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Camillo Agrippa, la quintessenza del Rinascimento
Camillo Agrippa, la quintessenza del Rinascimento
Camillo Agrippa, la quintessenza del Rinascimento
E-book86 pagine51 minuti

Camillo Agrippa, la quintessenza del Rinascimento

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Come ha evidenziato Nicola Bizzi in molti dei suoi saggi, il Rinascimento italiano fu indubbiamente la principale e più palese prova di forza di alcune tenaci tradizioni misteriche sopravvissute, come un fiume carsico, all’avvento del Cristianesimo e ai secoli bui del Medio Evo. Quella straordinaria stagione nota come Rinascimento, infatti, mostra chiaramente l’impronta di questa continuità iniziatica e misterica in tutte le varie espressioni che l’hanno caratterizzata: dall’Arte alla Letteratura, dalla Filosofia fino all’Architettura alla Scienza. La riscoperta della classicità e delle sue più elevate concezioni filosofiche e la rinascita delle scienze e delle coscienze che si ebbe in Italia, e di riflesso nell’intera Europa, a partire dalla fine del XIV° secolo non fu dovuta a una semplice casualità, né tantomeno alla cieca mano del destino, bensì all’operato instancabile di grandi iniziati che decisero e presero atto che il momento era propizio per uscire dall’ombra e che l’umanità necessitava, dopo secoli di forzato oscurantismo, di un nuovo balzo evolutivo nel segno della Tradizione e degli Dei Immortali.
In questo contesto ben si inserisce la straordinaria figura di Camillo Agrippa, poliedrico matematico, astronomo e architetto del tardo Rinascimento, ma anche un grande umanista, un filosofo neoplatonico e un iniziato. Milanese di nascita, si trasferì in giovane età a Roma, dove trascorse buona parte della sua vita, realizzando importanti progetti e opere pubbliche. I suoi interessi spaziarono in ogni campo dello scibile umano, dall’Idraulica alle Scienze Naturali, dall’Architettura alla Filosofia, dall’Ingegneria navale alle Arti militari, ed è stato autore di fondamentali libri e trattati che celano al loro interno segreti messaggi rivolti a chi era in grado di comprenderli.
Per i suoi meriti e per la sua genialità Camillo Agrippa sarebbe potuto di buon grado passare alla Storia come un secondo Leonardo Da Vinci, ma la sua figura, al pari di quelle di molti altri protagonisti del Rinascimento considerati a torto “minori”, è stata invece confinata nel ristretto ambito degli studi accademici e risulta oggi quasi del tutto sconosciuta e dimenticata.
LinguaItaliano
Data di uscita25 apr 2020
ISBN9788898635610
Camillo Agrippa, la quintessenza del Rinascimento

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    Camillo Agrippa, la quintessenza del Rinascimento - Nicola Bizzi

    Τεληστήριον

    NICOLA BIZZI

    CAMILLO AGRIPPA

    LA QUINTESSENZA DEL RINASCIMENTO

    Edizioni Aurora Boreale

    Title: Camillo Agrippa: la quintessenza del Rinascimento

    Autore: Nicola Bizzi

    Collana: Telestèrion

    Con saggio introduttivo di Luca Valentini

    Editing e illustrazioni a cura di Nicola Bizzi

    ISBN versione e-book: 978-88-98635-61-0

    In copertina: Bottega di Andrea Mantegna: Occasio et Paenitentia, affresco, 1500-1505 (Mantova, Palazzo Ducale).

    Edizioni Aurora Boreale

    © 2020 Edizioni Aurora Boreale

    Via del Fiordaliso 14 - 59100 Prato - Italia

    edizioniauroraboreale@gmail.com

    www.auroraboreale-edizioni.com

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    RIFLESSI D’ANTICO:

    L’ERMETISMO RINASCIMENTALE

    E LA SACRALITÀ DEI NUMI PAGANI

    di Luca Valentini

    «Meditando sulla natura straordinaria dell’Armonia,

    che diventò il nucleo fondamentale della sua teoria della bellezza,

    Pico della Mirandola attinse abbondantemente

    alla teoria di Plutarco riguardo a Marte e Venere»¹.

    Quando si contempla il vasto panorama rinascimentale spesso si considerano in maniera superficiale diversi aspetti dimensionali, che dovrebbero esser ben distinti tra di loro, e che se confusi tracciano di tale periodo storico, fondamentalmente italiano, una rappresentazione falsata. Vi sono, a nostro parere, modalità differenziate di intendere la cosiddetta Rinascenza, quale passaggio epocale tra il mondo medievale, l’Umanesimo e la modernità. A tale questione ci si può approcciare seguendo tre direttive, che caratterizzano specifiche valenze conoscitive: la morfologia della storia, la declinazione del Sacro nella comunità e tramite la produzione artistica, la sfera criptica dell’esoterismo. Accenneremo brevemente alle prime due prospettive, essendo, poi, di pertinenza della terza l’oggetto di questa nostra disamina, offrendo, però, un’immagine d’insieme sulla fase storica in cui determinate espressioni dello Spirito si manifestano. È d’uopo comprendere, pertanto, come la prima fase storica che considereremo debba la propria nascita all’eclissarsi del Medioevo e del Sacro Romano Impero e su di essi non saranno inutili alcune considerazioni di merito, potendo essere fissati dei termini convenzionali tra il 476, anno della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, e il 1492, anno della scoperta dell’America, in cui sorge l’idea della Restauratio Romani Imperii, il Regno delle genti germaniche, dagli Ottoni a Federico II, in cui l’organismo statale ha dignificazione sovrannaturale e costituisce un’ecumene superpolitica ed universale, facendo una sola potestà col regno celeste.

    Ritorna dalla Romanità il senso che l’Imperatore, quale lex animata in terris e vertice della ordinatio ad unum sia aliquod unum quod non est pars, rappresentante di un potere che trascende la comunità di cui egli ha la direzione. In Dante l’Imperatore è un Chakravarti, il monarca universale degli Indú, impegnato a far regnare la pace (sarvabbaumika), su tutta la terra: significativo è, per esempio, il fatto che nella Divina Commedia Enrico VII di Lussemburgo, l’Imperatore e capo exoterico delle associazioni iniziatiche a cui appartenne probabilmente il poeta fiorentino, venga mostrato da Beatrice in un seggio posto nel cielo più alto².

    Non si dimentichi, inoltre, che la struttura socio-economica rifletteva l’affermazione dell’antica fides, come adesione spirituale, politica e sociale ad un Ordo superiore, che trasmutava e sublimava le parti organiche del Regno: l’ordinamento castale, infatti, in quegli anni fece la sua ultima apparizione in Occidente, sempre osteggiato da quella ibrida entità temporale e pseudo-spirituale rappresentata dalla Chiesa Cattolica, che non casualmente propiziò e favorì la contrapposizione tra i Comuni del Nord Italia e l’autorità Imperiale, contro Federico il Barbarossa prima e Federico II poi, in nome dell’autonomia, del fiorire della cultura e dei crescenti interessi economici.

    Il decomporsi di un sistema ordinatamente orientato verso l’Alto, come centro spirituale e politico della civiltà Occidentale Europea costituirà, in seguito, la nascita del mondo moderno, di una società in cui si costituiscono stati monarchici divisi

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