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Posizione compromettente: Harmony Destiny
Posizione compromettente: Harmony Destiny
Posizione compromettente: Harmony Destiny
E-book143 pagine1 ora

Posizione compromettente: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

"Ehi, straniero, sono incinta di tuo figlio".Rose Windcroft, candidata mamma.
Posare di nuovo gli occhi sull'affascinante Tom Morgan è l'ultima cosa che Rose si aspetta. Dopo tutto la tenuta della sua famiglia, specializzata nell'allevamento di cavalli, si trova a mille miglia da Houston e dalla conferenza in cui lei e Tom hanno condiviso un'appassionata e indimenticabile notte di sesso. Ora Rose non solo ha saputo che il suo amante di una sera è un acerrimo nemico della sua famiglia, ma anche che, con ogni probabilità, è il padre del bimbo che aspetta.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2019
ISBN9788830506282
Posizione compromettente: Harmony Destiny
Autore

Sara Orwig

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Posizione compromettente - Sara Orwig

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Highly Compromised Position

    Silhouette Desire

    © 2005 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-628-2

    Prologo

    Dal diario di Jessamine Golden

    4 novembre, 1910

    Caro diario,

    oggi il mio cuore si è spezzato.

    Sono convinta che amore significhi fiducia. Amo lo sceriffo Brad Webster con tutta l’anima, ma lui quando glielo dico non mi crede. Non si fida di me e preferisce prestare orecchio alle accuse che altri mi rivolgono. Sono sincera con lui e soffro, sapendo che dà più peso alle parole di altri che non alle mie.

    L’oro che sono accusata di aver rubato è stato invece sottratto dal sindaco, Edgar Halifax, e io lo so. Ha ingannato tutta la città, compreso lo sceriffo. Mi illudevo che il cuore gli avrebbe detto a chi credere, invece...

    Adesso sono molto infelice. Quanto più cresce il mio amore per Brad, tanto più peggiorano i miei guai con la legge. Di recente, c’è stata una partita a poker, con poste molto alte. Stando alle voci che circolano in città, Nicholas Devlin ha barato e ha imbrogliato Richard Windcroft. Be’, è vero. So che Nicholas aveva il sindaco a dargli manforte.

    In seguito, con l’astuzia, ho indotto Nicholas a confessarmi la propria colpa. Mi ha anche rivelato che Edgar aveva rubato l’oro, facendo ricadere la colpa del furto su di me.

    Nicholas conosceva la verità. Mi illudevo di riuscire a convincerlo e metterne al corrente Brad... lo sceriffo Webster. Mi batte forte il cuore soltanto a scriverne il nome. Come desideravo diventare la signora Webster! Mio carissimo Brad... non saprai mai fino a che punto ti amo. Il mio cuore appartiene a uno sceriffo, per il quale sono solo la donna che ha infranto la legge che lui difende.

    Caro diario, le mie lacrime bagnano le pagine mentre sto scrivendo. Nicholas Devlin, la mia unica speranza, è stato assassinato. Sono sicura che sia stato per mano di Edgar, ma non ho modo di dimostrare che è lui l’assassino.

    Edgar Halifax... che uomo malvagio e privo di cuore!

    La settimana scorsa ho sottratto l’oro a Edgar e gliel’ho comunicato con un biglietto. Non mi può accusare due volte, non ti pare? Il mio messaggio lo sfidava a confrontarsi con me.

    Il sindaco Halifax, tuttavia, ha scelto di tacere.

    Non ho alternative. Lascio la città. Scomparirò per sempre. Ho un tesoro in oro e fuggirò di nascosto, in piena notte. Ti amo, Brad. Il pensiero di lasciarti, però, mi distrugge.

    1

    Sarebbe toccato a lui cambiare la storia?, rifletté Thomas Devlin mentre, con il suo pick-up rosso, abbandonava la superstrada di quella zona del Texas.

    In una fresca giornata di novembre, Tom varcò i cancelli di ferro dei Windcroft e seguì una strada sterrata. Mentre si guardava in giro, fu assalito da un senso di stupore. Era da almeno cent’anni che un Devlin non metteva piede legalmente nell’azienda dei Windcroft. Per tutto quel periodo, tra le famiglie si era combattuta una faida, e adesso lui vi si trovava coinvolto.

    «Puoi ancora invertire la marcia e tornartene a casa» si disse a voce alta mentre perlustrava con lo sguardo la proprietà dei Windcroft, tanto simile a quella dei Devlin.

    Amava gli spazi aperti e i tramonti fiammeggianti, così aveva deciso di sistemarsi da quelle parti e aveva già comprato un ranch, di cui sarebbe entrato in possesso entro breve tempo.

    Gli piacevano le persone semplici come i propri familiari. Suo zio Lucas era un brav’uomo, saggio e prudente, preoccupato che la missione di pace del nipote fosse un’impresa sconsiderata, dato che i suoi stessi tentativi di riconciliazione con Will Windcroft erano sempre stati respinti.

    Windcroft. Un nome poco comune, ma forse neanche troppo. Ricordava infatti una Windcroft che aveva conosciuto solo cinque mesi prima, a Houston, in occasione di un convegno d’informatica al quale aveva partecipato in qualità di principale oratore. Una bellezza di ventisei, ventisette anni, capelli neri, occhi viola, con la quale aveva trascorso una notte di sesso rovente. Con sua enorme sorpresa, non era riuscito a dimenticarla come gli capitava di solito. Era stata loro intenzione scambiarsi i rispettivi numeri di telefono, ma lui era dovuto partire all’improvviso quando uno dei suoi clienti era scomparso, inghiottito dalla giungla in Colombia. Tom ricordava che Rose Windcroft viveva a Dallas. Forse era come cercare un ago in un pagliaio, ma lui si proponeva di fare un tentativo.

    Ricordi erotici lo ossessionavano spesso mentre riviveva con estrema chiarezza il momento in cui le aveva aperto la lampo del vestito di seta nero. La passione l’aveva divorato mentre fissava le curve sode che premevano contro il reggiseno di pizzo e l’inesistente slip che la lasciava praticamente nuda.

    Tra le sue braccia, lei era stata ardente e passionale e gli aveva regalato una notte di un incandescente piacere erotico che, troppo spesso da allora, gli aveva fatto rimpiangere di non averle chiesto il numero di telefono.

    Tom affrontò una curva e una breve discesa fino a un torrentello fangoso. Al di là del torrente era parcheggiata una lucente autovettura nera.

    Al riparo di uno steccato bianco c’erano una decina di cavalli e una donna ne stava accarezzando uno. Chiedendosi se non si trattasse proprio di Nita Windcroft Thorne, con la quale aveva appuntamento, Tom guardò in quella direzione mentre passava oltre.

    La donna si voltò appena per lanciare un’occhiata al di sopra della spalla. Il sole accendeva riflessi nei capelli neri, tagliati all’altezza del mento, e le lunghe gambe erano fasciate in un paio di jeans, che lei indossava con una camicia di cotone azzurro e una giacca di denim.

    Tom rimase senza fiato. Conosceva quella donna. Anche da lontano riusciva a vederne gli occhi viola... oppure era uno scherzo dell’immaginazione? Frenò, sollevando una nuvola di polvere, ingranò la retromarcia e tornò indietro. Lucas aveva citato spesso Nita Windcroft, ma non aveva mai accennato a Rose. Rose Windcroft, focosa e sensuale... e se si trovava lì, non poteva che essere un membro di quella famiglia.

    Tom parcheggiò, scese dal pick-up e si avviò verso la donna, con il battito del cuore che accelerava a ogni passo. Era lei. La donna di un’unica magica notte e, in seguito, delle sue fantasie più sfrenate.

    Notò l’istante in cui lei lo riconobbe perché rimase a bocca aperta e arrossì, sbattendo le palpebre.

    «Cosa ci fai qui?» gli chiese, in tono stupito.

    Tom, che aveva ritrovato la prontezza di spirito, la squadrò dalla testa ai piedi e replicò, sorridendo: «Sto guardando la donna più sexy del Texas e sto pensando che questo è il mio giorno fortunato».

    Lei arrossì ancor di più e chiuse la bocca. «Non hai risposto alla mia domanda» ribatté con una freddezza che lo sconcertò.

    «Tu sei una Windcroft. Dei Windcroft del Texas.»

    «Lo sapevi.»

    «Da quanto mi avevi detto, sapevo che vivevi e lavoravi a Dallas. Ignoravo che fossi imparentata con questa particolare famiglia.»

    «Sono tornata a casa perché mio padre e mia sorella sono in difficoltà.»

    Attirato dal suo profumo, Tom le si avvicinò e dovette resistere all’impulso di prenderla tra le braccia.

    «Cosa ci fai qui?» La domanda era stata posta con il tono di chi l’aveva sorpreso in procinto di sconfinare abusivamente.

    «Ho appuntamento con la tua famiglia, per discutere di un contenzioso» rispose Tom con pazienza, convinto che lei ne fosse già al corrente.

    «Tu sei imparentato con i Devlin.» Impallidendo sconvolta, come se fosse stata schiaffeggiata, Rose trasalì e indietreggiò. «Mio Dio, tu sei un Devlin!»

    «Esatto, sono un Devlin. Una bella sorpresa, vero? Sono il nipote di Lucas. Quando sono nato, mia madre mi ha dato in adozione. A essere sincero, sono molto felice di aver ritrovato questa famiglia.» Sempre più curioso, Tom si chiese fino a che punto lei fosse coinvolta nella vecchia faida. «Non posso credere che tu sia sconvolta a causa della lite. Non puoi considerarmi un nemico.»

    «Sconvolta è un termine inadeguato per descrivere il mio shock» replicò lei con gli occhi che fiammeggiavano.

    «Quando ci siamo incontrati, non conoscevo il mio passato» le spiegò Tom in tono paziente, sorpreso che una faida vecchia di generazioni suscitasse in lei simili emozioni.

    Guardandolo con la fronte aggrottata, Rose inspirò a fondo e Tom dimenticò ogni altra considerazione, vedendo come i seni facevano tendere il tessuto della camicetta. Il suo sguardo si puntò sulla bocca generosa dalle labbra sensuali e la temperatura del suo corpo salì di colpo. Avvertì la corrente elettrica che guizzava tra loro.

    «Nel caso di un’adozione chiusa, è molto difficile risalire ai genitori» proseguì. «Inoltre, immaginavo che, se non mi avevano voluto quando sono nato, forse non avrebbero gradito che ricomparissi anni dopo.» Aperto sulla gola, il top di Rose ne rivelava la pelle vellutata e lasciava intuire le curve generose del seno. Quando le toccò la mano, i suoi occhi s’incupirono. La udì inspirare e si sentì avvampare di soddisfazione e di desiderio. «Lucas è venuto a cercarmi.» Tom abbassò la voce. «A giudicare dalla tua espressione, preferiresti che non mi avesse trovato.»

    «Sono sorpresa» replicò lei con un’ombra di esitazione e distogliendo lo sguardo, come se avesse qualcosa da nascondere. «Nessuno ha accennato a un Tom Morgan da quando sono arrivata. Ho sentito parlare soltanto di Tom Devlin.»

    «Ho creduto di dover assumere il nome Devlin. Ho una famiglia di sangue che mi reclama.»

    «Ti rendi conto che è da almeno cent’anni che un Devlin non mette piede sulla nostra proprietà?»

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