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Piaceri pericolosi (eLit): eLit
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Piaceri pericolosi (eLit): eLit
E-book174 pagine2 ore

Piaceri pericolosi (eLit): eLit

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Info su questo ebook

The Pleasure Seekers 1
Diciotto mesi sono un periodo lungo. All'esperta di sicurezza Megan McGowan sembra passata un'eternità da quando il marine riservista Darius Folsom la stringeva tra le sue forti braccia. Tuffarsi nel lavoro non è sempre la strada giusta soprattutto se come partner si ha uno come Jason Savage, miglior amico di Darius e tentazione allo stato puro. Megan è combattuta, si chiede se pur amando un uomo si può morire di desiderio per un altro.
LinguaItaliano
Data di uscita4 gen 2021
ISBN9788830524460
Piaceri pericolosi (eLit): eLit
Autore

Tori Carrington

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Piaceri pericolosi (eLit) - Tori Carrington

    Immagine di copertina:

    Depositphotos / tankist276

    Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

    Reckless Pleasures

    Harlequin Blaze

    © 2011 Lori Karayianni & Tony Karayianni

    Traduzione di Elisabetta Frattini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-446-0

    Prologo

    Diciotto mesi...

    Megan McGowan sfregò pigramente il polpaccio contro la gamba di Darius, incurvandosi contro di lui. Non riusciva ad accettare il fatto che sarebbe rimasto lontano così a lungo.

    Praticamente un anno e mezzo.

    Settantancinque settimane.

    Cinquecentoventicinque giorni.

    E per tutto quel tempo lei non avrebbe più sentito quella pelle contro la propria, quel respiro solleticarle l’orecchio, l’erezione di lui premere contro il suo sesso umido e morbido e riempirla rendendola completa.

    «Non possiamo dire di non aver avuto il tempo di prepararci all’idea» mormorò Dari, sfiorandole i capelli con le labbra. «La convocazione è arrivata mesi fa» le ricordò e, baciandola sulla bocca, scatenò in lei il desiderio di sentire le sue attenzioni dirigersi verso un’area più strategica della sua anatomia.

    «Senza contare che ci siamo già passati prima.»

    Megan emise un gemito premendo il naso contro il suo collo. «Lo so, ma allora eravamo tutti e due nella stessa condizione. Sarei partita anch’io, mentre ora...»

    Megan si zittì. Ora si sentiva come la sposa che veniva lasciata a casa.

    Con la sola differenza che lei non era sua moglie. Non ancora. Dari non faceva altro che minacciare di proporle di sposarlo e, nonostante continuassero a scherzare sulla faccenda, erano ancora decisamente al punto di partenza. Vivevano in appartamenti separati, ma trascorrevano gran parte del tempo a casa di Megan, a detta di Dari unicamente perché il suo frigorifero era più fornito. In realtà lei sapeva che si fermava lì perché la sua era una vera casa e non una tana da single come quella in cui abitava lui, dove la precisione e l’ordine militare restavano rigorosamente chiusi fuori dalla porta.

    Erano entrambi dei marine, ma mentre Megan, dopo aver completato il periodo di servizio, aveva accettato di essere congedata con onore, Dari aveva deciso di firmare come riservista, il che significava che poteva essere richiamato in qualsiasi momento. Eventualità che si era puntualmente verificata.

    «Ti saresti sentita meglio se fossi stata richiamata insieme a me?»

    «Sì.»

    Quella consapevolezza l’aiutò a rilassarsi.

    «Sei molto bravo in questo, lo sai?» commentò lei baciandolo sul collo e assaporando il sudore salino provocato dalla lunga maratona di sesso.

    «Io sono bravo in tutto.»

    Megan rise. «Io intendevo dire che sai sempre dire esattamente quello che ho bisogno di sentirmi dire, nel momento in cui mi serve sentirlo.»

    Scostandosi da lui, guardò il suo bel viso avvolto nell’ombra. Presto sarebbe sorto il sole e poco dopo lui se ne sarebbe andato alla base aerea di Petersen da cui sarebbe partito per la destinazione finale.

    «Ci provo» scherzò lui.

    Megan sorrise.

    Dari la baciò a lungo. «Sono sicuro che la Lazarus assorbirà tutte le tue energie.»

    La Lazarus Security.

    Nella condizione di vulnerabilità in cui si trovava, il nome evocò in lei una profonda tristezza, mitigata da una piccola scintilla di speranza, emozioni che l’aiutarono a distrarsi, anche se brevemente, dalla prova che sarebbe stata chiamata ad affrontare di lì a poco.

    Era davvero già passato più di un anno da quando il loro amico Barry Lazaro si era arreso al nemico finale?

    Sembrava impossibile. Barry era sopravvissuto a prove inenarrabili durante il servizio oltremare. Era il più valido di tutti loro, quello a cui tutti facevano riferimento, il capo della squadra. Peccato che una volta ritornato alla vita civile aveva finito per perdere la battaglia più importante. Lazaro era tornato a casa da un paio di mesi quando era stato trovato appeso al tubo della doccia, morto.

    Megan si irrigidì. In quel momento il ricordo scatenò in lei un dolore troppo forte da sopportare.

    Era stato in nome di Barry che i cinque membri della squadra che erano sopravvissuti e avevano stretto un’amicizia indissolubile combattendo in Waziristan, avevano fondato la Lazarus Security: lei, Darius, Jason Savage, Lincoln Williams e Eli Stark.

    Negli ultimi mesi dar vita all’agenzia di sicurezza aveva prosciugato tutte le energie dei quattro soci attivi. Lei, Dari e Jason si occupavano dell’organizzazione e del lavoro sul campo. Grazie all’esperienza maturata nel FBI, Linc aveva solidi agganci con il governo che forniva loro la maggior parte dei contratti. Mentre Eli...

    Be’, Eli aveva sofferto più di tutti loro per la morte di Barry e aveva offerto l’appoggio finanziario per avviare l’attività, insistendo per restare un socio silenzioso.

    Megan pensò che se avessero saputo quanto duramente avrebbero dovuto lavorare, forse non si sarebbero lanciati in quell’impresa.

    C’era anche da dire che, essendo tutti ex marine o riservisti, il duro lavoro non li spaventava e poi, con il tempo, avrebbero potuto assumere altro personale, magari espandendosi anche oltreoceano.

    Un giorno la Lazarus Security sarebbe diventata il tributo finale a un eroe caduto, un uomo che tutti loro avevano conosciuto e amato.

    «Non sarà lo stesso senza di te qui» mormorò rivolta a Dari.

    Lui le passò la mano tra i capelli, poi scese sulla schiena, scatenando in lei un delizioso brivido e il desiderio che la sua mano si spingesse ancora più in basso.

    «Vedi di non incontrare nessun’altra laggiù.» Le parole sussurrate e appena udibili la sorpresero. Non era da lei dire certe cose.

    Dari si limitò a sorridere mentre lei gli scivolava sopra. «Non preoccuparti, tu mi basti e mi avanzi.»

    Poi la baciò, a lungo, come aveva fatto in occasione del loro primo incontro, due anni prima, quando erano di stanza in Pakistan al confine con l’Afghanistan. In quella notte fredda, il sesso era stato bollente. Megan non sembrava averne mai abbastanza di lui e da allora le cose non erano cambiate. Per quanto spesso facessero l’amore, lei non era mai sazia.

    Sapeva che lui non l’avrebbe tradita. Al mondo non esistevano uomini più fedeli di Darius Folsom. E quella era la seconda virtù per cui lo amava così tanto.

    La prima riguardava il modo in cui la toccava.

    Le sue dita si diressero verso la meta agognata, stringendosi prima sulle natiche per spostarsi poi tra le sue morbide pieghe, strappandole un gemito.

    «E tu?» le chiese lui.

    Megan deglutì a fatica, incapace di concentrarsi, travolta da quelle piacevoli sensazioni. «Io?»

    «Sì, tu. Devo preoccuparmi nel saperti qui tutta sola?»

    Le sue dita avevano raggiunto l’obiettivo da dietro e Megan allargò automaticamente le gambe per concedergli un migliore accesso. Il cuore le batteva forte nel petto.

    Lo guardò dritto negli occhi. «Non lo so.»

    Megan infilò la lingua nella sua bocca, poi la ritrasse.

    Prima di incontrare Dari non aveva mai avuto una relazione duratura con un uomo, ma solo avventure, poche delle quali erano durate più di tre mesi e nessuna più di sei.

    Il che rendeva la longevità della loro relazione speciale.

    E la sua partenza ancora più spaventosa.

    «In ogni caso ho chiesto a Jason di tenerti d’occhio» dichiarò lui e sfiorandola con la punta delle dita le strappò un sospiro.

    «Jason Savage?» mormorò lei, sforzandosi di seguire la conversazione nonostante fosse ansiosa di sentirlo ancora dentro di sé. Subito.

    «Già.»

    Megan conosceva Jason da almeno tanto tempo quanto conosceva Dari, ma l’amicizia tra i due uomini risaliva a molto prima. I due marine erano simili fisicamente, ma non avrebbero potuto essere più diversi caratterialmente.

    Dari era un uomo fedele mentre a Jason piaceva darsi da fare.

    Megan posizionò le ginocchia a lato dei fianchi di Dari e si agitò sopra di lui fino a quando non sentì la sua erezione premere per entrare dentro di lei. «E ti fidi di lui?» gli chiese.

    «È il mio miglior amico da quando avevamo cinque anni.»

    Megan incominciò a muoversi su e giù. «Ma è anche uno che non si lascia sfuggire nessuna occasione.»

    Dari gemette, diventando improvvisamente serio. «Non con la mia ragazza.»

    Era strano come quell’appellativo le provocasse sempre una sorta di sfarfallio nello stomaco. Poco importava che lei fosse un marine o che si considerasse pari a lui. Ogni volta che lui la definiva sua, lei si sentiva tale.

    Dari allungò la mano sul comodino per prendere un preservativo e dopo esserselo infilato, la penetrò con una lunga spinta che liberò la sua mente da ogni pensiero. Megan gemette con le labbra appiccicate alle sue, più che felice di accoglierlo di nuovo dentro di sé. Ancora e ancora. Quanto più spesso possibile prima di vederlo partire, sapendo che sarebbe rimasta senza di lui per diciotto lunghissimi mesi.

    1

    Quattro mesi più tardi

    Megan puntò il fucile automatico M16 contro il bersaglio mobile dalla forma umana a centotrenta metri di distanza. Non intendeva mettere alla prova la sua bravura, era un’eccellente tiratrice che aveva imparato a sparare a dieci anni e che col tempo era diventata una consumata professionista, ma doveva testare la qualità del programma di esercitazione destinato alle reclute nel campo della Lazarus appena fuori Colorado Springs. Nessuno di loro apparteneva a quel luogo che tuttavia Barry Lazaro aveva considerato casa sua.

    «Ancora troppo lento!» urlò rivolta alla cabina di controllo.

    Non aveva ancora finito di parlare che il bersaglio si mosse veloce e poi rallentò di nuovo. Megan sparò mancandolo.

    Con un sospiro, abbassò il fucile e si voltò a guardare la cabina di controllo da dove Jason Savage le sorrideva.

    «Hai detto che lo volevi più veloce.»

    «Infatti.»

    Megan prese in considerazione l’idea di puntargli il fucile contro, poi lasciò perdere. Un professionista non puntava mai la sua arma contro qualcuno a meno che non fosse deciso a sparare. E in quel caso, benché la tentazione fosse molto forte...

    «Abbiamo finito?»

    Megan annuì. «Faremo un’altra valutazione durante la prossima esercitazione.»

    Con passo veloce si diresse verso la costruzione principale, entrò e raggiunse l’armeria dove controllò e pulì il fucile prima di riporlo.

    La Lazarus Security stava crescendo a un ritmo che nessuno di loro aveva previsto. La proprietà si estendeva su un centinaio di acri. Il complesso principale si trovava nell’angolo a sudovest e consisteva in una grande struttura a un piano che comprendeva una palestra, un poligono di tiro, alcune aule, un’armeria ben attrezzata e, per ogni evenienza, stanze per un totale di venti posti letto. All’esterno c’erano cinque diversi percorsi d’addestramento, incluse una pista ciclabile e una per l’insegnamento di manovre evasive con auto e altri veicoli.

    Grazie al passaparola la società faceva fatica a soddisfare tutte le richieste di assistenza e ogni due settimane arrivavano nuovi elementi, perlopiù ex militari, a potenziare le loro fila.

    Nonostante i contratti abbondassero, si trattava nella maggior parte di compiti di basso livello. Le richieste andavano dalle guardie del corpo, agli autisti fino all’installazione di sistemi di sicurezza in abitazioni private e in uffici. Nessuno dei soci si lamentava, mentre Megan sperava sempre in qualcosa di più eccitante.

    Aprendo la porta dell’armeria per poco non si scontrò con Jason Savage che, ridendo, sollevò le mani in segno di

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