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Il principe dello scandalo: Harmony Jolly
Il principe dello scandalo: Harmony Jolly
Il principe dello scandalo: Harmony Jolly
E-book150 pagine1 ora

Il principe dello scandalo: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Una corona per Natale 2/3
Tre fratelli, una principessa scomparsa e un mistero da risolvere entro Natale!

Sei mesi prima il principe Antonio di Casavalle aveva condiviso una notte di passione bollente con Tia Phillips, la sorella del suo migliore amico, convinto che non l'avrebbe mai più rivista. Invece adesso eccola qui, in piedi di fronte a lui, mentre gli comunica di essere incinta di suo figlio!

Un altro scandalo è proprio ciò che la famiglia Casavalle non può permettersi, così Antonio porta Tia nel suo rifugio segreto nel tentativo di proteggerla dalla pressione dei media. I giorni che passa insieme a lei sono i più felici di tutta la sua vita e Antonio non ha più dubbi: si sta innamorando di Tia. Riuscirà a persuaderla ad accettare la sua mano quando lei è convinta che lo stia facendo solo per dovere?
LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2020
ISBN9788830523128
Il principe dello scandalo: Harmony Jolly
Autore

Kate Hardy

Autrice inglese, consulta spesso riviste scientifiche per verificare i dettagli tecnici dei suoi romanzi.

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    Anteprima del libro

    Il principe dello scandalo - Kate Hardy

    successivo.

    Prologo

    Maggio

    Mancavano dieci minuti a mezzanotte e finalmente gli ospiti sarebbero tornati alle loro case.

    Esausta, Tia non vedeva l'ora che quella lunga giornata finisse. Desiderava farsi una doccia, rilassarsi sul divano e magari guardare un vecchio film con sua madre, sempre che fosse ancora sveglia.

    Dopo aver lavorato tutto il giorno al bar, quella sera si era offerta di aiutare la sua amica Sadie al gala di beneficenza organizzato in favore dei figli minorenni delle vittime delle forze armate. Lei stessa aveva perso due membri della famiglia e per niente al mondo avrebbe rinunciato a dare il proprio contributo, anche se significava servire tartine, cocktail e calici di vino agli ospiti.

    Quella sera, la sua vicina di casa, Becky, era andata a tenere un po' di compagnia a sua madre, come accadeva le rare volte in cui Grace Phillips riusciva a persuadere sua figlia a uscire.

    Tia controllò nuovamente l'orologio. Entro un'ora sarebbe stata a casa. Si consolò, pensando che il giorno seguente avrebbe cominciato il turno alle dieci.

    La sala era quasi vuota, perciò iniziò a sgombrare i tavoli, con la strana sensazione che qualcuno la stesse seguendo a distanza con lo sguardo. Curiosa di scoprire se la sua fosse una sensazione reale o soltanto il frutto della sua immaginazione, si guardò attorno.

    Con sua sorpresa incrociò lo sguardo di un uomo alto, dai capelli scuri, che stava attraversando la sala. C'era qualcosa di familiare in lui, ma all'inizio non lo riconobbe. La maggior parte delle persone intervenute al gala erano famose. Musicisti, attori, modelle... Erano tutti vestiti in modo elegante: gli uomini con lo smoking e le donne in abito lungo e scarpe costose dai tacchi alti.

    Lei non apparteneva a quel mondo altolocato.

    Era una cameriera che sapeva muoversi tra gli ospiti senza farsi notare mentre serviva bevande e stuzzichini.

    Uscita sul balcone per raccogliere i piatti e i bicchieri, le venne in mente il nome dell'uomo che l'aveva fissata. Si trattava di Antonio Valenti, Principe di Casavalle.

    Oltre a essere stato il migliore amico di suo fratello maggiore Nathan, era stato il comandante della squadra delle forze armate internazionali di cui il fratello aveva fatto parte.

    Purtroppo Nathan era rimasto ucciso durante una missione ed era stato proprio Antonio a dare a lei e a sua madre la terribile notizia. Si era presentato a casa loro in uniforme e, senza battere ciglio, aveva spiegato che il mezzo sul quale viaggiava Nathan era saltato in aria a causa di una mina.

    Sconvolta, Tia non era riuscita a dire una parola, mentre sua madre era svenuta. Il figlio aveva perso la vita nello stesso modo in cui l'aveva persa suo marito.

    Imperturbabile, Antonio era rimasto in piedi in mezzo al salotto, poi, dopo qualche minuto, se ne era andato. Pur essendo stato il migliore amico di Nathan, non aveva pronunciato una sola parola di conforto e peggio ancora, non si era presentato al funerale, come se Nathan fosse stato uno sconosciuto.

    Antonio si era limitato a inviare un biglietto di condoglianze, poi era sparito dalle loro vite.

    Tia aveva sperato di ricevere una telefonata da parte sua, o una breve visita durante la quale poter condividere alcuni ricordi di Nathan, ma non era successo.

    Possibile che suo fratello fosse diventato amico intimo di un uomo tanto freddo e arrogante?

    Probabilmente Antonio era andato alla serata di gala in veste ufficiale e non per un interesse personale nei confronti di quei bambini che avevano perso un familiare sotto le armi. Irritata, smise di pensare a lui iniziò a caricare il vassoio di bicchieri vuoti.

    Vedere Tia Phillips fece emergere in Antonio un profondo senso di colpa. Aveva visto saltare in aria la macchina sulla quale viaggiava il suo vicecomandante, e quell'esperienza lo aveva segnato in modo definitivo. L'unica consolazione era sapere che la morte di Nathan era stata istantanea e che lui non aveva sofferto, ma la perdita del suo migliore amico lo aveva devastato. Il dolore per la sua mancanza lo accompagnava ogni giorno della vita.

    Durante gli anni trascorsi nelle forze armate, la sua squadra era diventata la sua famiglia. Cresciuto a corte, gli avevano insegnato che in pubblico un principe non doveva mai lasciar trasparire le proprie emozioni. Come Principe di Casavalle ci si aspettava da lui che si comportasse con il dovuto distacco e la dovuta calma, qualsiasi fosse la circostanza.

    A lui e a suo fratello maggiore Luca, avevano insegnato che il dovere veniva prima di qualsiasi altra cosa.

    L'autodisciplina era stata rafforzata dall'addestramento militare perciò, quando aveva dato ai familiari la notizia del decesso di Nathan, si era comportato come ci si sarebbe aspettato, sebbene avesse avuto la morte nel cuore.

    Probabilmente avrebbe dovuto assumere un atteggiamento diverso, mostrare compassione e pena nei confronti della madre e della sorella del suo amico, ma temendo di esibire il proprio dolore, si era riparato dietro una corazza impenetrabile, quella del dovere.

    Quando aveva riportato indietro la salma di Nathan, Antonio gli aveva promesso che avrebbe vegliato su Grace e Tia, ma non lo aveva fatto.

    Prima che venisse celebrato il funerale era dovuto partire per un'altra missione. Disperato per non essere riuscito a salutare il suo amico per l'ultima volta, aveva scritto una lettera di scuse a Grace e a Tia Phillips, che aveva fatto impostare da Miles, sapendo che non l'avrebbero perdonato per la sua assenza.

    Aveva promesso a se stesso di recarsi a casa Phillips appena fosse tornato dalla missione, ma poco tempo dopo era dovuto rientrare in congedo speciale per la morte del padre.

    In quegli ultimi quattro mesi era stato molto impegnato ad aiutare il fratello Luca a prendere in mano le redini del principato. Il suo contributo era stato fondamentale per organizzare la cerimonia d'incoronazione e il matrimonio con la Principessa Meribel, la primogenita di Re Jorge degli Asturias, del vicino regno di Aguilarez.

    Non aveva avuto un momento per respirare, tanto che non era riuscito ad adempiere la promessa fatta a Nathan di prendersi cura di sua madre e di sua sorella.

    Poco prima che Tia uscisse sul balcone, i loro sguardi si erano incrociati, ma non avrebbe saputo dire se lei lo avesse riconosciuto. Tuttavia non poteva lasciarla andare via senza tentare di parlarle.

    Magari gli avrebbe concesso due minuti.

    «Scusate. Devo allontanarmi un attimo» mormorò Antonio agli ospiti che lo circondavano.

    Con passo deciso si avviò verso il balcone.

    Sentendo aprire la portafinestra, Tia ebbe un sussulto. Quando si voltò verso di lui, spalancò gli occhi.

    «Scusami. Non volevo spaventarti. È un piacere vederti, Tia.»

    «Grazie, Altezza» rispose lei in tono freddo. «Non m'inchino perché rischierei di rovesciare il vassoio.»

    Antonio si toccò il mento e fece una smorfia. «Non devi farmi l'inchino e per te sono semplicemente Antonio. Tuo fratello era il mio migliore amico.»

    «Sì, Vostra Altezza.»

    In fin dei conti, si disse, meritava di essere trattato con tanta formalità e freddezza dopo il modo in cui le aveva annunciato la morte del fratello.

    «Signorina Phillips» tentò, passando al lei. «Mi rendo conto che la sto importunando sul lavoro, ma crede che potremmo parlare quando avrà finito?»

    «Non saprei, Altezza, non vorrei sottrarla ai suoi ospiti» replicò Tia.

    Era un modo educato per declinare il suo invito?

    «Appena finirà il suo turno» precisò Antonio, controllando l'orologio. «È quasi mezzanotte.»

    Quando si avvide che lei stava per avanzare una nuova scusa per declinare, Antonio aggiunse, sottovoce: «La prego. Sarebbe bello parlare con qualcuno che conosceva Nathan».

    Per un momento il dolore attraversò gli occhi del principe e Tia lo notò prima che assumesse di nuovo un' espressione impenetrabile. Non doveva essere così scostante come voleva far credere. La morte di Nathan doveva aver lasciato un segno profondo nel suo cuore.

    Forse, si disse, avrebbe dovuto fare uno sforzo e concedergli una possibilità.

    «Possiamo vederci appena avrò finito il turno, tra pochi minuti, ma domani mattina devo lavorare, perciò non potrò trattenermi a lungo.»

    «Grazie. Qualche minuto basterà. Alloggio nella suite principale. Se desidera, posso farla accompagnare.»

    «Non sarà necessario.»

    Tia sapeva che il Principe Antonio era un uomo d'onore e che l'avrebbe trattata con il massimo rispetto. «Alla suite principale» confermò.

    «Ci sarà la mia scorta a attenderla. Adesso però non vorrei sembrarle sgarbato: devo tornare dai miei ospiti. Sono il promotore di questo evento.»

    Tia corrugò la fronte. Non credeva possibile che potesse essere interessato alla causa di quei bambini, ma si concesse il beneficio del dubbio. Probabilmente l'amicizia con Nathan gli aveva fatto scoprire il valore dell'empatia.

    Prima di congedarsi, Antonio le tenne la porta aperta, un gesto gentile che lei apprezzò.

    A breve lo avrebbe incontrato nella sua suite. Sebbene il principe fosse stato il migliore amico del fratello, lei e Sua Altezza si erano incontrati a malapena un paio di volte. Non si conoscevano per niente. Il vuoto che la perdita di Nathan aveva lasciato nelle loro vite era l'unica cosa che avevano in comune.

    Tia avrebbe ascoltato quello che lui aveva da dirle. Forse sarebbe riuscito a darle un po' di conforto parlandole degli ultimi giorni di vita di Nathan, perciò valeva la pena tentare.

    Finalmente, quando anche l'ultimo invitato se ne fu andato, Sadie si avvicinò all'amica e l'abbracciò. «Grazie per il tuo preziosissimo aiuto. Sono in debito con te.»

    «Non dirlo neanche per scherzo. A che cosa servono altrimenti gli amici?» replicò Tia con un sorriso. «Inoltre sai benissimo che hai promosso una causa a me molto cara.»

    Lei sorrise. «Lo so. Chiama un taxi per tornare a casa. È tardi e sei stanca. Offro io la corsa.»

    «No, grazie» rifiutò Tia, scuotendo la testa. «Non è necessario. Prenderò i mezzi. Desidero fare due passi e respirare una boccata d'aria fresca.» Dopo il suo incontro con il Principe Antonio ne avrebbe avuto davvero bisogno, ma non ne avrebbe fatto parola con Sadie.

    «Una di queste sere verrai a cena con me. Non voglio sentire ragioni» aggiunse Sadie.

    «Sì, ma dipenderà da come si sentirà la mamma» si affrettò a precisare Tia. Non sarebbe mai uscita se Grace avesse avuto uno dei suoi brutti momenti.

    La famiglia prima di tutto.

    «Oppure potrei portare la cena a casa vostra e potremmo mangiare tutte e tre insieme.»

    «Mi sembra un'idea migliore, sempre che non ti dispiaccia rimanere a casa. Mia madre ne sarà contenta.»

    Un po' di compagnia le avrebbe sollevato l'umore.

    «Perfetto. Controlla la tua agenda e scrivimi un messaggio per farmi sapere giorno e ora» la congedò Sadie.

    Era un sollievo sapere che

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