistemerai.

    Killiar lo fissò.

    Lei non c’è più, avrebbe voluto dire.

    – Sei molto saggio per la tua età.

    La tristezza gli appesantiva la voce. Il controllo che si era imposto gli stava sfuggendo, di fronte a quel giovane viso che vedeva per l’ultima volta.

    – Ho tredici anni, e sei stato tu a raccontarmi cosa rischia un uomo sposato.

    Parole di un bambino già diventato adulto.

    Del resto mancavano solo due anni al giorno in cui sarebbe stato mandato in un Collegio, ad apprendere l’arte di soddisfare ogni esigenza femminile. Era di bell’aspetto e con un corpo ben proporzionato. Sarebbe diventato un libero amante molto richiesto.

    – Non voglio che te ne vai, padre! – gridò una voce di bimba, mentre una figuretta in lacrime correva ad abbracciargli le ginocchia.

    Commosso, si chinò e la prese in braccio. Strinse le labbra, incapace di parlare.

    Avevano avuto soltanto una manciata di giorni per vivere il loro dolore in pace, troppo pochi rispetto alla sofferenza che li univa. Troppo pochi per qualsiasi cosa.

    Le lacrime premevano per liberarsi. Ma l’uomo, non più marito, si sforzava di resistere, almeno fino a quando non fosse uscito da quella casa.

    – Che succede, qui?

    Alla voce della matriarca, Killiar vide Midran indietreggiare. Il silenzio divenne assoluto mentre lo sguardo autoritario di Oduna opprimeva ognuno dei presenti.

    Anziana ma ancora forte, avanzò all’interno della stanza con passo deciso.

    La prima a riprendersi fu la piccola Lia.

    – Nonna, fallo restare! Ti prego!

    La donna gli si avvicinò.

    – Ho sempre avuto rispetto per il Legame che mia figlia aveva con te. – Gli occhi si addolcirono nel pronunciare quelle parole. – Sei stato un marito fedele e un ottimo padre per i suoi figli. – Anche lei aveva lacrime da trattenere. – Io sono una persona rispettosa delle leggi e delle tradizioni. Ho permesso a Izrhad di amministrare da sola il patrimonio che tu le hai portato in dote, anche se sarebbe toccato alla famiglia, ma non farò altre eccezioni.

    Killiar annuì, stanco. Un uomo non aveva diritti ereditari. Un vedovo non aveva diritti, punto.

    – Sapevo cosa rischiavo quando ho accettato di sposare un’ufficiale dell’Armata. – Un lungo sospiro gli sfuggì dalla gola. – In questi tre anni, da quando è scoppiata di nuovo la guerra, ho vissuto sperando che le spade dei Qanaki non me la portassero via.

    Il viso di Oduna gli disse quanto sincera fosse la pena che gli dimostrava.

    Tra le sue braccia, Lia cominciò a

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