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La segretaria particolare: Harmony Destiny
La segretaria particolare: Harmony Destiny
La segretaria particolare: Harmony Destiny
E-book156 pagine1 ora

La segretaria particolare: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Jake Waters è un uomo d'affari che ha costruito le proprie fortune nel campo immobiliare, Carol Lawrence è la sua segretaria particolare. Entrambi condividono una giovinezza complicata, che sono in parte riusciti a riscattare. Carol, impeccabile e segretamente affascinata dalla bellezza e dalla spavalderia del suo capo, accetta di accompagnarlo a un party esclusivo su un'isola, e il viaggio si trasforma in un'avventura ricca di passione con inaspettate conseguenze.

Da sempre Carol sogna un matrimonio d'amore, da sempre Jake rifugge i legami affettivi. Forse, però, è arrivato per loro il momento di cancellare, insieme, le ombre del passato.
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2017
ISBN9788858970041
La segretaria particolare: Harmony Destiny
Autore

Sheri Whitefeather

Autrice della novella Sangue Cherokee.

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    Anteprima del libro

    La segretaria particolare - Sheri Whitefeather

    successivo.

    1

    Essere l'assistente personale di Jake Waters era un lavoro impegnativo. Carol Lawrence lo sapeva bene, con il milione di informazioni che doveva assimilare per cercare di organizzare la sua vita sociale: il magnate del mercato immobiliare la faceva sgobbare, perché non solo viaggiava in tutto il mondo per acquisire proprietà sparse ai quattro angoli della terra, ma era anche un incallito festaiolo, sempre pronto a salpare per luoghi esotici con modelle o attrici o quale che fosse la ragazza che attirava la sua attenzione.

    In quel particolare momento, Jake si era seduto sullo spigolo della scrivania e aveva lanciato la giacca sulla sedia. Come sempre, aveva le maniche della camicia arrotolate, che lasciavano intravvedere i tatuaggi sulle braccia, e i capelli erano sensualmente disordinati. Con quell'aria da ribelle e l'amore per la velocità, le ricordava James Dean, solo che Jake era mezzo Choctaw, e il sangue misto donava ai suoi lineamenti una bellezza fuori dal comune.

    Non era certo il tipo da cui Carol sarebbe dovuta essere attratta. Era troppo scatenato per una ragazza pratica come lei, che passava il tempo libero a casa a cucire trapunte; Jake, invece, per sfogarsi correva in macchina. Cosa che lei giudicava particolarmente insensata, dato che la sua famiglia era rimasta uccisa in un incidente d'auto, facendolo finire in orfanotrofio da piccolo. Anche Carol aveva perso la famiglia, ma all'epoca non si conoscevano e le tragedie di quel genere non rappresentavano una buona base su cui creare una relazione.

    Tuttavia, non poteva fare a meno di chiedersi cosa ci sarebbe voluto per addomesticare un uomo come Jake. Sì, come no. Se le bellezze appariscenti con cui usciva non riuscivano a incastrarlo, di sicuro una semplice biondina con la testa sulle spalle non sarebbe stata in grado di metterlo in riga. Jake era un milionario di trentun anni che secondo qualche sito internet era il single più sexy della California del Sud. Le donne lo inseguivano. E ovviamente, alcune continuavano a cercare di guarirlo, partendo dal presupposto che fosse rimasto segnato dalla perdita della famiglia e che il suo modo di vivere la vita da spirito libero fosse solo un modo di nascondere il dolore.

    Carol non ne dubitava: conosceva bene l'angoscia dell'essere orfani; il suo modo di reagire, però, era molto diverso da quello di Jake. Sognava un giorno di sposarsi e avere figli, per riavere quella casa e quel focolare che aveva perso da bambina.

    Jake alzò gli occhi e incrociò il suo sguardo, provocandole un sobbalzo nello stomaco, cosa che le accadeva fin troppo di frequente in sua presenza.

    Decisa a mantenere un certo contegno, Carol si concentrò sul lavoro. «Allora» cominciò, «hai deciso di partecipare alla festa di compleanno di Lena?» Lena era una pop star con una predilezione per i party, e frequentava gli stessi ambienti di Jake, dove il mantra era: vivere il momento.

    «Puoi giurarci. È mia amica. Non posso perdermi i suoi trent'anni.» Si mise a ridere. «Probabilmente prima di mezzanotte sarà mezza nuda a ballare sui tavoli.»

    «Non ne dubito.» Lena era famosa per le sue uscite clamorose. Carol aveva la stessa età, ma non concepiva un simile comportamento. «Con chi andrai?»

    «È qui che mi ritrovo con un piccolo problema: non so chi portare.»

    «Pensavo che uscissi con Susanne Monroe.» Una bella mora alta dalle gambe lunghe che aveva appena divorziato da un famoso giocatore di baseball. Di recente Carol l'aveva vista aggirarsi per l'ufficio con i suoi tacchi a spillo e i vestiti aderenti come il peccato.

    «Non stiamo più insieme.»

    Era già finita? «Per scelta di chi?»

    «Sua.» Scrollò le spalle per minimizzare. «Tuttavia sapevo di essere solo un ripiego, per lei.»

    Carol scosse il capo prima di voltarsi verso la parete vetrata affacciata sul Wilshire Boulevard e sullo skyline di Los Angeles. Lavorava per Jake da due anni, ma non si era ancora abituata alla sfilata di donne che entravano e uscivano dalla sua vita.

    Tornò a guardarlo. «Sono sicura che troverai qualcuno che ti accompagni alla festa di Lena. Per ora vuoi che confermi la partecipazione per due? Devo avvertire il pilota?» La festa si sarebbe svolta su un'isola privata nel mar dei Caraibi. Lena si era data un gran da fare per tenere alla larga i paparazzi.

    «Sì, grazie. È un evento a tema e il tema sono le coppie, perciò dovrò per forza portare qualcuno. L'ultima canzone di Lena si intitola Couples Only e sai che le feste che organizza fanno sempre riferimento alla sua musica.» Jake si interruppe, poi guardò Carol come se avesse appena risolto uno strano indovinello. «Che idea! Puoi venire tu con me. Mi risparmierebbe la fatica di trovare una compagna, e per te sarebbe l'occasione per svagarti un po'.»

    Oh mio Dio!

    Carol si aggrappò all'iPad con tale forza da far sbiancare le nocche delle mani. La stava invitando a volare su un'isola tropicale per bere, ballare e divertirsi con lui? D'accordo, lo aveva già accompagnato in qualche viaggio, quando necessario, ma solo come assistente. «Stai scherzando, vero?»

    «Certo che no, altrimenti non l'avrei detto.»

    «Non faccio parte della tua cerchia. Sarei come un pesce fuor d'acqua.»

    «Non è vero. Hai già conosciuto molti degli invitati.»

    «In veste professionale.»

    «E ora li puoi frequentare in veste ricreativa

    La strana sensazione allo stomaco si intensificò. «Non posso.» Semplicemente non poteva trascorrere un fine settimana con Jake e i suoi amici. «E visto che sei il mio capo, non lo ritengo opportuno.»

    «Sul serio, Carol? Hai intenzione di usare questa scusa? Non ti sto proponendo un weekend di sesso sfrenato; il tema delle coppie non implica che la coppia debba essere reale. È solo una festa.»

    «Su un'isola privata» si difese lei. «E non pensavo stessi proponendo niente di simile.» Non era tanto sciocca da pensare che potesse essere interessato a lei, e, anche se per qualche strano, imperscrutabile motivo lo fosse stato, lei non avrebbe rischiato di perdere il posto per quello. «Non dovremmo andare insieme. Sarebbe diverso se fosse un viaggio d'affari.»

    «Allora lo chiameremo un viaggio d'affari.»

    Chi voleva prendere in giro?

    «Un party organizzato da Lena Kent sa più di carnevalata.»

    Jake scoppiò a ridere. «Hai ragione, però Lena non è una cattiva ragazza. Fa molte donazioni alla mia organizzazione di beneficenza.»

    «So che è generosa.» Carol sapeva anche quanto fosse importante per Jake, e per i suoi fratelli, l'organizzazione non-profit che avevano fondato. «D'altra parte, qui non si tratta di raccogliere fondi: è una delle sue feste sfrenate.»

    «Già, ma pensa a quanto ti divertirai, a sorseggiare lo champagne più costoso al mondo e ad assaggiare il cibo più delizioso che tu abbia mai provato. Per non parlare del tempo da passare sulla spiaggia, in costume, con il mare a due passi. Probabilmente andremo anche a pesca di granchi: scommetto che non l'hai mai fatto.» Si alzò. «Avresti l'opportunità di espandere i tuoi orizzonti e sperimentare cose nuove. È incredibile quanto tu sia riluttante ad abbassare la guardia per divertirti un po'.»

    «Non ho paura di divertirmi» si difese Carol. «Esco spesso con le amiche. È da un po' che non ho un ragazzo, ma sono molto attiva sui siti di appuntamenti online.» Fino a quel momento non avevano funzionato, comunque era ancora alla ricerca di qualcuno di speciale. «Sono solo cauta, tutto qui.»

    «Cauta? Con gente come me? Andiamo, signorina impiegata perfetta, passa un bel weekend con il tuo brutto capo cattivo e la sua banda di disadattati viziati.»

    «Mi stai sfidando?»

    «Sì, per la miseria!» Ricorse al fascino, insistendo come non mai. «Allora, cosa dici? Ci stai?»

    Avrebbe preferito che fossero stati invitati anche i suoi fratelli; si sentiva al sicuro con Garrett e Max, che sembravano più propensi a condurre esistenze riservate. Non erano davvero suoi fratelli, ma erano cresciuti nella stessa casa, con gli stessi genitori affidatari di Jake, ed erano rimasti molto legati... però non socializzavano con i suoi amici festaioli.

    Jake avanzò verso di lei e le posò le mani sulle spalle. «Coraggio, fallo e basta. Buttati a occhi chiusi e guarda dove atterri.»

    Carol strinse gli occhi, come se davvero dovesse saltare da una scogliera.

    Uno... due... tre. Contò i respiri, poi riaprì gli occhi e guardò dritto dentro quelli di lui, decisa a declinare l'invito. Solo che nella follia del momento, con Jake così vicino, le sue mani che la toccavano, si sentì rispondere: «Okay, d'accordo. Vengo con te».

    «Fantastico.» Jake indietreggiò, sorridendo soddisfatto, e lei si sentì svenire.

    L'aveva fatto davvero? Aveva accettato?

    Fu colta dal panico. Non solo avrebbe dovuto trascorrere due giorni su un'isola tropicale con il suo brutto capo cattivo e la sua banda di disadattati viziati, ma avrebbe anche dovuto preoccuparsi di come vestirsi.

    «Non ho idea di cosa mettermi per la festa» confessò. Al lavoro indossava dei tailleur professionali e indumenti più comodi a casa, ma questa era tutta un'altra storia.

    Jake spazzò subito via la sua preoccupazione. «Chiama Millie e fatti portare qualcosa a casa; dille di metterlo sul mio conto.»

    Millie era la sua stilista, abituata a lavorare con le celebrità. «Non è necessario...» tentò, lui però non volle saperne.

    «È un piacere. E poi, non potresti permetterti gli abiti adatti a un'occasione del genere.» Le rivolse un sorriso complice. «Dovrei darti un enorme aumento di stipendio.»

    «Non sia mai» commentò Carol rispondendo al sorriso. In effetti, il suo stipendio era già piuttosto generoso, se però Jake diceva che non avrebbe potuto permettersi quei vestiti, doveva credergli. «La chiamo più tardi per chiederle di organizzarsi.» Mancava meno di un mese alla festa, e Carol voleva essere preparata. Non lasciava mai le incombenze all'ultimo momento. «Perlomeno Millie sa già che non sono una modella né un'attrice. Non potrei mai indossare un abito da passerella: sono troppo in carne.»

    Automaticamente, Jake lasciò scivolare lo sguardo su di lei. «Non c'è niente di male ad avere un po' di curve.»

    Avrebbe voluto mordersi la lingua per aver attirato la sua attenzione in quel modo. «Non è quello che intendevo.» Ormai da tempo aveva imparato ad accettare che non sarebbe mai stata più magra di quanto la sua struttura corporea permettesse.

    Jake però continuava a guardarla. «Ricordati di dire a Millie di includere i costumi da bagno» riprese. «Così avrai un guardaroba completo per il fine settimana.»

    «D'accordo.» A quel punto, avrebbe solo voluto uscire dal suo ufficio e di corsa, ma non poteva andarsene senza concludere l'argomento. «Dove alloggeremo, sull'isola?»

    «Lena ha affittato una villa. Ci sono già delle governanti, comunque ingaggerà uno staff perché funzioni come un hotel, mentre siamo lì. Quando prenoti, assicurati che la sua assistente sappia che abbiamo bisogno di due camere, altrimenti automaticamente penserà che tu stia con me.»

    «Sì, certo. Ci penso io.» Attese un attimo.

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