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Diario di guerra di un caduto sul Carso: 9 ottobre 1916
Diario di guerra di un caduto sul Carso: 9 ottobre 1916
Diario di guerra di un caduto sul Carso: 9 ottobre 1916
E-book62 pagine33 minuti

Diario di guerra di un caduto sul Carso: 9 ottobre 1916

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Info su questo ebook

Antonio Poli combatté sul Carso nella zona di Doberdò con l’89º Reggimento fanteria “Salerno”. Un’unità che tra il maggio del 1916 e l’ottobre del 1917, venne decimata da continui attacchi per tre volte e per tre volte venne ricostituita con nuovi rincalzi.
Il nostro fante, che aveva a casa tre figli, e che l’anno prima aveva perso la moglie, salì in linea a luglio partecipando ai primi duri scontri. Fu, suo malgrado, tra i protagonisti della seconda distruzione dell’89° Reggimento, cadendo il 9 ottobre del 1916.
Il Poli lasciò un diario che fortunosamente venne recuperato e riconsegnato ai famigliari da un compaesano, che aveva il ruolo di barelliere.
Attraverso queste pagine, scritte in trincea con un lapis color violetto, si ha modo di poter osservare la guerra attraverso gli occhi di una persona semplice, che fa il proprio dovere, affidandosi alla Madonna e alla buona sorte.
LinguaItaliano
Data di uscita24 apr 2018
ISBN9788899735319
Diario di guerra di un caduto sul Carso: 9 ottobre 1916

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    Anteprima del libro

    Diario di guerra di un caduto sul Carso - Antonio Poli

    Luigi

    Biografia di un soldato sul Carso

    Antonio Poli nasce a Corsagna il 1 giugno 1885 da Ottavio Poli, mugnaio, e Giuseppa Cortopassi.

    I due si unirono in matrimonio il 20 febbraio 1884 e successivamente la famiglia si trasferì in America Latina per andare a cercar fortuna, come molti altri loro compaesani.

    Nel 1898 nacque a Palmera la loro secondogenita, Natalina. La madre ed i due figli ritornarono in Italia ai primi del Novecento, mentre Ottavio rimase in Brasile fino alla sua morte avvenuta a Rio de Janeiro nel 1930.

    Il 24 luglio 1910 Antonio sposò Assunta Bachini, originaria di Tempagnano e sorella di Don Alessio Bachini, parroco di Corsagna dal 1898 al 1937.

    L’anno seguente acquistò un fabbricato che trasformò in mulino ed intraprese l’attività di mugnaio, continuando così la tradizione di famiglia.

    Sempre nel 1911 nasce la loro prima figlia Maria, due anni dopo il secondo figlio Sabatino e due anni più tardi il loro ultimo figlio Luigi.

    Le gioie per questa nascita furono cancellate dal profondo dolore causato dalla perdita della moglie, morta a seguito delle conseguenze del parto lo stesso giorno della nascita del figlio, il 7 giugno 1915.

    Ancora non si era ripreso da questo grande lutto che la Patria in guerra lo chiamava a compiere il suo dovere sui campi di battaglia.

    Siamo agli inizi del 1916 quando lasciò il paese, la madre, la sorella ed i suoi bambini per partire alla volta di Genova per raggiungere il reggimento della 89a Brigata di Fanteria Salerno.

    Partito da Genova il 13 luglio la sua prima tappa fu nelle trincee sulla fronte Granari di Zingarella – Monte Colombara – q. 1727 (Altopiano di Asiago), dove rimarrà fino al 25 luglio, quando cominciò la discesa, con lunghe ed estenuanti marce, per raggiungere Romano d’Ezzelino.

    Il 7 agosto iniziò il movimento per trasferirsi sul fronte dell’Isonzo ed il 26 agosto il reggimento si schierò nel settore di Doberdò (quota 208 nord e sud – Vallone Bonetti).

    A metà settembre il Comando Supremo ordinò di iniziare una nuova offensiva sul Carso, dando così inizio alla Settima Battaglia d’Isonzo.

    La Brigata Salerno era alle dipendenze della 3a Armata guidata dal duca d’Aosta. In quattro giorni di battaglia, che interessò l’intero fronte dell’Isonzo non vi fu nessun successo e le perdite furono gravissime, sia per gli italiani che per gli austriaci.

    La 89a Fanteria nella notte del 16 settembre ricevuto il cambio, si spostò a Versa per riordinarsi e vi rimase fino al 4 ottobre. Dal 5 al 17 ottobre la brigata si schierò nuovamente nel settore di Doberdò. E’ il 9 ottobre, all’inizio dell’Ottava Battaglia d’Isonzo, che Antonio, nell’andare all’azione, fu colpito in pieno petto dalla scheggia di una granata nemica e, come scrisse il Cappellano del suo Reggimento, "cadeva gloriosamente per quei santi ideali, per

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