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Una principessa da sposare: Harmony Jolly
Una principessa da sposare: Harmony Jolly
Una principessa da sposare: Harmony Jolly
E-book267 pagine2 ore

Una principessa da sposare: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

2 ROMANZI IN 1 - UNA PRINCIPESSA DA SPOSARE di Leanne Banks. Sono incinta! La Principessa Valentina non riesce a crederci. La sua è stata la follia di una notte, lei sempre così ligia ai doveri di corte. Ma Zachary Logan le ha rubato il cuore. L'unica soluzione è fuggire lontano per poter vivere serenamente la gravidanza e quando Zachary scopre il suo stato decide che il luogo migliore è la sua villa in Texas. Lì, lui potrà dedicarle il suo tempo giorno e notte. DOPPIA COPPIA REALE di Rebecca Winters. Il Principe Niccolò De Castellani ascenderà al trono e sposerà la Principessa Francette de Norestier, con cui è promesso dall'età di quindici anni, ma mai più incontrata. Prima, però, deve compiere una missione per l'esercito: liberare una volontaria, Lise, rapita in Africa. Appena però i due incrociano gli sguardi l'attrazione nasce dirompente. Niccolò non può legarsi a Francette, è Lise la sua donna. Ma a volte le apparenze ingannano.

LinguaItaliano
Data di uscita15 dic 2011
ISBN9788858900185
Una principessa da sposare: Harmony Jolly
Autore

Leanne Banks

È una delle scrittrici più conosciute nel panorama degli autori dei romanzi d'amore, ne ha scritti più di quaranta. Durante tutta la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui quello del Romantic Times Career Achievement Awards nella categoria "Sensualità, amore e risate". I suoi libri sono molto apprezzati per le storie fortemente connotate dal punto di vista delle emozioni. I personaggi, poi, appaiono talmente reali, sfaccettati e calati nella realtà quotidiana che ogni lettore è in grado di ritrovarvi un po' di se stesso e della propria vita. Leanne è convinta che i lettori del genere rosa siano i migliori, perché hanno capito che l'amore è il miracolo più grande di tutti. Ed è questo che la spinge a scrivere a ritmo serrato prendendo spunto da tutto ciò che la circonda. Nonostante la grande popolarità, Leanne non ha mai voluto lasciare la sua amata Virginia dove vive con il marito e i due figli adolescenti. La scrittura non è la sua sola passione: il cioccolato, la musica e l'amore per l'avventura seguono a ruota rendendo la sua vita completa e appagata.

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    Una principessa da sposare - Leanne Banks

    Una principessa da sposare

    1

    Tina sistemò la maschera sul viso e sospirò sollevata. La festa era in pieno svolgimento e per le successive due ore lei sarebbe potuta essere chiunque avesse desiderato. Sì, chiunque fuorché la sorella maggiore di Sua Altezza Frederika Anna Caterina, detta Erika, del piccolo regno di Chantaine.

    Grazie al cielo la sua amica dai tempi del college, Keely, l’aveva invitata lì a Dallas per celebrare il battesimo della figlia. Tina non riusciva più a sopportare gli sguardi di compatimento che le erano rivolti da quando era stato annunciato il matrimonio della sorella minore con un ricco regista cinematografico parigino. Era molto felice per il matrimonio di Erika, ma si sentiva male ogni volta che qualcuno le domandava quando si sarebbe sposata anche lei.

    Ma non aveva intenzione di pensarci, quella sera. Del resto, l’unica persona a conoscere la sua identità stava ballando col marito dall’altro capo del salone.

    «Vuoi ballare?» le domandò un uomo.

    Lei si voltò, molto sorpresa dall’invito. «Oh, no, molte grazie. Mi piace osservare.»

    «Magari un drink potrebbe aiutarti a scioglierti un po’» suggerì lui.

    Un po’ troppo invadente, rifletté Tina dandogli le spalle. Era leggermente più basso di lei e non le piacevano né i capelli impomatati, né la voce lamentosa.

    «No, grazie» ripeté. «Mi scusi, ho visto un amico!» esclamò allontanandosi da lui.

    Accettò una tartina con polpa di granchio da un cameriere e un bicchiere di champagne da un altro. Pochi secondi più tardi Keely apparve al suo fianco. «Come sta andando? Sei sicura di non volere che ti presenti a qualcuno?»

    «Assolutamente no» rispose. «Sono estasiata da questo anonimato.»

    L’amica le sorrise. «Deve essere bello non doverti comportare da principessa, vero?»

    Tina provò un leggero senso di colpa. Sapeva che la sua posizione dava sia vantaggi sia responsabilità e aveva sempre cercato di non sottrarsi ai propri doveri, ma ultimamente si sentiva soffocare.

    «È solo una piccola pausa. Tornerò a Chantaine dopodomani. Non hai idea di quanto abbia apprezzato questi giorni trascorsi con te.»

    «Ci ha fatto molto piacere averti ospite» rispose Keely. «Sei sicura di non poterti fermare ancora qualche giorno?»

    Tina scosse la testa. «No. Il matrimonio di mia sorella sarà tra due mesi.»

    L’amica le rivolse uno sguardo comprensivo. «Il dovere ti chiama. Rinunci sempre a ciò che ti piacerebbe fare, pur di aiutare gli altri. Uno di questi giorni ti ribellerai e sconvolgerai tutti.»

    Tina rise. «Non credo proprio. Qualcuno deve rigare dritto, a Chantaine, e sembra debba essere io.» A disagio per la piega della conversazione, indicò la pista da ballo. «Come diresti tu, non sprecare il tuo tempo. Divertiti con tuo marito.»

    Keely chinò scherzosamente la testa. «Sì, Vostra Altezza. Ma non c’è ragione perché non ti diverta anche tu. Se un uomo splendido ti chiede di ballare, promettimi che accetterai.»

    «Non lo so» mormorò Tina, ricordando l’uomo che le si era avvicinato poco prima.

    «Prometti» insistette Keely.

    «Va bene» cedette lei, sapendo che vi erano poche possibilità che accadesse. «Ma deve essere davvero stupendo.»

    «D’accordo» concordò Keely. Lasciandola sola per raggiungere suo marito ancora sulla pista da ballo.

    Tina indietreggiò di un passo e osservò la folla. Era felice di stare, una volta tanto, dalla parte dell’osservatore, anziché trovarsi al centro dell’attenzione. Alla sua destra notò un uomo che porgeva un salatino alla fidanzata in modo seducente. Provò una sorta di invidia per la complicità che intuiva esserci tra loro e, immediatamente, distolse lo sguardo.

    Quando un uomo l’avrebbe desiderata solo per com’era anziché per chi era, e cioè la Principessa Valentina Catherine Marie di Chantaine? Probabilmente mai, rifletté con un profondo senso di frustrazione. Eppure conduceva una vita incredibile, perché ultimamente si sentiva così insoddisfatta?

    «Andiamo a ballare!» esclamò l’uomo che l’aveva avvicinata prima. «Posso farti divertire.»

    Attenta a ciò che desideri, si disse. Ma quello non era l’uomo dei suoi sogni. Sospirò. «No» affermò fermamente. «Ma grazie comunque.»

    La mano che lui le posò sul braccio la colse alla sprovvista. «Non c’è bisogno di essere così timida. Possiamo divertirci.»

    «No, grazie» ribadì lei, allontanando il braccio e accigliandosi vedendo che lui non lasciava la presa. Non aveva intenzione di fare una scenata, ma quell’individuo le stava rendendo le cose difficili. In altre circostanze, se ne sarebbero occupate le sue guardie del corpo, ma quella sera era riuscita a liberarsene. Era la prima volta dai tempi del college.

    «Davvero, non sono interessata...»

    «Scusami» udì dire. La voce profonda, molto sexy, le scivolò lungo la schiena come il più raffinato dei cognac.

    Sollevò lo sguardo e vide un uomo alto, le spalle ampie, i capelli neri, con indosso uno Stetson, una maschera nera e uno smoking.

    «Mi avevi promesso questo ballo» continuò lui, gli occhi blu che brillavano attraverso le fessure della maschera.

    Il cuore di Tina fece una capriola. Incontrò lo sguardo dello sconosciuto e provò per lui un’immediata fiducia e un’inspiegabile attrazione. «È vero» affermò, accettando la mano che le porgeva.

    «Ho capito» bofonchiò l’altro allontanandosi.

    Il secondo arrivato la accompagnò sulla pista da ballo e la guidò in una danza lenta. «Ho avuto l’impressione che ti stesse causando dei problemi.»

    «Credo di sì» rispose lei, estremamente consapevole di quel petto muscoloso e del fresco profumo muschiato.

    «Non avrei dovuto interrompervi?» domandò lui.

    «No, cioè, sì» si corresse, soffocando un gemito.

    Le labbra dure dell’uomo si curvarono in un leggero sorriso. «Sì o no?»

    «Entrambi» mormorò lei, irrigidendo la schiena. «Mi stava creando dei problemi, ma sarei stata in grado di gestire la situazione.»

    Lui la fece volteggiare e poi la trasse nuovamente a sé. «Adesso non devi più farlo.»

    Tina non riuscì a non sorridere. «Infatti.»

    Lei danzò con il misterioso sconosciuto una seconda canzone, poi lui le baciò la mano e la lasciò.

    Keely si materializzò nuovamente al suo fianco. «Mi dispiace tesoro, ma mi ha telefonato la babysitter dicendo che Caitlyn non smette di piangere. Brent e io andiamo a casa.»

    «Vengo con voi.»

    «Assolutamente no. Questa è la tua ultima possibilità di divertirti un po’. Abbiamo chiesto a un amico di tenerti d’occhio, non preoccuparti.»

    Tina fece una smorfia. «Non è necessario.»

    «Lui o le tue guardie del corpo» minacciò Keely.

    Tina ripensò all’affascinante sconosciuto con cui aveva appena ballato. Le sarebbe dispiaciuto tornare a casa in quel momento. «Va bene. Ma probabilmente tornerò tra meno di un’ora.»

    «Non c’è fretta. Chiamami se hai bisogno di me.»

    Osservando l’amica allontanarsi, Tina fu assalita da una combinazione di euforia e terrore. Era ufficialmente da sola a una festa. Fatta eccezione per l’amico misterioso di cui Keely le aveva parlato.

    Zachary Logan osservò la bellezza dai capelli castani accettare una tartina e un bicchiere di champagne e sorrise. Gli piacevano le donne che avevano appetito.

    I suoi amici Keely e Brent McCorkle gli avevano chiesto di prendersi cura di Tina Devereaux e l’unica cosa che gli avevano detto era che lei era una loro ospite e che veniva da fuori città.

    Era stato praticamente costretto a partecipare a quella festa da alcuni amici e parenti. Erano trascorsi ormai due anni da quando la sua Jenny e il loro bambino erano morti, e da allora aveva in pratica vissuto come un recluso nel suo ranch di Fort Worth. Il dolore per quella perdita era ancora vivo e cocente.

    Per la prima volta da quel giorno, l’allegria di una festa gli avevano sollevato lo spirito e i modi di Tina lo avevano fatto sorridere. La ragazza aveva buone maniere e un accento che non riusciva a individuare. La maschera le copriva gran parte del volto, portando l’attenzione a concentrarsi sulle sue labbra morbide e sensuali.

    Si avvicinò nuovamente a lei. «Un altro ballo?»

    Gli occhi verdi della ragazza si illuminarono. «Mi piacerebbe» acconsentì, lasciandosi guidare.

    Danzarono allegramente e l’atteggiamento di Tina fu contagioso, portandolo a ridere più di quanto non avesse fatto da mesi. Alla fine iniziò una melodia lenta e Zach la prese tra le braccia.

    «Mi sono appena resa conto che non conosco il tuo nome» mormorò lei. «Io sono Tina.»

    «Zach» rispose lui. «Zach Logan.»

    «Non me lo sarei mai aspettata, ma mi sto divertendo molto» confessò la ragazza.

    Zach ridacchiò. «Forse sei come me. Dovresti uscire più spesso.»

    «Oh, io esco molto. Solo che non... così. Detesto l’idea che questa serata finisca, ma devo andarmene prima del termine della festa. Devo andare via prima che tutti si sfilino le maschere.»

    «Perché? Vuoi mantenere segreta la tua identità?»

    Tina gli rivolse un’occhiata cauta. «Una cosa del genere.» La musica terminò e lei si allontanò da lui. «Devo andare. Grazie, Zach Logan.»

    Non poteva lasciarla andare così. Aveva promesso a Keely e Brent di accertarsi che arrivasse sana e salva a casa. «Lascia che ti accompagni. Inoltre conosco un posto dove servono il miglior gelato della zona.»

    Era tentata. «Non dovrei» mormorò riluttante.

    «Perché? Si tratta solo di un gelato.»

    «Be’... non dovrei salire in auto con un uomo che ho appena conosciuto.»

    «Ti procuro un taxi» la rassicurò lui, scortandola fino alla porta del club privato dove si trovavano.

    Quando il taxi si fermò, lui gli diede l’indirizzo della gelateria. «Ci vediamo tra poco.»

    Quarantacinque minuti più tardi, Tina si tolse la maschera davanti all’uomo seduto di fronte a lei, che la osservava con occhi magnetici.

    «Non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho mangiato un gelato!» esclamò lui, terminando quello che aveva davanti. «Non mi hai detto dove vivi» domandò poi.

    «Lontano da qui, adesso. Ma ho studiato al college di Rice.»

    «È dove hai conosciuto Keely?»

    Tina batté le palpebre, digerendo il suo commento per ciò che significava. «Sei tu la persona a cui Keely ha chiesto di tenermi d’occhio?»

    Lui annuì. «È un piacere.»

    La ragazza resistette alla tentazione di rinfrescare il volto accaldato. «È imbarazzante. Non sapevo fossi costretto a stare con me. Non ti trattengo oltre...»

    Zach si rabbuiò. «No, quando ho detto che è un piacere, parlavo sul serio. Era da molto tempo che non mi sentivo così bene. Non voglio che finisca.»

    Quelle parole facevano eco ai sentimenti di Tina. La ragazza però sospirò. Aveva delle responsabilità. Il suo dovere era più importante. Sempre. «Nemmeno io lo vorrei, ma deve finire.» Chiuse gli occhi un istante, prima di proseguire. «Gli adulti devono comportarsi da adulti.»

    Lui annuì. «Maledizione, è un peccato, vero?»

    «Già» sospirò lei, desiderando, per una volta, p oter essere un po’ meno responsabile e poter seguire il proprio cuore... e i propri ormoni.

    «Pago il conto e ti chiamo un taxi.»

    Qualche istante più tardi Tina si ritrovò sul sedile posteriore di un taxi, diretta verso casa di Keely. Accidenti alla cavalleria di Zach. Sarebbe stato molto più facile se lui avesse approfittato di lei, invece le aveva dato una scelta. Questo l’aveva costretta a comportarsi in modo casto anziché, almeno per una volta, seguire il proprio istinto.

    Il taxi si fermò a un semaforo rosso, sotto una pioggia torrenziale. Quando scattò il verde, l’auto non ripartì. Il motore si spense e l’autista tentò di riaccenderlo. Ancora e ancora. Senza risultato.

    Maledizione! Tina sospirò. Forse avrebbe dovuto chiamare le sue guardie del corpo. Detestava l’idea. L’incidente avrebbe fatto nascere dei pettegolezzi che sarebbero potuti arrivare alle orecchie di suo fratello.

    Attese qualche momento, il cellulare in mano. Poi un SUV si affiancò al taxi. Un attimo dopo qualcuno bussò al suo finestrino. Spaventata Tina fissò attraverso la pioggia, riluttante a aprire la portiera.

    «Tina, apri.»

    Riconobbe la voce di Zachary Logan e aprì.

    «Hai bisogno di un passaggio? Posso portarti a casa di Keely o, se vuoi, a casa mia.»

    Tina lo fissò negli occhi e si sentì sull’orlo di un precipizio. Poteva essere prudente o, per una volta, cedere alla passione. Il bisogno famelico che lesse nello sguardo di Zach risvegliò qualcosa dentro di lei.

    Uscì dal taxi con tutta la grazia che aveva e accettò la sua mano. «A casa tua» sussurrò.

    2

    Tina varcò la soglia dell’appartamento di Zach con il cuore in gola. Cosa ci faceva lì?

    «Lascia che ti offra da bere. Mi dispiace, non ho molta scelta» si scusò lui oltrepassandola e togliendosi il cappello. «Quando vengo qui trascorro la maggior parte del tempo lavorando.»

    Lei lo seguì e lo osservò mentre studiava il frigorifero quasi vuoto. «Succo di frutta, acqua o vino.»

    «Va bene un bicchiere d’acqua.»

    «Sicura di non volere un po’ di vino bianco?»

    «Magari un bicchiere. Che cosa fai qui in città, quando non ti occupi del tuo ranch?»

    Zach aprì una bottiglia di vino e versò il liquido dorato in due bicchieri. «Mio fratello e io siamo proprietari di alcune aziende di sistemi di informazione condivisa e di potenziamento delle attrezzature per aziende di medie dimensioni. Offriamo anche delle consulenze per operazioni commerciali.»

    «Sembra interessante» commentò lei, accettando il bicchiere che lui le porgeva.

    «E tu di cosa ti occupi?»

    «Lavoro nelle relazioni pubbliche internazionali» rispose Tina, sperando che lui non facesse altre domande. Sorseggiò il vino e sentì stringersi un nodo allo stomaco per la tensione.

    Zach la osservò a lungo. «Ascolta, se vuoi ti riaccompagno a casa di Keely...»

    «No» lo fermò lei, senza fiato. «A meno che non sia tu a volere che me ne vada.»

    «No.»

    Tina avrebbe voluto essere più coraggiosa. Avanzò di due passi, poi si fermò. «Non sono abituata a fare la prima mossa» mormorò.

    Zach bevve un lungo sorso di vino. «Forse posso aiutarti» sussurrò, annullando lo spazio tra loro. La prese per mano e la guidò fino al bancone della cucina, dove posò i due bicchieri. Intinse poi un dito nel vino e glielo passò sulle labbra.

    Tina fu sorpresa da quel gesto seducente, ma non si oppose.

    «Penso di aver bisogno di assaggiare ancora un po’ di vino» mormorò Zach, chinandosi sulle sue labbra. La sua bocca era ferma e sensuale e Tina sentì vibrare dentro di sé il suo desiderio. Quando lui la trasse a sé, il suo corpo muscoloso la fece rabbrividire e rilassare nello stesso tempo.

    Non aveva a che fare con un ragazzo del college. Zachary era un uomo e sapeva cosa stava facendo. Sapeva ciò che voleva e, in quel momento, Tina sapeva che era lui ciò che lei desiderava. Era stata cresciuta con un forte senso del dovere e della responsabilità, ma per la prima volta in vita sua abbassò la guardia.

    Sospirò e, con una combinazione di sollievo ed eccitazione, si aggrappò a lui.

    Lo baciò assaporandone il gusto e fu percorsa da un brivido quando premette il seno contro il suo petto.

    «Sei sicura...»

    «Sì» sussurrò lei disperatamente contro le sue labbra.

    In pochi secondi Zach la liberò dal cappotto e dal vestito. Tina sentì l’aria fredda sulla pelle, quando l’abito scivolò a terra, ma fu velocemente sostituito dalle mani calde dell’uomo. Lei gli sfilò la giacca e poi cominciò a slacciargli la camicia.

    A Tina parve trascorrere un’eternità prima di sentire il contatto della sua pelle calda e nuda contro la propria. In lei crebbe il bisogno e la disperazione. Non le era mai capitato di desiderare così intensamente qualcuno.

    «Sei così sexy. Non so quanto riuscirò ancora ad aspettare» mormorò lui.

    «Non farlo» sussurrò lei, facendogli scivolare le dita tra i capelli. «Non aspettare.»

    Zach la sollevò tra le braccia e uscì dalla cucina. La portò in una stanza buia e la fece sdraiare su un letto. Poi si allontanò da lei. Durante quei pochi secondi, Tina percepì un grande freddo, senza di lui.

    «Zach?»

    «Eccomi» rispose lui, tornandole vicino e chinandosi su di lei dopo aver indossato un preservativo. Fece scorrere una mano sul suo viso, poi sul seno e ancora più giù. Poi la baciò e, incapace di resistere oltre, si immerse in lei e cominciò a muoversi.

    Tina sentì avvicinarsi l’orgasmo ma, proprio quando stava per giungere al culmine del piacere, Zach affondò un’ultima volta e si lasciò cadere su di lei.

    Era pesante ma, in qualche modo, dolce. Sentì il suo respiro sulla pelle e provò una sensazione di soddisfazione, nonostante non avesse raggiunto l’apice.

    Zach si sollevò su un gomito e la guardò negli occhi, le pupille ancora dilatate. «Non sei venuta.»

    Sorpresa e un po’ imbarazzata, la ragazza rimase a bocca aperta. «Non è un problema. Non...»

    «Adesso rimedio» mormorò lui, ricominciando a baciarla.

    Tina si svegliò nel cuore della notte con la pesante gamba di un uomo che le intrappolava la parte inferiore del corpo. Fu colta dal panico. Cosa diavolo aveva combinato? Le sue guardie del corpo sarebbero potute arrivare da un momento all’altro. Anzi, fu sorpresa del fatto che non fossero già lì.

    Lei non aveva mai provocato uno scandalo. Lei era quella affidabile. Era suo fratello Stefan, il Principe Ereditario, quello con un temperamento burrascoso. O la splendida e impetuosa Frederika, che teneva tutta la famiglia col fiato sospeso. O ancora, le altre due sorelle minori, coinvolte sempre in qualche dramma personale.

    Doveva andarsene prima che Zach fosse trascinato nella follia della sua vita. Col cuore stretto dal rammarico, osservò i lineamenti dell’uomo sdraiato accanto a lei, le ciglia scure, i capelli scompigliati.

    Le aveva regalato una scheggia di felicità. Doveva ringraziarlo per quelle poche ore. Non si era mai sentita così donna e, con tristezza, rifletté che probabilmente non si sarebbe mai più sentita in quel modo.

    La luce del sole filtrò attraverso la finestra del condominio e svegliò Zach. L’uomo non aprì subito gli occhi, scegliendo di godere ancora un po’ del senso di profondo rilassamento che provava.

    Poi il ricordo della notte appena trascorsa gli attraversò il cervello. Tina. Aprì gli occhi e si guardò intorno, sentendo ancora il suo profumo. Dov’era?

    «Tina» chiamò, sollevandosi su un gomito.

    Silenzio.

    «Maledizione» borbottò, passandosi la mano tra i capelli. Non avrebbe dovuto portarla a casa sua. Era amica di Keely e Brent. Avrebbe dovuto riportarla da loro sana e salva.

    Ma era così sexy e irresistibile... e adesso era scappata via da lui.

    Non prima di aver trascorso quella che lui poteva definire la notte più selvaggia della sua vita. Nemmeno con sua moglie era mai stato così.

    Provò una fitta dolorosa, a quel pensiero. Sua moglie era morta, insieme al loro bambino. Per qualche ora, grazie a Tina, non aveva avuto quel pensiero martellante in testa. Il gomito sfiorò qualcosa di metallo e, abbassando lo sguardo, scorse un

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