Carne della sua carne
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Info su questo ebook
Sinossi:
Alceán è un adolescente che vive rinchiuso con sua madre in un’enorme villa sinistra dalla quale non è mai uscito. Il mondo che conosce cambia totalmente quando suo zio Belial arriva a sorpresa e lo spinge a trasgredire tutti i divieti imposti dalla madre. È così che Alceán scoprirà gli orribili segreti che la sua famiglia ha custodito per generazioni, inclusa la verità sulla propria vita reclusa.
Su “Carne della sua carne”
“Carne della sua carne” riunisce gli elementi del romanzo gotico e della narrativa classica del terrore (con l’evidente influenza di Edgar Allan Poe) per creare un’atmosfera decadente e romantica. Il vecchio maniero, l’atmosfera sinistra, la maledizione di famiglia, le emozioni esacerbate e l’erotismo soggiacenti sono i chiari ingredienti di questa tradizione. Tuttavia la narrazione supera il canone del romanzo gotico del Romanticismo e finisce col raggiungere tratti oscuri di autentico orrore secondo i canoni contemporanei, arrivando a sfiorare il gore. Tutta questa tavolozza di tratti del genere del terrore fanno sì che “Carne della sua carne” sia un allettante banchetto per gli amanti dell’oscurità.
Narrato in prima persona, questo racconto lungo o romanzo corto ci racconta l’infanzia e la giovinezza di Alceán, il protagonista, con uno stile arcaicizzante e oniricoche crea la sensazione di stare ascoltando un ricordo morboso, un delirio febbrile, un’allucinazione tenebrosa di un essere tormentato che ci racconta le sue visioni affinché possiamo condividere la sua angoscia. Lo stile poetico ed esaltato del narratore protagonista non impedisce che la storia catturi il lettore, procedendo implacabilmente fino a svelare il terrificante segreto finale.
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Anteprima del libro
Carne della sua carne - Miguel Campion
Carne della sua carne
di Miguel Campion
Traduzione di Stefano Vazzola
Avviso preliminare:
Il manoscritto che state per leggere è stato rinvenuto nella cripta di un monastero in rovina il cui nome non citeremo per non turbare la quiete che regna in quel luogo remoto e dimenticato. Non faremo nemmeno menzione dei nomi dei componenti della spedizione archeologica che, dopo avere aperto uno dei sepolcri degli antichi monaci, scoprì che la tomba era vuota, ad eccezione di un pacchetto avvolto con cura nel cuoio. All'interno del suddetto pacchetto fu rinvenuta una pergamena sulla quale era vergato l'insolito racconto che leggerete di seguito.
Vi avvisiamo che non si tratta di una storia piacevole per gli spiriti più sensibili. Detto ciò, se girate la pagina, quello che succederà poi sarà di vostra esclusiva responsabilità.
I
Avevo quindici anni quando conobbi Belial. Fu il primo uomo che conobbi. Da quando ho memoria, e ce l'ho quasi dal giorno in cui nacqui, non avevo conosciuto altra persona che Lissia fino all'arrivo di Belial. Chiamavo per nome la donna che mi fece venire al mondo, la chiamavo Lissia per sua stessa volontà. Credo di ricordare, o meglio ricordo, che la prima parola che uscì dalle mie labbra di infante fu il suo nome, Lissia. Quel giorno, ricordo bene, sentendo il proprio nome in bocca a me, Lissia abbozzò un sorriso sul suo volto bianco come il marmo e mi baciò le labbra pallide con le sue labbra di sangue.
Lissia mi insegnò a parlare, a leggere, a scrivere. Mi introdusse nel vasto orizzonte della biblioteca di famiglia, mi disse quali libri era utile che leggessi e quali servivano solamente da futile alimento per il tedio. Lissia mi indicò, tra la moltitudine di migliaia di dorsi di libri di pelle, d'oro e di madreperla, un dorso di metallo scuro che dominava l'immensa biblioteca. Questo dorso di metallo irraggiungibile si trovava esattamente al centro della sala, aveva tanti libri alla sua destra quanti alla sinistra, tanti sopra quanti sotto. Era il dorso del più meraviglioso e strano fra i libri: il Saturygena.
Lissia mi spiegò che una grande catastrofe avrebbe distrutto il mondo, il nostro mondo, se avessi osato anche solo toccare il dorso metallico del Saturygena. Io le obbedii con assoluta devozione. Non mi venne mai in mente di contravvenire al divieto, quella terribile possibilità non mi passò mai nemmeno per la testa. Non avevo mai disobbedito a Lissia, fino all'arrivo di Belial.
Dico che Belial fu il primo uomo che conobbi, ed è vero, anche se non fu il mio primo amico. Il mio primo amico, il mio grande, caro e inseparabile amico d'infanzia fu un bambino che si chiamava come me, Alceán.
Alceán era stato mio amico fin da prima che avessi ricordi. Tuttavia ricordo in modo molto vivido, vivido come un sogno, il giorno in cui Lissia conobbe Alceán. Prima di quel giorno io e Alceán eravamo compagni di gioco segreti. Ogni volta che Lissia mi lasciava solo, ogni volta che usciva di casa, Alceán veniva a giocare con me. Ridevamo, ci azzuffavamo, correvamo liberi, senza mai stancarci. Era l'unico segreto che non condividevo con Lissia. Quando lei tornava, Alceán se ne andava velocemente come era comparso, come se in realtà non fosse altro che un prodotto della mia immaginazione di bambino.
Il giorno in cui compii cinque anni, Alceán mi regalò un violino. Era un violino del colore dell'ambra, di un legno duro e liscio che pareva vivo anche dopo essere stato tagliato e modellato. Alceán mi bisbigliò all'orecchio: Era mio, ora è tuo. Suonalo ogni volta che vuoi che venga.
Collocai il corpo vivo del violino sul collo e posi le