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Una segretaria al bacio: Harmony Jolly
Una segretaria al bacio: Harmony Jolly
Una segretaria al bacio: Harmony Jolly
E-book167 pagine2 ore

Una segretaria al bacio: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Lui, Maxwell Carter, un principe di Chantaine? Pare proprio di sì! E adesso i fratelli vogliono conoscerlo. Arrivato a destinazione si rende conto che il regno dei Devereaux, per la sua posizione strategica, potrebbe aiutarlo negli affari. Per questo motivo invita la propria assistente Sophie Taylor a raggiungerlo. Per Max, Sophie è sempre e solo stata una collaboratrice. E allora, come mai appena il suo sguardo si posa sulla ragazza, il primo pensiero è quello di baciarla sino a farle perdere la cognizione del tempo?
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2018
ISBN9788858990452
Una segretaria al bacio: Harmony Jolly
Autore

Leanne Banks

È una delle scrittrici più conosciute nel panorama degli autori dei romanzi d'amore, ne ha scritti più di quaranta. Durante tutta la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui quello del Romantic Times Career Achievement Awards nella categoria "Sensualità, amore e risate". I suoi libri sono molto apprezzati per le storie fortemente connotate dal punto di vista delle emozioni. I personaggi, poi, appaiono talmente reali, sfaccettati e calati nella realtà quotidiana che ogni lettore è in grado di ritrovarvi un po' di se stesso e della propria vita. Leanne è convinta che i lettori del genere rosa siano i migliori, perché hanno capito che l'amore è il miracolo più grande di tutti. Ed è questo che la spinge a scrivere a ritmo serrato prendendo spunto da tutto ciò che la circonda. Nonostante la grande popolarità, Leanne non ha mai voluto lasciare la sua amata Virginia dove vive con il marito e i due figli adolescenti. La scrittura non è la sua sola passione: il cioccolato, la musica e l'amore per l'avventura seguono a ruota rendendo la sua vita completa e appagata.

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    Anteprima del libro

    Una segretaria al bacio - Leanne Banks

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    How to Catch a Prince

    Harlequin Special Edition

    © 2013 Leanne Banks

    Traduzione di Alessandra Canovi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-045-2

    1

    «Devi andare» insistette Sophie Taylor per l’ennesima volta.

    Max Carter volse lo sguardo fuori dalla finestra della roulotte che fungeva da ufficio temporaneo e provò un senso di soddisfazione nel vedere il progetto del ponte finalmente ultimato. La nuova struttura brillava sotto il sole australiano ed era la dimostrazione del suo successo.

    «Ho troppo da fare» rispose, riportando l’attenzione sulla sua assistente Sophie che lavorava per lui già da quattro anni. «Devo visionare dei documenti e cominciare a studiare il nuovo progetto.»

    Sophie lo fissò, contrariata.

    «Non ti ucciderebbe prenderti una breve pausa. Stanno per cominciare le vacanze di Natale. Non posso credere che tu voglia rinunciare senza nemmeno riflettere un momento. Si tratta della tua famiglia.»

    Max sollevò gli occhi al soffitto. Permetteva a poche persone di discutere con lui a quel modo, ma Sophie aveva dato prova del proprio valore più di una volta. Non aveva mai rispettato tanto una donna. Anche adesso, mentre lei lo fissava con aria dolcemente accusatoria da dietro gli occhiali, si sentì in dovere di ascoltarla.

    Sapeva bene che dietro quegli occhi color cioccolato e la massa di capelli ricci vi era una mente veloce e attenta.

    «Perché ti importa tanto questa faccenda? Non si tratta della tua famiglia.»

    «Non voglio che tu abbia qualche rimpianto.»

    Max sospirò, ricordando il giorno in cui i due rappresentanti della Casa Reale dei Devereaux lo avevano raggiunto in cantiere. Le parole che avevano pronunciato erano rimaste impresse nella sua mente, tormentandolo come un ritornello fastidioso che non riusciva a dimenticare.

    Il vostro padre biologico era il Principe Edward di Chantaine.

    «Non è la mia famiglia, Sophie. Non posso credere che quei principi siano entusiasti all’idea che il loro nobile padre abbia avuto un paio di figli illegittimi con un’attricetta americana.» Nonostante avesse sempre saputo di essere stato adottato, Max non si sarebbe mai sognato che i suoi genitori biologici fossero un principe e un’attrice!

    «Che dire allora di Coco Jordan?» domandò Sophie, riferendosi all’altra figlia che il principe e l’attrice avevano avuto. «È tua sorella di sangue. Non hai voglia di conoscere almeno lei? E poi, chissà... magari lei ha voglia di conoscerti. Potresti provare a tenere in considerazione anche i sentimenti di un’altra persona, invece che solo i tuoi. Non hai forse detto che entrambi i suoi genitori sono morti? Lei non ha nessuno, adesso. Nessuno eccetto te.»

    «Lei non ha me» ribatté Max, sentendo però nel profondo una sensazione di obbligo. «Non sarei in grado nemmeno di riconoscerla.»

    Sophie corrugò ancor più la fronte. «Forse dovresti darle una possibilità.»

    A quel punto Max sospirò poi spostò lo sguardo sulla roulotte che era diventata il suo ufficio e la sua abitazione. Il modellino del ponte che aveva appena finito di costruire era posato sulla sua scrivania. Un piccolo albero di Natale brillava in un angolo. Due cani di peluche erano accanto alla scrivania di Sophie. La ragazza ripeteva spesso di desiderare un cane, ma non sarebbe stato possibile trascinare un cucciolo in tutti i posti intorno al mondo in cui Max si spostava per lavoro. Da quando avevano cominciato a collaborare, aveva capito che Sophie era la migliore assistente che potesse avere, nonostante le lamentele per il desiderio di avere un cane. La ragazza lo aiutava a risolvere i problemi, anticipava le sue necessità. Grazie al cielo non aveva mai ceduto al desiderio di fare sesso con lei, perché era certo che questo avrebbe rovinato la miglior relazione che lui avesse mai avuto con una donna.

    Se non fosse stata la sua assistente, sarebbe potuta essere la donna perfetta, per lui. Di poche pretese, poco impegnativa e niente affatto appiccicosa. Ma sapeva che, sotto il lato pratico, la ragazza aveva un cuore romantico. Anche se aveva acconsentito a seguirlo in giro per il mondo, sapeva che lei sotto sotto desiderava avere un marito e dei bambini, oltre al famoso cane, e questo lo metteva a disagio.

    A causa delle sue passate relazioni disastrose, aveva imparato a evitare le donne che volevano storie romantiche, una casa e un focolare. «Non mi darai tregua fino a quando non andrò a Chantaine, vero?»

    Lei lo guardò da dietro gli occhiali, con determinazione impenitente. «Sì.»

    «D’accordo. Andrò» acconsentì lui. «Per un giorno. Solo un giorno poi tu non mi guarderai più con quella espressione accusatoria dipinta in volto, facendomi sentire colpevole.»

    Sophie sorrise. «Un giorno sarà sufficiente.»

    Max ebbe la sensazione di annegare, davanti a quell’espressione. Era come se lei sapesse qualcosa che a lui sfuggiva. Non era una cosa positiva.

    Max partì il giorno seguente, diretto a Chantaine, per conoscere i suoi nuovi parenti, mentre Sophie iniziò a dedicarsi alle ultime questioni legate al progetto appena terminato. Terri Caldwell, una delle altre assistenti, la raggiunse nella roulotte.

    «Come sta andando?»

    «Ho un milione di pagine da visionare» rispose Sophie, senza sollevare lo sguardo dallo schermo del computer portatile.

    «Questo è ciò che si ottiene quando si è così efficienti» scherzò Terri. «E quando si perde la testa per Max Carter.»

    Sophie fece una smorfia. Di quasi dieci anni più anziana di lei, Terri era una donna americana, brava e onesta. Suo marito era un camionista e lavorava negli Stati Uniti, ma si vedevano non appena era loro possibile. Terri aveva accettato quel lavoro in Australia per pagare il college ai due figli gemelli. Le due donne erano diventate amiche, specialmente negli ultimi due mesi. Terri era abbastanza intuitiva da aver compreso i sentimenti che lei nutriva per Max e Sophie aveva apprezzato sempre più la discrezione dell’altra donna.

    «Non infierire. Un giorno o l’altro mi passerà. Forse prima del previsto. Desidero davvero avere un cane e non posso averlo fino a quando lavorerò per Max e gli permetterò di trascinarmi in giro per il mondo.»

    «Quello che mi stupisce è che lui sembra non accorgersi dei tuoi sentimenti per lui, mentre tutti gli altri lo vedono chiaro come il sole» affermò Terri, appoggiandosi alla scrivania di Sophie.

    Lei provò una stretta al cuore. «Max non mi vede come una donna. Per lui sono solo la sua assistente.»

    «Be’, certo, tu sei la sua assistente» concordò Terri con un cenno del capo. «Ma sei anche una donna. Non hai mai pensato di agire in modo da farglielo capire?»

    A quelle parole Sophie smise di digitare sulla tastiera e guardò Terri. «Non sono sicura di come fare. Non sono il tipo da indossare magliette scollate o gonne corte. Non mi trucco molto, ma credo comunque di essere femminile.»

    «Certo che lo sei. Mi domando se Max si darebbe una mossa, se solo avesse un po’ di concorrenza.»

    Sophie scosse la testa. «Non è il mio modo di fare.»

    «A volte gli uomini hanno bisogno di una piccola spinta. Devi pensare fuori dagli schemi. A meno che non ti piaccia l’idea di avere un amore non corrisposto per il resto della vita.»

    Lei sospirò, ricordando la prima volta che aveva incontrato Max. Ne era rimasta ammaliata. Lui era come un Indiana Jones delle costruzioni stradali. Aveva imparato presto ad anticipare le sue esigenze professionali mentre Max aveva imparato, non altrettanto velocemente, a capire quanto lei potesse essere preziosa per lui. Sebbene i suoi sentimenti per lui fossero diventati più profondi col passare degli anni, da parte di Max era cresciuto solo il rispetto professionale nei suoi confronti, e nulla di più.

    Sophie aveva sperato e desiderato, ma tra loro non era mai nato nulla di romantico. Aveva visto Max frequentare molte donne, tutte relazioni brevi, e questo l’aveva fatta soffrire enormemente.

    In un certo senso, la relazione con lei era la più lunga che lui avesse mai avuto con una donna.

    Il problema era che Max non la vedeva come una donna.

    «Magari durante le vacanze di Natale potrò tornare a casa e prendere finalmente un cane. In questo modo mi passerà la cotta che ho per Max. Non stargli vicino mi aiuterebbe a dimenticarlo.»

    «Sarebbe più semplice se non fosse così bello» sospirò Terri.

    «Posso sorvolare sul suo aspetto fisico, ma è il suo modo di comportarsi che mi conquista» ribatté Sophie. «Quando vuole, riesce a essere maledettamente affascinante.»

    «Riesce a essere anche un tiranno. Ci fa lavorare per ore interminabili.»

    «È vero, ma lui lavora più di tutti e noi siamo ben ricompensati. Il vero problema per me è che lui è troppo buono. Ripete sempre di interessarsi solo a se stesso, ma in ogni posto dove andiamo riesce a coinvolgere tutti in qualche progetto di beneficenza» affermò Sophie, indicando la pila di regali accanto all’albero di Natale. «Quelli sono per i bambini costretti a rimanere in ospedale durante le vacanze di Natale. Se solo fosse egoista e indifferente come dice di essere...»

    «Sei uscita con qualche altro uomo, da quando conosci Max?» domandò Terri.

    La verità le bruciò.

    «Sì. Quattro volte. Sempre durante le vacanze.»

    «Caspita! Quattro volte in quattro anni.» Terri scosse la testa. «Ti sfido a conoscere sei uomini durante queste vacanze.»

    «Come credi che potrei fare?»

    «On-line. Puoi fissare un appuntamento in un batter d’occhio.»

    «Credo che preferirei infilarmi una matita, in quell’occhio!» esclamò Sophie, senza fiato.

    «Devi fare qualcosa» insistette Terri a quel punto. «Devi decidere se domare il cavallo o lasciarlo andare via per sempre.»

    Dall’aereo Max non poté vedere molto di Chantaine perché arrivò di sera. Cercò comunque delle immagini sul computer e scoprì un paese meraviglioso, che sembrava combinare gli scorci mediterranei della Grecia con la raffinatezza francese e il fascino italiano. Durante la ricerca, osservò anche le fotografie dei suoi cosiddetti nuovi fratelli. Il maggiore, il Principe della Corona Stefan, era descritto come un gran lavoratore, molto più serio del loro padre biologico, il Principe Edward. Sembrava che al Principe Edward fosse molto più interessato ad andare in barca e vivere come un playboy, piuttosto che a regnare.

    Max immaginò che il matrimonio fallito dei suoi genitori adottivi fosse il motivo per cui lui non si era mai sposato. Suo padre e sua madre litigavano quasi sempre e, al culmine dei litigi, l’uomo se ne andava per giorni, abbandonandoli. Era sempre stato grato ai genitori per le opportunità che gli avevano offerto, ma la loro discordia gli era pesata come un macigno, fin dalla prima volta che li aveva

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