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La Traviata
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E-book78 pagine33 minuti

La Traviata

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«Il libretto della Traviata viene concepito, scritto e editato nel 1853, nel bel mezzo del secolo, dalla casa Editrice Ricordi.
La nobiltà, come classe sociale, non aveva nessuna intenzione di abban-donare il potere di governare sui popoli e stava ormai tentando con ogni mezzo di uscire dall’incubo della rivoluzione francese.
Nel bel mezzo di una restaurazione assoluta della Monarchia è stato quindi dato alle stampe il Libretto della TRAVIATA e vi si narra come una prostituta fosse di fatto il solo esempio di abnegazione e purezza d’amore al confronto con nobiluomini corrotti e ricchi bellimbusti dediti a feste e “pazze gioie”».
(Dalla prefazione di Silvano Agosti)
 
LinguaItaliano
Data di uscita27 feb 2017
ISBN9788893370813

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    Anteprima del libro

    La Traviata - Giuseppe Verdi

    Credits

    Prefazione

    È chiaro,

    l’autore del Libretto Francesco Maria Piave, poeta e letterato più che scrittore, ha assorbito, forse senza neppure rendersene conto, gli orientamenti della letteratura nel diciottesimo secolo.

    Verismo e romanticismo si confrontavano a distanza controllando attraverso lo scorrere di un tempo nuovo le proprie certezze e affermazioni.

    Il libretto della Traviata viene concepito, scritto e editato tra il 1852 e il 1853, nel bel mezzo del secolo, per la casa Editrice Ricordi.

    La nobiltà, come classe sociale, non aveva nessuna intenzione di abbandonare il potere di governare sui popoli e stava ormai tentando con ogni mezzo di uscire dall’incubo della rivoluzione francese.

    Napoleone Bonaparte, giovane scapestrato, noto durante la rivoluzione del 1789 perché passava le sue notti a scrivere sui muri di Parigi impiccheremo l’ultimo Papa con le budella dell’ultimo Re, aveva completamente cambiato temperamento e poi naturalmente anche le idee: si era incoronato imperatore all’inizio del secolo.

    La corona se l’era posta da solo sul capo perché nessun rappresentante della nobiltà regnante aveva accettato di farlo.

    Trascorso solo mezzo secolo dalla fine della rivoluzione francese i discendenti dei regnanti e di quelli che erano stati spodestati avevano ripreso e rafforzato il loro potere.

    Nel bel mezzo di una restaurazione assoluta della Monarchia è stato quindi dato alle stampe il Libretto della Traviata e vi si narra come una prostituta fosse di fatto il solo esempio di abnegazione e purezza d’amore al confronto con nobiluomini corrotti e ricchi bellimbusti dediti a feste e pazze gioie.

    Violetta, la Traviata, immersa nella grandezza del proprio sentimento di amore accetta la crudele richiesta del padre di Alfredo: rinunciare per sempre al suo grande amore per il giovane, con il quale la donna sta raggiungendo per la prima volta le altezze più inimmaginabili del sentimento. Dovrà, Violetta, affermare pubblicamente che non lo ama più e addirittura presentarsi davanti agli invitati all’ennesima festa accompagnata da un nuovo amante, ritrovato nel fondo del proprio torbido passato.

    E accetta, Violetta Valéry, di portare nel proprio cuore il dolore segreto di una rinuncia all’amore a favore della sorella dell'uomo che ama, e il cui matrimonio potrebbe naufragare se Alfredo non si allontanasse per sempre da lei, la Traviata.

    Così, in pieno romanticismo, questa mantenuta di alto bordo, consolatrice a pagamento di innumerevoli grandi e piccole disperazioni, proprio mentre sta vivendo la sua più bella storia d’amore è costretta dalla protervia del perbenismo di una cultura nobiliare in agonia, a confessare all’amato il proprio finto disamore. Ed è così che pubblicamente Alfredo, vedendo la sua Violetta accompagnata da un nuovo amante, in omaggio alla più tipica cultura maschile, richiama l’attenzione degli altri invitati alla festa e getta un fascio di banconote su la Traviata dicendo con voce alterata e fremente «io a testimon vi chiamo che

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