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L'intervento personale di Dio - Terzo Libro di quattro della serie: Harmaghedon universale
L'intervento personale di Dio - Terzo Libro di quattro della serie: Harmaghedon universale
L'intervento personale di Dio - Terzo Libro di quattro della serie: Harmaghedon universale
E-book424 pagine6 ore

L'intervento personale di Dio - Terzo Libro di quattro della serie: Harmaghedon universale

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Info su questo ebook

La stragrande maggioranza delle persone oggi e in quel tempo viventi sulla terra non sopravvivrà alla fine di questo mondo e all'Harmaghedon Universale di Dio.

Ciò si capisce molto bene studiando l'ispirata Parola di Dio, la Bibbia.

L'idea che Dio possa distruggere milioni, anzi, miliardi di persone che considera empie può turbare qualcuno.

Ma ricordate che Dio non desidera che alcuno sia distrutto.

No, Dio non prova per nulla piacere nella distruzione dei malvagi, ma desidera che ognuno si volga dalla sua errata via ed effettivamente continui a vivere.

Dio, però, deve mantenere la sua parola e adempiere il suo proposito riguardo a questa Terra.

A tal fine, coloro che egli considera illegali e che non si comportano secondo le Sue esigenze devono sparire.

Tuttavia c'è una buona notizia, cioè che alla fine di questo mondo vi saranno milioni si persone che rimarranno in vita.

Necessita tenere bene in mente che il tempo che rimane a questo mondo corrotto, violento e ingiusto è pericolosamente breve.

L'intervento personale dell'onnipotente Dio sul genere umano significa che vi saranno "miliardi di morti, ma quantunque vi saranno pure milioni di sopravvissuti".

Ognuno di noi deve pertanto decidere se vuole essere fra quei superstiti.

Naturalmente la decisione di schierarci dalla parte di Dio e delle sue verità non può basarsi solo sul nostro desiderio o su un semplice sentimento o presentimento.

Deve essere il risultato dell'accurata conoscenza biblica su ciò che è la vera e reale volontà di Dio e metterla in pratica nella nostra vita.

E' un sollievo sapere che la fine di questo mondo non significherà la distruzione di questo bel pianeta!

E' anche un sollievo sapere che possiamo essere fra i milioni di persone che sopravvivranno per entrare in una terra purificata, in un paradiso terrestre restaurato!

Persone oggi viventi che non moriranno mai.

Desiderate essere fra i superstiti e vivere per sempre in piena salute e in gioventù? Potete esserlo, questa è una promessa che L'Onnipotente Dio e Creatore di tutte le cose esistenti ha giurato di realizzare e che ha messo per iscritto nella sua parola la Bibbia.

Che cosa determinerà se uno sarà distrutto o salvato?

Leggete la risposta in questo libro.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mag 2016
ISBN9788892607934
L'intervento personale di Dio - Terzo Libro di quattro della serie: Harmaghedon universale

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    Anteprima del libro

    L'intervento personale di Dio - Terzo Libro di quattro della serie - Sergio Felleti

    trattato.

    CAPITOLO 22

    LA PIOVRA CON I MILLE TENTACOLI DA SANTOCCHIO

    C'È UN 8 PER MILLE SEGRETO:

    ECCO DOVE FINISCE UN MILIARDO DI EURO

    Sono stati spesi nove milioni per la campagna pubblicitaria sullo tsunami ma alle vittime è andato solo lo 0,3% della raccolta.

    L'80% dei contributi assegnati sono rimasti nelle casse della Chiesa cattolica.

    La maggior parte dei finanziamenti ai vescovi viene dal fondo che raccoglie i soldi della gente che non ha fatto nessuna scelta.

    Le campagne dell'otto per mille della Chiesa Cattolica, che ogni primavera invadono l'etere, Rai, Mediaset e radio nazionali, sono considerate nel mondo pubblicitario un modello di comunicazione. Ben girate cinematografiche, splendide fotografie, musiche di Morricone, storie efficaci, a volte indimenticabili. Chi non ricorda quella del 2005, imperniata sulla tragedia dello tsunami? Lo spot apre su un fragile villaggio di capanne, dalla spiaggia i pescatori scalzi scrutano l'orizzonte cupo. Voce fuori campo: Quel giorno dal mare è arrivata la fine, l'onda ha trasformato tutto in nulla. Stacco sul logo dell'otto per mille e poi la voce: Poi dal niente, siete arrivati voi. Le vostre firme si sono trasformate in barche e reti. Zoom su barche e reti e poi la voce. Barche e reti capaci di crescere figli e pescare sorrisi. Slogan: Con l'otto per mille alla Chiesa cattolica, avete fatto tanto per molti. Un capolavoro. La campagna 2005, affidata come le precedenti alla multinazionale: Saatchi & Saatchi, secondo Il Sole 24 Ore è costata alla Chiesa nove milioni di euro. Il triplo di quanto la Chiesa ha poi donato alle vittime dello tsunami, tre milioni (fonte: Cei), lo 0,3% della raccolta. Nello stesso anno, l'UCEI, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, versò per lo Sri Lanka e l'Indonesia 200 mila euro, cioè il 6% dell'otto per mille. Un'offerta in proporzione 20 volte superiore, in un'area dove non esistono comunità ebraiche. Gli spot della Chiesa cattolica sono per la maggioranza degli italiani l'unica fonte d'informazione sull'otto per mille. Consegue una serie di pregiudizi assai diffusi. Credenti e non credenti sono convinti che la Chiesa cattolica usi i fondi dell'otto per mille soprattutto per la carità in Italia e nel terzo mondo. Le due voci occupano la totalità dei messaggi, ma costituiscono nella realtà solo il 20% della spesa reale, come conferma Avvenire, che pubblica per la prima volta il resoconto sul numero del 29/9/2005. L'80% del miliardo di euro rimane alla Chiesa cattolica.

    Tanto meno gli spot cattolici si occupano d'informare che le quote non espresse nella dichiarazione dei redditi, il 60%, vengono comunque assegnate sulla base del 40% di quanto è stato espresso e finiscono dunque al 90% nelle casse della CEI. Questo compito in effetti spetterebbe allo Stato italiano. Lo Stato avrebbe dovuto illustrare e giustificare ai cittadini un meccanismo tanto singolare di: voto fiscale, unico fra i paesi concordatari. In Spagna per esempio le quote non espresse nel cinque per mille restano allo Stato. In Germania lo Stato si limita a organizzare la raccolta dei cittadini che possono scegliere di versare l'8 o 9% del reddito alla Chiesa cattolica o luterana o ad altri culti. Il principio dell'assoluta volontarietà è la regola nel resto d'Europa. Lo Stato italiano lo adotta infatti per il cinque per mille. Anzi, fa di peggio. Il cinque per mille è nato nel 2006 per destinare appunto lo 0,5% dell'Irpef (660 milioni di euro, stima ufficiale delle Entrate) a ricerca e volontariato. Nel primo (e unico) anno hanno aderito il 61% dei contribuenti, contro il 40% dell'otto per mille: un successo enorme.

    Le sole quote volontarie ammontano a oltre 400 milioni di euro. Ma con la Finanziaria del 2007 il Governo ha deciso di porre un tetto di 250 milioni al fondo, che si chiama sempre cinque per mille ma è ridotto nei fatti a meno del due. Le quote eccedenti verranno prelevate dall'erario. Con una mano lo Stato dunque regala 600 milioni di quote non espresse alla CEI e con l' altra sottrae 150 milioni di quote espresse a favore di ONLUS e ricerca. Nella stessa pagina del modulo 730 il voto fiscale espresso da un cittadino a favore delle chiese vale in termini economici quattro volte il voto nel cinque per mille. Perché due pesi e due misure? Lo Stato in 17 anni non ha speso una parola pubblica, uno spot, una pubblicità Progresso, per spiegare il senso, il meccanismo e la destinazione reale dell'otto per mille. Ed è l'unico concorrente che ne avrebbe i mezzi, oltre al dovere morale. Gli altri alleati della chiesa vaticana: Valdesi, Ebrei, Luterani, Avventisti, Assemblee di Dio e altri dispongono di fondi minimi per la pubblicità, peraltro regolarmente denunciati nei resoconti. Mentre la Chiesa cattolica è l'unica a non dichiarare le spese pubblicitarie, riprova di scarsa trasparenza. L'unica voce a rompere il silenzio dello Stato fu nel 1996 quella di una cattolica, come spesso accade, la diessina Livia Turco, allora Ministro per la Solidarietà. Turco propose di destinare la quota statale di otto per mille a progetti per l'infanzia povera. Il cassiere pontificio, monsignor Attilio Nicora, rispose che: «lo Stato non doveva fare concorrenza scorretta alla Chiesa». Fine del dibattito. Oggi Livia Turco ricorda: «Nella mia ingenuità, pensavo che la mia proposta incontrasse il favore di tutti, compresa la Chiesa. L'Italia è il paese continentale con la più alta percentuale di povertà infantile. Al contrario la reazione della Chiesa fu durissima, infastidita, e dalla politica fui subito isolata. Ho vissuto quella vicenda con grande amarezza». La politica non ha mai più osato fare concorrenza alla Chiesa cattolica, anzi l'ha favorita con un pessimo uso del fondo. Nel 2004 i media hanno dato grande risalto alla trovata del Governo Berlusconi di utilizzare 80 dei 100 milioni ricevuti dall'otto per mille per finanziare le missioni militari, in particolare in Iraq. Degli altri 20 milioni, quasi la metà (44,5%) sono finiti nel restauro di edifici di culto, quindi ancora alla Chiesa. La percentuale di voti allo Stato italiano è crollata dal 23% del 1990 all'8,3% del 2006.

    All'atteggiamento remissivo dello Stato italiano ha fatto da contraltare una crescente aggressività da parte delle gerarchie ecclesiastiche e soprattutto dei politici al seguito, cattolici e neo convertiti, nel rivendicare il denaro pubblico. In agosto del 2007, quando la commissione europea ha chiesto lumi al Governo Prodi sui privilegi fiscali del Vaticano, nell' ipotesi si tratti di aiuti di Stato mascherati, l'ex ministro Roberto Calderoli, già protagonista delle battaglie anticlericali della Lega anni Novanta, ha chiesto al Papa di: scomunicare l'Unione Europea. Rocco Buttiglione ha avanzato un argomento in disuso fra gli intellettuali dai primi del '900, ma oggi di gran moda. Secondo il quale i privilegi concessi dallo Stato al Vaticano sarebbero: «Una compensazione per la confisca dei beni ecclesiastici dello Stato Pontificio». Un revanscismo già sepolto dalla Chiesa del Concilio. Nel 1970 papa Paolo VI aveva festeggiato con la visita in Campidoglio la breccia di Porta Pia: atto della Provvidenza, una liberazione per la Chiesa da un potere temporale che ne ostacolava l'autentica missione. Joseph Ratzinger scrive nel libro Il sale della terra: Purtroppo nella storia è sempre capitato che la Chiesa non sia stata capace di allontanarsi da sola dai beni materiali, ma che questi le siano stati tolti da altri; e ciò, alla fine, è stata per lei la salvezza. La Legge 222 del 1985 istitutiva dell'otto per mille, perlopiù sconosciuta ai polemisti, in ogni caso non accenna ad alcuna forma di risarcimento per le confische (argomento insensato nell'Italia di vent'anni fa).

    Lo scopo primario della Legge di revisione del Concordato fascista del 1929 era di garantire un sostituto della congrua, ovvero lo stipendio di Stato ai sacerdoti. Nei primi anni lo Stato s'impegnava infatti a integrare l'otto per mille, fino a 407 miliardi, nel caso di una raccolta insufficiente per pagare gli stipendi. In cambio il Vaticano accettava che una commissione bilaterale valutasse ogni tre anni l'ipotesi di ridurre l'otto per mille nel caso contrario di un gettito eccessivo. Ora, dal 1990 al 2007, l'incasso per la CEI è quintuplicato e la spesa per gli stipendi dei preti, complice la crisi di vocazioni, è scesa alla metà, dal 70 al 35%. Eppure la commissione italo-vaticana non ha mai deciso un adeguamento. Perché? Senza avventurarsi in filosofia del diritto, si può forse raccontare il percorso di uno dei componenti laici della commissione: Carlo Cardia. Il professor Cardia, insigne giurista di formazione comunista, consigliere di Enrico Berlinguer e Pietro Ingrao, ha esordito da fiero difensore del diritto negato in Italia all'ateismo: (Ateismo e libertà religiose, De Donato, 1973).

    Nel 2001 è Cardia a invocare una riduzione dell'otto per mille, in un saggio pubblicato dalla presidenza del consiglio: Dall'otto per mille derivano ormai alla Chiesa cattolica, meglio: alla Cei, delle somme veramente ingenti, che hanno superato ogni previsione. Si parla ormai di 900-1000 miliardi l'anno di lire. Il livello è tanto più alto in quanto il fabbisogno per il sostentamento del clero non supera i 400-500 miliardi. Ciò vuol dire che la Cei ha la disponibilità annua di diverse centinaia per finalità chiaramentesecondarie rispetto a quella primaria per il sostentamento del clero; e che lievitando così il livello del flusso finanziario si potrebbe presto raggiungere il paradosso per il quale è proprio il sostentamento del clero ad assumere il ruolo di finalità secondaria. Previsione perfetta. Tutto ciò - concludeva Cardia – porterebbe a vere e proprie distorsioni nell'uso del danaro da parte della Chiesa cattolica; e, più in generale, riaprirebbe il capitolo di un finanziamento pubblico irragionevole che potrebbe raggiungere la soglia dell'incostituzionalità se riferito al valore della laicità quale principio supremo dell'ordinamento. Nel tempo il professor Cardia è diventato illustre collaboratore di Avvenire, il giornale dei vescovi. I suoi temi sono cambiati: l'apologia del rapporto fra i giovani e Benedetto XVI, la lotta ai Dico e l'esaltazione del Family Day.

    Ciascuno naturalmente ha il diritto di cambiare idea. Ma è opportuno che, avendole cambiate sul giornale della CEI, continui a far parte di una commissione governativa chiamata a stabilire quanti soldi lo Stato deve versare alla CEI? Nell'ultimo editoriale su Avvenire il professor Cardia tuona contro l'inchiesta di Repubblica: Questa è una delle più colossali operazioni di disinformazione degli ultimi tempi. Senza contestare nel merito un singolo dato, nega con veemenza che la Chiesa costi troppo agli italiani e s'indigna per l'indecente accostamento con la casta. E' lo stesso professor Cardia che il 20 febbraio del 2007 dichiarò in un'intervista: Io porterei la quota dell'otto per mille al sette, vista l'imponente massa di danaro che smuove. Basti pensare che dall'84 a oggi nessuno, se non per controversie politiche, vi ha posto mano.

    Con le altre confessioni lo Stato è assai meno generoso. In risposta a un'interrogazione dei soliti radicali, nel luglio del 2007 il Ministro Vannino Chiti ha citato come prova della bontà del meccanismo: il fatto che anche i Valdesi hanno chiesto e ottenuto le quote non espresse. Chiesto sì, ottenuto mai. Incontro la moderatrice della Tavola Valdese, Maria Bonafede, il Ruini dei valdesi, nella modesta sede vicino alla Stazione Termini. Per motivi etici avevamo rinunciato alle quote non espresse, ma nel 2000, visto l'uso che ne faceva lo Stato, le abbiamo chiese. Abbiamo incontrato Governi di destra e di sinistra, il vecchio Letta e il nuovo. Ogni volta ci rinviano. Se la ottenessimo oggi, la vedremmo solo nel 2010. Lo Stato anticipa i soldi alla Cei, ma agli altri li versa con tre anni di ritardo. Ai valdesi sono andati nel 2006 circa 5 milioni 700 mila euro, ma avrebbero diritto a oltre 13 milioni. Il resto lo trattiene lo Stato. Si dice, che la Tavola Valdese usa i soldi dell'otto per mille al 94% per la carità e il rimanente alla pubblicità. Pare che i pastori valdesi vivono delle donazioni spontanee. Pare una bufala credere che lo stipendio base, uguale dalla moderatrice all'ultimo pastore, sia solo di 650 euro al mese. Maria Bonafede spiega: I soldi dell'otto per mille arrivano dalla società e vi debbono tornare. Se una Chiesa non riesce a mantenersi con le libere offerte, è segno che Dio non vuole farla sopravvivere.

    FONTE: Curzio Maltese &Il Sole 24 Ore &Avvenire ²⁹/⁹/²⁰⁰⁷

    LE PROPRIETÀ DEL VATICANO (oltre alle chiese),

    SOLO A ROMA POSSIEDE 9 MILIARDI IN CASE E TERRENI

    Il 30/5/2010 esce sull'Espresso un articolo che riporta una lista delle proprietà del Vaticano nella città di Roma.

    Proprietà al ¹⁰⁰% della chiesa Cattolica Vaticana

    ECCO LA LISTA REDATTA DA: IL GIORNALE

    (per numero civico si intende, quasi sempre, l'intero palazzo)

    SACRA CONGREGAZIONE DI PROPAGANDA FIDE:

    Corso Umberto nr. 33 ▪ Piazza di S. Giovanni della Malva nr. 12 ▪ Piazza di Spagna nr. 28 ▪ Piazza Mignanelli nr. 18 ▪Via Altino nr. 21 ▪ Via Antonio Cerasi nr. 9 ▪ Via Bocca di leone nr. 90 ▪ Via Catania nr. 97 ▪ Via Cavour nr. 279 + 285 ▪ Via Crescenzio nr. 97 ▪ Via dei Coronari nr. 14 ▪ Via dei Corridori nr. 14 ▪ Via dei Vascellari nr. 46 ▪ Via Del Babuino nr. 61 ▪ Via del Cancello nr. 22 ▪ Via del Corso nr. 34 ▪ Via del Governo Vecchio nr. 118 ▪ Via dell’Olmata nr. 46 ▪ Via dell’Orso nr. 41 ▪ Via della Conciliazione nr. 38 ▪ Via della Vite nr. 3 ▪ Via delle Quattro Fontane nr. 27 ▪ Via di S. Prassede nr. 6 ▪ Via Giuseppe Zanardelli nr. 23 ▪ Via Gregoriana nr. 23 ▪ Via Lambro nr. 2 ▪ Via Liberiana nr. 16 ▪ Via Margutta nr. 83 ▪ Via Paolina nr. 1 ▪ Via Rusticucci nr. 10 ▪ Via Sistina nr. 33 ▪ Viale delle Mura Aurelie nr. 2 ▪ Vicolo del Leonetto nr. 27 ▪ Vicolo della Campana nr. 14 ▪ Vicolo della Volpe nr. 4 ▪ Collegio Serafino Dei Frati Minori Conventuali Di S. Francesco Propaganga Fide Via Di S. Teodoro nr. 40.

    SACRA CONGREGAZIONE DE PROPAGANDA FIDE CON SEDE IN ROMA:

    Via di S. Alessandro nr. 283 ▪ Piazza di S. Maria Ausiliatrice nr. 34 ▪ Via Catania nr. 95 ▪ Via Eleonora D’arborea nr. 18 ▪ Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli Roma (Rm) Viale dei Quattro Venti nr. 104 ▪ Congregazione Di Propaganda Fide Via Di Trigoria nr. 301 ▪ Via Gioberti nr. 30 ▪ Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli Via Di Trigoria nr. 301 ▪ Sacra Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli di Propaganda Fide ▪ Piazza Trasimeno nr. 4 ▪ Via del Governo vecchio nr. 119 ▪ Via Tirso nr. 47 ▪ Via Venti Settembre nr. 98 ▪ Via Di S. Alessandro nr. 293 ▪ Viale Marco Polo nr. 77 ▪ Via Del Governo Vecchio nr. 118 ▪ Via Della Cesarina nr. 22 ▪ Via Della Conciliazione nr. 44 ▪ Via Monte Acero nr. 9.

    SACRA CONGREGAZIONE DE PROPAGANDA FIDE:

    Via Clemente X nr. 74 ▪ Via Delle Quattro Fontane nr. 29 ▪ Pia Società S.Paolo per l’Apostolato della stampa tra gli italiani all’Estero ed i popoli infedeli Via Laura Mantegazza nr. 70 Sacra Congrezione Di Propaganda Fide Via Liberiana nr. 17 ▪ Sacra Cogregazione De Propaganda Fide Viale Delle Mura Aurelie nr. 4 ▪ Santa Sede Congregazione Per L’evangelizzazione dei popoli Via Pontina snc ▪ Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli già Propaganda Fide Vicolo Della Campana nr. 17 ▪ Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli Via Del Gambero nr. 11 ▪ Via Del Gambero nr. 12 ▪ Via Del Gambero nr. 13 ▪ Via Delle Pernici nr. 14 ▪ Via Portuense nr. 95 ▪ Sacra Congregazione De Propaganda Fide Via Di Torre Rossa nr. 40 ▪ Sacra Congregazione per la evangelizzazione dei Popoli Via Ettore Ximenes nr. 15 ▪ Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli già Sacra Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli o De Propaganda Fide Via Maria Lorenza Longo nr. 14 ▪ Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli Via Maria Lorenza Longo nr. 14 ▪ Sacra Congregazione De Propaganda Fide Via Del Casaletto nr. 151 ▪ Sacra Congregazion De Propaganda Fide Roma (Rm) Via Del Monte Delle Capre nr. 29 ▪ Congregazione Di Propaganda Fide Via Di Trigoria snc ▪ Sacra Congregazione di Propaganda Fide o Sacra Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli con S F Via Giovanni Severano nr. 11 ▪ Sacra Congregazione Propaganda Fide Via Propaganda nr. 2 ▪ Via Varrone nr. 9 ▪ Via Monte Acero nr. 9 ▪ Sacra Congregazione Propaganda Fide Piazza Di Spagna 48 Via Monte Zebio nr. 19 ▪ Sacra Congregazione Del Concilio E Propaganda Fide Via Nomentana nr. 1024 ▪ Congregazione Per l’evangelizzazione dei popoli già sacra congregazione De Propaganda Fede Via Nomentana nr. Km 12 ▪ Diritto non codificato/livellario/nuda proprietà/altri diritti – Roma Sacra Congregazione De Propaganda Fide Via Nomentana nr. 1070.

    SACRA CONGREGAZIONE DE PROPAGANADA FIDE:

    Corso Umberto nr. 36 ▪ Via della Cesarina nr. 2 ▪ Via della pineta Sacchetti snc ▪ Via Nomentana nr. 1125 ▪ Congregazione Di Propaganda Fide Via Calatafimi nr. 31 ▪ Via di S. Giovanni in Laterano nr. 60 ▪ Via Gioberti nr. 30 ▪ Sacra Congregazione di Propaganda Fide Via della vite nr. 3 ▪ Via Sistina nr. 33 ▪ Sacra Congregazion de Propaganda Fide Via di S. Alessandro nr. 279 ▪ Via Monte San Vito snc ▪ Via Nomentana nr 1068 ▪ Via Pontina nr. km. 23 ▪ S. Congregazione di Propaganda Fida Via di S. Giovanni in Laterano nr. 60 ▪ Sacra Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli o de Propaganda Fide sede rm Via Padova nr. 90 ▪ Congregazione per l’evangelazzazione dei popoli Via Boncompagni nr. 37 ▪ Viale Tito Livio nr. 28.

    PROPRIETÀ AL 50%: Sagra Congregazione Propaganda Fide Via Nomentana nr. 1115.

    PROPRIETÀ - PROVINCIA DI ROMA:

    Sacra Congregazione di Propaganda Fide Castel Gandolfo (RM) Via galleria di sopra nr. 12 ▪ Congr. Evang. Popoli gia Sacra Cong. de Propaganda Fide Pomezia Via della Solfatara snc.

    TERRENI A ROMA E PROVINCIA:

    Roma (455 terreni); Pomezia (11 terreni); Castel Gandolfo (4 terreni); Vicovaro (19 terreni).

    Fonte: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/chiesa-commento-mauro/soldi-del-vescovo/soldi-del-vescovo.html

    IL VATICANO MUOVE UN PATRIMONIO DI MOLTI MILIARDI

    I dati attuali (anno 2016) sono mille volte quelli qui di seguito menzionati

    Lo Stato italiano è così complice delle truffe compiute dalla chiesa Cattolica che oltre a non farle pagare tasse e imposte (ICI, IMU, Patrimoniale ecc) sugli immobili, regala allo Stato Vaticano l'intero rifornimento del gas che consuma. La Chiesa Cattolica possiede oltre il 25% di tutto il patrimonio immobiliare italiano. Più di un terzo di Roma appartiene al Vaticano. Dalle minime informazioni che si è riusciti ad appurare, il patrimonio locale gestito dallo Banca vaticana IOR supera i 6 miliardi di euro. Come rivela un’inchiesta di Dagospia¹) solo nella città di Roma negli ultimi due anni la Chiesa ha venduto beni per oltre 50 milioni di euro. L'ultimo a essere venduto è stato un immenso complesso monastico sulla Camilluccia, alle spalle di Monte Mario. Nella stessa arteria a nord ovest della Capitale, zona Trionfale, l'immobiliarista casertano Giuseppe Statuto ha acquistato un ex convento del XVIII° secolo di importante valenza storica, con una superficie di 5 mila metri quadri, ed inserito in un'area naturale tre volte più grande.

    Ma chi è Giuseppe Statuto? È l’enfant prodige dei nuovi palazzinari romani, l'unico ad non essere sfiorato dalle disavventure giudiziarie dei «furbetti del quartierino», in arte Stefano Ricucci e Danilo Coppola. Ma soprattutto è uno dei rari operatori del settore ad avere accesso agli affari immobiliari del Vaticano. Grazie ai suoi rapporti privilegiati con la Santa Sede, attraverso la sua Michela Amari, capogruppo italiana di Giuseppe Statuto, e le altre controllate attive nella Capitale (Bixio 15, Diemme Immobiliare, Derilca, Egis), ha acquistato in questi anni numerosi immobili di pregio dismessi da congregazioni religiose, ordini e confraternite.

    Gli affari della Chiesa non si limitano certo ai pur fruttuosi rapporti con Statuto. Non potrebbe essere diversamente data l’incredibile mole di immobili che si ritrova a gestire. «Un minimo di 20-22% dell'intero patrimonio immobiliare nazionale italiano è della Chiesa», stima Franco Alemani del gruppo immobiliare Re, che da sempre assiste suore e frati nel business del mattone. Senza contare le proprietà all’estero. Per avere un'idea del patrimonio immobiliare della Chiesa universale, si può prendere come riferimento l'osservazione fatta da un membro della Conferenza cattolica di New York, che ha testualmente affermato: «Probabilmente la nostra chiesa è seconda solo al Governo degli Stati Uniti, per quanto riguarda il volume annuo di acquisizioni». Un'altra dichiarazione di un sacerdote cattolico e ripresa dalla stampa statunitense, è forse ancora più eloquente, egli disse: «La Chiesa cattolica, è considerata la maggiore azienda negli Stati Uniti. Abbiamo una filiale in ogni luogo. I nostri capitali ed il patrimonio immobiliare sono più cospicui di quelli di Standard Oil, A.T.& T. e di U.S. Steel messi assieme. Il nostro ruolo di contribuenti è secondo solo a quello degli uffici delle entrate del Governo degli Stati Uniti d'America»²).

    La Chiesa cattolica è il maggiore potere finanziario e detentore di beni oggi esistenti. È il maggior possessore di ricchezze materiali, più di qualsiasi altra singola istituzione o azienda, banca, fiduciaria, Governo o Stato dell'intero pianeta. Il papa, in qualità di amministratore ufficiale di questo immenso Eldorado, è di conseguenza il più facoltoso individuo del pianeta. Nessuno può realisticamente stimare quanto valga il suo totale patrimonio in termini di miliardi di dollari²). Questo è un patrimonio sfuggito ad ogni annuale censimento negli oltre ottant'anni seguiti al Concordato che dal 1929 regola i rapporti tra Stato e Vaticano. Come aveva sottolineato anche Francesco Rutelli, all'indomani della revisione dei Patti Lateranensi. In un acceso dibattito parlamentare dell'aprile 1985 sulla Legge che istituiva il Fondo Edifici di Culto, l'allora deputato radicale aveva fatto mettere agli Atti l'interminabile elenco dei palazzi posseduti dagli Enti ecclesiastici nella sola città di Roma per dare la consistenza reale dei beni della Curia¹).

    Lo stesso Rutelli che,una volta diventato sindaco di Roma, non si oppose alla pioggia di finanziamenti pubblici arrivata con il Giubileo del 2000: al Vaticano furono regalati ben 3.500 miliardi di lire per parcheggi e sottopassi, restauri di cappelle e palazzi, ristrutturazioni edilizie e nuovi alloggi per pellegrini¹). Ma non finisce qui. Già nel 1977 Palo Ojetti pubblicò sulla rivista l'Europeo del 7/1/1977 alcuni dati incredibili sulla città di Roma, arrivando a calcolare che ¼ della città è di proprietà della Chiesa. Pagina su pagina registrò migliaia di palazzi che in parte appartengono alle 325 congregazioni delle monache cattoliche e degli ordini monastici⁵).

    Nel 1998 Max Parisi, giornalista della Padania, tentò di fare un'indagine un po' più approfondita sulle proprietà immobiliari del Vaticano a Roma. Nel suo articolo concluse che1/3 di tutti gli immobili della capitale sono di proprietà della Chiesa Cattolica⁶). Nel 2007 Luca Iezzi, giornalista di Repubblica, diede alcuni dati davvero interessanti sulle proprietà della Chiesa a Roma: "La Santa Sede possiede 550 tra istituti e conventi, 500 chiese, 250 scuole, 200 case generalizie 65 case di cura, 50 missioni, 43 collegi, 30 monasteri, 25 case di riposo e ospizi, 18 ospedali. Sono quasi 2 mila gli Enti religiosi residenti e risultano proprietari di circa 20 mila terreni e fabbricati. Aggiungendo come le proprietà del Vaticano in Italia fossero stimate in 100.000 fabbricati, per un valore di 8-9 miliardi di euro⁷).

    Questo è un patrimonio continuamente aggiornato e incrementato dal Trading immobiliare, da sempre crescenti lasciti di denaro contante, beni e preziosi, immobili e consistenti donazioni milionarie dei fedeli (su Roma, nel 2008, se ne poterono registrare la bellezza di 8 mila)⁸). Calcolando per difetto gli esperti contano in oltre 115 mila proprietà potrebbe essere il vero tesoro vaticano in tutta Italia⁸). Il 30/5/2010 il Giornale riporta l’elenco delle case e dei terreni di proprietà della Chiesa, situati tra la Roma e provincia⁹).

    Tra gli immobili troviamo un palazzo di sei piani, di proprietà delle Orsoline, da oltre 50 mila metri quadri di superficie, situato alla fine della Nomentana all’altezza dell’Aniene¹). Le suore di Maria Ripatrarice si accontentano, esse possiedono un convento di tre piani. Dalle centralissime via Sistina e via dei Condotti, fino al Pantheon e a piazza Navona, edifici barocchi e isolati di proprietà di confraternite e congregazioni si alternano a istituzioni come la Pontificia università della Santa Croce¹). E ancora, continuando giù per il Lungotevere e l'isola Tiberina, il tutto appartiene interamente all'Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio. E poi su di nuovo per il Gianicolo, costeggiando il Vaticano fino sull'Aurelia Antica dove si innalza l'imponente Villa Aurelia, un residence con 160 posti letto, con tanto di cappella privata e terrazza con vista su San Pietro, che fa capo alla casa Generalizia del Sacro Cuore¹). Questo e tanto altro è tutto di enti religiosi. Un tesoro immenso che però non si ferma alla sola capitale. La Curia vanta possedimenti cospicui anche nelle Roccaforti bianche del Triveneto e della Lombardia: a Verona, Padova, Trento. Oppure a Bergamo e Brescia, dove gli stessi nipoti del defunto papa Paolo VI, i Montini, di mestiere fanno tutt'ora gli immobiliaristi¹). «A metà degli anni ‘90 i beni delle missioni si aggiravano intorno ai 800-900 miliardi di vecchie lire, oggi dovrebbero valere dieci volte di più», osserva l’immobiliarista Vittorio Casale, massone conclamato che all’epoca era stato chiamato dal cardinale Jozef Tomko a partecipare ad un progetto di ristrutturazione del patrimonio di Propaganda Fide, il Ministero degli Esteri del Vaticano.

    Secondo un’approfondita inchiesta del Mondo del 2007 la vera svolta sul business del mattone in Vaticano arrivò alla fine del 2002 con la nomina del cardinale Attilio Nicora alla presidenza dell'APSA (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica). Attilio Nicora fu scelto dall'allora papa Giovanni Paolo II in persona. È una figura centrale nel panorama della Santa Sede. Arrivato al vertice dell’APSA cercò di far ordine nel portafoglio immobiliare della Santa Sede, con le stesse logiche dei banchieri da lui frequentati.

    Legatissimo ad Angelo Caloia, il banchiere della banca Mediocredito Centrale che si è fatto interprete del rinnovamento dello IOR dopo il crack dell'Ambrosiano, Nicora è stato per tutti gli anni '90 assistente spirituale e stimolatore di un ristretto Cenacolo milanese, il gruppo: Cultura Etica e Finanza, nato per porre a confronto il cattolicesimo col travolgente imporsi del primato economico-finanziario³). Nicora divenne presidente dell’ASPA il 1°ottobre del 2002 a quasi due anni del Grande Giubileo del 2000, in un momento cruciale per l’ORP, l’Opera romana Pellegrinaggi. Con il Giubileo, infatti, c’è il boom del turismo religioso, un fenomeno che acquista l’attenzione crescente delle alte sfere della Chiesa. Intorno a questo nuovo business si è sviluppata l’Opera romana Pellegrinaggi di monsignor Liberio Andreatta, cui fa capo l’agenzia viaggi: Quo Vadis. Insieme al gruppo: CIT la Santa Sede mise a punto un progetto molto ambizioso per creare a Pietrelcina, il luogo natio di Padre Pio, un polo turistico religioso, con 76 milioni di euro di investimenti.

    In tutta l'Italia si contano un minimo di 3.300 case per ferie gestite da enti religiosi, con un giro d'affari annuo stimato di oltre 4,5 miliardi di euro e 200 mila posti letto¹). Solo a Roma e nel Lazio, come rivela Repubblica⁴), vi sono un centinaio di palazzi denominati: case per ferie, case vacanze erifugi per pellegrini per un totale di oltre 10 mila posti letto. Si tratta di strutture ecclesiastiche riconvertite in veri e propri hotel che hanno invaso la città. Tra queste c'è l'ex convento delle Suore Oblate di Santa Maria dei Sette Dolori di via Garibaldi 27, che oggi si chiama Donna Camilla Savelli Hotel ed è gestito da una Società privata: il palazzo, progettato dal Borromini, offre 78 camere di cui 9 suite che costano da 200 a 650 euro a notte e pacchetti che comprendono il biglietto per i Musei Vaticani. Vi è pure la Domus Carmelitana Sant'Alberto Patriarca di Gerusalemme, con tanto di rifugio per la preghiera e vista sul Castel Sant'Angelo, intorno ai 100 euro a notte⁴). «Un business di tutto rispetto: il turismo a Roma e provincia», lo spiega il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, «questo porta un indotto di 6 miliardi e 900 mila euro all'anno».

    Fonte:

    1) Dagospia, 10 Maggio 2007.

    2) Anticatechismo di K. Deschner e H. Hermann.

    3) Giancarlo Galli, Finanza bianca, 2004.

    4) Repubblica, 7/7/2010.

    5) Ojetti Paolo,L´Europeo N° 1/1977.

    6) Max Parisi, La Padania, 21.6.1998.

    7) Luca Iezzi, La Repubbica, 16.09.2007.

    8) Il Giornale, 31/5/2010.

    9) Il Giornale, 30/5/2010 - http://www.ecplanet.com/node/3330.

    CHI È L'UOMO O ENTE (o Stato) PIÙ RICCO DELLA TERRA?

    Sapreste dare una risposta alla domanda posta nel titolo? Forse già si può intuire quale potrà essere la vostra risposta: I Rothschild? I Rockefeller? I banchieri Internazionali?Bill Gates?Gli Illuminati? A tutto questo si è tentati a credere, ma leggendo l'articolo qui di seguito vi renderete conto che mancano due individui all'appello, eccoli qua: Adolfo Nicolas: Supremo Comandante dei Gesuiti, (cioè il Papa Nero) e il Papa in carica della Chiesa Cattolica Vaticana (cioè il Papa Bianco, attualmente è papa Francesco) che è agli ordini del Supremo Comandante dei Gesuiti. (Adolfo Nicolas Pachón viene chiamato Papa nero per il colore della tonaca che indossa, perché è eletto a vita come il Pontefice ed è a capo, quale Superiore dei gesuiti, del più numeroso e potente ordine religioso del mondo).

    Alcuni documentari del (DIS) Informazione sul Nuovo Ordine Mondiale si interessano tra l'altro di conoscere la realtà storica della ricchezza della Chiesa Cattolica Romana e la sua influenza sugli affari del mondo. Se è vero che il Mondo è controllato da chi detiene denaro e ricchezze, l'ipotesi che i Gesuiti, reali controllori del Vaticano, abbiano avuto e abbiano tutt'ora un'influenza predominante sugli eventi mondiali è da prendere seriamente in considerazione. I Rothschild sono emersi nel '700, la Chiesa Romana c'è da 1700 anni; 1700 anni di accumulazione di ricchezze. I Gesuiti ora controllano tutta questa ricchezza. La loro influenza è quindi così grande che, sembrerà strano, essi sono anche in primo piano nell'implementazione della Nuova Religione Mondiale, questa è il falso opposto della Satanica Chiesa Romana; infatti, come scritto in nell'articolo dal titolo: Lo Scopo Occulto delle Nazioni Unite rivelato dai loro stessi scritti, il Gesuita:Teilhard de Chardinè Padre Ispiratore del Movimento New Age tanto quanto lo sono le due Alte Sacerdotesse Teosofiche: Madame Blavatskye Alice Bailey.

    Fonte: 27/01/2011 -Smokescreens (Cap. 10 -1983) di Jack T. Chick- traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

    http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/esteri/papa-gesuiti/gesuiti-papa-nero/gesuiti-papa-nero.html

    http://it.radiovaticana.va/news/2013/05/17/padre_adolfo_nicol%C3%A1s_%C3%A8_il_nuovo_presidente_dell%E2%80%99unione_dei_superior/it1-692958.

    Il Vaticano è l'Ente più ricco della Terra

    Lo Stato Vaticano ha enormi investimenti con i Rothschild in Gran Bretagna, Francia e America; con la Hambros Bank, con la Credit Suisse di Londra e Zurigo. Negli Stati Uniti ha grossi investimenti con la Banca Morgan, la Chase Manhattan Bank, la First National Bank di New York, la Bankers Trust Company e altre. Il Vaticano ha miliardi di azioni nelle società internazionali più potenti del mondo, quali: Gulf Oil, Shell, General Motors, Bethlehem Steel, General Electric, International Business Machines, TWA, ecc. e, ad una stima prudenziale, questi ammontano a più di 500 milioni di dollari nei soli Stati Uniti. In una dichiarazione pubblicata in connessione con un prospetto obbligazionario, l'Arcidiocesi di Boston elencava il suo attivo a $ 635,891,004, cioè 9,9 volte le sue passività. Questo lasciava un patrimonio netto di $ 571,704,953. Non è difficile scoprire la ricchezza veramente sorprendente della Chiesa, una volta che

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