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Sotto la pioggia
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E-book208 pagine2 ore

Sotto la pioggia

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Info su questo ebook

Inghilterra, 1816
Tra i Chandler e i St. Clair non corre davvero buon sangue a causa di una storia d'amore e di tradimento finita in modo tragico. Purtroppo, nonostante i dissapori, l'incontro tra le due famiglie è inevitabile in occasione di una festa. Il destino, in questo caso, ci mette lo zampino e, alla fine della serata, Devin St. Clair si ritrova fidanzato proprio a una Chandler. L'onore della bella Sarah, infatti, è minacciato dalle losche mire di un uomo volgare e feroce, che...
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2021
ISBN9788830534209
Sotto la pioggia

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    Anteprima del libro

    Sotto la pioggia - Ann elizabeth Cree

    Copertina. «Sotto la pioggia» di Cree Ann elizabeth

    Immagine di copertina:

    Graziella Reggio Sarno

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Marriage Truce

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2000 Ann Elizabeth Cree

    Traduzione di Daniela Mento

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3053-420-9

    Frontespizio. «Sotto la pioggia» di Cree Ann elizabeth

    1

    Devin St. Clair, quinto marchese di Huntington, guardò fuori della finestra e vide arrivare da Londra la carrozza del conte di Monteville.

    Anche il nonno di Sarah Chandler avrebbe partecipato alla festa di fidanzamento fra la sorella di Devin, Jessica St. Clair, e Adam, il figlio di lord Henslowe.

    Devin si allontanò dalla finestra perché non voleva che il vecchio conte di Monteville lo vedesse, mentre scendeva dalla carrozza. Era un nobiluomo molto rispettato e pieno di dignità, temutissimo dai suoi parenti per il carattere intransigente. Come capo della casata, non poteva mancare al fidanzamento di Adam.

    «Devin?»

    Sua sorella Jessica era entrata nella camera che lord Henslowe gli aveva messo a disposizione nella magnifica dimora di Monteville House, la residenza di campagna della sua famiglia, dove si sarebbe svolto il ballo per il fidanzamento. Indossava uno splendido abito rosa e gli sembrò, come sempre, troppo giovane per sposarsi. Ma era così innamorata di Adam, che niente avrebbe potuto fermarla.

    «Non mi perdonerai mai, Devin?» gli chiese Jessica con un sorriso.

    «Per esserti innamorata di un parente dei Chandler? Come potrei biasimarti, dopo aver visto Monteville House

    In effetti, la piccola reggia dove si trovavano, nella campagna intorno a Londra, era una delle dimore nobiliari più belle che avesse mai visto. Era circondata da un parco vastissimo ed era famosa per le opere d’arte e i dipinti della collezione del conte.

    «Andiamo, mia cara. Tu sei la festeggiata, questa sera, e gli ospiti di lord Henslowe ci stanno aspettando» le disse, offrendole il braccio.

    Jessica pensò che suo fratello era davvero elegante con la giacca e i pantaloni al ginocchio di seta nera. Alto, con i capelli scuri e gli occhi color verde muschio, era di certo uno degli uomini più attraenti e interessanti di Londra. Molte dame avrebbero fatto follie per lui, ma Devin sembrava indifferente a ogni donna dopo la tragedia che aveva sconvolto la sua vita.

    Due anni prima, quindici giorni dopo le nozze, sua moglie Mary era fuggita con un altro uomo. L’uomo era Nicholas Chandler, fratello della bella Sarah, nipote del conte di Monteville che era appena arrivato da Londra in carrozza. Mary era morta di polmonite in una locanda, poco tempo dopo la fuga, e Devin aveva sfidato a duello Nicholas, ferendolo gravemente. Da allora, tra la famiglia del marchese di Huntington e quella dei Chandler, c’erano state solo accuse e odio. Fino a quella sera.

    Jessica stava per fidanzarsi ufficialmente con un parente dei Chandler, quindi ogni risentimento doveva essere messo da parte. A quella festa avrebbero partecipato membri di tutte e due le famiglie, e sarebbe stata l’occasione per una riconciliazione che molti si auguravano da tempo.

    «Adam è un bravo giovane, per questo ho acconsentito alle vostre nozze. Non m’importa se è imparentato con i Chandler, se sarà un buon marito e ti farà felice» aggiunse Devin, mentre uscivano dalla camera.

    Jessica sorrise con gratitudine. Sapeva che suo fratello era generoso e che le voleva bene con tutta la sua anima. Tuttavia, mentre scendevano insieme lo scalone di marmo di Monteville House, sentendo le voci degli ospiti che già riempivano il salone delle danze, Devin si chiese se sarebbe riuscito a sopportare per l’intera serata il supplizio di vedere Sarah Chandler, di desiderarla senza toccarla, senza nemmeno poterla sfiorare.

    Sarah Chandler si chiese perché non era rimasta a casa. Era arrivata da dieci minuti a Monteville House e già si era pentita di essere presente al fidanzamento di lady Jessica St. Clair con suo cugino Adam. Da una parte del salone erano radunati tutti i parenti dei Chandler, dall’altra quelli del marchese di Huntington. Nessuno aveva osato fare il primo passo e rivolgere la parola agli altri, come se non fossero ancora certi che la tregua era stata dichiarata. Per due anni, la faida tra le due famiglie era stata implacabile, e lei e suo fratello erano considerati i colpevoli di questa situazione.

    Ma era stata una colpa invitare Mary, la figlia di lady Coleridge, la moglie di Devin St. Clair, per una breve vacanza a casa sua? Mary era da sempre la sua migliore amica. Lei e il marchese di Huntington si erano sposati solo due settimane prima, e nessuno, proprio nessuno, avrebbe potuto immaginare quello che stava per accadere. Mary era fuggita con il fratello di Sarah, Nicholas, causando uno scandalo che aveva pochi precedenti nell’alta società di Londra. La morte di Mary durante la fuga d’amore l’aveva fatta sentire ancora più colpevole, anche se lei non aveva mai sospettato in alcun modo che fra la sua migliore amica e Nicholas fosse nato l’amore.

    «Preferisco che siano i miei genitori a scegliermi un marito» aveva sempre detto Mary a Sarah. «L’amore è una sciocchezza di cui parlano i romanzi. Non credo che m’innamorerò mai di nessun uomo.»

    I suoi genitori le avevano scelto come marito uno dei migliori partiti di Londra. Devin St. Clair non era solo un marchese, era anche molto ricco e innegabilmente di bell’aspetto. I due rampolli erano fidanzati fin dalla nascita, perché Devin era il figlio della migliore amica della madre di Mary. L’amica di Sarah era cresciuta con la prospettiva di diventare la marchesa di Huntington e, almeno in apparenza, sembrava aver accettato il suo destino. Eppure il suo matrimonio era durato solo due settimane.

    Che cosa era successo? Molte voci circolavano a proposito di lord Huntington. Devin aveva avuto una lunga relazione, che era stata interrotta poco prima delle nozze, con una vedova di dubbia reputazione,. Ma, allora, che cosa aveva spinto la moglie a fuggire con un altro, solo dopo quindici giorni?

    A Sarah, Devin St. Clair non era mai stato indifferente. Provava qualcosa di strano quando lui la guardava in quel suo modo particolare. Aveva uno sguardo magnetico, da predatore. Fin dalla prima volta in cui lo aveva incontrato, l’aveva fissata in quel modo. Era stata proprio Mary a presentarli poco tempo prima delle sue nozze, e Sarah aveva capito che non sarebbe mai potuta rimanere indifferente a un uomo come il marchese di Huntington.

    Dopo la fuga di Mary con Nicholas, Sarah aveva cercato in ogni modo di evitare Devin. Naturalmente era stato impossibile, perché a Londra tutti i membri dell’alta società frequentavano gli stessi ricevimenti, gli stessi balli. Proprio il mese prima si era ritrovata a faccia a faccia con lui a casa di lady Ralston, perché inavvertitamente gli aveva pestato i piedi mentre ballava con un altro.

    In quell’occasione, non si erano scambiati nemmeno una parola. Devin si era limitato a lanciarle un’occhiata arrogante e aveva continuato a danzare con la sua dama. Tuttavia, Sarah si era sentita addosso il suo sguardo per il resto della serata. Era sicura che lui la odiasse e, quella sera, avrebbe dovuto di nuovo sopportarne la presenza. Ma perché non era rimasta a casa?, si chiese ancora una volta.

    «Sarah? Che fai? Ti nascondi?»

    Sua cugina Amelia, lady Marleigh, era riuscita a scovarla anche dietro la colonna dal capitello dorico dove aveva trovato rifugio.

    «Che fai qui? Il ricevimento sta per iniziare» la rimproverò.

    «La testa mi duole, fa troppo caldo» cercò di giustificarsi Sarah.

    Si era seduta su una poltroncina e non faceva altro che agitare il ventaglio.

    «Alzati! Lord Huntington non deve pensare che qualcuno di noi abbia paura di guardarlo in faccia! Soprattutto tu!»

    Amelia era molto graziosa, con i suoi riccioli d’oro e gli occhi azzurri come il cielo, ma aveva un carattere di ferro.

    «Se ti vedesse il nonno» aggiunse, e questo bastò per far scattare in piedi Sarah. Non temeva nessuno al mondo come il conte di Monteville, che pure l’amava teneramente. Il nonno le voleva molto bene, tuttavia sapeva essere severo come nessun altro se i suoi nipoti non si mostravano all’altezza del loro nome e del loro casato.

    «Non ho paura di lui. Solo che... sai benissimo che cosa provo tutte le volte che vedo il marchese di Huntington. Ti ho già detto che mi sento in colpa per quello che è successo due anni fa!»

    «E io ti ho già risposto che, se c’è una persona che deve sentirsi in colpa per la fuga della povera Mary, è di sicuro lord Huntington! Sua moglie non lo avrebbe lasciato così presto, due settimane dopo le nozze, se non avesse avuto gravi motivi per farlo.»

    «Era innamorata di mio fratello Nicholas...»

    «Fuggiva da un marito indegno!»

    «Se almeno lord Huntington non mi guardasse in quel modo, tutte le volte che lo incontro...»

    «Sai che anche mio marito ha notato che ti guarda in un modo strano? Strano davvero, perché John, come tutti gli uomini, ha la sensibilità di un ippopotamo per questioni del genere. Eppure sospetta che lord Huntington abbia un debole per te.»

    «Un debole per me?» Sarah trasalì per la sorpresa. «Ma se mi odia!»

    «A volte si può confondere l’odio con l’amore. Insomma, non siamo qui per discutere di questo. Comportati come ha ordinato il nonno. Sei una Chandler e devi esserne fiera!»

    Sarah, però, non stava più ascoltando la predica della cugina. Aveva visto Cedric Blanton e questo sarebbe bastato a distogliere la sua attenzione da qualunque altro argomento.

    «Amelia! È lui! È qui!» mormorò.

    «Chi? Blanton? Ma chi l’avrà invitato? Di certo non lord Henslowe, non qualcuno della nostra famiglia.»

    Cedric Blanton perseguitava Sarah da più di un mese. Glielo avevano presentato durante un ricevimento a Londra e, da allora, aveva fatto tutto il possibile per parlarle, per ballare e restare solo con lei.

    «Sta guardando da questa parte Amelia! Se mi vede, verrà a chiedermi un ballo. Non voglio danzare con lui!»

    «Va bene, ci penso io. Tenterò di fermarlo, ma tu cerca di nasconderti, in modo che non ti trovi.»

    «E come faccio?»

    «Vai in giardino. Presto!»

    Amelia si diresse con un sorriso verso il corpulento Cedric Blanton, che, dopo aver superato la trentina, si era messo a cercare disperatamente una ricca moglie. Sarah lanciò un’occhiata verso le portefinestre che davano sul terrazzo e poi sul parco. L’unica aperta era proprio quella in fondo alla sala, dalla parte dei parenti di lord Huntington. Ma non aveva scelta, se voleva sfuggire alla caccia del suo indesiderato corteggiatore.

    Perciò Sarah attraversò in fretta il salone delle danze, attenta solo a passare fra un invitato e l’altro senza farsi notare da Blanton, che Amelia era riuscita a fermare. Era quasi giunta alla portafinestra aperta, quando un’anziana dama le sbarrò la strada. Per evitare di investirla, Sarah fece un passo indietro e pestò i piedi al gentiluomo che si trovava alle sue spalle.

    «Mi dispiace! Scusatemi!» disse voltandosi.

    E si trovò a faccia a faccia con Devin St. Clair.

    «Sembra proprio che vi piaccia pestarmi i piedi» commentò lui.

    Piuttosto che scontrarsi ancora con lord Huntington avrebbe preferito vedersela con Blanton. La stava di nuovo guardando con i suoi occhi verde muschio, e Sarah avvertiva anche questa volta la sensazione di sempre. Aveva l’impressione di essere in trappola, come una bestiola inseguita da un predatore. Ma il nonno non avrebbe voluto vederla intimidita davanti a lui.

    «Vi ho chiesto di scusarmi» gli rispose.

    «Accetto le vostre scuse.»

    Adesso, però, era lord Huntington che le sbarrava la strada. Si era messo davanti alla portafinestra e le impediva di uscire sulla terrazza.

    «Mi lasciate passare?» gli chiese.

    «Fuori è quasi buio» obiettò lui.

    «Non importa.»

    «Una signora non dovrebbe uscire da sola in giardino, quando è buio.»

    Ma che gliene importava, pensò Sarah, seccata. Lanciò un’occhiata verso l’altra parte della sala e notò che Blanton era riuscito a liberarsi di Amelia e stava venendo da quella parte.

    «Per favore, lord Huntington, lasciatemi passare!» ripeté in tono supplichevole.

    «Non preferireste fare un ballo con me?»

    A Sarah cadde quasi il ventaglio di mano. Lord Huntington, l’uomo che doveva odiarla con tutte le sue forze, le aveva chiesto un ballo?

    «Io... non posso. Mi dispiace» rispose confusa. Poi gli passò davanti, sfiorandogli di nuovo i piedi, e uscì sul terrazzo.

    Devin aveva notato che Sarah stava fuggendo da qualcuno. Da chi? Si guardò attorno, nella sala, e notò la sagoma inconfondibile di Cedric Blanton. Anche lui sembrava cercare qualcuno con lo sguardo, e forse era proprio Sarah. Devin provò un senso di nausea.

    Aveva scoperto il grasso e antipatico Blanton in compagnia di lady Alethea, la figlia del duca di Wrexton, non più di due mesi prima. L’ignobile individuo aveva spinto la ragazza in un angolo del giardino di suo padre, durante un ricevimento, e aveva tentato di baciarla. Ma lady Alethea si era messa a gridare e Devin, che si trovava nei paraggi, era accorso in suo aiuto.

    «Avete la mia parola d’onore, la sposerò...» era stata la difesa di Blanton, quando Devin lo aveva afferrato per il bavero della giacca.

    Lady Alethea, però, si era messa a singhiozzare disperata, giurando di non volere assolutamente sposarlo. Lo conosceva appena, lui l’aveva assalita all’improvviso, appena erano rimasti soli.

    Così Devin non solo aveva preso a pugni Blanton, ma aveva anche minacciato di rovinarlo per sempre se avesse raccontato in giro una sola parola su quanto era successo, rovinando in questo modo la reputazione di lady Alethea. Ora il furfante sembrava aver messo gli occhi su un’altra ricca e bella ereditiera: Sarah Chandler.

    Devin si era innamorato di Sarah a prima vista, due anni prima. Era stata proprio la sua futura moglie, Mary, a presentargliela. Devin si stupiva ancora di come fosse stata vuota, priva di emozioni, la sua vita fino a quel giorno.

    Aveva avuto parecchie storie con donne di diversa estrazione, fra cui quella con la ricca vedova che aveva fatto tanto chiacchierare l’alta società di Londra. Tuttavia, non aveva mai saputo che cosa fosse l’amore fino a quando il suo sguardo si era posato sui capelli dai riflessi

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