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Fuga dal desiderio
Fuga dal desiderio
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E-book144 pagine1 ora

Fuga dal desiderio

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Info su questo ebook

Tamara si reca ai Caraibi in cerca di sole e di relax, ma la tanto sognata vacanza si trasforma improvvisamente in un incubo. Infatti, durante un'escursione viene fatta prigioniera da un gruppo di guerriglieri che la tiene in ostaggio insieme a Ray Fletcher, una misteriosa figura di ex militare dal fascino inquietante. Per fortuna, Ray riuscirà a mettere a punto un audace piano d'evasione e Tamara lo seguirà in una drammatica avventura che per lei non rappresenta soltanto una fuga verso la libertà.

LinguaItaliano
Data di uscita15 feb 2016
ISBN9788858949702
Fuga dal desiderio
Autore

Penny Jordan

Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Fuga dal desiderio - Penny Jordan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Escape from Desire

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 1982 Penny Jordan

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 1985 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-970-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Tamara si scostò dal viso una ciocca di capelli biondi che il sole dei Caraibi aveva reso ancora più chiari. Gli occhi erano di un grigio puro e freddo e gli zigomi alti e sporgenti valorizzavano un viso dall’ovale perfetto. Il suo atteggiamento quasi altero attirava la curiosità e l’interesse degli uomini a caccia di conquiste, i quali regolarmente, si arrendevano dopo aver constatato che la sua freddezza non era soltanto apparente.

    Dalla spiaggia giungeva un brusio di risate sospinto da una leggera brezza tropicale; dalla piscina provenivano scrosci d’acqua e strilli di bambini ma lì, nei giardini lussureggianti dell’elegante complesso alberghiero di St. Stephen, c’era la pace più completa.

    Tamara chiuse il libro e guardò l’orologio. Era quasi l’ora di pranzo. Il libro le serviva più come protezione contro i seccatori, che per una vera e propria lettura. Era quello il grosso problema di una ragazza sola in vacanza: purtroppo Malcolm non era potuto partire con lei.

    Malcolm! Un raggio di sole fece scintillare il brillante che aveva all’anulare della mano sinistra: era una pietra abbastanza grande da rivelare il suo valore, ma non tanto vistosa da poter essere considerata una ostentazione. Così era Malcolm! Tamara corrugò la fronte. Che le stava succedendo? Fino a quel momento si era considerata contenta sia di Malcolm sia del suo fidanzamento. Sospirò profondamente. Forse era tutta colpa del clima dolce dei tropici e di quell’isola di paradiso. O forse del fatto che gli ospiti dell’albergo erano quasi tutti giovani coppie in luna di miele o coppie mature desiderose di ritrovare la magia del passato. Il fatto è che l’atmosfera del luogo cominciava ad avere un effetto particolare sui pensieri di Tamara che erano agitati da dubbi e spunti di ribellione.

    Uno dei motivi per cui aveva accettato di fidanzarsi con Malcolm era la sua solida posizione finanziaria, oltre al suo senso pratico e alla sua correttezza. In realtà non era questo che lei cercava in un marito. Nel mondo dell’editoria, in cui lavorava come segretaria privata del direttore di una casa editrice piccola ma prestigiosa, aveva avuto ampie testimonianze di matrimoni presto combinati e presto disfatti. Lei no, lei voleva un matrimonio duraturo come quello dei suoi genitori.

    Tamara sospirò, rammentando l’affetto e l’allegria che avevano accompagnato i primi quindici anni della sua vita, affetto e allegria che erano scomparsi quella notte in cui i genitori erano periti in un incidente stradale, lasciando Tamara alle cure di una zia di suo padre, Lilian Forbes. Naturalmente, zia Lilian aveva fatto del suo meglio, ma era stata una donna rigida e un po’ scostante, non incline a offrire le spontanee manifestazioni affettuose a cui era abituata Tamara con i genitori, perciò a poco a poco lei si era trincerata dietro una corazza di gelo che non lasciava trapelare il tumulto di sentimenti che le si agitava dentro. A causa di questo suo atteggiamento i ragazzi, attirati in un primo tempo dalla sua bellezza, ben presto si allontanavano per dedicarsi a ragazze meno attraenti ma più disponibili. Tamara era sempre sola e aveva rinunciato a sognare i fiori d’arancio come faceva buona parte delle sue coetanee per dedicarsi invece anima e corpo al suo lavoro.

    Tuttavia la solitudine le pesava e si era considerata fortunata quando Malcolm le aveva chiesto di sposarlo.

    Non che avesse accettato solo per sistemarsi. Dopotutto aveva solo ventisei anni e, vivendo in una grande città come Londra, non le mancavano certo le occasioni per degli incontri interessanti. Ma l’aveva affascinata il modo in cui Malcolm l’aveva corteggiata, un po’ all’antica, e poi il fatto che l’avesse portata a casa dei suoi genitori per ben due volte. Il colonnello Mellors e sua moglie erano stati gentili ma vagamente scoraggianti, e Tamara aveva intuito che avrebbero preferito per Malcolm una ragazza del loro ambiente. Infatti Tamara, pur avendo un lavoro ben retribuito e una certa tranquillità economica, non possedeva le conoscenze e le parentele importanti che facevano gola a gente snob come i Mellors. Il padre di Malcolm possedeva una tenuta che alla sua morte sarebbe passata al figlio, il quale per il momento si accontentava dell’ottimo stipendio di consulente finanziario che gli permetteva di mantenere un costoso appartamento a Londra, nonché la BMW che aveva acquistato poco prima del fidanzamento.

    La vita con Malcolm sarebbe stata calma e protetta, senza alti e bassi, e Tamara si chiese adesso per la prima volta se quelle erano veramente le sue aspirazioni.

    Sentendosi improvvisamente irrequieta si alzò e si avviò verso il mare, alta, snella e gelida con la sua aria scostante.

    Attraverso un ciuffo di palme che costeggiavano la spiaggia Tamara scorse una delle giovani coppie che avevano fatto il viaggio in aereo con lei: i due stavano giocando in acqua, senza fare mistero del loro amore, e Tamara si chiese come sarebbe stata la sua luna di miele. Malcolm detestava le dimostrazioni d’affetto in pubblico: aveva suggerito per il viaggio di nozze l’Algarve, dove alcuni amici dei suoi genitori possedevano una villa vicina a un campo di golf.

    Era questo che lei desiderava? si domandò Tamara: un marito che si dedicava al golf mentre lei giocava a bridge con le mogli dei suoi amici?

    Con un sospiro andò a recuperare la sua roba e andò a cambiarsi per il pranzo. Molti ospiti dell’albergo mangiavano ai tavolini sul bordo della piscina, vestiti come capitava, ma Tamara sosteneva che dopo una mattinata al sole tropicale, con il corpo interamente spalmato di olio, era indispensabile concedersi una doccia e pranzare in un luogo fresco. Normalmente si abbronzava in fretta, nonostante la carnagione chiara, ma poiché non era mai stata in paesi così caldi, ora prendeva delle precauzioni speciali per non correre il rischio di bruciarsi.

    Il complesso alberghiero di St. Stephen era veramente un luogo incantevole, con piccoli bungalow immersi nella vegetazione rallegrati dai fiori più esotici, buganvillea, ibisco e passiflora; tuttavia Tamara aveva una stanza nell’albergo vero e proprio, camera doppia, perché originariamente avrebbe dovuto partire con una collega che poi, essendo stata trasferita a New York, aveva dovuto rinunciare al viaggio. E così Tamara era partita sola.

    Malcolm aveva insistito perché si prendesse una vacanza in quanto, a causa della lunga malattia della zia, da più di due anni non si prendeva un periodo di ferie. E aveva tanto bisogno di cambiare ambiente, ora che la zia se n’era andata.

    Per raggiungere la sua stanza Tamara doveva attraversare l’atrio dell’albergo, fresco e in penombra, con il pavimento di ceramica, i mobili di bambù e una profusione di piante verdi. Il personale era straordinariamente gentile e servizievole. Tamara ricambiò i sorrisi e salì a piedi in camera sua.

    Su quell’isola nessun edificio poteva superare una certa altezza ed era piacevole potersi affacciare alla finestra e scoprire che l’unico ostacolo che si frapponeva alla vista sul mare dei Caraibi era un ciuffo di palme che si piegavano dolcemente, accarezzate dalla brezza.

    Sfilatasi il costume, Tamara constatò che la sua pelle era già delicatamente dorata. Malcolm non amava i bikini, e neppure li aveva amati zia Lilian, quindi lei non ne aveva mai comprato uno. In albergo c’era una boutique e Tamara nel passare aveva adocchiato dei capi da spiaggia veramente originali. Il suo costume da bagno invece era semplicissimo, un olimpionico blu scuro, e paragonato ai costumi dai colori sgargianti indossati dalle altre signore, appariva piuttosto triste e provinciale.

    Quel giorno la pressione dell’acqua era perfetta e Tamara assaporò il piacere di una lunga doccia rinfrescante.

    Passando dinanzi allo specchio non poté evitare di guardare il suo corpo nudo e longilineo, il seno sodo e generoso, la carnagione delicatamente rosata, nei punti protetti dal sole. Cercò di immaginare Malcolm nelle vesti di marito, e loro due insieme nell’intimità, ma la sua fantasia si rifiutò di lavorare su quell’argomento. Irritata con se stessa, Tamara tolse dall’armadio un abitino di cotone giallo, si spazzolò vigorosamente i capelli, li raccolse in un nodo sulla nuca e si infilò un paio di espadrillas.

    La sala da pranzo era più affollata di quanto aveva previsto. Tamara si era portata il solito libro che le serviva come protezione e aveva sperato di assicurarsi un tavolino lontano dalle vetrate sul mare, in modo da potersi isolare dagli altri ospiti.

    Quella speranza morì appena oltrepassò la soglia della sala, perché una signora grassoccia e bruna le fece un cenno e la chiamò con un sorriso.

    «Tamara, vieni da noi!» E indicò una delle due sedie libere al tavolo che divideva già con il marito.

    Tamara non ebbe altra alternativa che prender posto e accettare il menu che le stava passando George Partington.

    George e Dot avevano viaggiato sullo stesso aereo di Tamara. Erano due persone socievoli ed estroverse e Tamara immaginava che avessero già stretto amicizia con tutti i clienti dell’albergo.

    «Prova l’insalata di scampi e avocado» suggerì Dot. «È deliziosa.»

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