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Sortilegio d'amore: Harmony Destiny
Sortilegio d'amore: Harmony Destiny
Sortilegio d'amore: Harmony Destiny
E-book142 pagine1 ora

Sortilegio d'amore: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Tyler Logan, rampollo di una famiglia di allevatori di bestiame, ha preferito lasciare il ranch per dedicarsi alla sua passione, la medicina. Ha sempre evitato le relazioni sentimentali impegnative, ma quando conosce Jill, esperta in pubbliche relazioni, in barba all'antica maledizione che si dice gravi sulla famiglia, decide di conquistarla. Reduce da un matrimonio fallito e dalla perdita di un figlio, Jill ha deciso di concentrarsi sulla carriera e di rinunciare all'amore, ma il giovane pediatra...
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2016
ISBN9788858955963
Sortilegio d'amore: Harmony Destiny
Autore

Leanne Banks

È una delle scrittrici più conosciute nel panorama degli autori dei romanzi d'amore, ne ha scritti più di quaranta. Durante tutta la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui quello del Romantic Times Career Achievement Awards nella categoria "Sensualità, amore e risate". I suoi libri sono molto apprezzati per le storie fortemente connotate dal punto di vista delle emozioni. I personaggi, poi, appaiono talmente reali, sfaccettati e calati nella realtà quotidiana che ogni lettore è in grado di ritrovarvi un po' di se stesso e della propria vita. Leanne è convinta che i lettori del genere rosa siano i migliori, perché hanno capito che l'amore è il miracolo più grande di tutti. Ed è questo che la spinge a scrivere a ritmo serrato prendendo spunto da tutto ciò che la circonda. Nonostante la grande popolarità, Leanne non ha mai voluto lasciare la sua amata Virginia dove vive con il marito e i due figli adolescenti. La scrittura non è la sua sola passione: il cioccolato, la musica e l'amore per l'avventura seguono a ruota rendendo la sua vita completa e appagata.

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    Sortilegio d'amore - Leanne Banks

    successivo.

    1

    «Ha decisamente un'ottima fama» disse Clarence Gilmore, gli occhi fissi sulla donna che anche Tyler Logan stava guardando.

    Vagamente consapevole dell'intensa animazione che regnava nella sala dove si teneva la festa di chiusura del convegno dell'Associazione Ospedaliera, Tyler osservò Jill come avrebbe osservato un cervo durante la stagione di caccia. Il suo aspetto esteriore meritava sicuramente una seconda occhiata: capelli luminosi di un caldo castano scuro, occhi verdi intelligenti e un corpo morbido e sodo dalle piacevoli curve che il tailleur nero dal taglio classico lasciava discretamente immaginare: seno piccolo e pieno, vita sottile, fianchi dalle curve assolutamente rispettabili.

    Probabilmente un altro uomo non avrebbe notato quei particolari, ma lui andava sempre oltre le apparenze, e ciò che lo attirava in quella particolare donna era il modo in cui guardava la persona con cui stava parlando: anche a più di venti metri di distanza, riusciva a sentire l'intensità del suo sguardo.

    «Che cosa sai di lei?» chiese a Clarence.

    «Che è una PR eccezionale e di conseguenza molto ricercata. Non hai idea di cosa sia riuscita a fare per il Centro Oncologico di Minneapolis» rispose Clarence.

    «Allora prendiamola.»

    Clarence sorrise divertito. «Voi chirurghi non avete la minima idea degli aspetti economici della sanità.»

    «Per fortuna» ribatté Tyler. «Se dovessimo pensare a quelli invece che alla chirurgia avremmo molti più morti. Se quella donna è la persona che ci serve per riuscire a costruire il nuovo reparto pediatrico, assumiamola.»

    «Non credo sia facile. Prima di tutto ci costerebbe troppo, in secondo luogo non è detto che non sia già impegnata con qualche altro ospedale, e nemmeno che accetterebbe di lavorare per una struttura piccola come la nostra.»

    «Chiediglielo, Clarence.»

    «Mi sono già informato su di lei in precedenza. Sembra che non accetti di occuparsi di progetti che riguardano i bambini.»

    «Davvero?» chiese lui stupito.

    Clarence annuì.

    «Be', non è detto che non sia tipo da accettare una nuova sfida» commentò Tyler come fra sé.

    «Non credo sia il caso di contattarla.»

    «Ho tutta l'intenzione di farlo, invece. Non siamo venuti a questo congresso per presentare il nostro progetto riguardante il nuovo reparto di chirurgia infantile?»

    «Sì, ma...»

    «Quella donna è la persona di cui abbiamo bisogno, quindi le proporrò di lavorare per noi.»

    L'uomo col cappello da cowboy aspettava pazientemente dietro il signor Waldron, un suo vecchio cliente. Jill cercava di non guardarlo, ma non era facile. Più alto della maggior parte degli uomini presenti nella sala, con un'aria tranquilla e determinata, era un po' troppo bello per i suoi gusti, si disse, ostentava una sicurezza in se stesso che poche persone erano in grado di permettersi e la sua insistenza nel cercare di attirare l'attenzione le comunicava una strana inquietudine.

    Come il suo interlocutore si distrasse per salutare qualcuno che stava passando, l'uomo si fece avanti e le disse: «Buongiorno. Sono il dottor Tyler Logan del Forth Worth General Hospital. Felice di conoscerla».

    «Jill Hershey, esperta in reperimento fondi» si presentò Jill e gli presentò Waldron come amministratore capo del Cincinnati University Hospital.

    «Al Forth Worth General Hospital abbiamo bisogno di lei, signorina Hershey» le disse Tyler.

    Lei sbatté ripetutamente le palpebre. Anche se negli ultimi tre anni il suo successo era aumentato in modo esponenziale, non era abituata a quel tipo di approccio. «Mi ha letteralmente presa alla sprovvista» gli confessò dopo qualche secondo.

    Waldron si congedò e loro due rimasero soli. «Dottor Logan...» iniziò Jill.

    «Tyler» la corresse lui.

    Di nuovo sorpresa, lei annuì. La maggior parte dei medici teneva terribilmente al proprio titolo. «Qual è la sua specializzazione?»

    «Cardiologia pediatrica. Chirurgia.»

    A Jill si contrasse lo stomaco, ma arrangiò un sorriso. «Una specializzazione molto interessante, ma... Non ho mai fatto molto, in questo campo.»

    «Come mai?»

    Di nuovo lei si sentì spiazzata. «Mi sento più portata verso altre specializzazioni.»

    «I bambini non le piacciono?»

    «Mi... piacciono moltissimo, ma...» Jill sbatté di nuovo le palpebre. Avrebbe voluto voltare le spalle a quell'uomo impertinente che senza saperlo aveva toccato il suo punto più vulnerabile. «Come le ho già detto mi sento più portata verso altre specializzazioni e comunque di solito lavoro per strutture più grandi.»

    «Non sembra il tipo che ama restare intrappolata in una routine.»

    Le tempie presero a martellare. «Routine?» ripeté Jill.

    «Ha tutta l'aria di aver bisogno di una nuova sfida.»

    Jill non sapeva se la irritava di più l'arroganza della sua supposizione o il fatto che avesse colto nel segno. «Dottor Logan...»

    «Tyler» la corresse nuovamente lui con un lampo divertito negli occhi.

    «Tyler, io di solito accetto solo gli incarichi che mi vengono suggeriti dal mio direttore. Se siete interessati alle mie prestazioni dovete contattare Jordan Grant. Troverà sia il nostro numero di telefono che il fax nei depliant della conferenza. È stato un piacere conoscerla.»

    Lui annuì lentamente, riflettendo come se avesse capito più cose di quante lei non volesse.

    Jill girò sui tacchi e si allontanò, turbata e insieme sollevata. «Ricordi. La mia è una sfida, signorina Hershey.»

    «Prego?» disse lei voltandosi.

    «La sto sfidando ad accettare di lavorare al Forth Worth General Hospital per aiutarci a far vivere più a lungo dei bambini e farli stare meglio» rispose Tyler guardandola intensamente negli occhi.

    Jill non avrebbe dovuto vacillare. Aveva anni di professione alle spalle e difficilmente faceva delle sciocchezze. Non era una codarda e sapeva come proteggere se stessa. Una settimana dopo che il dottor Logan le aveva audacemente lanciato la sua sfida era riuscita a rimuovere dalla sua mente sia lui che il suo ospedale. Si rifiutava di essere manipolata, ma a poco a poco la sua proposta riprese a tormentarla. Logan non si era reso conto di quanto quella sfida fosse grande, non aveva idea di averle offerto l'opportunità di superare la sua pena più segreta o di esserne sopraffatta.

    Era per questa ragione che adesso stava organizzando il suo ufficio presso il Forth Worth General Hospital. Guardò oltre la finestra il centro di quella che veniva definita la città delle mandrie. Alcuni isolati più in là sorgevano i vecchi recinti per il bestiame, la statua del leggendario cowboy William Pickett e il Billy Bob's Bar che, come le avevano spiegato, era il più grande saloon del Texas. Ovunque la portava un progetto, aveva imparato che meglio conosceva gli abitanti del luogo più il lavoro sarebbe stato facile, e quindi, in questo caso, avrebbe dovuto trasformarsi temporaneamente in una cowgirl: la più grande delle sfide, dato che lei non mangiava carne!

    Durante la sua permanenza a Forth Worth quell'ufficio sarebbe stato il suo angolo sicuro, un luogo in cui chiudersi alle spalle la porta e respirare profondamente, un'isola di pace e creatività. Il suo santuario.

    Qualcuno bussò leggermente alla porta e poi l'aprì. «Benvenuta a Forth Worth.»

    Lo stomaco di Jill si contrasse. Quella voce l'aveva tormentata durante tutto l'ultimo mese. Quell'uomo non era importante di per se stesso, si disse, ma rappresentava una porta attraverso la quale sarebbe dovuta passare per essere di nuovo in pace con se stessa. Si voltò e incontrò i suoi occhi azzurri. L'assurda combinazione del camice bianco, dello stetoscopio con un minuscolo orsetto attaccato alla cannula di gomma che gli pendeva dal collo e del cappello da cowboy che portava in testa, la spiazzò. Anche se Tyler Logan era molto alto, aveva le spalle ampie e la classica bellezza degli uomini bruni, la presenza di quell'orsetto avrebbe dovuto sdrammatizzare il suo sex appeal, ma non era così, constatò.

    «Grazie» gli rispose.

    «Come mai ci ha messo così tanto ad arrivare?»

    Jill ridacchiò, rilassandosi. «Era sicuro che sarei venuta, vero?»

    «Lo speravo. Vedrà. Stare qui le piacerà. Comunque non ha risposto alla mia domanda. Come mai ci ha messo tanto?»

    «Perché dovevo portare a termine un altro progetto e sistemare parecchie cose. Lei è sempre così diretto, con la gente?»

    «Be', direi di sì. Soprattutto per quanto riguarda il lavoro. Alcune persone si innervosiscono parecchio, per questo. Succede anche a lei?»

    «No» rispose Jill un po' troppo in fretta.

    «Bene, dal momento che dovremo lavorare insieme.» Tyler sorrise. «E così adesso è qui. Perché sta fissando Wild Cody?»

    «Wild Cody?»

    «Il mio orsetto. Lo fissa come i miei bambini.»

    «Be', non è che si vedano spesso degli stetoscopi con attaccati degli orsetti.»

    «Serve a distrarre i bambini» spiegò Tyler prendendole la mano sinistra, poi le prese fra due dita l'indice, trasse da una tasca un minuscolo orsetto con un nastrino e glielo legò al dito a mo' di anello. «Adesso fa ufficialmente parte del nostro staff di aggiusta cuori.»

    Perché il suo cuore batteva a quel modo? si chiese Jill esasperata. Guardò lo strano anello e sospirò. Poi, stranamente commossa, sorrise. «Grazie. Li regala a tutti i suoi pazienti?»

    «Sa che è una bellissima idea? Devo dire a Clarence di ordinarne una certa quantità.» Tyler sorrise e le strinse la mano fra le sue. «Che brava! È appena arrivata e mi ha già dato un'idea fantastica! Gliel'avevo detto che avevamo bisogno di lei.»

    «Le idee sono la parte più facile, nel mio lavoro. Quella difficile deve ancora venire» ribatté, e pensò che lui non aveva la minima idea di quanto sarebbe stato arduo per lei.

    «Evidentemente aveva davvero bisogno di una sfida, Jill.»

    «Come fa a dirlo, dal momento che non mi conosce?»

    «Potrei risponderle che la sua reputazione l'ha preceduta. Oppure che avevamo bisogno di lei qui al Forth Worth General Hospital perché ha delle bellissime gambe. O che riconosco uno spirito affine non appena lo vedo.»

    «Cos'è? Un quiz multiplo?» ribatté lei con un tono che tradiva una certa insofferenza. Tyler Logan era un dongiovanni, pensò contrariata. Il suo ex marito era stato altrettanto affascinante, altrettanto sicuro di sé e un impenitente dongiovanni, rifletté, e lei non aveva nessuna voglia di rileggere quel libro un'altra volta. «Non credo che...»

    «Salve!» esclamò una ragazza grassottella dalla soglia. «Buongiorno, dottor Logan!» aggiunse poi entrando.

    «Ciao,

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