L’alba di un nuovo mondo: Cronache del dopo Pandemia

Di Mario Beretta

In un prossimo futuro il genere umano, minacciato da un nuovo virus che trasforma chi ne viene a contatto in esseri pericolosi e violenti chiamati Infetti, è sulla soglia dell’estinzione.
Per preservare la propria esistenza, il Popolo si barrica dietro imponenti città-fortezza sì da tenere l’epidemia al di fuori delle Mura. Tuttavia, per sopravvivere la società è costretta a darsi delle precise e rigide regole che garantiscano non solo la sopravvivenza ma lo status quo sociale e politico.
Vera, una giovane di circa vent’anni, nata e cresciuta in Città, a causa di un banale incidente sul lavoro viene condotta dai Tutori davanti al Tribunale, l’organo deputato a stabilire se lei sia o meno una possibile minaccia per il Popolo, e se e quando abbia infranto una delle sue regole.
Senza che le sia data la possibilità di spiegarsi, abbandonata da amici e conoscenti, è considerata Infetta e bandita dalla città.
Proiettata in un mondo che non conosce, incapace di provvedere a se stessa, Vera deve venire a patti con la sua voglia di sopravvivere nonostante tutto. Intanto, una nuova specie, creata dalla mutazione genetica del virus, si sta affermando nei territori liberi.
Una narrazione lucida e spietata, che affresca a tinte forti un futuro apocalittico lungi dall’essere improbabile.

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovane Holden Edizioni
• Data di uscita: 31 ott 2020
• ISBN: 9788832927795

Anteprima del libro

Mario Beretta

L'alba di un nuovo mondo

Cronache del dopo Pandemia

992 - Spessosottile

Giovane Holden Edizioni

www.giovaneholden.it

Titolo originale: L'alba di un nuovo mondo

© 2020 Giovane Holden Edizioni Sas - Viareggio (Lu)

I edizione cartacea ottobre 2020

ISBN edizione cartacea: 978-88-3292-778-8

I edizione e-book ottobre 2020

ISBN edizione e-book: 978-88-3292-779-5

ISBN: 9788832927795

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Indice dei contenuti

A Alice, mia moglie.

La scrittura ci ha fatti incontrare

e ancora oggi ci unisce in una comune passione.

Il Tribunale del Popolo ha preso atto dei fatti, ha interrogato i testimoni ed è pronto a pronunciare la sua sentenza. L’imputata si alzi in piedi per ascoltarla.

L’imputata, una ragazzina di poco meno di vent’anni dai folti riccioli neri, volto da bambina impreziosito da profondi occhi scuri e da labbra piene e mature, corpo snello dai seni acerbi e dai fianchi larghi e morbidi, obbedì a quell’ordine. Mentre si alzava cercava di sistemarsi al meglio la corta tunica grigia che indossava e, nel frattempo, di non grattarsi la pustola rossa che spiccava netta sulla pelle pallida all’altezza della spalla.

Vera, terrorizzata da quello che il giudice avrebbe decretato sul suo destino, si guardò istintivamente attorno alla ricerca di un qualunque tipo di scappatoia, ma senza alcun risultato. Il pubblico presente nella sala era un fronte di volti sconosciuti e concentrati sulla corte. Alle sue spalle avvertiva distintamente la presenza dei due Tutori che l’avevano scortata nell’aula, irremovibili e minacciosi come due statue di pietra. I giudici, seduti nei loro troni con aria pomposa, sembravano impegnati in profonde riflessioni che dovevano essere di gran lunga più importanti del suo caso.

Una fitta di prurito le strappò una smorfia: avrebbe voluto graffiare quel dannato affare sulla sua spalla fino a strapparlo via dalla sua carne, ma sapeva che questo avrebbe aggravato ancora di più la sua situazione già precaria.

Il motivo per cui si trovava di fronte al Tribunale era sicuramente colpa della sua testa dura e cocciuta, ma anche della cattiva sorte e di quello stronzo del suo superiore.

Tre giorni prima l’uomo le aveva fatto una proposta: rimanere con lui un paio di ore in più oltre l’orario di lavoro per aiutarlo a pulire alcuni vecchi condotti dell’aria quasi del tutto otturati e ricevere un