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Conquistata per capriccio (eLit): eLit
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E-book150 pagine1 ora

Conquistata per capriccio (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Le sorelle Marshall 1
Kat Marshall ha rinunciato a tutto per il bene delle sorelle minori, accettando persino di mettere da parte i propri sogni. Ora però ha un disperato bisogno d’aiuto, e l’offerta di Mikhail Kusnirovich, per quanto oltraggiosa, potrebbe addirittura trasformarli in realtà. Mikhail non ha alcun sogno da realizzare: è ricco, anzi incredibilmente ricco, ed è abituato a ottenere sempre ciò che vuole, ma la provocante Kat sembra davvero impossibile da sedurre anche per lui. Per questo, si offre di coprire tutti i suoi debiti in cambio della sua compagnia per un mese sul proprio yacht. Semplice, no?
LinguaItaliano
Data di uscita1 ott 2020
ISBN9788830515208
Conquistata per capriccio (eLit): eLit
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Conquistata per capriccio (eLit) - Lynne Graham

    Immagine di copertina:

    FluxFactory / E+ / Getty Images

    yulenochekk / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Rich Man’s Whim

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Lynne Graham

    Traduzione di Chiara Fasoli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-520-8

    1

    Mikhail Kusnirovich, oligarca russo del petrolio e magnate degli affari, si rilassò nella grande sedia di pelle del suo ufficio e guardò incredulo il suo migliore amico, Luka Volkov.

    «Trekking... Sul serio? È così che vuoi festeggiare il tuo addio al celibato?»

    «Be’, abbiamo già avuto una festa, ma era un po’ troppo per i miei gusti» ammise, le labbra contratte in una smorfia al ricordo. Di altezza media e solida costituzione, Luka era un professore universitario e da poco l’ammirato autore di un libro di fisica quantistica.

    «Devi ringraziare il tuo futuro cognato per quello» borbottò Mikhail, ricordando le spogliarelliste ingaggiate per l’occasione da Peter Gregory.

    «Peter aveva buone intenzioni» disse Luka, lanciandosi subito in difesa dell’ottuso banchiere.

    Mikhail inarcò un sopracciglio, il bel viso oscurato per l’irritazione. «Anche se lo avevo avvertito che la cosa non ti sarebbe piaciuta?»

    Luka arrossì. «Ci prova. È solo che non sempre riesce a fare la cosa giusta.»

    Lui non rispose, limitandosi a constatare con rammarico quanto il suo amico fosse cambiato da quando si era fidanzato con Suzie Gregory. Anche se i due uomini erano alquanto diversi, a parte il comune retaggio russo, erano amici fin dal momento in cui si erano conosciuti, all’università di Cambridge.

    A quel tempo Luka non si sarebbe fatto scrupoli nel dichiarare che un uomo rozzo, noioso e borioso come Peter Gregory era uno spreco di spazio sulla terra, ma ora non poteva più chiamare le cose con il loro nome, sempre attento com’era a non ferire i sentimenti della propria fidanzata.

    Mikhail sbuffò. Lui non si sarebbe mai sposato. Non avrebbe mai cambiato se stesso e il proprio modo di fare per compiacere una qualche donna. La sola idea era ridicola, per un uomo cresciuto da un padre il cui motto preferito era stato: Un pollo non è un uccello e una donna non è una persona.

    Leonid Kusnirovich amava ripetere quei versi davanti alla raffinata balia inglese che aveva assunto per occuparsi del suo unico figlio, facendola infuriare. Sessista, brutale e insensibile, Leonid non riusciva a concepire l’approccio gentile della balia nel crescere suo figlio, e temeva che questo lo avrebbe trasformato in uno smidollato.

    Ma all’età di trent’anni, nel corpo perfettamente scolpito di Mikhail Kusnirovich, nel suo metro e novanta di altezza, nel suo successo negli affari e con le donne, non vi era alcuna traccia di debolezza.

    «Ti piacerà la Regione dei Laghi, è magnifica» dichiarò Luka.

    Mikhail fece del suo meglio per non mostrarsi esasperato. «Pensavo che ti riferissi alla Siberia...»

    «Non posso chiedere molti giorni di ferie e non sono sicuro di poter affrontare la sfida degli elementi, lassù» ammise Luka, «non sono neanche lontanamente allenato come te. L’Inghilterra in primavera e una leggera attività fisica sono più adatte a me. Ma pensi di poter resistere senza limousine e un esercito di guardie del corpo, per un paio di giorni?»

    Mikhail non si spostava mai senza guardie del corpo. Si accigliò al pensiero di dover convincere il capo della sua scorta che non avrebbe avuto bisogno di lui per quarantotto ore. Stas si prendeva cura di lui fin da quando era piccolo. «Certo che posso farlo» rispose con innata sicurezza, «un po’ di privazioni mi faranno bene.»

    «Dovrai rinunciare anche alla tua collezione di cellulari» continuò Luka.

    «Per quale motivo?»

    «Non smetteresti un attimo di concludere affari, se avessi con te i telefoni. Ti conosco, e non ho intenzione di ritrovarmi a rabbrividire in cima a una montagna mentre tu valuti tassi di cambio.»

    «Se è questo ciò che vuoi, lo prenderò in considerazione» concesse riluttante.

    Due leggeri colpi alla porta preannunciarono l’ingresso di una giovane donna alta e bellissima dalla folta chioma bionda. Rivolse i grandi occhi blu verso Mikhail e disse in tono di scusa: «Il suo prossimo appuntamento è arrivato, signore».

    «Grazie, Lara. Io ti chiamerò quando sarò pronto a riceverlo.»

    Persino Luka si voltò a guardare mentre l’assistente lasciava la stanza, i fianchi minuti che ondeggiavano provocanti sotto la gonna stretta. «Sembra pronta a ricevere il titolo di Miss Universo. Voi due...?»

    Mikhail sorrise divertito.

    «Mai con una dipendente.»

    «Ma è bellissima» commentò l’amico.

    «Il potere di Suzie su di te si sta forse affievolendo?» gli chiese.

    «Certo che no» rispose Luka arrossendo. «Un uomo può guardare senza lasciarsi tentare.»

    Mikhail pensò soddisfatto che lui poteva ancora guardare qualsiasi donna e lasciarsi tentare, una posizione molto più invidiabile di quella dell’amico, che ora si sentiva costretto a reprimere i propri desideri in nome della fedeltà. Era davvero così sicuro di aver trovato l’amore eterno? O forse lui avrebbe dovuto approfittare di quel viaggio, loro due soli, per capire se Luka era ancora convinto di voler compiere tutti i sacrifici che avrebbe comportato il matrimonio? I suoi commenti su Lara erano forse un indizio del fatto che non era più completamente devoto alla futura sposa?

    Finché morte non ci separi... In salute e in malattia. Non per la prima volta, si ritrovò a reprimere un brivido di orrore, sicuro che fosse innaturale promettere una cosa simile a una donna, e per quanto riguardava il proposito quel che è mio è tuo, poi... Avrebbe dato fuoco a tutti i suoi capitali prima di ritrovarsi in una posizione finanziariamente vulnerabile.

    Kat si irrigidì sentendo il rumore del furgone postale che si avvicinava sul vialetto. Sua sorella Emmie era arrivata a casa inaspettatamente la sera prima e non voleva che venisse svegliata dal suono del campanello. Posando in tutta fretta la trapunta che stava ricamando, si diresse verso la porta d’ingresso. Il suo stomaco si strinse per la paura di ciò che il postino avrebbe potuto consegnarle. Era una paura che non la abbandonava mai da un po’ di tempo, ma aprì comunque la porta con un sorriso fermo sulle labbra generose, e mentre firmava per la consegna della temibile busta contrassegnata da un timbro rosso, mantenne orgogliosamente la mano ferma. Fatto questo si ritirò tra le solide mura della casa colonica che aveva ereditato da suo padre. La tranquillità e la pace di Birkside le erano parse un paradiso dopo l’esistenza irrequieta e piena di incertezze che aveva condotto insieme a sua madre Odette. Quest’ultima era una modella che non si era mai fermata stabilmente in un luogo per vivere una vita tranquilla, nemmeno dopo la nascita delle sue figlie. Il padre di Kat aveva sposato sua madre prima che diventasse famosa e con il tempo la sempre più sofisticata Odette aveva scoperto che gli uomini che incontrava nel corso dei suoi viaggi erano molto più interessanti del tranquillo contabile cui si era unita troppo giovane. Dieci anni più tardi, Odette aveva deciso di sposarsi una seconda volta. Quel matrimonio era però naufragato dopo la nascita delle gemelle, Sapphire ed Emerald. L’ultimo grande amore di Odette era stato un giocatore di polo sudamericano, padre della sorella più piccola di Kat, Topaz. Quando Kat aveva ventitré anni, sua madre aveva deciso di rinunciare alla custodia delle sue sorelle minori, dichiarando di non riuscire a tenere sotto controllo le gemelle. Kat aveva allora deciso di prendere le sorelle con sé, si era assunta ogni responsabilità nei loro confronti e si era stabilita insieme a loro nella Regione dei Laghi.

    Ripensare a quei giorni felici, nei quali aveva provato una tale fiducia nel futuro, la lasciava ora con l’amaro in bocca. Un ben noto senso di fallimento si impossessò di lei. Aveva desiderato così tanto poter dare alle ragazze la sicurezza di una casa e l’amore che lei non aveva mai avuto da bambina. Aprì la lettera e la lesse, per poi gettarla in un cassetto insieme a quelle che l’avevano preceduta, ugualmente spaventose nel contenuto. La banca sarebbe entrata in possesso della casa e un ufficiale giudiziario avrebbe sequestrato tutto ciò che possedeva per poi venderlo all’asta. Poco importava quante ore al giorno lavorasse, cucendo e ricamando pesanti trapunte, solo un miracolo avrebbe potuto salvarla dall’enorme quantità di debiti che aveva accumulato.

    Aveva dovuto chiedere un grosso prestito per trasformare il vecchio cascinale in un bed and breakfast. Era stato necessario dotare ogni stanza di un bagno ed espandere la cucina e la sala da pranzo. La continua presenza di clienti, nei primi anni, aveva alimentato le speranze di Kat e lei aveva chiesto un altro prestito, determinata a fare del suo meglio per aiutare le sorelle. Gradualmente, però, l’afflusso di clienti era diminuito e lei aveva capito troppo tardi che il mercato era cambiato. Molte persone preferivano un hotel economico o un intimo pub a un bed and breakfast, e inoltre la casa era situata lungo il corso di una sperduta strada di campagna, troppo lontana dalla civiltà per attrarre parecchia gente.

    Aveva riposto le proprie speranze negli escursionisti, ma molti di loro tornavano a casa la sera o avevano con sé una tenda. La recessione, poi, aveva reso i clienti una vera rarità.

    A quel punto una giovane alta e bionda, avvolta in una vecchia vestaglia sgualcita, scese le scale sbadigliando vistosamente.

    «Quel postino è così rumoroso» si lamentò Emmie. «Immagino che tu sia già in piedi da ore. Sei sempre stata mattiniera.»

    Kat si trattenne dal dirle che per molto tempo non aveva avuto alcuna scelta, con tre sorelle da svegliare e mandare a scuola e numerosi ospiti a cui pensare. Era contenta che Emmie sembrasse più disposta a parlare rispetto alla sera precedente, quando dopo essere scesa dal taxi che l’aveva riportata a casa aveva dichiarato di essere esausta ed era andata subito a letto. Per tutta la notte Kat era stata consumata dalla curiosità perché sei mesi prima Emmie si era trasferita a Londra per vivere con la madre, decisa a conoscere la donna che non vedeva da parecchi anni. Kat aveva deciso di non interferire, dopotutto Emmie era adulta ora, ma non aveva smesso neanche per un momento di preoccuparsi, ben sapendo che la persona più importante nella vita di Odette era sempre e solo Odette e che la donna non possedeva un briciolo del calore materno che ogni figlio cercava nella propria madre.

    «Vuoi fare colazione?» le chiese, riemergendo dai propri pensieri.

    «Non ho fame» rispose Emmie lasciandosi cadere su una sedia della cucina con un sospiro, «ma berrei volentieri una tazza di tè.»

    «Mi sei mancata» confidò Kat riempiendo d’acqua il bollitore elettrico.

    Emmie sorrise, i lunghi capelli biondi intorno al viso mentre si raddrizzava sulla sedia. «Mi sei mancata anche tu, a differenza del mio noiosissimo lavoro in biblioteca e dell’inesistente vita sociale di questo posto. Mi

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