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Trasgressioni di carta (eLit): eLit
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Trasgressioni di carta (eLit): eLit
E-book152 pagine2 ore

Trasgressioni di carta (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Rina Lowell vuole mettere a nudo il sesso opposto: sono i lettori della sua nuova rubrica a chiederglielo. E vuole mettere a nudo anche Colin Lyons. Sono i suoi ormoni impazziti a implorarla. Dopo anni passati a esaudire i desideri altrui, è ora di cominciare con i suoi.

Colin è un giornalista e sa come va il mondo. Ma di fronte alla prorompente sensualità di Rina si ritrova declassato ad adolescente alle prime armi. Eppure deve mantenere il controllo se vuole portarsela a letto. Prima di dirle che verrà licenziata...
LinguaItaliano
Data di uscita31 ago 2017
ISBN9788858973875
Trasgressioni di carta (eLit): eLit
Autore

Carly Phillips

Dopo gli studi, ha iniziato la carriera di avvocato, ma ha capito subito che amava la teoria e non la pratica. Così si è dedicata all'altra sua grande passione, la scrittura, e ha avuto subito successo.

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    Anteprima del libro

    Trasgressioni di carta (eLit) - Carly Phillips

    successivo.

    Prologo

    In piedi accanto alla finestra, Emma Montgomery tamburellava impaziente con le unghie. I fiocchi di neve le ricordavano che il Natale era alle porte e lei adorava quell'atmosfera e l'allegria delle feste. Ma non sopportava gli incapaci, e a quel pensiero lanciò un'occhiata lungo la strada: ancora nessuna traccia del suo autista. Quel tipo andava e veniva quando gli faceva comodo. Avrebbe voluto avere ancora la patente, ma purtroppo quei tempi erano ormai lontani. Fortunatamente aveva conservato altre abilità che non erano venute meno con l'età. La sua specialità era saper trovare il partner perfetto per chiunque, e naturalmente Corinne, l'attuale editrice dell'Ashford Times, aveva subito notato il suo spiccato talento.

    Emma conduceva una sua rubrica di cuori solitari sul giornale. E non dimenticava certo che era grazie a quel lavoro se si era salvata dalla casa di riposo. Suo figlio, il giudice Montgomery, le aveva intimato che, se non si fosse trovata qualcosa da fare per tenersi occupata, l'avrebbe spedita in qualche ospizio.

    Rabbrividì, dando la colpa agli spifferi che entravano dalla finestra. Amava il suo lavoro, e i colleghi apprezzavano il suo talento e il suo senso dell'umorismo.

    «Oh, Rina!» esclamò Emma alla vista dell'unica impiegata ancora in ufficio, una nuova ragazza di nome Rina Lowell.

    Era davvero splendida. Non si truccava mai, ma se Emma avesse avuto una pelle magnifica come la sua, nemmeno lei si sarebbe preoccupata del trucco.

    Rina alzò lo sguardo dalla scrivania. «Sì, Emma?»

    «Sai come si dice, non si vive di solo lavoro.»

    La risata di Rina era un suono leggero che sarebbe stata musica per le orecchie di qualunque uomo. «Intendi dire che è ora che me ne vada a casa?»

    «Niente affatto!» Emma gesticolò con la mano. «Dico che dovremmo andarcene in città a festeggiare la nuova vita che questo giornale ci ha regalato.» Emma lavorava al giornale da pochi mesi, e Rina era appena stata assunta.

    Naturalmente Rina voleva fare buona impressione, arrivava presto al mattino e se ne andava sempre a sera inoltrata. Ma anche il più diligente dei giornalisti doveva concedersi un po' di divertimento.

    «Che cos'hai in mente?» chiese Rina.

    Con la coda dell'occhio, Emma vide finalmente arrivare la sua macchina con l'autista assunto dal figlio. «Pensavo di andare a bere una birra.»

    Rina scoppiò a ridere. «Scusami, ma non riesco davvero a immaginare una signora ottantenne che si fa una birra.»

    «Vergogna. Non dovresti prenderti gioco di chi è più vecchio di te. Preferisci una tequila?»

    «Penso che accetterò il tuo invito» replicò Rina, raccogliendo la sfida.

    «Almeno non devo preoccuparmi di guidare anche se alzo un po' il gomito. Lascia pure qui la tua macchina, ti do un passaggio a casa e passo a prenderti domattina per venire al lavoro.»

    Rina finse di riflettere un istante, ma Emma notò che sorrideva e capì che aveva già deciso.

    Infine annuì. «Okay. Andiamo a divertirci. Sono davvero felice di aver trovato questo lavoro e di essermi fatta una nuova vita ad Ashford.»

    Emma osservò le guance rosee della ragazza e il suo sorriso smagliante. Il suo atteggiamento spensierato la rendeva perfetta perché Emma si mettesse all'opera e le rimediasse un fidanzato. Si fregò le mani.

    «Pensi che faremo qualche incontro interessante a quest'ora?» chiese Rina tirando fuori la borsetta dal cassetto della scrivania. «Potrebbe tornarmi utile per la mia nuova rubrica, Hot Stuff

    Rina poteva anche affermare che il suo interesse fosse unicamente professionale, ma a Emma non sfuggì l'aria interessata che aveva assunto al pensiero di incontrare qualche uomo. «Con quegli splendidi zigomi, non ti mancheranno certo le occasioni per fare degli incontri.»

    «Be', grazie, Emma.» Rina sbatté le ciglia con fare vezzoso mentre si infilava il giaccone.

    L'anziana signora si avvolse lo scialle intorno alle spalle e si avviarono insieme verso l'uscita. Emma si fermò davanti alla scrivania vuota accanto a quella di Rina. «Hai saputo la novità?» le chiese.

    Rina scosse la testa. «Sono arrivata tardi e ho lavorato tutto il pomeriggio. Di che cosa parli?»

    «Ben presto questa scrivania avrà un occupante. Il figliol prodigo è tornato.» Emma fece scivolare la mano sulla vecchia scrivania. Chi l'avrebbe mai detto che Colin Lyons sarebbe tornato?

    «Non capisco» fece Rina.

    «Sai che Corinne ha assunto la guida del giornale perché suo marito Joe è malato.»

    La ragazza annuì. «È ricoverato in ospedale, e Corinne è in pena per lui.»

    «Proprio così. E anche il figlio di Joe è preoccupato. È un giramondo. Non è capace di rimanere a lungo in un posto, con grande dispiacere del padre.» Emma si posò una mano sul cuore, pensando a quanto anche lei amasse essere circondata dai propri figli e nipoti. «Ma ora è tornato a casa. E Corinne ha detto che lavorerà qui.» Indicò la sedia vuota, a pochi passi dalla scrivania di Rina.

    Nella mente di Emma balenarono i possibili sviluppi di quella situazione. Colin era un uomo molto attraente, aveva gli occhi azzurri e uno splendido sorriso. Ma non si fermava mai a lungo. Lei lo conosceva bene perché all'università era stato compagno di stanza di suo nipote Logan. Era affezionata a Colin quasi fosse stato suo nipote, ma aveva l'impressione che non fosse del tutto felice, come se gli mancasse sempre qualcosa. Una donna che lo aspettasse a casa, ad esempio...

    Una donna come Rina. Emma arricciò le labbra, assorta nei suoi pensieri. Doveva assolutamente prendere in considerazione quella faccenda. «Forza, ti racconterò di Colin strada facendo» suggerì.

    La ragazza uscì per prima e tenne la porta aperta per far passare Emma. «È carino?» chiese Rina.

    «Molto più che carino.»

    Rina sollevò incuriosita un sopracciglio. «È impegnato?»

    Emma scosse la testa. «Libero come l'aria» rispose, e si augurò di non sbagliarsi. Ultimamente non aveva avuto notizie della vita privata di Colin. Avrebbe dovuto chiedere a Logan.

    «Mmh.»

    «Che cosa intendi dire?» indagò Emma premendo il pulsante dell'ascensore. Doveva scoprire se Rina era disposta ad avere un'avventura prima di mettersi all'opera per farla finire insieme a Colin. Avrebbe senz'altro preferito una relazione a lungo termine per quei due, ma non era sicura che Colin avesse intenzione di sistemarsi.

    Rina si strinse nelle spalle. «Niente di preciso.» Inclinò la testa di lato. «Sai, dopo aver trovato questo lavoro, la mia nuova vita sarebbe perfetta se ci fosse anche un po' di divertimento e magari un uomo.» Sollevò le sopracciglia. «Sai cosa intendo.»

    Emma annuì. Capiva eccome. Divertimento significava un'avventura. Se Rina avesse voluto riferirsi a qualcos'altro, avrebbe detto relazione. «Sei su di giri, eh?»

    «Emma!» Rina arrossì. «Sei terribile!»

    «Niente affatto. Mentire sui propri sentimenti è terribile. Dire sempre ciò che si pensa è la cosa migliore. Be', almeno tra amiche. E tu sei mia amica.» Posò una mano sul braccio di Rina. «C'è qualcosa in te che mi ricorda mia nipote Grace. Almeno com'era prima che io le facessi incontrare Ben. Tutta quest'esuberanza e questa energia repressa. Quello che ti serve è un uomo con cui lasciarti andare.» Emma annuì, convinta di avere ragione.

    «Pensi che sia su di giri, eh?» rise Rina. «Qualunque cosa tu stia pensando, lasciarmi andare è proprio ciò che ho in mente di fare.»

    1

    «Ascoltami bene, Joe. Il sesso manderà tutto in rovina.» Colin Lyons lanciò un'occhiata al letto di ospedale su cui dormiva il suo mentore nonché padre adottivo.

    Grazie al cielo era ancora vivo. Quando aveva saputo che Joe aveva avuto un infarto, Colin si era precipitato a casa. Si trovava in Sudamerica per un'inchiesta giornalistica. Una settimana dopo era nella stanza di ospedale immersa nel silenzio, a guardare i monitor delle macchine a cui Joe era attaccato. Fuori nevicava, l'atmosfera natalizia lo confortava e gli dava speranza.

    Colin aveva chiesto un permesso per tornare a casa e assumere la guida dell'amato giornale di Joe finché non si fosse ristabilito, ma aveva scoperto di essere stato usurpato. Già prima dell'infarto, Joe non stava bene. Ma invece di chiamare Colin, aveva ceduto la direzione a Corinne, la sua seconda moglie, e lei ne aveva approfittato per portare il giornale e il conto corrente di Joe sull'orlo della bancarotta. Colin sentì il senso di colpa torcergli lo stomaco per non essere stato presente quando Joe aveva avuto bisogno di lui. Ancor peggio, il suo padre adottivo aveva pensato che le proprie condizioni di salute non fossero abbastanza importanti da disturbare Colin mentre era all'estero.

    Lanciò uno sguardo verso il letto. I medici avevano assicurato che si sarebbe ripreso completamente e Joe aveva già dato segni di miglioramento. Ma non restava molto tempo né a Colin né all'Ashford Times.

    «Ti rendi conto che Corinne sta trasformando il giornale in una rivista femminile?» chiese, domandandosi se le sue parole sarebbero riuscite a penetrare la nebbia in cui Joe sembrava immerso.

    Non sortirono alcun effetto. «C'è addirittura una nuova rubrica di cuori solitari per anziani.» Non si aspettava alcuna risposta, e non si sorprese quando non la ricevette.

    Incolpava Corinne non soltanto di aver distolto l'interesse principale del giornale dalle notizie di attualità, ma anche di aver quasi prosciugato il conto in banca, di non aver saputo gestire le inserzioni pubblicitarie e della totale mancanza di lungimiranza nella gestione. Aveva rischiato di far fallire il giornale ed ora era convinta di poter sistemare tutto da sola. Per prima cosa aveva assunto Emma Montgomery, un'anziana strampalata, nonché nonna del suo migliore amico, assegnandole una rubrica in prima pagina.

    Colin si abbandonò contro lo schienale della sedia. «So che Emma fa tutto questo in buona fede, ma temo che esageri. Sta appendendo mazzetti di vischio in tutto l'ufficio.»

    Dubitava che Joe si rendesse conto di quanto fosse grave la situazione finanziaria del Times, ma se gliel'avesse fatto notare avrebbe soltanto peggiorato le sue condizioni e ritardato la guarigione. Inoltre, Colin poteva tenere la situazione sotto controllo solo per qualche tempo.

    Aveva ottenuto un prestito da Ron Gold, un vecchio amico di Joe che era convinto, come Colin, che il giornale avrebbe dovuto tornare a essere la testata seria e autorevole che era sempre stata. Suggellando l'accordo con una semplice stretta di mano, Colin aveva promesso di fare tutto il possibile per riportare le cose com'erano prima dell'intervento di Corinne. Avrebbe tentato di convincerla a fare marcia indietro, ma aveva bisogno di tempo. Ron Gold aveva compreso le difficoltà, al contrario della principale agenzia pubblicitaria del giornale.

    La Fortune's Inc., una finanziaria di tendenza conservatrice, voleva da Corinne un'assicurazione scritta che il giornale avrebbe invertito la rotta, eliminando gli articoli frivoli che ora dominavano in prima pagina, altrimenti avrebbero ritirato la loro nuova campagna pubblicitaria, il cui lancio era previsto per il primo dell'anno, e il Times avrebbe perso la sua principale fonte di finanziamento.

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