Il tagliacarte veneziano
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Info su questo ebook
Carolyn Wells
Carolyn Wells (1862-1942) was an American poet, librarian, and mystery writer. Born in Rahway, New Jersey, Wells began her career as a children’s author with such works as At the Sign of the Sphinx (1896), The Jingle Book (1899), and The Story of Betty (1899). After reading a mystery novel by Anna Katharine Green, Wells began focusing her efforts on the genre and found success with her popular Detective Fleming Stone stories. The Clue (1909), her most critically acclaimed work, cemented her reputation as a leading mystery writer of the early twentieth century. In 1918, Wells married Hadwin Houghton, the heir of the Houghton-Mifflin publishing fortune, and remained throughout her life an avid collector of rare and important poetry volumes.
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Anteprima del libro
Il tagliacarte veneziano - Carolyn Wells
Colophon
Titolo originale
The Clue
I edizione: giugno 2018
© Edizioni le Assassine, 2018
Tutti i diritti riservati
Traduzione dall’inglese di Marina Grassini
Progetto grafico copertina e interni: studioquasar
Copertina: elaborazione fotografica da ©DjiggiBodgi.com - ©Tommy
ISBN della versione e-book 978-88-94979-07-7
www.edizionileassassine.it
info@edizionileassassine.it
Carolyn Wells
Il tagliacarte
veneziano
Traduzione di Marina Grassini
Edizioni le Assassine
Milano
CAPITOLO I
I Van Norman
L’ antica casa dei Van Norman era l’abitazione più bella di Mapleton: si ergeva fiera e appartata tra prati e giardini ben curati, come se si sentisse orgogliosa della sua stessa importanza: le colonne bianche in stile coloniale risaltavano tra le piante, quasi fossero sentinelle di guardia a un maestoso ingresso.
Tutta Mapleton andava orgogliosa di quel luogo antico e pittoresco, e lo mostrava agli stranieri con la stessa fierezza con cui indicava la biblioteca storica e la nuova chiesa.
Da più di cinquant’anni la villa patrizia guardava con distacco i nuovi cottage, le cui colonne troppo sottili sostenevano con qualche difficoltà secondi piani con balconi e verande che lasciavano un ben misero spazio abitabile all’interno della casa.
La dimora dei Van Norman non era così: era un lungo parallelepipedo, e su ognuno dei quattro piani vi erano appartamenti comodi e ben distribuiti.
La sua proprietaria, Madeleine Van Norman, una giovane di grande bellezza, era la donna più ammirata e nello stesso tempo più invidiata di quella cittadina.
Madeleine, chiamata a volte la Magnifica, era quel tipo di persona distante e altera che suscita ammirazione e rispetto più che affetto. Orfana ed ereditiera, aveva vissuto tutti i suoi ventidue anni nell’antica dimora e dalla morte dello zio, due anni prima, era diventata la padrona di casa, aiutata da una governante affettuosa e materna, una segretaria efficiente e una squadra di fedeli domestici. La villa e una rendita sostanziosa che le permetteva ampiamente di mantenerla, erano già legalmente passate a lei, ma secondo il testamento dello zio sarebbe presto diventata erede anche dell’intera fortuna che lui le aveva lasciato.
Madeleine era l’unica discendente ancora in vita del vecchio Richard Van Norman, se si escludeva un lontano cugino, un giovane scapestrato e sconclusionato che negli ultimi anni si era trasferito all’estero. Da ragazzo era vissuto a Mapleton, ma dopo una violenta lite con lo zio, aggravata dal suo temperamento collerico, aveva saggiamente deciso di uscire di scena.
Non che Tom Willard avesse un’inclinazione particolare al litigio: solo aveva un carattere impulsivo, all’improvviso prendeva fuoco, e poi con altrettanta rapidità si spegneva. Il suo lato socievole gli permetteva di tollerare le critiche dello zio e il suo essere pedante per settimane; poi però, provocato al di là di ogni umana sopportazione, cedeva alla rabbia, esprimendosi in modi anche troppo vivaci.
A dire il vero, Richard Van Norman non era per niente un uomo semplice con cui vivere, ed era proprio stata la natura cordiale di Tom a costituire l’abituale bersaglio del suo brutto carattere. Con Madeleine la storia era diversa: autoritaria quasi come l’anziano zio, non ammetteva interferenze nei propri piani, né critiche alle proprie azioni. Questo si era dimostrato il comportamento giusto da tenere con il vecchio Van Norman, e nonostante non vi fossero mai state grandi manifestazioni d’affetto fra i due, lui finiva sempre per cedere al volere della nipote senza fare troppe obiezioni.
Le effusioni del cuore erano qualcosa di davvero sconosciute a entrambi, anche se in realtà a modo loro erano attaccati l’uno all’altra. Tom Willard era di ben altra natura: il suo affetto era di tipo sincero ed esplicito, si faceva rapidamente nuove amicizie, che perdeva con la stessa velocità.
Dato il legame con Madeleine e l’ostilità verso il giovane Willard, Richard Von Norman aveva lasciato la dimora alla nipote e aveva disposto che la sua immensa fortuna finisse alla nipote nel giorno del suo matrimonio, o nel giorno del suo ventitreesimo compleanno se fosse stata ancora nubile.
Solo in caso di morte prematura, prima del matrimonio o prima dei ventitré anni della giovane, l’intera proprietà sarebbe passata a Tom Willard.
Richard Von Norman aveva preso quella decisione con estrema riluttanza, ma non aveva potuto disporre diversamente: per diritto, William era l’unico erede dopo la nipote.
E ora, a ventidue anni, Madeleine era alla vigilia delle nozze con Schuyler Carleton, che apparteneva a una delle più antiche e migliori famiglie di Mapleton.
I pettegoli della cittadina si compiacevano nel commentare quell’unione, dato che il promesso sposo era uomo di costumi irreprensibili e sufficientemente bello da non sfigurare accanto alla Magnifica Madeleine.
Non era ricco ma, grazie all’eredità della sposa, ora poteva considerarsi milionario. Tuttavia c’era anche chi temeva per la felicità futura dei due, apparentemente senza nubi all’orizzonte. Per esempio la signora Markham, governante e dama di compagnia di Madeleine, rimuginava segretamente sul comportamento della coppia.
Sono sicura che lui la adora diceva fra sé. Ma è troppo controllato ed educato in questo suo modo di comportarsi. Vorrei tanto che l’abbracciasse o che la chiamasse con qualche nomignolo affettuoso invece di essere sempre così freddo e distaccato. E Madeleine deve senz’altro amarlo, altrimenti perché lo sposerebbe? Tuttavia è sempre così altera e formale, sembra una duchessa invece che una normale ragazza americana. Ma è sempre stata così, non l’ho mai vista esprimere un’emozione! Va bene, sono una vecchia stupida. Senza dubbio quando sono soli tubano come due piccioncini, ma in pubblico la loro educazione non permette loro di mostrare alcun sentimento. La verità è che speravo proprio che sposasse Tom. Quel ragazzo ha emozioni e sentimenti per due e la parentela è così lontana da non creare problemi. Caro, vecchio Tom! È davvero l’unico che riesce a scuotere Madeleine da quella sua calma composta.
Parole sante! Madeleine aveva ereditato dai Van Norman quelle caratteristiche di dignità e riservatezza che rendevano difficile per tutti poterla considerare una buona amica con cui confidarsi. Inoltre aveva sempre una strana aria preoccupata che, anche quando era impegnata in una conversazione, la faceva apparire distante, così da scoraggiare qualsiasi interlocutore.
Se la si giudicava in base al carattere, la signorina Van Norman non primeggiava di certo tra la gioventù di Mapleton, ma socialmente ne era la leader: essere sulla lista degli invitati al suo matrimonio costituiva l’aspirazione massima dei ‘rampanti’ della cittadina. E ora l’imminente evento era l’unico oggetto di discussione e di interesse dell’intera comunità di Mapleton.
Madeleine, che aveva sempre mantenuto una corrispondenza epistolare con Tom Willard, lo aveva informato delle prossime nozze e lui aveva risposto partendo immediatamente per l’America, in modo da essere presente alla cerimonia.
Sollevato all’idea di non doversi più confrontare con lo zio, Tom si era subito mostrato gioviale come sempre, e aveva esibito senza ritegno tutti gli aspetti contraddittori del suo carattere che lo rendevano comunque affascinante. A volte litigava per una sciocchezza con Madeleine, un attimo dopo l’abbracciava e la coccolava, come gli era concesso fare visto i vincoli di parentela.
Era contento di essere tornato nei luoghi familiari di Mapleton e andava su e giù per la cittadina a rivedere vecchi amici e a farsene di nuovi, incantando tutti con la sua personalità esuberante. In meno di una settimana aveva più amici di quanti Schuyler Carleton ne avesse mai avuti in vita sua: nonostante fosse di bell’aspetto, quest’utimo non aveva la personalità magnetica e seducente di Tom Willard.
Gli amici di Schuyler attribuivano la sua riservatezza, quasi scontrosa, alla timidezza, ma questo era vero solo in parte. I conoscenti dicevano che era dovuta a un atteggiamento d’indifferenza, e anche questo corrispondeva fino a un certo punto alla verità. I suoi nemici, perché qualcuno ne aveva, sostenevano invece che la sua freddezza, la sua maniera di parlare a monosillabi, era semplicemente una forma di snobismo, un giudizio del tutto falso. Infine il suo comportamento verso la fidanzata era improntato al massimo della cortesia e dell’affabilità, ma era estremamente freddo in pubblico e, se questo fosse stato vero anche in privato, con ogni probabilità il motivo era che Madeleine non ispirava né desiderava altre forme di affetto.
L’atteggiamento di Tom verso Madeleine faceva molto arrabbiare Schuyler Carleton ma, quando lui tentò di parlargliene, lei gli rispose in modo secco che l’affetto fra cugini era fuori dalle prerogative di un fidanzato.
Tom, d’altra parte, era da anni perdutamente innamorato di Madeleine. Tante volte le aveva chiesto di sposarlo, e lei sapeva in cuor suo che quell’amore era disinteressato e non mirava di certo a impossessarsi dalla sua fortuna.
Tuttavia, se lei avesse sposato un altro, Tom avrebbe perso ogni speranza di entrare in possesso del denaro dello zio. Ma, sebbene spendaccione e generoso, il cugino non aveva mai mostrato la minima preoccupazione per la fortuna svanita. Salvo gli scatti improvvisi di collera, era di un’allegria contagiosa e con il suo arrivo si era già diffusa per la casa un’atmosfera festaiola.
Il fatto di alloggiare a casa Van Norman, cosa proibita a Schuyler Carleton, aveva dato a Willard un vantaggio sul futuro sposo, di cui era consapevole. Sia per stuzzicare l’imperturbabile ma geloso fidanzato, sia per l’amore verso la cugina, Tom dedicava tutte le sue attenzioni a Madeleine, specialmente quando Schuyler era presente.
Vedi Maddy,
le aveva detto abbiamo ancora pochi giorni per essere spensierati come nella nostra adolescenza: immagino che dopo il matrimonio tuo marito non vorrà più che io ti parli così liberamente, vorrà che ci si esprima solo in modo formale, per cui devo darmi da fare ora
.
Spesso la prendeva sottobraccio per fare quattro passi e Schuyler Carleton, che usciva a cercare Madeleine, li trovava intenti a chiacchierare fittamente in qualche angolo del giardino o in barca mentre remavano pigramente sul laghetto pieno di ninfee.
Tutto ciò faceva innervosire il fidanzato, ma non era facile per lui opporsi, né questo avrebbe fatto piacere a Madeleine.
Vorrei, cara, che tu avessi più rispetto per le apparenze, se non per far piacere a me. Non è bello che la mia promessa sposa vada su e giù in macchina con un altro uomo
le aveva detto un giorno dopo aver aspettato due ore il suo ritorno da un giro in compagnia di Tom.
In quelle occasioni la Magnifica Madeleine lo guardava negli occhi, chinando leggermente indietro la testa per osservarlo dall’alto in basso, le palpebre socchiuse.
È forse appropriato che il mio futuro marito mi accusi di non essere all’altezza in fatto di decoro o di etichetta? Direi di no.
Hai ragione
le rispondeva invariabilmente, lo sguardo pieno di ammirazione per la sua abbagliante bellezza e i modi decisi. Perdonami… hai senz’altro ragione.
Anche se Schuyler Carleton non sembrava pazzo d’amore per la fidanzata, ne ammirava incondizionatamente la forte personalità. E tuttavia, a sua insaputa, quella giovane così altera e sprezzante aspirava a essere oggetto di un amore più tenero e gentile e avrebbe rinunciato volentieri alla sua ammirazione in cambio di più affetto.
Anche quello verrà pensava Madeleine fra sé e sé. Io non sono un tipo sdolcinato, lo so. Sicuramente, dopo il matrimonio, Schuyler sarà meno formale e più… come dire … intimo.
Madeleine stessa non aveva legami stretti con nessuno, a eccezione di Tom.
I due erano inseparabili, chiacchieravano fitto e ridevano di continuo, e anche se a volte avevano opinioni differenti e litigavano, presto facevano pace e si immergevano in un’altra animata conversazione. In realtà bisticciavano raramente, eccetto quando parlavano dell’ormai imminente matrimonio.
Non buttarti via con quel pezzo di ghiaccio, Maddy
la pregava Tom. È un brav’uomo, lo so, ma non ti può rendere felice.
Non dire assurdità, saprò bene quello che faccio. Amo Schuyler Carleton e sono orgogliosa di prenderlo come marito. È l’uomo migliore che ho conosciuto e mi sento fortunata per essere stata scelta da lui.
Oh su, Maddy… non fare la modesta, ora! Non è il tipo per te, davvero. Tu sei una donna che deve avere re e principi ai suoi piedi. E lui, pur avendo l’aria di un principe, non si prostra affatto ai tuoi piedi.
Cosa vuoi dire?
gli chiedeva tutte le volte Madeleine con aria irritata.
Proprio quello che ho detto. Schuyler Carleton ti ammira ma non ti ama, perlomeno non quanto ti amo io!
Non essere sciocco, Tom. Non sai nulla dell’affetto che Schuyler prova per me, lui non fa pubblici proclami. E voglio che tu non torni più sull’argomento.
Perché mi impedisci di discutere di ciò che non esiste? Perdonami, Maddy, ma ti amo così tanto che divento matto nel vedere la freddezza con cui ti tratta.
Non mi tratta freddamente o, se lo fa, è perché non vuole lasciarsi andare a effusioni davanti a estranei. Io ti voglio bene, Tom, lo sai, ma non permetto neanche a te di criticare l’uomo che sto per sposare.
Va bene, va bene, sposalo… e avrai una lunga vita infelice… lo so.
Madeleine si girava allora verso di lui, incenerendolo con lo sguardo.
Cosa vuoi dire? Spiegami il significato di queste ultime parole!
Ci vuole poco! Tu conosci il motivo proprio come me
replicava Tom, ben consapevole di aver irritato la cugina.
Avendo poche amiche a Mapleton, Madeleine aveva chiesto ad alcune ragazze di New York di essere le sue damigelle: Kitty French e Molly Gardner erano già arrivate per stare dai Van Norman nei giorni precedenti il matrimonio.
Conoscendo bene Madeleine, non si erano aspettate nessuna confidenza, e nemmeno erano alla ricerca di chiacchierate romantiche e melense come quelle che piacciono a tante promesse spose. Tuttavia non si aspettavano nemmeno quell’atmosfera austera e controllata che sembrava spesso aleggiare su tutta la famiglia.
La signora Markham era da così tanto tempo la governante e dama di compagnia di Madeleine da non essere più considerata un’umile dipendente, e proprio a lei Kitty French aveva posto alcune domande personali sull’eccessiva riservatezza del futuro sposo.
Non lo so, signorina French
disse la buona donna con aria triste. Io sono molto affezionata a Madeleine, per me è come una figlia. E so che ama il signor Carleton e che lui l’ammira molto, ma nonostante questo c’è qualcosa che non va. Non riesco a trovare le parole per esprimere i miei dubbi, si tratta più che altro di una sensazione, di un’intuizione che le cose non stanno come dovrebbero.
Il signor Willard è innamorato di Maddy…
suggerì la signorina French.
Oh, sì, si sono sempre voluti bene ed è vero: Tom è innamorato di lei, ma non c’entra con ciò che voglio dire. La vera ragione per cui Madeleine flirta con Tom, perché è innegabile che lo faccia, è per far ingelosire il suo fidanzato. Ecco! Ho detto più di quanto intendevo dire, ma lei è una cara amica di Madeleine e sono certa che terrà la bocca cucita e, in ogni caso, sono sicura che dopo il matrimonio tutto si sistemerà.
Come tanti, la signora Markham aveva enfatizzato ripetutamente un’affermazione di cui non era per niente sicura.
CAPITOLO II
Arriva la signorina Morton
Il giorno prima del matrimonio l’antica dimora era piacevolmente animata e piena di confusione. I decoratori di interni stavano allestendo in salotto un arco di fiori e di foglie di vite, sotto cui il giorno successivo, a mezzogiorno in punto, avrebbe preso posto la coppia di sposi.
Alcune giovani ospiti cercavano di rendersi utili, con il risultato di intralciare il lavoro dei decoratori. Dopo aver notato l’ennesima espressione esasperata del fiorista, Molly Gardner esclamò: Non credo che qui serva il nostro aiuto; su, Kitty, andiamo in biblioteca ad aspettare l’ora del tè
.
Erano quasi le cinque e le ragazze trovarono in biblioteca per il tè pomeridiano la maggior parte degli invitati. Vi erano anche dei giovanotti che avrebbero partecipato il giorno successivo al corteo nuziale. Robert Fessenden, testimone dello sposo, era appena arrivato da New York ed era passato a salutare Madeleine Van Norman. Nonostante fosse un amico di vecchia data di Schuyler Carleton, lei lo conosceva poco e lo aveva ben accolto, senza però abbandonare la sua aria fredda e distaccata che