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Il migliore amico del mio capo
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E-book93 pagine1 ora

Il migliore amico del mio capo

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Info su questo ebook

Lo ammetto: ho una cotta per il migliore amico del mio capo. Almeno non è grave come se fosse il migliore amico di mio fratello. O il fratello del mio migliore amico, o… Lasciamo stare. Mi sono ritrovata in un cliché. 
La cosa peggiore? Il migliore amico del mio capo è anche il suo socio. Il che lo rende quasi il mio capo. Ok, nessun quasi. Gabe Laurent è off limits per me. Totalmente fuori portata. Il che è un bene, visto che posso fantasticare praticamente sempre su di lui e non lo scoprirà mai. Questo, ovviamente, fino a che non ho la geniale idea di rispondere per gioco a un quiz con domande sexy durante una riunione. E non so ancora che le risposte finiranno in mano a Gabe.
Jana Aston
fa un mestiere molto noioso, ma si ritaglia tutto il tempo che può per scrivere storie d’amore romantiche con cui sognare. I suoi romanzi sono diventati bestseller di «New York Times» e «USA Today». In Italia sono usciti Vado, sbaglio e torno e Questa volta rimango con te con la Newton Compton.
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2018
ISBN9788822719058
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    Anteprima del libro

    Il migliore amico del mio capo - Jana Aston

    Quiz sul libro

    C’è il tuo nome sopra perciò sii onesto!!!

    1) Hai letto questo libro?

    2) In quale posizione ti trovavi mentre lo leggevi?

    3) Qualcuno sa che l’hai letto?

    4) Se hai risposto tutti, congratulazioni!

    5) Grazie per averlo letto! Xoxo

    In ricordo di John Hughes

    Uno

    Sandra

    Qualche volta i meeting delle società sono proprio noiosi. Cerco di non vederla in questo modo, perché prendo seriamente il mio impiego alla Clemens Corporation e sono felice di lavorarci. Tendo a prendere la maggior parte delle cose seriamente, ma il lavoro in modo particolare.

    Sono la segretaria personale dell’amministratore delegato. È molto gratificante. Godo di tutta la sua fiducia. Ha bisogno di me. Il signor Camden si fida di me e non lo deludo mai. Questo è proprio quello che mi dice. «Sandra, non mi deludi mai». Anticipo quello che gli serve ancora prima che lui ne abbia bisogno. Mi vengono affidate informazioni riservate alle quali non possono accedere nemmeno alcuni dirigenti di alto livello. Rispetto le scadenze. Faccio parte della squadra.

    Per questo motivo cerco di prestare la massima attenzione durante i meeting. Anche durante quelli veramente noiosi. Cerco di concentrare lo sguardo dove è giusto che stia, sul relatore.

    Oggi Gabe Laurent non è il relatore. Perciò, dovrei smettere di lanciargli occhiate furtive ogni trenta secondi. Dovrei smetterla. Per fortuna, è seduto accanto al mio capo, Sawyer Camden. Fingerò di dovermi assicurare che il signor Camden non abbia bisogno del mio supporto se mi beccano mentre guardo dalla loro parte. Il che non può succedere, perché io sono molto, molto brava a nascondere gli sguardi che lancio a Gabe Laurent.

    Almeno non mi addormento. Il che sarebbe ancora peggio di essere sorpresa a fissare la mia cotta segreta. Al mio collega Preston non sta andando altrettanto bene. Gli do un calcetto sotto il tavolo e apre gli occhi. Sbatte le palpebre e fa un bel respiro, poi si raddrizza sulla sedia accanto alla mia, sposta qualche foglio davanti a sé e su uno di questi prende un appunto.

    Sta fingendo. Non ho bisogno di sbirciare per sapere che l’annotazione è uno scarabocchio. Lavoriamo insieme da circa un anno e siamo amici da altrettanto. Posso garantire che sta facendo dei disegnini o la lista della spesa. Ci è stato dato un questionario da compilare sul meeting di oggi. È anonimo – vogliono dei riscontri sinceri sulla presentazione e su cosa riteniamo utile o ciò che si può migliorare. Io l’ho riempito tutto, aggiungendo degli esempi. Ho persino descritto la riunione per i miei appunti personali. Anche se non è necessario farlo e anche se non ci sarà mai nessuno che chiederà le mie note, lo faccio comunque. È importante essere scrupolosi.

    Preston ha classificato ciascuno dei relatori con il sistema delle stelline. Per alcuni, ha annotato, Chiudi quella cazzo di bocca, accanto alla valutazione. Ora, sto dando un’occhiata al suo foglio. A quanto pare ha abbandonato il questionario e sembra che si stia facendo i fatti suoi, la penna vola sul foglio per la prima volta in più di un’ora.

    Do un’altra sbirciatina a Gabe. A dire la verità, sembra annoiarsi un po’. Siamo nell’auditorium Langdon. Questa sala riunioni ha i sedili disposti a mo’ di stadio, ideale per tenere le presentazioni. C’è un modernissimo schermo lungo la parte anteriore della stanza. I posti a sedere per duecento persone, disposti in file digradanti, consentono a tutti di avere un’ottima visuale dello schermo e del relatore. L’acustica è ideale, e davanti a ogni poltroncina c’è uno spazio di lavoro completo di caricabatterie e il sedile è ergonomico. Ma la parte migliore di questo spazio per i meeting è la visuale che si ha di Gabe. Si siede sempre nella fila davanti, vicino a Sawyer. Io prendo posto due file dietro di lui e più in alto, un luogo perfetto per nascondere gli sguardi. La mia valutazione segreta è che Gabe è annoiato.

    Me ne accorgo dalle occhiate veloci che lancia al suo orologio, dal modo in cui appoggia la testa sui polpastrelli, il gomito piegato sul tavolino davanti a sé. Sembra interessato alla relazione. Sembra assorto. Ma osservo Gabe da molto tempo. E so che è annoiato. Si avvicina e dice qualcosa al mio capo, che annuisce e sorride in tutta risposta.

    Gabe Laurent è perfetto. In ogni caso, secondo me è perfetto. È veramente troppo per me. E totalmente inaccessibile. Voglio dire, non è mica il mio capo, ma è un capo. È il responsabile finanziario della Clemens Corporation ed è anche il braccio destro di Cadmen, nonché il suo migliore amico. Si sono laureati insieme ad Harvard, e poi Gabe ha conseguito un master in Economia mentre Sawyer fondava questa società. Un anno dopo Gabe si è unito a lui ed è diventato comproprietario dell’azienda. Hanno avuto un enorme successo, entrambi milionari a venticinque anni. Nel decennio successivo il loro successo ha solo continuato a crescere rendendoli senza dubbio gli scapoli più ambiti di tutta Philadelphia, forse dell’intera costa orientale, apparentemente soddisfatti di divertirsi e di evitare di accasarsi. Sospetto però che il mio capo sia pronto a gettare la sua agendina. Una laureanda di ventidue anni di nome Everly Jensen ultimamente è l’unico oggetto delle sue attenzioni.

    L’intelligenza mi eccita. Talvolta Gabe porta questi occhiali dalla montatura spessa, un po’ da nerd. Fanno molto Klark Kent. Riescono quasi a distrarmi. E a me non piace essere distratta. La concentrazione fa parte del gioco. Concentrata, affidabile Sandra.

    Oggi li porta. O meglio li portava. In questo momento gli stanno penzolando dalla mano, la parte finale della stanghetta è piegata da una parte e appoggiata contro le labbra. Ha delle labbra perfette. Piene. Lisce. Morbide. Non ho la certezza che siano morbide, ma sono sicura che se avessi l’opportunità di verificare, avrei ragione.

    Mi distolgo dai miei pensieri quando Preston mi sbatte davanti i fogli sui quali stava lavorando. Abbasso gli occhi, concentrandomi sulla pagina in cima alla pila di documenti. Poi li sollevo e li batto sul tavolino, assicurandomi che siano tutti prima di riposare il mucchietto e concentrarmi di nuovo sullo spazio di lavoro che ho davanti. Prendo la penna in modo da essere pronta ad annotare qualsiasi cosa lui abbia potuto trascurare.

    Mi soffermo su un paio di frasi e mi blocco, facendo no con la testa mentre mi sposto per ridargli il foglio. Lui batte la mano, rimettendolo davanti a me, decretando in silenzio che non rimaneggerà il questionario. Peccato che il rumore provocato dalla sua

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