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Sposa per ricatto: Harmony Collezione
Sposa per ricatto: Harmony Collezione
Sposa per ricatto: Harmony Collezione
E-book150 pagine2 ore

Sposa per ricatto: Harmony Collezione

Valutazione: 3 su 5 stelle

3/5

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Info su questo ebook

Elizabeth Hadley Introversa, timida ma orgogliosa, sa in realtà essere anche passionale. Se solo la situazione, o la persona che le è accanto, è quella giusta.

Luciano De Santis È un uomo ricco, potente e di successo, e all'aspetto misterioso unisce uno stile di vita glamour e sofisticato. Oltre a un irresistibile ascendente sulle donne.

La famiglia Hadley gli deve molti soldi, e Luc sa come farsi ripagare: la giovane e bella Lizzy diventerà sua moglie, e non c'è nulla che lei possa fare per evitarlo.
LinguaItaliano
Data di uscita11 feb 2019
ISBN9788858993422
Sposa per ricatto: Harmony Collezione
Autore

Michelle Reid

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Sposa per ricatto - Michelle Reid

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The De Santis Marriage

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Michelle Reid

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-342-2

    1

    Lizzy non si era mai sentita tanto riluttante a partecipare a un evento mondano in vita sua.

    La macchina organizzativa delle nozze si era messa in moto, e adesso era il turno della serata alla Scala. Si trovava in mezzo alla lussuosa stanza della suite dell’albergo in cui alloggiava, sul punto di indossare un abito elegante, che doveva essere costato più soldi di quanti potesse immaginare, per partecipare al ricevimento che sarebbe seguito allo spettacolo.

    E questo mentre a casa sua, in Inghilterra, gli affari di famiglia stavano andando in fumo, insieme a tutto ciò che possedevano.

    Non avrebbe voluto partecipare al matrimonio della sua migliore amica, ma il padre aveva insistito. Suo fratello Matthew si era persino arrabbiato. «Non essere stupida!» l’aveva rimproverata. «Vuoi che papà stia ancora peggio? Va’ alle nozze di Bianca, e già che sei lì augurale tanta felicità da parte mia, insieme al suo milionario.»

    Il rancore con cui il fratello aveva pronunciato quelle parole l’aveva fatta sobbalzare. Matthew non avrebbe mai perdonato la sua migliore amica per essersi innamorata di un altro.

    Anche Bianca e i suoi genitori avevano insistito affinché si recasse a Milano, e alla fine Lizzy aveva ceduto, anche se avrebbe preferito rimanere accanto al padre per sostenerlo in quel momento difficile.

    Si ‘infilò il vestito, quindi si guardò allo specchio per controllare l’effetto finale.

    L’immagine riflessa la fece sobbalzare; l’abito era troppo aderente nei punti sbagliati, e quel grigio argento non valorizzava di certo il suo incarnato pallido, anzi. In quel momento - e non per la prima volta nei suoi ventidue anni - desiderò con tutto il cuore di avere il fisico snello e aggraziato di Bianca.

    Purtroppo non era così. I suoi capelli ramati, lunghi e ricci, non volevano saperne di stare a posto, e la sua pelle così incredibilmente bianca contrastava con l’abito che indossava, facendola assomigliare a un fantasma.

    Due mesi prima, Bianca aveva indossato quel vestito alla sua festa di fidanzamento, con un effetto a dir poco spettacolare. Il giorno prima delle nozze, invece, lo aveva gettato sul letto di Lizzy, disgustata.

    «Non so perché l’ho comprato!» aveva esclamato. «È troppo corto, e il colore, poi... non mi fa sentire a mio agio.»

    L’improvviso bussare alla porta distolse Lizzy dai suoi pensieri.

    «Sei pronta, Elizabeth?» le domandò la madre di Bianca. «Non possiamo arrivare tardi alla Scala.»

    Certo che no, pensò lei con una punta di irritazione. «Ancora un minuto» rispose.

    La Scala non aspettava nessuno, nemmeno il gotha della società milanese con cui presto si sarebbe mescolata, rifletté Lizzy infilandosi un paio di sandali argento dal tacco alto e stendendosi un velo di rossetto chiaro, anziché quello rosso che Bianca le aveva dato insieme al vestito.

    Si diede un’ultima occhiata allo specchio, e per la prima volta da settimane rise, divertita alla vista del proprio corpo avvolto in quell’abito non suo, che le stava anche male. Ci mancava solo che l’amica gettasse sul suo letto anche il favoloso diamante di fidanzamento! Be’, rifletté con un pizzico di amarezza, con quello almeno avrebbe ripagato i debiti della famiglia.

    Ma non avrebbe mai fatto una simile follia.

    Bianca Moreno era diventata la sua più cara amica dal giorno in cui si erano ritrovate nello stesso collegio, sentendosi come due aliene precipitate in quella scuola dallo spazio. Bianca era arrivata lì direttamente dall’Australia, dove aveva condotto uno stile di vita abbastanza libero insieme ai genitori di origine italiana. Si erano ritrovati milionari nel giro di ventiquattr’ore, dopo che uno zio inglese era morto all’improvviso lasciando il signor Moreno unico erede della sua enorme fortuna.

    Lizzy, invece, era stata iscritta in quella scuola in seguito al terribile scandalo che aveva coinvolto la sua famiglia, quando era stata resa pubblica la relazione di sua madre con un deputato locale, sposato. Le sue compagne l’avevano fatta oggetto di scherno continuo, finché il padre non aveva deciso di iscriverla in una scuola lontana.

    Purtroppo anche lì avevano continuato a deriderla, ma Lizzy non aveva detto niente al padre, distrutto non solo dallo scandalo, ma anche dalle conseguenze della fuga della moglie, che era sparita portando con sé una grossa somma di denaro.

    Così Bianca era diventata la sua migliore amica e confidente. Era una bambina molto bella, con i capelli e gli occhi scuri, vivace e volitiva. Mentre lei, invece, era una ragazzina timida e riservata, il cui spirito era stato annientato da una madre che, dopo la fuga, non si era mai più fatta sentire.

    A partire dai dodici anni, nessuna delle due aveva più fatto niente senza metterne al corrente l’altra.

    E adesso l’amica stava per entrare a far parte di una delle più importanti famiglie italiane. A dire il vero, Lizzy avrebbe preferito starsene in Inghilterra, tuttavia era seriamente intenzionata a rendere perfetto il giorno delle nozze di Bianca, fissate per la settimana successiva. Erano stati i suoi genitori a pagarle quel soggiorno in Italia, fornendole gli abiti necessari per presenziare a tutte le occasioni mondane, anche se si trattava dei vestiti scartati dalla figlia.

    E Lizzy era loro grata, perché non si sarebbe potuta permettere niente di tutto ciò.

    Quindi stava vivendo quelle due settimane lontana dai suoi problemi familiari passando da una festa all’altra, per festeggiare le nozze dell’amica con il suo ricchissimo e sofisticato adone.

    Luciano Genovese Marcelo De Santis, trentaquattro anni, presidente del gruppo bancario De Santis. Luc per gli amici intimi.

    Lizzy venne scossa da un lieve tremito, e in un gesto di autodifesa afferrò una stola di seta sul letto. Se la allacciò davanti e si augurò di non dover sperimentare quella tensione ogni volta che pensava a lui.

    Luciano De Santis era un uomo freddo, sofisticato e terribilmente sensuale.

    Bianca gli stava intorno facendogli le fusa come un gattino, cosa che sembrava divertirlo. Forse faceva parte del suo carattere italiano, ma per un’inglese come lei tutto ciò era inconcepibile.

    Lizzy non si era mai comportata così con un uomo, e non si immaginava nemmeno in quell’atteggiamento. Proprio per quel motivo era molto turbata dalle reazioni che la vicinanza di Luc De Santis non mancava mai di suscitarle.

    Lui non era affatto il suo tipo. Era... troppo. Troppo alto, troppo scuro, troppo bello e sexy, troppo freddo e terribilmente enigmatico, si disse prendendo la borsetta e dirigendosi alla porta.

    Si erano conosciuti a Londra alcuni mesi prima, a una cena privata che i genitori di Bianca avevano organizzato per far conoscere il futuro genero agli amici inglesi. La sua apparizione era stata uno shock per lei, tanto che non era stata capace di trattenersi dal guardarlo spesso. Non riusciva a capacitarsi che la sua amica avesse scelto un uomo del genere.

    «Che cosa ne pensi?» aveva indagato Bianca.

    «Be’, è un tipo che mette soggezione» aveva risposto lei. «È piuttosto... spaventoso.»

    Bianca aveva riso, come le capitava spesso di fare. «Ti abituerai a lui, Lizzy» le aveva promesso. «Una volta che lo avrai conosciuto scoprirai che non è affatto così.»

    Lo aveva rivisto proprio lì, a Milano, ricordò Lizzy premendo il tasto dell’ascensore. Era arrivato all’albergo per cercare la fidanzata e invece aveva trovato lei, che era appena arrivata. Naturalmente si era avvicinato a salutarla con i suoi modi impeccabili, eppure, anche in quell’occasione, lei si era sentita percorrere da un brivido. Si era arrabbiato perché Bianca non era andata all’aeroporto a riceverla, e quando gli aveva risposto che non si aspettava di vedere l’amica a Linate, lui aveva stretto le labbra manifestando la propria disapprovazione.

    Calmo, freddo e abituato a dare ordini, si era assicurato che le venisse assegnata una delle camere migliori e l’aveva accompagnata fino alla sua suite, verificando di persona che fosse tutto a posto. Era stato in quell’occasione che le aveva appoggiato una mano alla base della schiena per aiutarla a uscire dall’ascensore. Ancora una volta Lizzy aveva sentito quel brivido e si era affrettata a scostarsi. Senza fare commenti, Luc aveva lasciato cadere la mano.

    Ora stava aspettando quello stesso ascensore che l’avrebbe condotta nella hall, dove gli invitati si sarebbero ritrovati a bere un drink prima di avviarsi a teatro. E se anche aveva trascorso tutta la settimana a evitare Luc De Santis come se fosse la peste, quella sera dubitava di riuscirci. In quell’occasione, il numero di invitati era molto ristretto, e la sua unica speranza era di sedersi in un posto lontano da lui.

    Si diede un’occhiata nello specchio dell’ascensore e notò una ciocca ribelle che le era scesa sulla fronte. Inevitabile, dato che si era raccolta i capelli sulla nuca. Ma se li avesse lasciati sciolti sulle spalle sarebbe sembrata ancora più pallida, e i suoi occhi grigioverdi troppo grandi.

    Cercò di sistemarla, e fu proprio in quel momento che le porte dell’ascensore si aprirono... di fronte a Luc De Santis.

    I loro occhi rimasero incatenati per qualche istante e lei, consapevole di essere stata sorpresa a fare delle smorfie mentre si aggiustava i capelli, arrossì.

    «Oh, anche tu alloggi qui? Non lo sapevo» fu tutto ciò che riuscì a dire.

    Luc la guardò, divertito. «Buonasera, Elizabeth» la salutò. Pronunciava sempre il suo nome con quel sensuale accento italiano. «Stai scendendo?»

    Indossava uno smoking impeccabile e si era appoggiato alla parete dell’ascensore.

    L’idea di trovarsi ancora una volta in quello spazio angusto insieme a lui ebbe un effetto devastante sul sistema nervoso di Lizzy, che sentiva i suoi occhi fissi su di sé. Si morse il labbro inferiore per la tensione.

    «Sei molto bella, stasera» mormorò Luc gentilmente.

    Lizzy dovette reprimere una smorfia. Non aveva bisogno di una pietosa bugia. Era consapevole di ciò che lui vedeva: l’amica povera con addosso il vestito che la fidanzata aveva messo due mesi prima a Londra per il suo fidanzamento.

    «Non credo proprio» fu la sua spontanea risposta.

    Poi, con suo grande sollievo, le porte dell’ascensore si aprirono di fronte all’elegante bar situato nella hall dell’albergo. Mentre stava per uscire, ancora una volta Luc le posò una mano alla base della schiena e lei si immobilizzò.

    Non era giusto. Perché reagiva sempre così con quell’uomo?

    «Andiamo?» la invitò Luc.

    Lizzy avanzò, consapevole

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