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Sogni lesbo - 8 brevi racconti erotici in collaborazione con Erika Lust
Sogni lesbo - 8 brevi racconti erotici in collaborazione con Erika Lust
Sogni lesbo - 8 brevi racconti erotici in collaborazione con Erika Lust
E-book125 pagine2 ore

Sogni lesbo - 8 brevi racconti erotici in collaborazione con Erika Lust

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Info su questo ebook

Un tempo era eccitante infilarsi di soppiatto nel bagno dell'ufficio per fare sesso col suo collega avvocato, senza che gli altri dello studio se ne accorgessero. Tuttavia l'eccitazione è presto svanita - così come la sua passione per lui. Ma quando lei spontaneamente prenota una fuga per il fine settimana a Barcellona, alloggiando nell'appartamento di una coppia lesbica, improvvisamente i suoi desideri tornano in tutto il loro splendore... Questo libro contiene i seguenti racconti brevi: I miei ricordi di te - Mangia con me - L'uomo femminista - Ricordi di lui - Sogni lesbo - Passione in auto - Ossessionata da Owen Gray - Il gioco della mia coinquilina.-
LinguaItaliano
EditoreLUST
Data di uscita1 feb 2021
ISBN9788726783506

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    Anteprima del libro

    Sogni lesbo - 8 brevi racconti erotici in collaborazione con Erika Lust - Sarah Skov

    Sogni lesbo - 8 brevi racconti erotici in collaborazione con Erika Lust

    Translated by LUST

    Cover image: Shutterstock

    Copyright © 2021 Sarah Skov and LUST, an imprint of SAGA Egmont, Copenhagen

    All rights reserved

    ISBN: 9788726783506

    1. E-book edition, 2021

    Format: EPUB 3.0

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    Passione in auto

    Tira fuori la carta da regalo, ne taglia un pezzo e comincia a fare il pacchetto. Le sue mani lavorano velocemente con la carta, mentre la cliente, in piedi a mani giunte, la osserva. Avvolge la carta intorno alla piccola scatola appianandone i bordi per farli apparire precisi e ben definiti. Poi tira fuori un nastro di seta lungo e leggero da un contenitore sotto il bancone.

    Può andare? chiede.

    La cliente annuisce e sorride, convinta. La commessa non impiega molto tempo ad annodare il nastro intorno al pacchetto, chiudendolo con un bel fiocco ricco. Rifila le estremità del nastro. Lascia sempre il nastro un po’ più lungo, le piace così. Può sprecare tutto il nastro e la carta che vuole, senza per questo sentirsi in colpa. Rigira la scatola tra le mani, come per controllare di aver fatto un buon lavoro. Lo fa soprattutto a beneficio della cliente, per dimostrare di essere stata attenta e precisa. Fa parte della politica del suo reparto mostrare attenzione per i dettagli. Ha confezionato un’infinità di scatole di profumo, quindi sa di aver fatto perfettamente anche questa. La cliente sorride con soddisfazione, rilassa le spalle e sospira di sollievo. La commessa prende un sacchetto e vi colloca il regalo con grande cautela, come se stesse mettendo un neonato in una culla. Cura e delicatezza in parti uguali finiscono dentro al sacchetto nero insieme al regalo.

    Le auguro una buona giornata dice alla cliente sorridendo, mentre le passa il sacchetto.

    La cliente annuisce e restituisce un sorriso a labbra strette.

    Quando arriva l’ora della sua pausa di metà mattina, vola nella stanza del personale a prendere la borsetta. Esce dal negozio e attraversa la strada per raggiungere un piccolo parco. Si siede su una panchina e prende la prima boccata d’aria fresca della giornata. La fragranza del profumo pervade ancora le sue narici e ci vogliono diversi respiri prima di riuscire a sentire l’odore dell’erba e della corteccia degli alberi. Ci mette ancora di più a sentire il canto degli uccellini. Tira fuori dalla borsa una sigaretta e l’accende. Dopo qualche tiro, inizia a sentirsi più rilassata.

    Una lieve brezza le fa venire la pelle d’oca sulle braccia. Sorride pensando a quella volta in cui erano andati in macchina verso la foresta e lei aveva parcheggiato su una stretta strada sterrata al margine del bosco. Quella volta in cui faceva così caldo che avevano dovuto aprire i finestrini per rinfrescarsi. Quella volta che il profumo dell’erba bagnata di rugiada e il canto del merlo si erano fatti strada fin dentro l’auto. Quella volta in cui il suo orgasmo era esploso così violentemente da far zittire gli uccelli.

    Fa un altro tiro, sorride e smuove la ghiaia con i piedi. Camminando verso la sua postazione, saluta diversi colleghi. Quelli che stanno già lavorando gli rispondono con un cenno del capo. Il ticchettio delle tastiere e una moltitudine di voci intente a cercare di convincere i potenziali clienti a sottoscrivere questo specifico abbonamento telefonico riempiono la stanza. Raggiunge la postazione, che condivide con una collega. Il turno di lei sta per finire, e il suo sta per cominciare. La collega è ancora seduta lì.

    Con questo piano, può avere i primi tre mesi per 1 sola corona danese, dopodiché pagherà 99 corone al mese. Se non fosse soddisfatto, avrà la possibilità di disdire dopo il primo mese a 99 corone, sta dicendo. Riprende brevemente fiato; una pausa studiata per dare al cliente il tempo di elaborare le informazioni, ma non di inventare una scusa e riagganciare.

    È molto più economico della sua attuale offerta, dice; poi aggiunge: E se vuole, uno dei nostri tecnici può venire già oggi a effettuare l’installazione.

    Silenzio all’altro capo del telefono. La sua collega lo guarda e fa segno con l’indice di lasciarle ancora un minuto. Lui si appoggia alla parete della postazione e beve un sorso di caffè. L’atmosfera sta cambiando, nel vasto panorama dell’ufficio. Le persone si alzano e respirano profondamente. Si tolgono le cuffie e si stiracchiano, le braccia sopra la testa. Effettuano torsioni da una parte e dall’altra per riallineare i muscoli della schiena. Alcuni si appoggiano le mani sul fondo della schiena, altri sono già schizzati via dalle loro postazioni, salutando con la mano.

    Perché non fissare un appuntamento con uno dei nostri tecnici? Sarebbe tutto pronto entro l’inizio del mese prossimo. Ci occuperemmo noi di disdire il suo attuale abbonamento al momento del  passaggio a quello nuovo. Il 17 potrebbe andare per lei?

    Non riesce a sentire la risposta del cliente, ma dalla faccia della sua collega può dedurre che non sono certo buone notizie.

    Capisco, ovvio che ne deve parlare con suo figlio. Posso richiamarla tra un paio di giorni? Così avrà il tempo di consultarsi con lui, dice in tono cortese mentre prepara la borsa.

    Allontana la sedia dalla scrivania con una spinta. Con il cliente ancora in linea, cerca d’infilarsi le scarpe.

    Va bene, le auguro una buona giornata. La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato. Riaggancia e fa un grande sospiro. Lui ride. Prego, si accomodi, gli dice, invitandolo con gesto plateale a prendere il suo posto. Sogghignano entrambi.

    Che bello, era tutto il giorno che aspettavo questo momento, dice lui con sarcasmo, lasciandosi cadere sulla sedia.

    Ci vediamo, dice la collega voltandosi. La sua gonna fluttua nell’aria per un momento prima che la ragazza sparisca nel corridoio.

    Il suo caffè si sta raffreddando, ma lo beve lo stesso. Ne ha bisogno. Effettua l’accesso con i suoi dati. Lei appare sullo schermo, in costume da bagno.

    La foto è stata scattata durante la loro ultima vacanza. È seduta su quella piccola spiaggia privata e gli sorride. Ha i denti bianchi, la pelle abbronzata. I riccioli scuri ancora più selvaggi del solito. Lui ripensa a quando avevano fatto il giro dell’isola in auto. A come si erano ritrovati su una spiaggia piena zeppa di turisti, ombrelloni e sdraio e avevano subito deciso di continuare a guidare lungo la costa fino a trovare il posto perfetto. Ricorda il vento fra i capelli di lei e l’aria leggermente salmastra. Lei rideva mentre camminavano sulla spiaggia, non a causa di qualcosa che lui aveva detto o che avevano visto, ma per pura e semplice eccitazione. Avevano posato gli asciugamani dietro una piccola sporgenza rocciosa.

    Si mette le cuffie, ma fa fatica a staccarsi dal ricordo.

    L’acqua salata sul corpo di lei. Le onde che si infrangevano sugli scogli mentre lui la leccava. La pelle di lei, calda e sudata. Ripensa a come le gambe le tremavano dopo l’orgasmo.

    Controlla le sue mail e accede al sistema. Tra due minuti dovrà digitare il primo numero.

    Pensa ai riccioli di lei tra le sue dita, al calore della sua bocca che si stringeva intorno al pene. Si sentiva il verso dei gabbiani.

    Chiama il primo cliente della giornata, cercando disperatamente di scacciare dalla testa il ricordo delle sue gocce di sperma, che sembravano perle sul seno abbronzato di lei. Il pensiero glielo fa venire duro.

    Ha bisogno di aiuto? chiede a una cliente, che da qualche minuto sta vagando per il negozio da sola.

    No grazie, sto solo curiosando, risponde quella senza alzare lo sguardo.

    Lei sorride, ma la cliente non se ne accorge e continua a camminare. È una degli habitué, quelli che passano tutti i giorni e non comprano mai niente. Vagano per le corsie piene di boccette di profumo. Magari si fermano ad annusarne qualcuna. Ne spruzzano una per sentirne l’aroma, poi perdono interesse e vanno avanti. Sanno anche come far discretamente sparire una boccetta in una tasca profonda o in una borsa aperta. Le commesse li tengono d’occhio quelli così e si premurano di rivolgersi a loro prima che si addentrino troppo nella corsia dei profumi.

    Riordina alcune scatole, allineandole per bene. Si spruzza il suo profumo preferito sul polso. Con lenti movimenti circolari, lo fa assorbire per bene. Si prende il suo tempo. Poi si tampona il collo con un polso. La fragranza la fa entrare in una stanza che appartiene a lei e soltanto a lei. Tra poche ore, apparterrà anche a lui. Tra poche ore, l’aroma si mescolerà con il suo dopobarba e con il sudore dei loro corpi. È in quei momenti che diventa il suo profumo preferito.

    In magazzino, non può fare a meno di ricordare l’ultima volta che si sono visti. Fa un conteggio dell’inventario, per assicurarsi che torni tutto, ma intanto la sua mente vola alle chiavi che oscillavano, all’auto che dondolava dolcemente. Lo aveva aspettato all’uscita dal lavoro, come sempre, e avevano percorso in auto il circondario cercando un posto adatto. Avevano imboccato una strada secondaria che non conoscevano e si erano addentrati nella campagna. L’orizzonte sembrava allargarsi e i rumori della città si facevano più ovattati, mentre avanzavano nel paesaggio. Guidavano lentamente, osservando le stradine che portavano alla foresta. Diverse auto avevano suonato il clacson mentre si avvicinavano da dietro, ma loro avevano mantenuto l’andatura senza rallentare. Alla fine avevano trovato un posto adatto. Un paradiso verde e solitario. Un luogo che apparteneva solo a loro. Un posto dove potevano lasciarsi andare del tutto.

    Fa cadere a terra una scatola di profumo mentre pensa alle mani di lui. Quelle mani che la afferravano impazienti. Che si facevano strada sotto i suoi vestiti. Che le strizzavano le natiche così forte da farla gridare di dolore. Raccoglie distrattamente la scatola. Cadendo si è leggermente ammaccata sull’angolo. La aggiunge al conteggio.

    Va alla cassa e guarda l’orologio. Gli ultimi clienti si affrettano a trovare quello di cui hanno bisogno. Fissa le lancette che avanzano lentamente e sente che le si bagnano le mutandine. Il suo corpo brama lui, il suo tocco, il rumore della carta

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