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La Casa Perfetta
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E-book262 pagine3 ore

La Casa Perfetta

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Info su questo ebook

Quando Megan O'Farrell eredita la casa di suo zio in una parte remota della costa Atlantica dell'Irlanda, immagina che questa non potrà che essere un romantico nascondiglio dove poter riprendersi dopo il suo recente divorzio. Ma la casa è un relitto che ha bisogno di fior di quattrini per poter essere ristrutturata, così decide di venderla. Una scelta facile, se non per la scoperta di un vecchio scandalo familiare e di un amore in erba, sia verso quel paesaggio mozzafiato sia con un affascinante uomo del Kerry. Catapultata nella vita rurale e dinanzi alla parte meno romantica della campagna, deve anche affrontare una cospirazione contro di lei, fatta affinché se ne vada.

LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2018
ISBN9781547514724
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    Anteprima del libro

    La Casa Perfetta - Susanne O'Leary

    Tutti I diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata o introdotta in un sistema di ricerca, o trasmessa, sotto qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, fotocopiato, registrato o diversamente) senza il permesso scritto del titolare dei diritti d'autore e dell'editore di questo libro.

    Questa è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, posti, marche, media e incidenti sono frutto dell'immaginazione dell'autore o sono utilizzati fittiziamente. L'autore riconosce lo status di marchi registrati e dei proprietari di tali marchi dei vari prodotti a cui si fa riferimento in quest'opera di fantasia, che sono stati usati senza permesso. La pubblicazione/uso di questi marchi non è autorizzata, associata ad essi, o sponsorizzate dai proprietari di tali marchi.

    Capitolo 1

    A lla mia pronipote , Megan O'Farrell, figlia di mio nipote, Sean, lascio in eredità la mia casa a Kilshee, nella contea di Kerry e tutti i terreni circostanti.

    Megan sbatté le palpebre e fissò il giovane avvocato, dimenticandosi momentaneamente dell'arietta che infreddoliva le sue gambe scoperte. Dopo essersi quasi addormentata mentre parlava di leggi sull'eredità e altra roba legale incomprensibile, adesso era più che sveglia.

    La casa? Il vecchio zio Pat mi ha lasciato la casa? Quell'adorabile piccola fattoria? Smise di parlare per un attimo, cercando di comprendere appieno la situazione. E anche i terreni circostanti? Oltre alla casa, ci sono dei terreni?

    Sì. Dieci acri. Sorrise. Congratulazioni. Sono certo sia stata una piacevole sorpresa.

    Sì, certo. Megan era scioccata. Era un sogno ad occhi aperti. In un batter d'occhio, si immaginò in quella piccola casa vicino al mare, con della legna che bruciava nel caminetto e un profumino di agnello arrostito nell'aria. Non sapevo cosa avrei ereditato esattamente. Speravo che si trattasse di soldi. Adesso, mi farebbero proprio comodo.

    I suoi occhi cominciarono a brillare. Non servirebbero a tutti? Ma questa notizia è ancora meglio, no?

    Puoi scommetterci. Megan gli sorrise. Una casa, mormorò, una casetta vicino al mare...

    Bellissimo posto, disse l'avvocato. A uno sputo dall'oceano e vicinissimo al monte Benoskee. Viste favolose e ottime passeggiate, se le piace passeggiare per le colline. Diede un'occhiata alle sue scarpe. Ma immagino di no.

    Si guardò i sandali a strisce. Beh, cominciò, naturalmente, se dovessi passeggiare per le colline, mi cambierei le scarpe. Si tirò la gonna, pentendosi di aver scelto quell'abbigliamento; ma quando era uscita, quella mattina, a Dublino faceva caldo e c'era il sole. Lì, nel sud ovest, c'era nebbia e faceva freddo.

    Certo. Ma non mi sembra una tipa da scampagnata.

    Infastidita dalle sue parole di disprezzo, Megan scosse i capelli. Dice così perché non ho delle gambe tarchiate e pelose e un taglio di capelli da lesbica? A dire il vero, se questi sono i requisiti— disse guardando un piccolo segno sulla sua scrivania, Signor Nolan, non sarei interessata a scalare delle montagne.

    Giusto, biascicò con voce più distaccata. Tornò indietro sul documento. Dunque, eccoci qui. È la proprietaria della casa.

    Nel Kingdom, aggiunse Megan.

    La guardò. Prende narcotici, per caso?

    Prendendo—cosa?

    Narcotici, ripetette. Se è ironica.

    Come mai? Non chiamano così la contea di Kerry? Il Kingdom?

    Sì. Ma dipende come lo si dice. Può sembrare che la stia deridendo.

    Perché dovrei deriderla?

    Alzò le spalle. Oh, non lo so. Pensavo a una mondana dublinese come lei a vivere qui, deridendo i contadini.

    Megan era irritata. Vedo che fa in fretta a giudicare dalle apparenze.

    Beh, l'aspetto di una persona spesso è un buon indizio riguardo il suo stile di vita e il suo comportamento. In quanto avvocato, spesso devo giudicare velocemente.

    E quanto spesso si sbaglia?

    Fece un gran sorriso. Mai.

    Anche lei fece un sorrisetto. Lo ha appena fatto.

    Il suo sorriso si irrigidì. È la prima volta. Fece un'espressione più seria. È sposata? Mi spiace, ma devo chiederglielo. Per motivi di registrazione della proprietà.

    Non può capirlo da solo? Insomma, se le sue capacità di osservazione fossero così buone, uno si aspetterebbe che capisse se sono sposata o una single 'mondana'. Megan fece un bel respiro. Sapeva di poter sembrare una stronza, ma il modo in cui la stava studiando la metteva a disagio.

    Secondo me no, rispose.

    Come mai dice così?

    Nessuna fede. E.... il suo comportamento, in generale.

    Cos'ha di sbagliato?

    Oh, non lo so. Sembra un po' suscettibile.

    Megan si mise dritta su quella sedia traballante. "Devo dire, invece, che il suo comportamento è poco professionale, se non le dispiace." Stava per dire anche che il suo maglione da pescatore e i suoi jeans non erano adatti ad un avvocato ma cambiò idea. Perché abbassarsi al suo livello?

    I loro occhi si bloccarono per un minuto, più o meno, finché Nolan non riprese il documento. Ha ragione. La prego, accetti le mie più sincere scuse.

    Megan sospirò, troppo stanca per continuare a litigare. Scuse accettate. Mi spiace se sono sembrata un po' irascibile, ma sono molto stanca. Mi sono svegliata all'alba per venire fin qui da Dublino e non ho fatto colazione. Quindi, potremmo tornare a parlare dell'eredità? Sono sicura che ha altri clienti che hanno bisogno di lei. Oppure deve andare a difendere qualcuno in tribunale, o qualcosa del genere.

    Sì, è così, a dire il vero. Si schiarì la gola. Quindi, sposata o single?

    Si chiese se essere divorziata da poco, significasse single. Trovava difficile dire la parola divorziata. Significava ammettere di aver fallito, in qualche modo, di non essere riuscita a tenersi stretta un uomo. O essere stata rifiutata. Anche solo dire quella parole le fece pensare cose che stava cercando di dimenticare. Non sono sposata, disse dopo un attimo di riflessione.

    Scrisse qualcosa su un documento, e poi la guardò nuovamente. Ha una relazione?

    Rise un po'. Sembrano domande copiate da Facebook.

    Arrossì leggermente. Sa, sono costretto a fargliele.

    Capisco. Ok. No, non ho una relazione. Al momento.

    Va bene. Scarabocchiò qualcosa. Poi alzò lo sguardo. È su Facebook?

    Come tutti, no?

    Suppongo di sì. La osservò. Ha molti amici?

    Ah, sì. Dodici, disse Megan senza pensarci. ...mila, aggiunse, per sembrare meno patetica. La guardò con rispetto. Ha dodicimila amici su Facebook?

    Ricambiò lo sguardo. Proprio così.

    Fantastico.  Io ne ho solo duecento o qualcosa del genere. Ma non ci passo su molto tempo.

    Stanca, stufa ed ora così affamata, mentre il brontolio del suo stomaco echeggiava nella piccola stanza, Megan sospirò. Neanche io. Possiamo sistemare il tutto, così firmo sulla linea tratteggiata e poi vado a dare un'occhiata alla casa?

    Temo non sia possibile.

    Megan lo fissò. Cosa? Mi ha appena detto che sono la proprietaria della casa e poi—

    Nolan sospirò. Le ho spiegato tutto prima di leggere il testamento. Deve essere prima sottoposto ad autenticazione.

    Autenticazione? Ah, e cosa significa, esattamente?

    Nolan assunse un'espressione tipica da economista. L'autenticazione è un modo per determinare chi è il proprietario del bene e permette a coloro i quali hanno debiti o conti non pagati di rivendicare il diritto all'eredità. C'è un tribunale per le successioni che si occupa di questo tipo di cose. Rende legale il testamento o stabilisce le modalità con le quali affidare le proprietà quando non c'è un testamento."

    Megan sbatté le palpebre. Oh, capisco. Ma c'è un testamento.

    Annuì. Sì, ma devono accertarsi che suo zio fosse l'unico proprietario del bene quando è morto.

    Ma quello non è il compito dell'esecutore testamentario?

    Sì, disse Nolan. E sono io. Strano, ma suo zio ha dato a me questo compito perché si fidava di me. Non mi ha spiegato il motivo per cui volesse che avesse lei la casa, però. Lei lo sa?

    No. Non so niente, se non che doveva andare a mio padre, ma è morto due anni fa. Non conoscevo neanche così bene lo zio Pat. Abbiamo trascorso un'estate con lui quando avevo otto anni ma è da allora che non lo vedevo. Mio padre non parlava molto di lui o con lui, per quanto ne sappia.

    La osservò attentamente per un attimo. È molto simile a suo zio, sa.

    Davvero? Non ricordo che aspetto avesse.

    Capelli rossi, occhi marroni. Proprio come lei. Lo stesso mento ben delineato. Annuì. Sì, è la sua fotocopia.

    Dicono tutti che assomiglio a mio padre. Ma forse lui e lo zio Pat si assomigliavano, allora.

    Probabilmente. E suo zio non aveva figli... Nolan rovistò tra i suoi fogli. Credo dicesse qualcosa sul non voler dare la casa a coloro che non la meritavano. Ce l'avevo qui, da qualche parte.

    Megan cercò di tenere a freno la sua impazienza. Voleva uscire da lì, mangiare qualcosa e guidare un po' per cominciare ad orientarsi un po'. Daniel Nolan era un uomo di bell'aspetto, occhi color nocciola, capelli folti, rossicci ed era parecchio alto, ma c'era qualcosa in lui che la irritava. Non importa, disse. Sono sicura ci fosse una buona ragione. Quanto tempo ci metterà il tribunale per le successioni?

    Nolan alzò le spalle. Dipende. Potrebbero metterci un paio di mesi o un anno.

    Oh, cazzo, disse Megan.

    Ben detto. Non riuscì a trattenersi e sorrise. Il contrasto tra i suoi denti bianchi e la sua leggera abbronzatura lo facevano sembrare molto più giovane. Lo so. Darebbe fastidio anche a me.

    Megan non riuscì a non ricambiare il sorriso. Bene. Suppongo che dovrò avere pazienza.

    Cosa pensa di farci?

    Cosa?

    Insomma, la terrà o la venderà?

    Non lo so proprio, disse Megan. Vorrei prima vederla.

    Se vuole venderla, mi faccia sapere. È in un'ottima posizione e si venderebbe velocemente. I terreni potrebbero essere venduti separatamente come campi adibiti al pascolo. Gli agricoltori di questa zona cercano sempre altri campi.

    Ok. Ci penserò su.

    È abbastanza sfasciata. Servirà un sacco di lavoro per renderla abitabile.

    Megan si alzò. Vedremo. Magari riuscirò a farlo da sola. Sono abbastanza brava con chiodi e martello.

    Temo che ci sia bisogno di più di qualche chiodo. O di mettere delle tende carine. Ci vorrà un po' prima che lei possa invitare i suoi amici di Dublino.

    Magari troverò un costruttore che lo farà a buon prezzo. Disse Megan, cercando di far sembrare che il restauro fosse un suo hobby.

    Rise. Qui? Qui siamo nella contea di Kerry, non a Dublino. Qui di costruttori ce ne sono pochi, e di onesti ed economici, ancora di meno.

    Megan sospirò. Immagino di sì. Aspetterò e vedrò. Adesso, voglio solo andare a fare colazione e partire. La strada è lunga.

    Si alzò anche lui. Sa, se vuole potrebbe andare a dare un'occhiata alla casa. Non posso darle le chiavi, ma non succederebbe nulla se andasse a vederla dall'esterno.

    Avrebbe detto di no e sarebbe scappata dal suo ufficio, ma la sua curiosità ebbe la meglio. Sarebbe magnifico.

    Potrei venire con lui, se può aspettare fino all'ora di pranzo.

    No, grazie. So vedermela da sola. Mi dica solo dov'è e ci andrò per conto mio.

    Prese un opuscolo. Questa è un'ottima mappa e c'è la descrizione della casa. Fu fatta prima che suo zio morisse. Pensava di venderla, dato che era nella casa di riposo. Ma suo zio è morto prima che potesse farlo. Abbiamo ricevuto alcune ottime offerte, a dire il vero."

    Abbiamo?

    Annuì. Sì, mio padre è un agente immobiliare e spesso lavoriamo assieme. Quelle offerte sono ancora valide. Abbiamo detto agli ipotetici acquirenti che le avremmo chiesto cosa volesse fare e li avremmo avvisati.

    Megan rimase vicino alla porta, esitante. Quanto hanno offerto?

    "Con i terreni, duecentocinquanta. Solo la casa e il giardinetto, centocinquanta.

    Intendi 'mila'? Duecentocinquantamila? Euro?

    Sorrise. No, noccioline.

    Ha, ha. Megan prese l'opuscolo e lo mise in borsa. Deciderò a tempo debito. Gli porse la mano. Arrivederci e grazie per l'aiuto.

    Prese la mano di Megan e la strinse per un momento più del necessario.

    Prego. Comunque, in fondo alla strada c'è un ristorante dove può fare colazione. Immagino voglia fare una full breakfast all'irlandese.

    Megan arricciò il naso. Non tocco mai quella roba schifosa.

    Rise. No, suppongo non sia molto salutare. Ma a volte è utile per riprendersi dopo una serata pesante. Qui ne fanno una ottima a cui pochi riescono a resistere.

    Sono certa di poter resistere alla tentazione.

    Sorrise. Probabilmente non è così facile da sedurre.

    In ogni caso, non con della salsiccia e del bacon. Megan allontanò la mano. Arrivederci, signor Nolan.

    Arrivederci. Le fece l'occhiolino. Si goda la colazione.

    MEZZ'ORA DOPO, MEGAN guardò un piatto con due uova fritte, diverse fette di bacon, due salsicce di maiale, un pomodoro grigliato, tre fette di sanguinaccio scozzese e un mucchio di funghi fritti. Aveva intenzione di ordinare una tazza di tè ed uno scone, ma per quanto la infastidisse, Daniel Nolan aveva ragione. Il profumo che c'era in quel ristorantino era irresistibile per il suo cervello così stanco. È questa? chiese alla cameriera. La full Irish?

    Annuì. Sì. Sicura sia abbastanza?

    Megan guardò il piatto. Abbastanza per sfamare una famiglia da cinque, dice? Sì, credo che dovrebbero essere a posto per una settimana circa.

    La cameriera ridacchiò e andò via, mentre Megan si chiedeva come potesse mangiarne almeno la metà. Ma il profumo era così invitante che decise di fare un assaggino, anche se, per un'intera settimana, avrebbe sballato il suo normale consumo di calorie. L'assaggino si trasformò in diversi bocconi. Prima che riuscisse a fermarsi, aveva mangiato tutto, anche due fette di soda bread e qualche fetta biscottata con la marmellata.

    Sentendosi in colpa, guardò verso la finestra per assicurarsi che Nolan non passasse di lì mentre andava in tribunale. Si era detta che non avrebbe mangiato nient'altro per il resto della giornata. Una promessa facile da mantenere, dato che non era mai stata così piena in tutta la sua vita. Ma sembrava che tutto questo cibo le avesse riempito il cervello di ormoni della felicità; così uscì, incurante della pioggia e del vento, gioiosa e spensierata.

    Il tragitto per arrivare alla casa da Tralee durò circa mezz'ora. Megan passò da Camp, girando poi a destra per Castlegregory, lungo la costa atlantica.

    Il sole era dietro le nuvole, rendendo l'acqua della Baia di Tralee di un turchese intenso. Tutto questo era accompagnato dal drammatico sfondo delle maestose montagne; era il paesaggio più bello che avesse mai visto. Per lei fu abbastanza problematico tenere gli occhi sulla strada, poiché voleva guardare con attenzione quei luoghi. Il cielo blu. L'oceano infinito. I gabbiani che planavano, si poggiavano sull'acqua e risalivano. Dovette fermarsi più volte per permettere ai suoi sensi di metabolizzare questo spettacolo.

    D'impulso, continuò a guidare, saltando l'uscita che avrebbe dovuto prendere, andando verso Brandon, prendendo la strada per il Passo Connor. Voleva andarci per una vista completa di Dingle, in modo che potesse farsi un'idea del paesaggio e dello scenario che offriva questa penisola che non visitava da così tanti anni. Dopo aver superato gli spaventosi tornanti, raggiunse finalmente la vetta del passo e del belvedere.

    Uscì dalla macchina, guardò verso il nord della penisola e riconobbe Castlegregory, quell'adorabile vecchio villaggio con il suo caratteristico groviglio di case. Più distanti, si vedevano i Maharee, dal paesaggio pianeggiante; una scimitarra di sabbia con lunghe spiagge dorate affiancate dal verde e dall'acqua, un po' agitata, della baia di Tralee.

    Le montagne della penisola di Dingle, la lunga catena delle Slieve Mish nell'entro terra, le colline attorno al monte Brandon verso l'ovest dell'omonima baia, tratteggiate dal grigio e dal rosa, in contrasto con il colore del cielo, in continuo mutamento.

    E l'Atlantico si trovava lì sotto, dove il suo intenso era a contatto col cielo all'orizzonte e le onde sbattevano contro gli scogli.

    Non ci era più andata da quando aveva otto anni e continuava a chiedersi perché la sua famiglia non ci era mai più ritornata dopo quell'estate. Ricordava vagamente una sorta di discussione che ci fu una sera verso la fine della vacanza. Delle voci arrabbiate la svegliarono. Spaventata dalle urla, era rimasta a letto, chiedendosi cosa fosse successo. Il giorno seguente, i saluti accompagnati da una certa tensione e il silenzio di suo padre durante il viaggio verso casa l'avevano confusa. Da quel momento, zio Pat non fu mai più nominato. Cos'era successo? Che cosa riguardava quella discussione?

    Tante domande senza risposta, che non si era mai preoccupata di chiarire. Si rimproverò per non essersene presa la briga.

    Rimase lì in piedi, ipnotizzata dai paesaggi mozzafiato, per un po', prima di riprendere la macchina e ritornare sulla strada principale, dopo le numerose curve, un po' disorientata e frastornata. Dove sarebbe andata adesso?

    Megan accostò sul ciglio della strada per consultare la mappa, confrontandola con la descrizione dell'opuscolo. C'era una foto di una piccola casa bianca sulla prima pagina. Sembrava essere in buone condizioni, una tipica fattoria del Kerry, con le rose che decoravano la porta d'ingresso. Un piccolo giardino con margherite, ortensie blu e un albero che sembrava un melo vicino il cancello. Si ricordò che dietro il ruscello, vi erano delle rovine. C'erano i resti di un casolare fortificato, che dava un tocco romantico al complesso. Il perfetto rifugio per il weekend. –Questo potrebbe diventare il mio paradiso, il mio rifugio, il posto dove andrò per stare lontano dal dolore che mi ha arrecato il divorzio. Sobbalzò al ricordo del tradimento di Stephen e del dolore che le aveva inflitto.

    Uscita dalla strada principale, arrivò in una stradina piena di buche. L'auto traballava sulla strada; passò prima da una fattoria, poi da un casotto e infine... da una casa.

    Megan fermò la macchina. Mentre guardava impalata la casa, il suo cuore batteva forte. Era questa? Questo relitto fatiscente con finestre rotte, pittura scrostata, tetto cadente e quel giardino

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