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La moglie dello sceicco: Harmony Collezione
La moglie dello sceicco: Harmony Collezione
La moglie dello sceicco: Harmony Collezione
E-book146 pagine2 ore

La moglie dello sceicco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Prego? L'impeccabile segretaria Emily Claybourne prova da sempre una grande stima per il suo "capo", uno sceicco miliardario e affascinante, ma il lavoro che le ha appena commissionato rischia di compromettere addirittura il rispetto reciproco. Oltretutto, nell'esporle la sua richiesta, Ben Ali non ha mostrato il minimo imbarazzo. "Mi dovresti procurare..."ente Karim?
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2017
ISBN9788858961094
La moglie dello sceicco: Harmony Collezione
Autore

Carol Grace

Nata nello stato dell'Illinois ma fin da giovane ha desiderato girovagare per il mondo. Ha studiato a Parigi, si è laureata a Los Angeles per poi trasferirsi a San Francisco dove ha lavorato in un'emittente televisiva, dove ha conosciuto l'uomo che poi sarebbe diventato suo marito.Per Carol scrivere romanzi è un modo per viaggiare con la fantasia e quindi rendere la vita più eccitante.

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    Anteprima del libro

    La moglie dello sceicco - Carol Grace

    successivo.

    1

    Quando lo sceicco Ben Ali non era nel suo ufficio di San Francisco, le giornate trascorrevano calme e tranquille: ci si sentiva rilassati ma anche terribilmente annoiati. Questa, almeno, era l'opinione della sua segretaria, Emily Claybourne.

    Quindi, la telefonata dall'aeroporto che annunciava il suo imminente arrivo creò un'immediata animazione all'ultimo piano del grattacielo che ospitava la compagnia petrolifera. E nel cuore di Emily in particolare.

    Le mani le tremavano mentre sistemava un mazzo di rose sulla scrivania del principale. Era assolutamente ridicolo. Non c'era nessun motivo per cui essere nervosi. Lavorava per lui da tre anni ed era sempre stata apprezzata per la sua efficienza. Aveva perfino ottenuto numerosi aumenti di stipendio senza neppure chiederli.

    E allora perché i battiti del cuore avevano assunto un ritmo accelerato solo all'udire la sua voce al telefono? Perché si sentiva mancare le forze mentre spiava ansiosamente il suo arrivo dalla finestra del diciannovesimo piano?

    Si mise le mani sulle tempie. Come se non conoscesse la risposta! Sapeva benissimo di essere perdutamente innamorata del suo principale. Innamorata senza speranza.

    Qualsiasi donna che perdeva la testa per il proprio datore di lavoro era decisamente pazza, questo lo sapevano tutti. Ma se l'uomo in questione era lo sceicco di un paese ricco di petrolio e aveva più denaro di quanto si potesse mai immaginare di riuscire a spendere, be'... allora la pazzia degenerava in una malattia decisamente peggiore. Se si aggiungeva il particolare non trascurabile che Ben - lui aveva insistito che lei lo chiamasse così - assomigliava fisicamente ad Antonio Banderas, si poteva avere un quadro completo della situazione.

    Emily, comunque, riusciva a nascondere bene il proprio sentimento. Nessuno avrebbe mai sospettato che dietro gli abiti severi, le scarpe a mezzo tacco, gli occhiali senza montatura e i capelli lisci tirati dietro le orecchie battesse un cuore appassionato.

    Alle nove e trenta in punto lui irruppe nell'ufficio. «Emily, chiama il parroco della chiesa di San Marco e il direttore del Fairmont Hotel.» Lo sceicco Ben Ali non perdeva tempo in formalità, non quando aveva qualcosa in mente, almeno.

    «Poi vorrei un curriculum di tutte le donne con le quali sono uscito negli ultimi due anni, con particolare riguardo al loro stato civile attuale. Cosa c'è? Perché mi stai guardando in quel modo?» le chiese poi corrugando la fronte.

    «Niente» rispose lei. «Mi stavo chiedendo...»

    «Ti stavi chiedendo il motivo» proseguì lui mentre gettava la ventiquattrore sulla scrivania. «Il motivo è che sto per sposarmi.»

    Emily urtò il vaso di fiori che aveva sulla scrivania e sparse acqua ovunque. Per fortuna lui non se ne accorse, e lei con mani tremanti cercò di raccogliere l'acqua con il fazzoletto.

    «C... congratulazioni» riuscì a balbettare con un filo di voce. «Chi è la fortunata?»

    «Non ne ho la minima idea» rispose Ben in tono leggero. «Ma sarebbe anche ora che mi sposassi, non credi?»

    Lei non replicò: era immobile come una statua di marmo. Era proprio in queste occasioni che avrebbe voluto essere di marmo, per non soffrire, non provare gelosia, niente... Ben si sarebbe sposato! L'aveva sempre saputo che un giorno o l'altro sarebbe accaduto, ma... ma... non ora!

    «Mi sembri strana, oggi. Non hai praticamente aperto bocca da quando sono tornato. Cosa c'è che non va? Sei pallida... Non stai bene? Siediti» le ordinò.

    Obbediente, lei sedette di fronte alla sua scrivania, lo sguardo perso nel vuoto.

    «Immagino che non avresti mai pensato che fosse giunto il momento» continuò lui. «Ma mio padre la pensa così. Figlio mio, hai quasi trentacinque anni e sai cosa significa: se per ottobre non avrai trovato una moglie, dovrò occuparmene io.» Abbassò il tono di voce per imitare il vecchio sceicco.

    Poi si avvicinò alla finestra, le mani nelle tasche dell'abito italiano, e guardò pensoso il Golden Gate Bridge. Quindi si voltò, di scatto, verso Emily.

    «Sai cosa significa?» le chiese.

    Lei riuscì solo a scuotere la testa.

    «Significa che mi troverà qualche lontana cugina che vedrò in viso soltanto il giorno delle nozze e la cui numerosa famiglia si stabilirà a casa mia. Quindi, dobbiamo trascurare tutto il resto e dare la precedenza assoluta alla ricerca di una moglie.»

    «Dobbiamo?» fece eco lei debolmente.

    «Sì, dobbiamo» precisò lui con impazienza. «Tu e io. Non ho mai preso nessuna iniziativa senza il tuo appoggio e non intendo cominciare oggi. Tu sei organizzata, efficiente, fidata e sai cosa voglio.»

    «Dovrei saperlo?»

    «Una donna speciale.»

    «Alta, bassa, bella, intelligente, affascinante?» chiese lei cercando di prendere tempo.

    Lui scosse il capo. «Questi dettagli non sono importanti. Ovviamente deve essere graziosa... No, non importa. Io voglio una donna brillante, di buonsenso, e soprattutto che si renda perfettamente conto di cosa significa sposare uno sceicco: un matrimonio di convenienza, insomma.»

    Emily si agitò sulla sedia mentre cercava le parole giuste per dirgli che lei non poteva aiutarlo. «Apprezzo la fiducia che hai in me... ma non posso farlo» dichiarò tutto d'un fiato.

    «Cosa vuoi in cambio? Un aumento? Un periodo di vacanza? L'orario ridotto?»

    «Non si tratta di questo. È che non so... come si faccia a trovare... una moglie.» Dovette ammettere, con senso di frustrazione, che non sapeva neanche trovarsi un marito.

    «E pensi che io ne sia capace?» ribatté lui appoggiando i gomiti alla scrivania e arrotolandosi le maniche della camicia di sartoria.

    Dopo due settimane senza la sua virile e imponente presenza, senza la sua voce profonda, le sue richieste perentorie, le sue allegre risate, ora Emily si sentiva completamente dominata. Dominata dalle sue braccia muscolose e abbronzate, dalla sua statura imponente, dall'ampiezza delle sue spalle, dal suo sguardo profondo.

    «Non è una questione d'amore, lo sai bene.» Lui la svegliò bruscamente dalle sue fantasticherie. «E questo rende la ricerca più facile. Si tratta di denaro, un argomento che tutti comprendono. Si tratterà di un matrimonio puramente formale e, dopo un anno, un divorzio tranquillo le assicurerà una rendita decorosa. E tutti saranno felici e contenti.»

    «E tuo padre?»

    «Ci siamo accordati su un punto. Se le cose non funzioneranno, il divorzio sarà inevitabile. Ha brontolato un poco, sai appartiene a un'altra generazione. Ritiene che l'amore debba nascere dopo il matrimonio, non prima. Pensa che lui non aveva mai visto mia madre prima del giorno delle nozze! Eppure sembrano molto felici insieme.»

    «E allora perché anche tu non...»

    «Perché non voglio sposarmi» le rispose anticipando la domanda. «Perché dovrei? Posso avere tutte le donne più belle della città senza alcun obbligo e nella totale libertà. I miei amici sposati mi invidiano. Perché mai dovrei compiere un passo così importante?»

    Emily scrollò le spalle ricacciando in gola considerazioni come figli e compagnia. Si limitò a suggerirgli: «Dal momento che devi sposarti, perché non cerchi di innamorarti? Renderebbe tutto molto più semplice».

    «Emily, tu sei un'inguaribile romantica. Sei mai stata innamorata?» le chiese fissandola con il suo sguardo profondo.

    Il viso della donna divenne della stessa tonalità accesa delle rose che aveva colto nel proprio giardino e aveva portato in ufficio per ravvivare l'ambiente. No, non era mai stata innamorata. Mai finché aveva messo piede nella sede della Oil International e aveva visto il presidente. Mai stata innamorata, mai fatto l'amore.

    «Non credo» continuò lui. «E lo sai il motivo? Perché l'amore esiste soltanto nelle favole e nelle canzoni. Per quanto riguarda il matrimonio, è una vera trappola. Un paio di volte ci sono stato vicino, ma una candidata si lamentava perché passavo troppo tempo al lavoro, l'altra perché aveva bisogno del proprio spazio vitale... Anche se vivo in questo paese da molti anni, ritengo di essere un uomo legato alle tradizioni» ammise. «Penso che il posto della donna sia...»

    «A casa» terminò Emily sottovoce.

    Lui accolse la sua precisazione con un sorriso asciutto. «Non sei d'accordo, vero? Lo capisco. Tu sei una donna in carriera, però nel paese in cui sono nato gli uomini vanno a lavorare e le donne restano a casa. Così non mi sono disperato quando queste relazioni sono andate a monte.» Si sfregò la fronte. «Non ho idea del perché mi sto confidando con te. Forse desidero che tu mi capisca, che comprenda quello che sto facendo... Allora, sei dalla mia parte?»

    Emily si era preparata a negargli il proprio aiuto, poi aveva udito il suo tono sincero e si era commossa per la sua richiesta di aiuto, per la fiducia che Ben riponeva in lei. Sospirò. «D'accordo, come vuoi tu.»

    Lui si sfregò le mani e sorrise, come quando riusciva a ottenere un risultato brillante nel campo del lavoro.

    «Brava ragazza» le disse battendole una mano sulla spalla. «Non te ne pentirai. Saprò ricompensarti.»

    Mentre la osservava allontanarsi, Ben si soffermò un attimo di troppo sui fianchi che ondeggiavano sotto la gonna blu troppo larga e sulle gambe ben modellate. Per la prima volta in tre anni, si chiese che tipo di vita conducesse Emily.

    Per quanto lo riguardava, non riusciva a immaginarla in altro modo che in un abito scuro troppo ampio. Figuriamoci mentre rideva o, addirittura, faceva l'amore!

    Scosse il capo per cancellare quell'immagine. Se non fosse stato per la discussione che avevano avuto sul matrimonio non ci avrebbe mai pensato.

    I suoi amici gli invidiavano una segretaria così efficiente, leale, preparata, che manteneva la calma nelle difficoltà... Era la prima volta che lei si era rifiutata di dargli una mano e Ben non ne capiva la ragione.

    Per fortuna ci aveva ripensato. Senza Emily non sarebbe approdato a nulla. A parte la sua indiscussa capacità sul lavoro, Ben aveva potuto contare su di lei anche in occasione dell'acquisto dell'appartamento, della ristrutturazione... Quella donna aveva un gusto indiscutibile e, soprattutto, sapeva quello che gli avrebbe fatto piacere ancora prima che lui se ne rendesse conto.

    Emily acquistava i regali per i nipoti e i parenti, si occupava delle prenotazioni degli aerei e dei ristoranti, dei suoi appuntamenti galanti. Lui non poteva concepire la vita senza di lei. Non poteva concepire di trovare una moglie senza il suo aiuto.

    Ma anche con l'aiuto della sua efficiente segretaria, il problema si presentò più difficile di quanto avesse immaginato. Aveva invitato a cena a turno tutte le donne dell'elenco che Emily gli aveva preparato. Ogni volta, giunto il momento di estrarre dalla tasca l'anello con brillante di quattro carati che aveva comprato per l'occasione, qualcosa l'aveva trattenuto. Non riusciva proprio a vedersi sposato con nessuna di loro. Neppure per un anno soltanto.

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