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Ricatto sotto i riflettori: Harmony Destiny
Ricatto sotto i riflettori: Harmony Destiny
Ricatto sotto i riflettori: Harmony Destiny
E-book142 pagine1 ora

Ricatto sotto i riflettori: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Anni dopo aver lasciato Hollywood, l'ex attrice Gwen McCord si trova a dover affrontare il suo ruolo più difficile. Il PR di una delle maggiori case produttrici di Hollywood, Luc Hudson, annuncia al mondo intero il loro fidanzamento. Peggio ancora, si sta trasferendo da lei. Costretta a reggere il gioco per proteggere la sorella nei guai, Gwen torna rapidamente a far parte del mondo falso e scintillante di Luc, fatto di prime visioni e giochi di potere tra capricciose celebrità. Ma il vero pericolo è proprio lui, il suo appassionato, finto fidanzato.
LinguaItaliano
Data di uscita9 ott 2018
ISBN9788858988060
Ricatto sotto i riflettori: Harmony Destiny
Autore

Leanne Banks

È una delle scrittrici più conosciute nel panorama degli autori dei romanzi d'amore, ne ha scritti più di quaranta. Durante tutta la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui quello del Romantic Times Career Achievement Awards nella categoria "Sensualità, amore e risate". I suoi libri sono molto apprezzati per le storie fortemente connotate dal punto di vista delle emozioni. I personaggi, poi, appaiono talmente reali, sfaccettati e calati nella realtà quotidiana che ogni lettore è in grado di ritrovarvi un po' di se stesso e della propria vita. Leanne è convinta che i lettori del genere rosa siano i migliori, perché hanno capito che l'amore è il miracolo più grande di tutti. Ed è questo che la spinge a scrivere a ritmo serrato prendendo spunto da tutto ciò che la circonda. Nonostante la grande popolarità, Leanne non ha mai voluto lasciare la sua amata Virginia dove vive con il marito e i due figli adolescenti. La scrittura non è la sua sola passione: il cioccolato, la musica e l'amore per l'avventura seguono a ruota rendendo la sua vita completa e appagata.

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    Anteprima del libro

    Ricatto sotto i riflettori - Leanne Banks

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Blackmailed into a Fake Engagement

    Silhouette Desire

    © 2009 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-806-0

    Prologo

    «Scommetto la mia Ferrari» disse Devlin Hudson a Luc in tono di fraterno antagonismo, nella stanza avvolta nel fumo di sigari e nel profumo di liquori.

    «L’hai venduta, la tua Ferrari» gli fece notare Luc, sistemando con calma le carte che teneva in mano. «Io scommetto il mio scotch vecchio di venticinque anni.»

    «Tecnicismi» commentò Devlin, masticando il suo sigaro. «Lascio.»

    «Le tue carte devono puzzare quanto i tuoi piedi» commentò Luc.

    Max Hudson bevve un sorso del suo scotch. «Servito.»

    Jack Hudson, il loro cugino, imprecò. «Significa che ha una mano micidiale.»

    Jack era un esperto nel giudicare le persone, ma Luc sapeva che Max era un maestro del bluff. «È quello che vuole farti credere.»

    Max lanciò a Luc un’occhiata in tralice. «La tua psicologia da PR ti ha dato alla testa.»

    «Ti piacerebbe» replicò Luc. «Io vedo il tallone di Achille e di solito capisco quando qualcuno vuole imbrogliarmi.»

    Jack guardò da Luc a Max. «Vedo il tuo scotch e vi aggiungo la mia tequila.»

    «Magnifico» disse Luc.

    «Chiudi il becco» gli ordinò Max.

    Il cellulare di Luc squillò, interrompendo la partita.

    «Oh, no. Un’altra delle tue giovani amichette?» chiese Jack.

    «Lui mira sempre alle giovani» approvò Max.

    «Quelle più vecchie non ci cascano» aggiunse Dev.

    «Luc Hudson» disse lui nell’apparecchio.

    «Sono l’agente Walzer della polizia di Los Angeles. Chiamo per conto della signorina Nicki McCord. È stata accusata di guida in stato di ebbrezza, e mi ha chiesto di chiamarla.» L’uomo si schiarì la gola. «Al momento, non è nella sua forma migliore.»

    Luc si alzò in piedi. «Dove la state portando?»

    L’agente glielo disse. «Signore, stava percorrendo contromano una strada a senso unico e ha rischiato di investire una famiglia di ritorno da una gita a Disneyland.»

    Luc si passò una mano nei capelli e scrollò la testa. «Arriverò il più presto possibile» disse, spegnendo il cellulare. «Spiacente. Nicki McCord. Devo andare.»

    «Guida in stato di ebbrezza, vero?» chiese Devlin.

    Luc annuì.

    «Accidenti» imprecò Max. «Che cosa dobbiamo fare a proposito della pubblicità per La sala d’attesa? Nicki doveva iniziare il giro di pubbliche relazioni la settimana prossima.»

    «Se soltanto tu avessi a che fare con sua sorella Gwen» disse Jack. «Pare che sia una vera professionista.»

    «Peccato che abbia piantato in asso il suo ex marito durante la loro ultima pellicola» disse Devlin.

    «Con Peter Horrigan non puoi mai sapere quanto abbiano travisato la storia.»

    L’umore di Luc peggiorò. «Toccherà anche a me travisare un po’.»

    «Tu sei quello che risolve i problemi della famiglia» disse Devlin. «Va’ a fare quello che ti riesce meglio.»

    1

    «Sono Luc Hudson. C’è stata un’emergenza in cui è coinvolta tua sorella Nicki.»

    Gwen McCord si sentì mancare il cuore mentre guardava l’uomo alto e bello, dai vigili occhi azzurri, in piedi sul suo portico. Era così in preda al panico che non badò nemmeno ai latrati di June, la sua labrador. «Sta bene? È...» Ammutolì, incapace di esprimere le peggiori ipotesi.

    «È viva» disse lui e, indicando la porta, aggiunse: «Posso entrare?».

    «Sì, certo» rispose Gwen e, scostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, si fece da parte, tirandosi dietro June.

    Pur sopraffatta dall’ansia per Nicki, una parte di lei notò l’altezza e le spalle ampie dell’uomo quando le passò accanto. Profumava di cuoio, con una traccia di una fragranza virile e pungente. Un’occhiata verso l’esterno le rivelò anche il SUV con cui aveva raggiunto il suo ranch. Perché un membro di una delle più potenti famiglie di Hollywood si recasse di persona a farle visita nel Montana, doveva essere successo qualcosa di terribile.

    Gwen si sentì stringere lo stomaco per la paura. «Ti prego, continua. È in ospedale?»

    «No, l’abbiamo ricoverata in una clinica per la riabilitazione» spiegò Luc, con le mani sui fianchi. «È stata arrestata per guida in stato di ebbrezza. Stava percorrendo contromano una strada a senso unico. La polizia ha calcolato che aveva superato il limite di velocità di almeno quaranta chilometri. Ha rischiato uno scontro frontale con un’altra vettura.»

    «Oh, mio Dio!» esclamò Gwen, sentendosi gelare il sangue. Le girava la testa e le si piegarono le ginocchia. Le forti braccia di Luc la sostennero, attirandola contro il suo torace muscoloso.

    Ne cercò lo sguardo. «Hai bisogno di sederti?»

    Lei annuì. «Credo di sì» disse, lasciandosi guidare verso il divano nella zona soggiorno.

    «Dov’è la cucina? Vado a prenderti un po’ d’acqua.»

    «In fondo al corridoio» rispose Gwen, con la testa fra le mani e criticandosi amaramente. Se fosse riuscita a costringere Nicki a darle retta! L’aveva supplicata più di una volta di rinunciare a uno stile di vita frenetico, ma Nicki l’aveva ignorata. Più giovane di lei, sua sorella era decisa a farsi un nome, in un modo o nell’altro, e negli ultimi tempi aveva attirato l’attenzione su di sé più per la sua assidua presenza a feste e ricevimenti che non per le sue doti di attrice.

    Luc tornò con un bicchiere d’acqua e scosse la testa quando lei accennò ad alzarsi. «Sei ancora pallida.»

    Gwen bevve un sorso d’acqua e trasse un respiro incerto. «Dovrei andare da lei.»

    «Non puoi. A nessuno è permesso di vederla durante la fase di disintossicazione.»

    «Neanche a un parente?»

    «A nessuno. Era una condizione perché fosse ammessa in quel centro di riabilitazione. Vantano un’ottima percentuale di successi.»

    Incapace di restare seduta, Gwen si alzò. «Ho tentato di farla smettere. Sono riuscita a convincerla a venire al ranch per qualche giorno. Speravo che l’aria, la tranquillità e il semplice fatto di essere lontana da quel mondo dedito solo a divertirsi l’avrebbero aiutata. Ma i suoi amici continuavano a chiamarla e a inviarle messaggi. È diventata nervosa e ha anticipato la partenza. Le ho fatto promettere che sarebbe stata più prudente.»

    «Adesso avrà l’aiuto di cui ha bisogno.»

    Gwen lottò contro le lacrime che le erano salite agli occhi. «Sento di aver fallito. Avrei dovuto...»

    Luc le mise una mano sulla spalla. «Nicki è adulta, libera di fare le proprie scelte, giuste o sbagliate che siano. Tu non puoi controllarla.»

    Il cervello le diceva che lui aveva ragione. Era quello che lei avrebbe detto a chiunque altro nelle stesse circostanze, ma questo non le impediva di essere rosa da sensi di colpa e di impotenza.

    Respirando a fondo, provò un impeto di gratitudine per gli Hudson. Avevano messo sua sorella in un luogo sicuro. «Grazie per esserti preso cura di lei. Mi sarebbe piaciuto esserle stata accanto io stessa, ma quanto meno adesso riceverà l’aiuto di cui ha bisogno. Sarebbe potuta andare molto peggio.»

    Lui rispose con un cenno e una lunga occhiata penetrante. «Tutti noi vogliamo che Nicki migliori. Il problema è che questo è accaduto in un momento critico per la Hudson Pictures. Nicki doveva prepararsi alla promozione de La sala d’attesa. Il suo ricovero in clinica potrebbe danneggiare il modo in cui la stampa e il pubblico accoglieranno il nostro film.»

    La routine delle PR era un ricordo che Gwen si portava dietro dagli anni passati a recitare. Anche se si era lasciata alle spalle una promettente carriera di attrice a Hollywood, avrebbe dovuto essere affetta da amnesia per dimenticare che un film necessitava di un intenso lavoro promozionale.

    «È un problema» ammise, quindi si strinse nelle spalle. «D’altronde, con Nicki in clinica, c’è ben poco da fare.»

    Luc la guardò negli occhi con un’espressione così decisa che la mise a disagio. «Non sono d’accordo» disse, e il suo tono soave aveva un sottofondo inflessibile. «Nel nostro caso, alla stampa occorre un diversivo. Ieri sera, dopo esserci occupati di Nicki, abbiamo tenuto una riunione d’emergenza e abbiamo trovato una soluzione.»

    Gwen si strinse di nuovo nelle spalle, non vedendo la necessità di essere messa al corrente. Era preoccupata per Nicki, non per la Hudson Pictures. «Ne sono contenta.»

    Lui storse il labbro in un sorriso ironico. «È da vedere.» La sua aria divertita svanì alla velocità della luce. «Per distogliere l’attenzione da Nicki, ieri sera abbiamo rilasciato un comunicato stampa secondo il quale tu e io siamo fidanzati.»

    Lo shock fu violento. Gwen lo fissò, incredula, e batté le palpebre, scuotendo il capo. Non doveva aver udito bene. «Scusami?»

    «Per quanto riguarda la stampa, tu e io siamo fidanzati e intendiamo sposarci.»

    Gwen scrollò la testa con maggiore energia. «Oh, assolutamente no. Non ti conosco nemmeno. Non voglio conoscerti» aggiunse per sottolineare il suo rifiuto. «Uno dei motivi per cui ho lasciato Hollywood è stato per sfuggire al supplizio delle pubbliche relazioni. No...»

    «Ormai è fatta» la interrupe Luc in tono fermo. «Se non vuoi che la reputazione di tua sorella finisca nella spazzatura, allora collaborerai.»

    La freddezza della sua voce la colpì. Lo guardò di nuovo negli occhi e vi scorse un cinismo che la fece rabbrividire. «Ha quasi l’aria di un ricatto» l’accusò.

    «Chiamalo come vuoi. Io sono bravo, ma non riesco a

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