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La legge dell’angelo
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E-book117 pagine1 ora

La legge dell’angelo

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Info su questo ebook

Michael è un ragazzo che vive nella città di New Seattle in un futuro non precisato. Una serie di disgrazie lo porterà sotto l’ala di Don Horace. Le cose sembrano migliorare, ma l’ennesima tragedia lo cambierà così profondamente da farlo diventare un vendicatore senza scrupoli. Un thriller dai toni concitati e dal ritmo incalzante con un sali e scendi di emozioni e scontri adrenalinici.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2020
ISBN9788868273415
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    Anteprima del libro

    La legge dell’angelo - Marco Patrignani

    futuro

    1.

    Era freddo nella città di New Seattle, gli inverni erano sempre stati rigidi. La nebbia era calata fra le vie della metropoli. In un vicolo buio risuonavano i passi di un ragazzo, stava correndo, o meglio, stava scappando da un gruppo di bulli.

    La puzza di spazzatura e piscio era davvero insopportabile, ma il ragazzo era troppo occupato a scappare per pensare a coprirsi il naso per non sentire quell’odore acre.

    «Eccolo lì, è nostro!»

    Il gruppo era ormai vicinissimo, ma il ragazzo era fortunato, gli sarebbe bastato raggiungere la scala antincendio per non subire l’aggressione. Arrivato in prossimità della scala, il ragazzo balzò così in alto da raggiungere in un baleno la struttura in ferro. Era fatta. Avrebbe solamente dovuto issarsi per essere salvo, ma uno dei bulli riuscì ad afferrare la sua gamba e tirarlo verso sé.

    La presa cedette e il ragazzo si ritrovò scaraventato verso il basso dalla forza del bullo aiutato dalla gravità. Il ragazzo finì a terra con uno schianto terribile, con la faccia in una pozzanghera che lui sperò essere acqua.

    «E anche questa volta non ci sei riuscito pidocchio, la prossima volta risparmiaci la corsa e fatti pestare subito».

    Il ragazzo rimase in silenzio sapendo già cosa sarebbe successo.

    I colossi si avventarono colpendolo con calci e pugni come se lui non fosse un essere umano, ma un semplice cuscino. Il sangue cominciò a riempirgli la bocca, il sapore metallico era l’unica cosa che sentiva. La vista cominciò a offuscarsi lasciando spazio alla confusione più totale. La serie di colpi sembrò essere infinita, il ragazzo non riuscì nemmeno a chiedere pietà. Stanchi di continuare, il gruppo si allontanò dal ragazzo lasciandolo a terra pieno di sangue. Dopo essere rimasto qualche secondo a contemplare il dolore, il ragazzo tentò di alzarsi, ma nel farlo la testa gli girò così tanto che perse i sensi cadendo a terra esanime.

    La mattina era arrivata e il sole era ormai alto, il ragazzo riuscì a svegliarsi, il dolore era ancora fortissimo e in più era infreddolito.

    Con fatica si ritrovò in piedi e barcollando si incamminò verso casa. La gente per strada sembrava non vederlo o semplicemente faceva finta per negargli un briciolo di aiuto. Arrivato a casa sua, l’ultima difficoltà erano le scale. Impiegò quasi mezz’ora per arrivare davanti alla porta del suo appartamento. Entrò.

    «Finalmente, non sapevo più dove trovarti, avresti dovuto dirmi che passavi la notte fuori…»

    Dalla sala accanto ecco arrivare una ragazza sui venticinque anni, con i capelli lisci e così neri da sembrare carbone, le labbra rosse accentuate ancora di più dalla pelle chiara e gli occhi di un azzurro lapislazzuli. La vista del fratello la rese sconvolta. Fece cadere la ciotola di plastica e si lanciò dal ragazzo.

    «O mio Dio, ancora… ti hanno ridotto peggio delle altre volte, non puoi continuare così Michael… o santo cielo…»

    Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. Michael odiava vedere sua sorella piangere.

    «Stai tranquilla Corine, sto bene tra qualche giorno non avrò più nemmeno i segni».

    «Tra qualche giorno ne avrai altri…»

    Ormai la ragazza stava piangendo. Michael le sorrise e la abbracciò forte.

    «Questa situazione finirà, non preoccuparti».

    Michael lo sperava davvero, ma sapeva che non sarebbe stato così e mentre stava ancora abbracciando la sorella digrignò i denti e una lacrima gli segnò il viso.

    2.

    Michael quella mattina si svegliò colpito dolcemente dai raggi del sole che riuscirono ad entrare timidamente nella stanza.

    La camera era arredata in modo vittoriano con tutti i mobili di un colore bianco che a lui non piaceva, ma poteva sopportarlo benissimo visto che si trattava solo della sua stanza per la durata della vacanza con la sua famiglia. Qualcuno bussò alla porta.

    La madre di Michael entrò nella camera sorridendo, era bellissima come Corine.

    «Buongiorno tesoro, dormito bene?»

    Michael scostò le coperte e si alzò

    «Certo mamma».

    La madre si avvicinò alla finestra e aprì le tende.

    «Vestiti così possiamo andare a fare colazione, tuo padre non vede l’ora di abbuffarsi al buffet».

    La madre scoppiò in una risata e a lei si unì anche Michael. Si vestì velocemente e si unì al resto della famiglia che era già pronta a scendere nella sala da pranzo dell’hotel. Arrivati alla sala un cameriere accompagnò la famiglia al suo tavolo, i quattro si accomodarono e il padre prendendo il piatto sorrise.

    «Vado all’attacco ci vediamo dopo».

    E si allontanò dal tavolo pronto a razziare ogni cosa. Anche il resto della famiglia prese i propri piatti e si diressero verso il buffet per iniziare la giornata al meglio. Dopo aver esaminato con cura tutte le pietanze che la cucina dell’hotel offriva, Michael, sua madre e Corine si rimisero a sedere iniziando a gustarsi la loro colazione. Quando Michael ebbe quasi finito di mangiare ecco arrivare suo padre con il piatto pieno di cibo che sembrava quasi una montagna. Corine rimase stupita.

    «Papà non ti sembra di esagerare?»

    Il padre si era già seduto e stava già addentando il suo cornetto alla crema.

    «Dobbiamo partire al meglio, ci aspetta una lunga giornata di divertimento».

    La madre stava finendo di bere il suo cappuccino.

    «Ho sentito che non molto distante da qui c’è un parco divertimenti che viene qui solo per questo periodo dell’anno…»

    «Davvero?! Allora non possiamo perdercelo, voi che dite ci andiamo?»

    I due ragazzi fecero un’espressione così stupita e felice che la madre non poté far altro che sorridere.

    «Certo, che bello!»

    Dissero all’unisono.

    «Bene allora è deciso, questa sera prima di tornare ci andremo».

    La famiglia finì la colazione e lasciò l’hotel per visitare la città.

    Il periodo di Natale era sempre il più bello nella città di Parlino, ogni singola cosa era decorata per rendere l’atmosfera magica, sembrava quasi di trovarsi in un sogno o in una fiaba dove tutto è circondato da luci colorate.

    Le porte e le finestre dei palazzi erano tutte decorate con ghirlande, l’odore degli abeti posizionati lungo le vie della città dava la sensazione di essere in una foresta facendo dimenticare di trovarsi in un luogo urbano creato dall’uomo. I manichini delle vetrine erano tutti vestiti con abiti a tema natalizio, gli elfi la facevano da padrone, a Michael facevano ridere. Passando vicino alle pasticcerie il profumo di dolci appena sfornati faceva venire l’acquolina in bocca, era così forte che rapiva l’anima. Per le strade si trovavano spettacoli di ogni tipo, chi suonava strumenti vari, chi faceva numeri di magia da lasciare a bocca aperta, chi si divertiva a dare le forme più strane alle bolle di sapone, che poi i bambini facevano scoppiare fra risate felici. Michael sarebbe rimasto tutta la giornata a vedere quegli spettacoli incredibili, ma Corine non vedeva l’ora di comprare tutto quello che le sarebbe capitato a tiro.

    La madre e Corine passarono la giornata a scrutare ogni angolo di ogni negozio per accaparrarsi eventuali offerte, mentre Michael e il padre rimasero la maggior parte del tempo a divertirsi guardando gli schermi che trasmettevano pubblicità particolari per promuovere ogni tipo di oggetto, molti inutili, ma che la gente avrebbe comprato lo stesso solo per moda. Le due ragazze comprarono così tante cose che il padre fu costretto a tornare in albergo per posare tutte le borse e i pacchetti. Non appena il padre riuscì a tornare i quattro continuarono il loro giro turistico. Presero il tram che li portò fino al centro della città. Qui i ghirigori erano quasi stancanti, ogni singolo particolare era abbellito in stile natalizio, dalle griglie dei tombini che erano state verniciate con i classici colori della festa ai pomelli di ogni portone alla quale

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