Lettere di guerra: Storie italiane 1914-1918
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Anteprima del libro
Lettere di guerra - Alessandro Campo
Pasquale Alessandro Campo Eleonora Campo
Lettere di guerra
Storie italiane 1914-1918
Argot edizioni
Tutti i documenti fanno parte della collezione privata di Pasquale Alessandro Campo.
© Argot edizioni
Andrea Giannasi editore
Proprietà letteraria riservata
© 2017 Tra le righe libri
ISBN 9788899735326
Introduzione
In questo centenario della Grande Guerra e nell’anno che l’ha preceduto, le pubblicazioni sull’argomento sono aumentate in modo vertiginoso. Per anni, prima di questo anniversario, si aveva difficoltà a reperire nuovi testi e quelli in circolazione facevano parte della letteratura militare, con descrizioni e delucidazioni tecniche, oppure di quella storica, con esposizioni precise degli avvenimenti bellici, date, battaglie e morti.
Raro trovare qualche diario o libri che analizzavano il fenomeno di questa guerra (unica fino a quel momento) in tutte le sue sfaccettature, oppure libri fotografici. Le librerie dedicavano piccole sezioni alla Prima guerra mondiale a differenza della Seconda, che, per via della vicinanza cronologica, è ancora oggi per memoria diretta più vicina a noi.
Molteplici i motivi della dimenticanza
e del perché non siamo stati in grado di raccogliere subito quei tragici momenti. Il conflitto tra il 1914 e il 1918 fu a partire dagli anni Venti del Novecento imbrigliato in ideologie e ingabbiato in una imponente liturgia, che gli Stati utilizzarono per differenti scopi culturali e politici. E’ certo che fu la Seconda guerra mondiale a relegare quella memoria in un ambito ristretto e circoscritto.
Oggi a distanza di cento anni finalmente siamo in grado di riappropriarci di quella guerra sanguinosa, tornando a parlare a tutte le generazioni. E tornando a raccontare il dramma di milioni di giovani, spesso già padri di teneri bambini presto orfani, partiti con l’idea che tutto sarebbe terminato presto.
Una campagna veloce e trionfante si leggeva in tutti i giornali: dalla Germania alla Francia nel 1914 e poi in Italia nel 1915.
Uomini, ma anche tanti ragazzi diciottenni, erano partiti per la guerra patendo disagi, soffrendo e spesso morendo. Ma la guerra non vide come vittime soltanto i militari al fronte, sradicati dalle loro case e dalle loro famiglie, inviati in luoghi a loro sconosciuti; vittime furono anche le persone nelle loro case che spesso morivano di fame perché i viveri scarseggiavano. Vittime furono quelle famiglie che subirono i primi bombardamenti aerei nelle città. Vittime i parenti che vivevano con l’angoscia della perdita improvvisa del loro caro. E poi le centinaia di migliaia di profughi che dai confini vennero sfollati e inviate in luoghi lontani. Senza dimenticare le popolazioni friulane e venete invase dopo Caporetto che subirono violenze e fame dall’esercito occupante. E ancora le famiglie dei territori conquistati dagli italiani che si ritrovarono improvvisamente italiane senza saperne il perché.
Furono vittime anche i prigionieri di guerra che morirono numerosi accusati ingiustamente di diserzione e dimenticati dal Regno d’Italia, addirittura affamati in prigionia, o quelli che a fine guerra, dopo un ritorno in patria con mezzi di fortuna o a piedi, furono sottoposti a interrogatori per verificare che la loro cattura da parte del nemico non fosse stata una defezione.
Furono vittime gli irredentisti che combatterono nell’esercito italiano e quelli che invece furono internati per la loro posizione politica. Vittime furono gli imboscati, che non videro più tornare a casa i loro amici o parenti, e chissà quanto sarà pesata questa scelta nella loro vita.
Tra le dimenticanze
non tutti sanno che la guerra per noi italiani iniziò nel 1914, quando gli uomini trentini e giuliani lasciarono le case e le famiglie per compiere il loro dovere combattendo per quella che allora era la loro nazione: l’Impero austro–ungarico. L’anno successivo tutti gli italiani si ritrovarono in guerra, su qualsiasi fronte, in qualsiasi prigione, patirono e morirono e per i civili afflizione e morte furono soltanto diverse per modalità.
Un aiuto per capire questa sofferenza e per non dimenticare, viene da questo libro, in cui noi autori ci siamo ritagliati un piccolo spazio storico, lasciando il ruolo di protagonisti agli uomini e alle donne che la guerra l’hanno vissuta per davvero e che attraverso i loro scritti ci fanno rivivere quei momenti. Racconti scritti e letti in condizioni difficili, che però erano le uniche luci in un’oscurità senza fine. L’unico legame per non dimenticare di essere parte della vita di qualcun altro. Tante piccole narrazioni, semplici, scritte con il cuore di una persona e la penna di un’altra. Documenti postali giunti a destinazione letti, vissuti, non lasciati marcire in qualche deposito come spesso accadeva. Il soldato al fronte, i familiari a casa, gli amici, l’irredentista in esilio, il soldato triestino sul fronte russo, il militare convalescente in ospedale, il prigioniero, il volontario, vi porteranno per mano nella storia di questa guerra.
Seguiteli e buon viaggio.
Gli autori
Nulla è stato cambiato nelle trascrizioni delle lettere.
Lasciando gli errori di ortografia abbiamo inteso lasciare la totale originalità delle corrispondenze, avvicinando, per quanto possibile, il lettore allo scrivente.
Pasquale
24 agosto 1917
Pasquale era un soldato di Barletta. All’età di 19 anni partì per la guerra e sua madre lo accompagnò al treno, era orfano di padre dall’età di tre anni. Dopo un mese circa di addestramento partì per il deposito del 63° reggimento Fanteria. Il 1 giugno del 1917 Pasquale venne aggregato al 34° Reggimento di Fanteria (Brigata Livorno). Si trasferì insieme al suo reggimento nella zona di Plava e del Vallone di Rohot. In quel periodo visse in trincea, imparò a ripararsi nei crateri causati dalle bombe, con la certezza che le successive non sarebbero cadute nello stesso posto, e quando pioveva rimaneva li, in quelle buche allagate. Durante la Battaglia della Bainsizza (undicesima battaglia dell’Isonzo) una granata gli scoppiò vicino e si ritrovò in un ospedale da campo; lo scoppio gli aveva causato la perdita della parola. Il 15 settembre Pasquale lasciò il territorio di guerra e fu mandato in convalescenza nell’ospedale militare di Bari. Per lui la guerra finiva.
Pasquale era mio Nonno.
Il 28 luglio 1914 iniziò per i futuri italiani del Trentino e della Giulia la prima Guerra Mondiale.
Giuseppe
30 agosto 1914 (data dell’annullo postale)
La guerra per i trentini e giuliani iniziò il 28 luglio del 1914; combatterono per l’Impero austro-ungarico sul fronte orientale: Galizia e Bucovina. Giuseppe era un militare di Trieste, dal fronte scrisse a sua moglie.
Cara moglie,
Colla presente ti faccio sapere che sto sempre bene e cosi spero di voi altri tutti. Vi raccomando di non scrivere lettere chiuse perché vengono sequestrate.
Ora ci troviamo qui e aspettiamo la nostra destinazione. Tanti saluti e bacci a te a mio figlio ai miei genitori […] a tutti i miei fratelli mi raccomando una pronta risposta perché qui pare di poter partire presto via di qui. Saluti a tutti ora non ho tempo di scrivere
Giuseppe.
Umberto
31 maggio 1915
La guerra per l’Italia era cominciata da una settimana. Per Umberto da Trieste che combatteva per l’esercito austro-ungarico, era iniziata da qualche mese. Da Luttenberg scrisse ai suoi genitori.
Luttemberg 31 Maggio 1915
Carissimi,
Vi confermo il mio post. di ieri e senza vostre finora vi avverto che sto bene di salute e anzi ieri D.ca ero fare un passeggiata a […] il prossimo villaggio ungherese 2 ore distante qui ogni giorno quasi pioggia e bel tempo.
Sperando che questa mia vi troverà tutti […] vi saluto di cuore.
Affett.mo Umberto.
Il 24 maggio 1915 iniziò per l’Italia la prima Guerra Mondiale.
Piero
2 luglio 1915 (data dell’annullo filatelico)
Sul fronte dell’Isonzo era