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L amante della porta accanto (eLit): eLit
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E-book153 pagine2 ore

L amante della porta accanto (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Grace si è finalmente liberata della gabbia dorata in cui era rinchiusa e ha deciso che è arrivato il momento di prendersi la sua rivincita sulle idee che una rigida educazione le ha imposto finora. Quello che adesso vuole, innanzitutto, è Ben, suo vicino di casa e uomo dal fascino magnetico. Con lui sogna di squarciare il velo delle inibizioni e di svelare la donna sensuale che è nascosta, trepidante, in lei.
LinguaItaliano
Data di uscita31 ago 2017
ISBN9788858973851
L amante della porta accanto (eLit): eLit
Autore

Carly Phillips

Dopo gli studi, ha iniziato la carriera di avvocato, ma ha capito subito che amava la teoria e non la pratica. Così si è dedicata all'altra sua grande passione, la scrittura, e ha avuto subito successo.

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    Anteprima del libro

    L amante della porta accanto (eLit) - Carly Phillips

    successivo.

    1

    Ben Callahan guardò sospettoso la delicata tazza di porcellana cinese che gli veniva offerta sul vassoio d'argento. La prese con mano guardinga, attento a non romperla o rovesciarla, e consapevole che non avrebbe ricavato nessuna informazione dalla sua anziana ospite, la signora Emma Montgomery, se non avesse ottemperato al sacro rito del tè delle cinque.

    Non aveva mai avuto comprensione per i ricchi e non gli interessava nemmeno averla! Li conosceva bene e nessuno di loro, a dire il vero, gli aveva mai fatto una buona impressione. Sua madre aveva lavato tanti di quei pavimenti per guadagnarsi da vivere e in cambio non aveva mai avuto altro che un pessimo trattamento e un misero salario. Così Ben, non appena era stato in grado, aveva sollevato la madre da quel pesante lavoro.

    Eppure, per ironia della sorte, come investigatore privato aveva spesso a che fare con clienti ricchissimi, anzi a volte gli sembrava che alcuni avessero tanto denaro da potersi permettere di buttarlo dalla finestra. Ben non disprezzava quei soldi, perché non solo gli consentivano di pagarsi bollette e fatture, ma permettevano a sua madre di vivere una vecchiaia tranquilla nella sua casetta, adeguatamente assistita. Era il minimo che lui potesse fare per compensare i pesanti anni di servizio trascorsi a pulire le case dei signori.

    L'anziana donna seduta di fronte a lui era ancora una potenziale cliente. Aveva avuto il suo nominativo da una conoscente comune, e osservandola con attenzione, Ben dovette riconoscere che era simpatica, ancora piena di fascino femminile e molto insistente.

    Mentre i clienti ricchi di solito cercavano di mercanteggiare sul costo dei suoi servizi, lei gli aveva pagato il viaggio aereo da New York a Hampshire, Massachusetts, le spese di permanenza, e tutto questo solo per discutere i motivi per cui intendeva ricorrere alle sue prestazioni professionali. Senza contare che per quell'incarico gli aveva promesso una somma cospicua, decisamente alta per un singolo caso. Tutto questo ancor prima di spiegargli le ragioni della sua scelta.

    Ben non solo era incuriosito, ma addirittura propenso ad accettare. Gli servivano molti soldi per assicurare un'assistenza adeguata a sua madre, la cui vista si stava deteriorando rapidamente: presto la povera donna non sarebbe stata più autosufficiente e Ben, per non farle mancare niente, era disposto a sorbire non una ma dieci tazze di tè...

    Incrociò lo sguardo della signora, due occhi penetranti che lo fissavano da sopra l'orlo della tazza. Lui non poté fare altro che sorseggiare la bevanda bollente per compiacerla. Lei riprese subito a parlare: «Ho bisogno di qualcuno che possa badare alla mia nipotina. Le interessa il lavoro?».

    A Ben andò di traverso il tè bollente e si bruciò la lingua, perdendo quasi la presa sulla tazzina di porcellana. Aveva capito bene? Quella donna gli offriva di fare il babysitter a una bambina? «Devo badare... Sinceramente non capisco...»

    «Forse non mi sono spiegata bene, la parola giusta sarebbe... custode.» Si aggiustò la pettinatura elaborata. «Mia nipote sta cercando se stessa e ha bisogno di un... custode» ripeté.

    Ben appoggiò la tazzina sul piattino. «Non è stata informata bene sulla mia professione, signora Montgomery.» Al diavolo i soldi, lui non era disposto a fare il babysitter.

    «Mi chiami pure Emma» fece lei con un sorriso radioso.

    «Mmh... Sì, Emma... Sono un investigatore privato, un detective, se preferisce... Il mio mestiere non è quello di badare ai bambini. A proposito, quanti anni ha la sua nipotina?»

    La signora allungò il braccio verso il tavolino accanto al divano, prese una cornice d'argento e gliela porse. La donna che lo fissava non era per niente una bambina, aveva i capelli di un biondo miele, due occhi scuri pieni di calore e un viso così delicato da fare concorrenza alle porcellane di famiglia. Subito lui provò una grande attrazione, e il sangue gli cominciò a pulsare nelle vene.

    «Ha quasi trent'anni ed è una vera bellezza, non le pare?» domandò Emma, vibrante d'orgoglio.

    Lui si sottrasse allo sguardo indagatore e si agitò sulla poltrona. «È... sì, certo.» Era la principessa delle favole.

    Grazie al suo lavoro, Ben era abituato a studiare le fisionomie e a osservare le persone anche dalle fotografie, non solo di persona. Così, seguendo il proprio istinto, si formava un'opinione. Raramente aveva sbagliato e comunque non si era mai lasciato influenzare da un bel viso, mantenendo sempre un professionale distacco. Solo che questa volta... La donna era così bella da sconvolgergli i sensi e fargli perdere la testa. Negli occhi di lei si leggevano emozioni e pensieri segreti che gli sarebbe piaciuto scoprire. La proposta che poco prima pensava di rifiutare era diventata improvvisamente un'opportunità da non perdere. Ben provò un senso di disagio.

    «Grace si è trasferita a New York qualche tempo fa» spiegò Emma. «Ora vive della rendita che i suoi genitori le hanno intestato sin da bambina. Nessun lavoro stabile, nessun uomo stabile.»

    Sottolineò con la voce queste ultime parole mentre ispezionava il giovane di fronte a lei, dalla punta degli stivali consumati ai capelli arruffati.

    «E cosa è successo a Grace? Che cosa l'ha spinta a chiedere i miei servizi?» domandò lui cercando invano di sottrarsi a quegli occhi implacabili.

    «Ha smesso di ritirare i soldi della rendita e ha deciso che è arrivata l'ora di mantenersi con il proprio lavoro.»

    «Direi che è una mossa apprezzabile» fece Ben. Provava un certo rispetto per quella Grace che cercava di rendersi autonoma, invece di approfittare capricciosamente delle ricchezze di famiglia.

    «Certo. È per questo che l'ho educata, per essere autonoma e contare solo su se stessa e, in un certo senso, ha funzionato. Se n'è andata da Hampshire per sfuggire al controllo di suo padre, Edgar, mio figlio. È tanto autoritario che in famiglia è chiamato il Giudice.» Rise senza allegria. «Lui non ha idea di ciò che può significare una famiglia, anche se pian piano sta imparando. Solo che Grace non è qui per verificarlo.»

    Stava divagando, pensò Ben, e cercò di tornare all'argomento del loro incontro. «Così, desidera che Grace torni a casa?»

    Emma scosse la testa. «No, se sta bene a New York e se è felice, non chiedo altro. Ma non ho sue notizie, perché con me non apre bocca. Si limita a dire che sta bene e mi raccomanda di non preoccuparmi.» L'anziana signora fece una smorfia d'incredulità. «Come faccio a non preoccuparmi sapendo che gira con quella macchina fotografica al collo senza un minimo di cautela?»

    «È una donna adulta» azzardò Ben.

    «Donne come lei vengono aggredite ogni giorno a New York, Grace sostiene di avere fatto un corso di autodifesa, ma questo non basta a rasserenarmi. Sono sicura che mi nasconde delle cose, soprattutto da quando ho avuto un infarto, poco tempo fa... Crede di proteggermi e non capisce che mi agito ancora di più restando all'oscuro di tutto, se continua così mi farà venire il mal di cuore.»

    Ben annuì, consapevole. Suo padre era morto d'infarto quando lui aveva appena otto anni. Era stato un uomo buono, con un cuore d'oro, ma quel cuore era anche tanto debole e una sera tornando a casa dal lavoro non aveva retto. Ben e sua madre erano rimasti soli con pochi risparmi, così lei si era dovuta rimboccare le maniche e lavorare duramente per riuscire a far quadrare il bilancio.

    «Non mi fraintenda, signor Callahan, sono felice che Grace finalmente si senta pronta ad affrontare il mondo.» La voce di Emma lo richiamò al presente. «Questa nuova vita le consentirà di fare le esperienze che suo padre non le ha permesso di avere, ma nello stesso tempo una simile e inaspettata libertà mi spaventa. Nonostante abbia quasi trent'anni, Grace è stata molto protetta. Io la conosco bene, quando deve affrontare un problema difficilmente chiede aiuto a me, o a suo fratello o a chiunque altro. Ma io devo sapere se sta bene e se è in grado di cavarsela da sola in caso di bisogno.» Emma posò la mano gracile sul braccio di Ben.

    «Innanzitutto, mi chiami Ben» fece quest'ultimo. Ormai aveva deciso, non voleva negare a Emma la tranquillità cui anelava, oltretutto sentiva che l'anziana donna provava un profondo affetto per la nipote.

    In breve si misero d'accordo sul compenso. E si rese conto così che non erano certo i mezzi che mancavano a Emma Montgomery.

    «Mi sono permessa alcune libertà poiché ero sicura che avrebbe accettato» commentò lei con un sorriso.

    Ben era abituato alla presunzione di questi clienti facoltosi, ma non riusciva a immaginare che cosa la donna avesse deciso al posto suo. «Quali libertà, signora Mont...» Subito si corresse. «Quali libertà, Emma?»

    «Grace vive a Murray Hill, in un bilocale non lontano dalla Third Avenue. Sono riuscita a farmi affittare l'appartamento proprio di fronte al suo. Ora ci abita il fratello del proprietario, ma sembra che stia per trasferirsi all'estero per qualche mese.» Un sorriso malizioso si disegnò sulle sue labbra. «Non sarebbe carino che Ben Callahan, un carissimo amico di questo ragazzo, occupasse l'appartamento nel frattempo?» Prese dal tavolo un paio di chiavi e gliele fece tintinnare sotto il naso.

    «L'ha pensata bene, Emma.» Era preparato a tutto, ma non a questo. «Solo che io ho già una mia casa a New York.»

    Lei alzò gli occhi al cielo come se il giovanotto di fronte fosse un po' lento nel capire le cose. «Certo che lo so, mio caro.» Emma unì le mani in una preghiera muta, con gli occhi supplichevoli, e lui non poté ignorarla. «Prima di morire, voglio essere sicura che Grace stia bene, che sia soddisfatta e realizzata nelle sue aspirazioni. Per questo lei deve esserle vicino e controllare di persona. Mi hanno detto che è uno dei migliori investigatori privati in circolazione.»

    Il ricatto della signora Montgomery era spudorato, tuttavia Ben non riuscì a dirle di no. In effetti i motivi che la spingevano a quella richiesta insolita erano davvero innocenti e lui non se la sentiva di deluderla. Che male c'era a rassicurare una nonna sull'incolumità della nipote? In questo modo prendeva due piccioni con una fava: Emma si sarebbe tranquillizzata sulla sorte di Grace e sua madre avrebbe avuto tutta l'assistenza di cui aveva bisogno.

    «Allora?» insistette Emma.

    Lanciò un'ultima occhiata alla foto. Accidenti, era rimasto frastornato da quell'immagine, chissà che reazione avrebbe avuto nel vedere Grace Montgomery in carne e ossa!

    Emma gli toccò materna il ginocchio. «Non si preoccupi, tutti gli uomini reagiscono come lei quando la vedono per la prima volta.»

    Ma che figura ci faccio, si disse Ben.

    «Capisce adesso perché le serve un custode proprio ora che si muove da sola ed è più vulnerabile di prima?»

    Grace indubbiamente era meno ingenua di quanto potesse immaginare sua nonna, viveva in una grande metropoli con un'infinità di soldi da spendere, sicuramente aveva imparato a cavarsela da sola. Tuttavia, capiva la preoccupazione dell'anziana donna.

    Si lasciò scappare un gemito di perplessità, senza volerlo era

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