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Provocante piacere (eLit): eLit
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E-book175 pagine2 ore

Provocante piacere (eLit): eLit

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Info su questo ebook

The Pleasure Seekers 2
È solo un lavoro di sorveglianza, o almeno così dovrebbe essere. L'ex marine Lincoln Williams sta tenendo d'occhio il suo bersaglio: Regina Dodson. Ma niente risulta semplice quando è coinvolta la sua ex fidanzata, una donna che solo a guardarla gli fa perdere la testa. Forse, però, se l'avvicinasse e si concedesse di nuovo il piacere del sesso più strabiliante della sua vita, poi potrebbe proteggerla meglio. Forse...
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2021
ISBN9788830524644
Provocante piacere (eLit): eLit
Autore

Tori Carrington

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Provocante piacere (eLit) - Tori Carrington

    Immagine di copertina:

    Depositphotos / Anna_Om

    Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

    Wicked Pleasures

    Harlequin Blaze

    © 2011 Lori Karayianni & Tony Karayianni

    Traduzione di Elisabetta Frattini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-464-4

    1

    Lincoln Williams sapeva due cose per certe: la prima era che nel suo lavoro era davvero bravo e la seconda... che nel suo lavoro era davvero bravo.

    Il resto non contava.

    Figlio unico, di madre caucasica e di padre afroamericano che non aveva mai conosciuto, era stato relegato dietro lo sbarramento che separava le due culture: non era abbastanza bianco per sentirsi del tutto a suo agio nel mondo di sua madre e non era abbastanza nero per far parte della comunità di colore.

    Perciò aveva imparato presto che l’unica cosa sulla quale poteva avere il controllo erano le sue azioni. Ed era per le sue azioni che voleva essere giudicato. Non con approvazioni vocali, ma per tacito assenso. Solo dopo essere diventato un marine, e in seguito essere stato reclutato dall’FBI di Quantico, era riuscito a trovare una collocazione a lui consona. Non solo aveva imparato a non farsi notare, come piaceva a lui, ma a usare questa capacità a suo vantaggio. Era molto bravo nel passare inosservato nonostante la stazza imponente.

    Ovviamente solo lui era a conoscenza del sogno ricorrente in cui finiva per scomparire nel nulla.

    Era stato proprio in seguito a uno dei quegli incubi che dieci mesi prima aveva dato le dimissioni dal Bureau per diventare socio, insieme ad altri ex marine, della Lazarus Security, la cui sede si trovava a Colorado Springs, in Colorado. L’agenzia si era guadagnata una notevole pubblicità in tutta la nazione grazie al recente successo delle indagini che avevano condotto al ritrovamento di una bimba di sette anni scomparsa in Florida.

    Tuttavia, il compito che Linc si accingeva a svolgere non era legato alla Lazarus: un uomo che grazie al suo intervento era stato tolto dalla circolazione era appena evaso e lui intendeva rispedirlo al più presto nella cella che lo aspettava.

    Dopo due anni dalla cattura del sadico criminale avvenuta quando Linc lavorava ancora per l’FBI, le ragioni che lo inducevano a impegnarsi per toglierlo di nuovo dalla circolazione erano una specie di segreto tra lui e il suo bersaglio.

    Grazie al cielo la riunione del venerdì del personale della Lazarus non prevedeva niente che richiedesse la massima attenzione da parte sua.

    Con lo sguardo passò in rassegna le venti reclute che ascoltavano due dei soci, Megan McGowan e Darius Folsom, metterli al corrente dei compiti che sarebbero stati assegnati a ognuna. Poco prima che la riunione finisse Linc sgattaiolò fuori dalla sala, come era solito fare da sempre.

    «Ehi.» Dari lo raggiunse. «Ti va di fare un salto al The Barracks più tardi? Vogliamo mettere a punto i dettagli riguardo alla festa a sorpresa per il compleanno di Jason.»

    «Vedrò quello che posso fare.»

    The Barracks era un bar che Linc frequentava di tanto in tanto, perlopiù per far piacere ai suoi amici che amavano ritrovarsi lì per rilassarsi dopo una lunga giornata di lavoro. Per quella sera aveva altri programmi, ma decise che si sarebbe potuto fermare al bar quanto bastava per lasciare un contributo per l’acquisto di un regalo per il loro socio. Ci teneva in modo particolare che quella festa funzionasse perché non molto tempo prima Dari e Megan, che erano partner sia sul lavoro che nella vita privata, per poco non si erano lasciati proprio a causa di Jason e una sorpresa così li avrebbe di certo ravvicinati.

    Era rassicurante vederli di nuovo uniti.

    Inoltre, ora che la ferita riportata un mese prima durante lo svolgimento di una missione era guarita, Dari sarebbe tornato a prestare servizio oltreoceano e lui ci teneva a passare un po’ di tempo con il suo amico prima della partenza.

    Dari gli assestò una pacca sulla spalla. «Ci conto, allora.»

    Dopo averlo salutato Linc si diresse verso il suo ufficio, nel quale trascorreva in genere pochissimo tempo. Aveva tutto quello che gli serviva sempre con sé perché era così che gli piaceva lavorare. Quel pomeriggio però aveva bisogno di prendere alcune cose prima di sentirsi libero di mettersi al lavoro per raggiungere l’obiettivo che si era prefissato: rispedire Billy Il Rapinatore di Banche Johnson dietro le sbarre.

    E sapeva esattamente da dove incominciare: dalla ragazza di Johnson, Regina Dodson.

    «E dai, Regina! Ti comporti come se avessi sessant’anni e non ventisei. Adesso che ce l’ho fatta a convincerti a uscire con me, sarebbe troppo chiederti di divertirti?»

    Regina Dodson in realtà si sentiva davvero come se avesse avuto sessant’anni. Da parecchio tempo. Troppo. Proprio per quella ragione aveva accettato di uscire con Vivienne. L’esuberante ragazza dai capelli rossi era la prima persona con cui aveva stretto amicizia dopo essersi trasferita a Colorado Springs da Falls, nel Maine, un anno e mezzo prima.

    In realtà più che di trasferimento si era trattato di una fuga vera e propria. Regina aveva raccolto tutto ciò che possedeva, cambiato nome e si era rifatta una vita nella piccola cittadina ai piedi delle Montagne Rocciose, a sud di Denver.

    Ciononostante non c’era giorno in cui non si svegliasse in preda al terrore che il suo passato tornasse a riprendersela.

    Oltretutto per qualche strana ragione negli ultimi tempi aveva spesso l’impressione di essere sorvegliata.

    Con un gesto automatico si grattò il braccio, poi spostò lo sguardo dal bordo del bicchiere di Margarita con il quale giocherellava ormai da due ore, al viso espressivo di Vivienne. Le luci erano forti e la musica le pulsava nelle orecchie. Aveva solo voglia di tornarsene a casa e infilarsi sotto le coperte a leggere un buon libro. Era proprio grazie ai libri che lei e la sua amica si erano conosciute, essendo iscritte allo stesso club di lettura. Erano le uniche due donne nubili e senza figli del gruppo che avevano meno di cento anni, come Viv amava dire.

    «Hai bisogno di un drink» sentenziò Vivienne, facendo cenno alla barista di avvicinarsi.

    Regina sollevò il bicchiere con il Margarita. «Ho già un drink.»

    «Te ne serve uno che non puoi fare finta di bere per ore e ore.» La barista le raggiunse. «Sei Tequila. E non dimenticarti il sale e il limone.»

    Regina la fissò allibita. «Io non ho nessuna intenzione di bere sei Tequila

    «Hai ragione, ne berrai solo tre» la blandì Vivienne, mentre la barista riempiva i bicchierini.

    «No, io non ne berrò nemmeno una» protestò Regina guardandosi intorno.

    Vivienne pagò il conto poi spinse uno dei bicchierini verso l’amica, quindi leccò il dorso della mano tra il pollice e indice, cosparse la zona di sale e avvicinò a sé la ciotola con le fette di limone, invitando Regina a imitarla.

    «Sei pronta?»

    «Viv...»

    «E dai! Qual è la cosa peggiore che ti può succedere? La corazza di ghiaccio che ti circonda potrebbe sciogliersi?»

    Regina si irrigidì. «Io non ho nessuna corazza di ghiaccio.»

    «Ah, no? Ti ho osservata raggelare quattro uomini bellissimi in un’ora. Tu come ti definiresti?»

    «Intelligente?»

    Tutti e quattro le ricordavano in qualche modo il suo ex: il primo nell’aspetto, il secondo nei modi, il terzo nell’approccio e il quarto nel vestiario.

    Naturalmente forse a quel punto anche Babbo Natale le avrebbe ricordato il suo ex.

    Negli ultimi mesi Vivienne aveva continuato a invitarla a uscire e lei aveva opposto una strenua resistenza. Solo nelle ultime settimane aveva smesso di leggere ogni articolo di giornale pubblicato in rete alla ricerca di indizi che lasciassero supporre che il suo passato potesse tornare a soffocare il presente.

    In ogni caso non era ancora pronta a uscire e a comportarsi come se niente fosse.

    Viv rise spingendo uno dei bicchierini ancora più vicino a lei. «Almeno una. Fallo per me.»

    Regina allungò il collo. «Una?»

    Viv sorrise.

    Se bere una Tequila sarebbe bastato a far smettere Viv di perseguitarla, Regina era pronta ad accontentarla, nonostante avesse la sensazione di stare per commettere un grave errore.

    Imitando Viv, si leccò la mano e vi sparse sopra del sale, poi trangugiò il liquore e succhiò la fetta di limone.

    Viv applaudì e Regina rabbrividì.

    «Un’altra.»

    Avrebbe dovuto immaginare che la sua amica non si sarebbe accontentata, ma invece di arrabbiarsi si ritrovò a ridere. Il liquido in apparenza innocuo stava già facendo effetto, sciogliendo il ghiaccio al quale Viv aveva fatto riferimento prima.

    Spargendo il sale sulla mano Regina allungò l’altra verso il secondo bicchierino. Viv esultò contando fino a tre. Poi entrambe batterono i bicchieri sul bancone e presero le fette di limone.

    Prima di rendersi conto di quello che stava facendo, Regina stava tracannando il terzo bicchiere.

    Un sorriso le incurvò le labbra. Doveva ammettere che il liquore aveva davvero la proprietà di smussare gli angoli più appuntiti del mondo intorno a lei. Inclinandosi sul bancone, fu grata di scoprire che ora più nessuno dei ragazzi nel locale le sembrava assomigliare al suo ex. La luce sembrava essersi ammorbidita e la musica era diventata avvolgente, tanto che le era venuta voglia di ballare, cosa che non faceva da tempo immemorabile.

    E che non si era aspettata di fare ancora.

    Vivienne alzò la mano per chiamare di nuovo la barista, ma Regina glielo impedì.

    «Basta.»

    Il suo sorriso convinse l’amica, che ridendo la prese per mano. «Allora balliamo.»

    Regina acconsentì, pensando che fosse l’idea migliore che Viv avesse avuto in tutta la serata.

    A una decina di sgabelli di distanza, Linc osservava le due donne. Avrebbe riconosciuto Regina Dodson ovunque, nonostante si fosse prodigata in ogni modo per cambiare il suo aspetto. I capelli, un tempo biondi, lunghi e dritti, ora erano castani e ricci e le sfioravano a malapena le spalle esili.

    Se un tempo bisognava seguire fisicamente una persona per tracciare i suoi spostamenti, ora bastava inserire il suo numero di telefono in un’applicazione sul cellulare per ottenere tutte le informazioni necessarie. Quando aveva visto che Regina si trovava in un locale in centro, si era precipitato lì con la speranza che Johnson la contattasse.

    Quando aveva saputo qualche giorno prima che il fuorilegge era evaso, aveva fatto delle ricerche sulla donna e non era rimasto sorpreso nello scoprire che la ragazza si era trasferita nella stessa città in cui viveva lui. Naturalmente due anni prima Billy si trovava da tutt’altra parte e cioè a Washington D.C., ma scoprire che ora vivevano nello stesso Stato gli sembrò qualcosa di più di una coincidenza. La considerò una circostanza provvidenziale.

    Dalla sua postazione osservò Regina e la sua amica Vivienne Cruise. Era rimasto sorpreso di vedere il suo bersaglio rabbrividire nel bere la prima Tequila, e intrigato quando aveva ingollato la seconda e poi la terza.

    Le

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