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Anche le stelle sognano l'amore
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Anche le stelle sognano l'amore
E-book76 pagine55 minuti

Anche le stelle sognano l'amore

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Info su questo ebook

E se la tua solita estate fosse travolta da una stella? Non ho mai amato molto l'estate, ma quella dei miei sedici anni non la dimenticherò mai. Lasciare la mia città natale per passare i mesi estivi con l'unica zia che avevo a Los Angeles non era un'idea allettante, ma quando una star insolente ed egocentrica è passata per il mio cielo, sapevo che ciò che sarebbe accaduto da quel momento in poi l'avrei portato per sempre nel cuore. Chaz Morgan è la stella della musica che ha messo a soqquadro quei giorni… e li ha resi meravigliosi.
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita30 mag 2017
ISBN9788871631592
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    Anteprima del libro

    Anche le stelle sognano l'amore - Margaret Mikki

    margaretmikki@libero.it

    Trama

    E se la tua solita estate fosse travolta da una stella?

    Non ho mai amato molto l'estate, ma quella dei miei sedici anni non la dimenticherò mai. Lasciare la mia città natale per passare i mesi estivi con l'unica zia che avevo a Los Angeles non era un'idea allettante, ma quando una star insolente ed egocentrica è passata per il mio cielo, sapevo che ciò che sarebbe accaduto da quel momento in poi l'avrei portato per sempre nel cuore. Chaz Morgan è la stella della musica che ha messo a soqquadro quei giorni… e li ha resi meravigliosi.

    1 Capitolo

    L'aeroporto, come ogni estate, pullulava di turisti pronti a partire per le proprie vacanze. Non capivo cosa trovavano di così interessante nello scappare dal proprio paese; io lo facevo perché ero costretta a farlo, non avrei mai sopportato di stare un'intera vacanza con i miei genitori in qualche assurda destinazione balneare. Mi sarebbe toccato sorbire i loro comportamenti da ragazzini e intanto avrei dovuto sopportare i giochi assurdi degli animatori turistici.

    Così, come ogni estate, anche quella sono stata costretta a lasciare la mia amata San Francisco, che ogni notte brilla di mille luci fantastiche e di posti meravigliosi da scoprire. Ormai avevo smesso di chiedere ai miei genitori di lasciarmi da sola a casa, era una battaglia persa. Guardai il biglietto stretto tra le dita ed osservai ancora una volta le lettere di quella città noiosa: Los Angeles. Probabilmente era noiosa solo per me. Insomma, a quale ragazza di sedici anni non piacerebbe passare i tre mesi estivi con la sua unica zia, senza genitori, nella città degli angeli?

    Guardai la tabella con gli orari dei voli. Mancavano pressappoco venti minuti per l'imbarco. Cosa avrei potuto fare in quel lasso di tempo se non disegnare? Disegnare è l'unica cosa che mi fa perdere la cognizione del tempo. Lascio vagare i miei pensieri in libertà per dare sfogo alla mia fantasia.

    Presi dalla borsa il mio bloc notes e il carboncino, quando, poco distante da me, notai una scena che mi incuriosì. Un ragazzo, all'incirca della mia età, che con nonchalance prese dalla giacca una canna. Rimasi allibita. Per l’amor del cielo, ci trovavamo in un aeroporto!

    Nessuno se ne accorse, il ragazzo era coperto da uomini vestiti di nero, guardie del corpo. Doveva essere qualcuno d'importante. Fece tre tiri e poi la gettò. Rimasi basita, non tanto per l'atto in sé, avevo già visto persone perdersi nel tunnel della droga, come Alan, il fratello di Judit. Per lui c'era stato poco da fare, aveva passato quasi un anno in una clinica per disintossicarsi, ma quando uscì, nel giro di una settimana, tutto riprese a scorrere come un tempo per lui. La questione era diversa, Alan aveva superato i quarant'anni e si era perso in quella strada perché la moglie lo aveva lasciato e la figlia non voleva vederlo. Quel ragazzo, invece, aveva circa la mia età, forse qualche anno in più, cosa potrebbe mai essergli successo di così terribile da fargli decidere di abbandonare il mondo solo per qualche ora, sballandosi? Senza rendermene conto iniziai a disegnare i tratti marcati di quel ragazzo; le labbra carnose erano perfette con i suoi occhi ambrati. Era moro, ma per qualche assurda ragione aveva tinto le punte dei capelli biondo platino. La carnagione olivastra era perfetta per lui. Aveva delle catene al collo tra cui una grossa $, simbolo del dollaro, ed era vestito casual. Ammisi che era un figo pazzesco, il classico belloccio al quale ogni mia coetanea sarebbe andata dietro, anche la qui presente. Alzò il suo sguardo e, per un attimo, incrociò il mio.

    Merda! Beccata in pieno.

    Lui sorrise e mi fece l’occhiolino. Ma cosa?! Che sbruffone insolente, pensai. L'altoparlante annunciò il volo che attendevo. Posai le mie cose nello zaino, presi la mia valigia e prima di andar via scoccai un'ultima occhiata al ragazzo. Solo che lui non c'era più, era già andato via. Con una scrollata di spalle andrai dritta al gate per dare inizio alla mia estate.

    Soffro di mal d'aereo, l'alta quota mi porta brutte sensazioni e la mia immaginazione vola, ma quando presi il mio zaino e guardai il disegno abbozzato di quel ragazzo, stranamente mi calmai. Sentivo una strana sensazione pervadere il mio corpo, non sapevo cosa fosse, sapevo solo che mi piaceva.

    2 Capitolo

    All'aeroporto scorsi subito mia zia, con la sua coroncina di fiori tra i capelli l'avrei riconosciuta tra mille persone.

    «Ciao, Annis», disse abbracciandomi. Mollai la valigia e l'abbracciai a mia volta.

    «Ciao, zia Pearl. Che bello rivederti». Non ero mai entusiasta di stare con lei per l’estate, però sapevo che mi sarebbe

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