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Piccoli silenziosi passi.
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E-book105 pagine1 ora

Piccoli silenziosi passi.

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Info su questo ebook

Storie di donne, diverse fra loro, storia di Adele, Emma, Samira, Claudia, piccoli spaccati delle loro vite che come piccoli passi portano il lettore ad amare le protagoniste.
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2017
ISBN9788822887740
Piccoli silenziosi passi.

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    Anteprima del libro

    Piccoli silenziosi passi. - Maura Del Torrione

    Torrione

    Quello che valgo

    "Ti do un consiglio, quando leggi non lo fare per il voto o per i professori, ma fallo per te, perché, vedi, i libri, a meno che non siano boiate pazzesche, qualcosa lasciano sempre, e questo sedimenta, e viene fuori nel momento del bisogno, Carla guardò la piccola Beatrice, la figlia minore di sua sorella, per la quale aveva sempre avuto un debole, e le piaceva sempre di più. Chi legge, concluse, diventa una persona migliore". Beatrice si alzò sulle punte dei piedi per baciare sua zia con in mano due libri di Antonio Tabucchi ed uno di Mario Calabresi. Il liceo che frequentava aveva indetto, con altre due scuole pari grado, un concorso letterario basato su opere di scrittori del ventesimo secolo. Beatrice aveva chiesto aiuto e consiglio a sua zia perché sia sua madre che suo padre leggevano poco impegnati com’erano nella gestione della loro serra e della famiglia. Beatrice era l’ultima di quattro sorelle nate a breve distanza l’una dall’altra; piccola, rotonda con occhi nerissimi ed un caschetto di capelli talmente scuri da sembrare blu. Non era una sportiva, amava leggere e studiare ed era una persona intuitiva e riflessiva. Per lei l’agonismo, lo spirito competitivo non esistevano, ed era rimasta assai contrariata quando la sua insegnante di italiano e latino l’aveva iscritta a questo concorso. Lei, se glielo avessero chiesto, non avrebbe mai voluto gareggiare, troppo difficoltoso per il suo carattere, e poi l’imbarazzo di dover leggere la propria relazione davanti ad un folto pubblico e ad una giuria! Il solo pensiero la faceva arrossire per l’imbarazzo. Aveva così chiesto aiuto a sua zia Carla, la sorella maggiore di sua madre, che con due figli maschi ormai grandi ed in pensione, e con una collezione di libri tale da far impallidire persino la biblioteca comunale, poteva senza dubbio esserle di conforto e sostegno. Anche a Beatrice sua zia piaceva, insegnante elementare in pensione, dopo aver lasciato il lavoro si era dedicata alla sua famiglia, ai suoi libri ed alle sue rose. Con Beatrice era stato amore a prima vista, le era sempre piaciuta quella bimba così diversa dagli altri, o forse perché si rivedeva in lei da piccola, fatto sta che c’era sempre quando Bea le chiedeva consigli. Così anche quella volta la zia cercò di trovare libri di facile e scorrevole lettura ma allo stesso tempo scritti bene ed interessanti. La sua scelta finì su due testi di Antonio Tabucchi, SOSTIENE PEREIRA e LA TESTA PERDUTA DI DAMASCIANO MONTEIRO ed SPINGENDO LA NOTTE Più IN LA’ di Mario Calabresi. In seguito cercò di aiutare sua nipote nella stesura di una relazione riguardo queste opere richiesta dalla commissione del concorso.

    "Zia pensi che il mio lavoro piacerà alla commissione? chiese una sera Bea sdraiata sul divano dello studio di suo zio molto affaticata e nervosa Secondo me potresti anche vincere. Mai più ricerca, relazione fu più accurata, sia riguardo gli autori, che i romanzi e sia riguardo ai periodi storici in cui essi sono ambientati, ed, in ultimo, hai messo le tue considerazioni personali, per cui meglio di così! e fini con una delicata manata sulla spalla. Per i prossimi giorni non fare più niente, ritorna alle tue normali attività scolastiche, fra due giorni ci sarà la consegna dei lavori e fra 15 la serata della premiazione. Ora rilassati quel che è fatto è fatto." Beatrice salutò sua zia e si avviò pensierosa verso casa, era contenta però del lavoro svolto ed adesso era grata alla sua professoressa che l’aveva iscritta. Le aveva permesso di tirar fuori il suo talento e le sue capacità, ne aveva da vendere, e fare i conti con il lato agonistico del suo carattere che lei pensava di non possedere.

    I giorni passarono, i lavori furono consegnati con trepidazione ed aspettative da tutti, e si arrivò al grande momento. Per la serata aveva scelto un miniabito panna e sandali bassi dorati, completavano il tutto orecchini piccoli di brillanti ed una giacca rosa antico. I riflessi blu notte dei suoi capelli brillavano sotto le luci della sala ed ebbe più di un complimento. Era triste per la totale assenza della sua famiglia, i suoi, tutti, non avevano espresso nessun interesse per quel concorso, nemmeno le sorelle maggiori. Un po’ di amaro in bocca le saliva su, su, fino allo stomaco, ma cercò di essere positiva, in fondo i suoi zii erano lì con lei a supportarla così come avevano sempre fatto.

    Una prima scrematura dei lavori aveva portato da 80 a 40 le relazioni superstiti e tra queste 5 sarebbero state premiate con buoni acquisto di libri e e-book. Un servizio fotografico ed una intervista sarebbero apparsi sia sul giornale della scuola che nella cronaca locale. I minuti passavano ed il lavoro di Beatrice andava avanti, la giuria aveva letto le relazione, mentre le parti più salienti erano state lette ad alta voce dagli autori. Dopo due ore i lavori rimasti erano 10. Con un’attesa più lunga del previsto, che agli autori finalisti, a tutti, sembrò interminabile, vennero letti alla fine i nomi dei primi 5 arrivati. Beatrice non vinse, arrivò quarta, la vincitrice fu una ragazza di quinta superiore il cui lavoro si rifaceva si agli autori ma vi era preponderante il suo punto di vista e i collegamenti con il presente. Carla si sentì più delusa di Bea ed abbracciò la nipote con trasporto, "Zia non amareggiarti, ti prego, non avrei mai pensato di arrivare in finale, figurati fra i primi 5, è sicuramente un buon risultato, è stato il mio momento, non è andata benissimo ma è sicuramente l’inizio di un percorso, del mio percorso, ho capito cosa posso fare e quale può essere il mio talento, per questo grazie di essermi stata vicina".

    Piccoli silenziosi passi

    Claudio ha 12 anni

    Claudio ha 12 anni e i capelli biondi,

    Claudio ha 12 anni, capelli biondi e occhi verdi,

    Claudio ha 12 anni, capelli biondi, occhi verdi, e un bel sorriso

    Claudio ha 12 anni, capelli biondi, occhi verdi, un bel sorriso…ma è obeso

    Claudio è obeso ma è vivo…

    !975, Claudio, Claudia e Maurizio stanno tornando a casa da scuola a piedi, è fine ottobre e le giornate, sempre più corte stanno diventando anche più fredde. Camminano a passo svelto, quasi correndo, scendono decisi giù per la strada che da San Miniato Alto porta a La Scala. Abitano vicini, tutti e tre, frequentano le scuole medie a San Miniato nella stessa classe. Sono amici e compagni di scuola dalla prima elementare, si sentono, quando sono insieme, come i tre moschettieri, invincibili.

    Claudio è stato male, molto male, ha rischiato di morire; quando aveva sette anni gli diagnosticarono un tumore raro al cervello. Aveva passato anni terribili, c’erano periodi tranquilli, in cui poteva frequentare la scuola e condurre una vita normale, e altri invece costretto quasi sempre a letto. Dopo vari tentativi e cure, un medico russo lo aveva operato e curato. Claudio era guarito, ma queste cure, una sorta di chemio e radio molto forte, avevano alterato il metabolismo rendendolo un ragazzo ciccione. Era almeno 15 kg più del peso normale, anche se mangiava poco e cercava di muoversi molto. Per lui essere grasso era una specie di pegno che aveva pagato alla vita, una sorta di offerta a qualche divinità che gli aveva concesso una nuova opportunità; non si curava di chi, malignamente, lo prendeva in giro per il suo aspetto. Ai suoi genitori non importava un fico secco di avere un figlio grasso, era vivo, questo era l’importante.

    Di solito lo accompagnavano a scuola quasi sempre la mattina, insieme a Claudia e Maurizio, ma all’uscita Claudio aveva espressamente chiesto di essere lasciato in pace, voleva tornare a casa da solo. I suoi non avrebbero voluto lasciarlo nemmeno per un minuto, tanta era stata la paura di perderlo, ma per Claudio queste attenzioni erano un peso, anche se li capiva, così cercava, a volte, di sciogliersi dal loro assillante abbraccio. Alle 13 e 30 di un giorno di fine ottobre è lì con i pantaloni di velluto a coste ed un loden verde che sta scendendo svelto. Si guarda indietro ogni tanto, mentre Maurizio sembra rassicurarlo con un gesto del capo.

    Claudia è una ragazzina taciturna, molto studiosa e per niente socievole, legata a filo doppio ai suoi amici nonostante questi siano maschi. Terza ed ultima figlia di una famiglia benestante, suo padre avvocato e sua madre commercialista, da quando ha cominciato ad avere coscienza di se sa di essere nata in una famiglia in cui nessuno la voleva. Non la maltrattano, non la picchiano, ma per i suoi genitori, sua sorella e suo fratello la piccola Claudia è indifferente. Sua madre non desiderava più figli dopo i primi due nati

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