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Vietato amarti: Harmony Jolly
Vietato amarti: Harmony Jolly
Vietato amarti: Harmony Jolly
E-book167 pagine2 ore

Vietato amarti: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Principesse vere o presunte, amori appena nati e già traditi, figli da ritrovare e perdonare... Stirpe reale una miniserie per le amanti dei protagonisti di sangue blu.



Philippa Devereaux è la più giovane delle sorelle della famiglia regnante a Chantaine, un'isola nel Mediterraneo. Lei è una ragazza molto tranquilla che non ha mai deluso le aspettative della sua famiglia. Ma le cose cambiano quando Pippa incontra l'affascinante e tenebroso Nic, uno dei rampolli della famiglia Lafitte, acerrimi nemici dei Devereaux. La loro relazione è una vera e propria bomba a orologeria che potrebbe far saltare i sottili equilibri che si sono creati in anni di pressante diplomazia. Lasciare perdere? Pippa e Nic non ci pensano affatto, il loro amore viene prima di ogni altra cosa.
LinguaItaliano
Data di uscita11 dic 2017
ISBN9788858975572
Vietato amarti: Harmony Jolly
Autore

Leanne Banks

È una delle scrittrici più conosciute nel panorama degli autori dei romanzi d'amore, ne ha scritti più di quaranta. Durante tutta la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui quello del Romantic Times Career Achievement Awards nella categoria "Sensualità, amore e risate". I suoi libri sono molto apprezzati per le storie fortemente connotate dal punto di vista delle emozioni. I personaggi, poi, appaiono talmente reali, sfaccettati e calati nella realtà quotidiana che ogni lettore è in grado di ritrovarvi un po' di se stesso e della propria vita. Leanne è convinta che i lettori del genere rosa siano i migliori, perché hanno capito che l'amore è il miracolo più grande di tutti. Ed è questo che la spinge a scrivere a ritmo serrato prendendo spunto da tutto ciò che la circonda. Nonostante la grande popolarità, Leanne non ha mai voluto lasciare la sua amata Virginia dove vive con il marito e i due figli adolescenti. La scrittura non è la sua sola passione: il cioccolato, la musica e l'amore per l'avventura seguono a ruota rendendo la sua vita completa e appagata.

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    Anteprima del libro

    Vietato amarti - Leanne Banks

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Princess and the Outlaw

    Harlequin Special Edition

    © 2012 Leanne Banks

    Traduzione di Alessandra Canovi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-557-2

    Prologo

    «Che cosa ci fa lui qui?» esclamò Bridget.

    Philippa si domandava la stessa cosa. Tina, l’altra sua sorella, si chinò verso di lei. «Zach ritiene che sia un grande sostenitore della causa. Sembra che lo ammirino tutti» spiegò disgustata.

    «È evidente che non lo conoscono» affermò Bridget, dando una gomitata a Philippa. «Perché non riusciamo a sfuggirgli?» domandò in un sussurro. «Forse perché è il diavolo e riesce a essere ovunque nello stesso istante?»

    Al momento Philippa quasi concordò con la sorella. Sembrava che Nic avesse uno strano potere oscuro, su di lei.

    Aveva provato a rallentare le cose, con Nic Lafitte, ma convincere quell’uomo si era dimostrato impossibile. Nic era una forza della natura, con una volontà che rivaleggiava con qualsiasi forza distruttiva. Tifoni e tornado non avevano alcun potere, su di lui. Era riuscita a evitarlo, nelle precedenti tre settimane, ed era stata certa che lasciare il suo paese di origine, Chantaine, per fare visita alle sorelle in Texas, le avrebbe regalato altro tempo.

    Chi avrebbe mai potuto sapere che si sarebbe ritrovata a fissarlo durante un ricevimento di beneficenza in Texas, mentre ritirava un premio per le sue attività filantropiche? Philippa sapeva che lui aveva dei legami in Texas ma, con il suo lavoro, aveva legami in molti posti.

    La ragazza ebbe la sensazione che la sala da ballo cominciasse a restringersi. Il panico la soffocò. Doveva uscire. Doveva riprendere fiato. Deglutì nel tentativo di sciogliere il nodo che le serrava la gola, sentendo su di sé lo sguardo curioso delle sorelle. «Non mi sento molto bene» mormorò. «Chiedo scusa.»

    Quando Bridget si offrì di accompagnarla, Philippa fu irremovibile. «Tornerò tra qualche minuto.»

    Incamminandosi lungo il perimetro della sala, tenne la testa bassa, sperando di non attirare l’attenzione su di sé. Se solo fosse riuscita a uscire da quella stanza, si sarebbe sentita meglio, si ripeté. Fuori dalla sala e lontano da Nic. Lontano dal modo in cui lui la faceva sentire.

    Uscì e si allontanò di qualche passo, poi si appoggiò alla parete che risultò fredda al contatto con la pelle. Le sue sorelle non avevano esagerato quando le avevano detto che le estati in Texas erano infernali, rifletté chiudendo gli occhi.

    Philippa trasse diversi respiri profondi, tentando di calmare la mente e il cuore. Come si era cacciata in quella situazione? Perché? Tra tutti i suoi fratelli, lei era quella che aveva fatto il possibile per mantenere sempre un basso profilo. Essendo la quinta di sei forti personalità, non era stato difficile. Il fratello maggiore, Stefan, era stato cresciuto per comandare tutti eccetto i suoi fratelli. Philippa aveva trovato rifugio nel mondo accademico. Era molto più semplice compiacere qualche professore piuttosto che essere una principessa ed esibirsi in frequenti apparizioni pubbliche affrontando i giornalisti. Per natura, lei era sempre stata introversa. Non le erano mai piaciute le riunioni affollate, aveva sempre detestato posare per le fotografie ufficiali e non aveva mai avuto la pazienza di sostenere tutti gli sforzi che sembravano necessari per renderla presentabile.

    Quando le due sorelle maggiori avevano cominciato a concentrarsi sui loro mariti anziché sui doveri di corte, Philippa si era immersa negli studi universitari per evitare di essere sotto gli occhi di tutti. Sua sorella Bridget aveva intuito le sue intenzioni e si era irritata. Bridget era sempre stata una principessa fantastica, ma adesso aveva bisogno di una pausa, se la meritava. Philippa rabbrividì alla prospettiva di tutte le apparizioni pubbliche che avrebbe dovuto affrontare al posto della sorella.

    «Che io sia dannato» esclamò una familiare voce maschile, obbligandola a riaprire gli occhi, «se non si tratta della scomparsa Sua Altezza Philippa di Chantaine.»

    Philippa fissò gli occhi scuri di Nic Lafitte e le sembrò di non riuscire più a respirare. «Non sapevo che saresti stato qui.»

    Nic fece un mezzo sorriso. «Perché la cosa non mi sorprende?» domandò, infilandole una mano sotto il braccio. «Per fortuna di entrambi invece ci sono. Abbiamo qualcosa in sospeso. Devi venire con me. Mi faccio consegnare l’automobile in pochi secondi.»

    Il cuore di Philippa accelerò. «Non posso. Le mie sorelle mi aspettano per il resto dell’evento. Se non tornassi, avviserebbero le autorità.»

    «Non sarebbe la prima volta che la tua famiglia tenta di mettermi nei guai con la legge.» Nic si guardò intorno e la trascinò lungo il corridoio. «Se non vieni via con me, allora prenderò ciò che mi spetta da qualche altra parte.»

    «Dove mi stai portando? Questa è una follia. Devo tornare al mio tavolo. Ho bisogno...» Si interruppe quando lui aprì la porta di una stanza guardaroba e la trascinò dentro.

    La spinse contro la parete della stanza e in modo gentile, ma fermo, le afferrò le spalle. «Dimmi di cosa hai davvero bisogno, Pippa. Cosa vuoi davvero?» domandò nell’oscurità e quella voce sexy le fece girare la testa.

    Una mezza dozzina di immagini dei momenti che avevano condiviso le affollò la mente. La volta che avevano nuotato di notte. Il pomeriggio che aveva trascorso sul suo yacht. La passeggiata sul lato opposto dell’isola, quando aveva imparato così tanto su di lui e le era risultato facile parlare di sé. Nonostante la faida tra le loro famiglie, Philippa non si era mai sentita tanto attratta da un uomo in tutta la vita.

    Nic abbassò la testa e mantenne lo sguardo fisso negli occhi della ragazza, fino a quando le catturò le labbra. Il suo bacio scatenò un tripudio di emozioni dentro di lei. Lui la faceva sentire viva.

    La ragazza però si ritrasse. «Questa è una pazzia. Non funzionerà mai. È ciò che ho già provato a spiegarti.»

    «Perché no?» la sfidò. Nic la sfidava sempre. A volte con gentilezza, altre in modo più deciso. «Se io ti voglio e tu mi vuoi, cos’altro è importante?»

    Pippa si morse il labbro, nel tentativo di rimanere razionale. I membri della sua famiglia avevano causato molti guai, cedendo alle emozioni. Non voleva affrontare gli stessi problemi. «Il desiderio è un’emozione temporanea. Ci sono cose più importanti delle emozioni passeggere.»

    «Se è vero, allora perché mi hai baciato? Perché sei qui con me in questo momento?»

    Pippa udì dei rumori provenire dall’esterno e fu colta dal terrore. «C’è qualcuno» esclamò. «Dobbiamo uscire da qui.» Dirigendosi velocemente alla porta, inciampò. Nic la aiutò a ritrovare l’equilibrio e uscirono dal guardaroba.

    Entrambe le sue sorelle, Bridget e Tina, li accolsero con occhiate di furiosa disapprovazione stampate sul volto. Pippa rabbrividì.

    «Allontanati da mia sorella» intimò Bridget.

    «Deve essere lei a dirmelo, non tu» ribatté Nic.

    «La stai solo usando» aggiunse Tina. «La vuoi solo per redimere il nome della tua famiglia.»

    «Non tutti trovano riprovevole il nome della mia famiglia. Qualcuno lo rispetta.»

    «È un rispetto che avete comprato col denaro. Lascia stare Philippa» inveì Tina. «Non sarai mai alla sua altezza. Se provi un briciolo di compassione, almeno cerca di proteggere il suo nome andandotene immediatamente.»

    Nic serrò la mascella. «Me ne vado, ma sarà Philippa a prendere la decisione definitiva sul futuro della nostra relazione.» Si voltò e incontrò il viso pallido e spaventato di Philippa. «Ciao, tesoro. Chiamami quando ne avrai il coraggio. Alcune cose sono destinate a essere» aggiunse, prima di allontanarsi.

    1

    Sette mesi dopo

    Aveva cominciato a correre per praticare esercizio fisico. Questo almeno era ciò che aveva spiegato al personale della sicurezza. Sapeva però la verità. Correva per sfuggire ai ricordi. Ai ricordi e alla possibilità che vi fosse un solo uomo, per lei, e che fosse l’unico uomo che non avrebbe mai potuto avere.

    «Basta» si disse, osservando la spiaggia deserta davanti a sé. Le onde azzurre si infrangevano sulla sabbia bianca. A mezzogiorno ci sarebbero state molte persone a godersi quel luogo, ma alle sei del mattino era l’unica presente. Abbassò il volume delle cuffiette. Normalmente le faceva piacere ascoltare la musica, perché la aiutava a non pensare, ma oggi era alla ricerca di un po’ di pace. Forse il rumore delle onde l’avrebbe aiutata, rifletté, avviandosi.

    Un piede davanti all’altro, corse per due minuti, poi camminò per tre. Le si addiceva quel ritmo di allenamento. Pippa non era mai stata un’atleta e, fin da quando aveva imparato a leggere, aveva sempre preferito perdersi in un libro piuttosto che praticare sport.

    Riprendendo a correre, inalò il profumo della salsedine.

    Era una giornata con poca umidità e sentì il sudore della pelle che cominciava a evaporare. Rallentando, dopo tre minuti di corsa, bevve un sorso d’acqua e proseguì faticosamente.

    In lontananza, lungo la riva, vide una figura che camminava. L’avrebbe salutata e si sarebbe comportata in maniera amichevole. Pippa era un membro della famiglia reale e ai reali di Chantaine non era permesso essere altezzosi. Un altro corridore avrebbe potuto fingere di avere i paraocchi e proseguire a testa bassa la sua corsa, ma non una Devereaux.

    Mentre si avvicinava, notò che la figura era una donna. Aveva i capelli corti e bianchi e sfoggiava un prendisole che assomigliava a una camicia da notte.

    «Buongiorno» salutò Pippa.

    La donna distolse lo sguardo e inciampò.

    Incuriosita, Pippa fu indecisa se avvicinarsi o no. Forse quella donna era alla ricerca di un po’ di solitudine esattamente come lei. L’anziana però inciampò di nuovo e Pippa si preoccupò. «Mi scusi» esclamò, avvicinandosi a lei. «Posso aiutarla?»

    La donna scosse la testa. «No, no. Sto bene. È così bello, qui» disse con una voce cadenzata che contrastava con i lineamenti del suo viso e la fragilità del suo corpo.

    Qualcosa in lei sembrò familiare alla ragazza, ma non riuscì a identificare che cosa. La donna inciampò di nuovo. Era forse malata?

    «Sì, la spiaggia è bellissima. È sicura di non aver bisogno di aiuto? Potrei riaccompagnarla dal luogo da cui viene» propose. «O, forse, ha bisogno di un po’ d’acqua?»

    Il viso della donna si rabbuiò. «No, no. Ti prego, non farmi tornare indietro. Per favore, non...» Si interruppe e svenne davanti a Pippa.

    «Oh, mio Dio!» esclamò la ragazza, chinandosi sulla donna. Quella era una di quelle volte in cui avrebbe preferito essere accompagnata dalla sua guardia del corpo. Con delicatezza sollevò la donna, sorpresa dal suo peso esiguo, e si diresse verso una piccola macchia di palme.

    «La prego, signora. La prego» mormorò, scuotendola delicatamente. Versò poi un po’ d’acqua dalla sua bottiglietta e inumidì il volto dell’anziana. «La prego, si svegli. La prego.»

    Terrorizzata dall’idea che quella donna stesse morendo, afferrò il cellulare. Mentre stava componendo il numero della guardia di sicurezza, l’anziana batté le palpebre. I suoi occhi grandi e colmi di emozioni catturarono Pippa.

    «Si sente bene? Beva un sorso della mia acqua. Fa chiaramente troppo caldo, per lei.

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