La cultura dei gilet gialli
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Il movimento dei gilet gialli risuona il 17 novembre 2018 come un’insurrezione pregna di tutte le promesse democratiche: per finire con Macron, con le sue “riforme”, forse anche con le istituzioni bonapartiste della Quinta Repubblica.
Sette mesi più tardi, incapace di strutturarsi, perso sulle pendici illusorie delle elezioni europee e poi del discorso “municipalista”, il crollo era totale. I gilet gialli sono sempre presenti ma hanno dovuto ritirarsi per un po’, con la promessa di ritornare…
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Anteprima del libro
La cultura dei gilet gialli - Patrick LOISEAU
La Cultura dei Gilet gialli
Accompagnata da un riferimento a
La Comune di Parigi
PATRICK LOISEAU
Traduzione di BRIGIDA SEPE
La cultura dei gilet gialli
Autore Patrick LOISEAU
Copyright © 2021 Patrick LOISEAU
Tutti i diritti riservati
Distribuito da Babelcube, Inc.
www.babelcube.com
Traduzione di Brigida Sepe
Babelcube Books
e Babelcube
sono marchi registrati
Babelcube Inc.
2
©Patrick Loiseau
- la maison du lérot – 2019 -
(traduzione italiana - 2021)
versione economica (in bianco e nero)
la versione a colori è disponibile anche su Amazon (KDP) sotto il
n. ISBN-13: 978-2491747084
3
4
Altre pubblicazioni di Patrick Loiseau:
La frattura (scritto autobiografico)
Viaggio nel ventre umano (racconto filosofico – fantasy lieve)
Dimmi, memoria… Diario di bordo 1984-1985
(diario)
«È comunque forse» - diario di bordo 1986 – 2003 (diario)
Personaggi di Charente – il giovane adirato (Scritto universitario)
Storia di Guglielmo Spada Lunga, figlio di Rollon, fondatore della
Normandia (Memorie della Magistrale in Lettere Moderne e Scienze Umane)
«Viaggi, viaggi», piccolo saggio sulla perdita di riferimenti scolastici,
sull’autodidassia e la scoperta letteraria (Saggio Universitario)
Un’analisi di «La casa a vapore» di Jules Verne (Fascicolo Universitario)
Favole e racconti scelti (Letteratura classica)
Dai Vichinghi ai Normanni: piccola iconologia dei primi duchi di Normandia
– seguito dal «Libro II» del Romanzo del Monte sainte Michel, di Guillaume
de Saint-Pair (Storia/Lettere classiche)
Focus su Berta dai grandi piedi
– integrale, annotato, completo (Letteratura classica)
Dizionario pratico e completo del vecchio fracese – per uso illimitato di
autodidatti, studenti e professori (Francese lessicale ed etimologico di H.
Van Daele)
Signorina Louise Michel – Memorie (biografia annotata e illustrata da me)
Bardi e miti bretoni – il Barzaz Breiz – Tomi 1 e 2 (Letteratura classica)
Storia della Bretagna – Tomo III – Dom MORICE (Storia medievale, 2
volumi)
GILET GIALLI : DALLA SPERANZA ALLA DISILLUSIONE - confidenze di un trotskista verso Rhazoui-Polony
Basi del trotskismo - I quaderni di G.E.R.
1981 - Journal (diario)
L’islam, nuovo cancro del movimento operaio (Ed. Riposte laïque, sett.2020) 5
6
INDICE
PARTE A: LA CULTURA DEI GILET GIALLI ............................................................................................................................. 9
PREFAZIONE - «Novembre 2018: UN FULMINE A CIEL SERENO».............................................................. 9
UNA TEMPESTA VENUTA DA LONTANO ......................................................................................................... 9
LA RETORICA DELL’AZIONE E IL LESSICO DELLO SCONTENTO ......................................................13
PRECISAZIONI SULLA NATURA DI QUESTO DOCUMENTO ..................................................................16
I. GIRI D’ORIZZONTE ............................................................................................................................................................ 19
LA VIOLENZA POLIZIESCA .....................................................................................................................................21
MACRON, UN GIOVE
SPREZZANTE AL SERVIZIO DEI POTENTI E DELL’UNIONE
EUROPEA .........................................................................................................................................................................45
LA REPUBBLICA IN MARCIA (LREM): IL DILETTANTISMO AL POTERE .......................................52
ALCUNI PERSONAGGI DETESTATI.. .................................................................................................................54
GLI ASSISTENTI DEL POTERE MACRONIANO: I MEDIA NAZIONALI ..............................................65
L’IPOTETICO « TUTTI INSIEME » … I SOCI ASSENTI ALL’APPELLO ................................................73
L’IDENTITÁ DEI GRUPPI – I LOGHI ...................................................................................................................81
LA GIUSTIZIA SOCIALE ............................................................................................................................................89
LA VISIONE GG DELLA DEMOCRAZIA – DEMOCRAZIA DIRETTA E PARADISI POPULARI ..95
I GIOCHI ......................................................................................................................................................................... 103
GLI SLOGAN E LA COMMUNICAZIONE ......................................................................................................... 109
ARTI GRAFICHE – IMPRESSIONI ED ESPRESSIONI ............................................................................... 125
I CANTI : ........................................................................................................................................................................ 135
L’IRONIA ....................................................................................................................................................................... 143
A BREVE SCADENZA
........................................................................................................................................... 155
I BENEFICIARI PARADOSSALI DEL MOVIMENTO DEI GG .................................................................. 187
IL SENATO: .................................................................................................................................................................. 190
GLI ANTISEMITI MUSSULMANI« ORDINARI » : ....................................................................................... 191
L’INSIEME DELLA POPOLAZIONE ................................................................................................................... 194
UN MOVIMENTO FORTE MA IMMATURO ................................................................................................... 198
II. LE ULTIME SEQUENZE DEL MOVIMENTO AL CUORE DELLA CRISI POLITICA (16 MARZO/
1 MAGGIO) ............................................................................................................................................................................... 203
IL GRANDE DIBATTITO (15.01/15.04) ........................................................................................................ 204
IL DECLINO DELLE TRUPPE : UNA FALSA RESA ..................................................................................... 207
IL GIRO DI BOA DEL 15 APRILE ....................................................................................................................... 208
L’APPROCCIO DEGLI EUROPEI E LO SFRUTTAMENTO DELL’INCENDIO DI NOTRE-DAME
............................................................................................................................................................................................ 210
LA DRAMATURGIA « NOTRE-DAME » : UN PROCESSO DI TIPO STALINISTA PER FAR
TACERE LA CONTESTAZIONE… ....................................................................................................................... 215
L’ATTO XXIII E I SUICIDI DEI POLIZIOTTI .................................................................................................. 218
I GRUPPI LOCALI DEI GILET GIALLI .............................................................................................................. 223
INCONVENIENTI E VANTAGGI DELLA « COMUNICAZIONE » GILETGIALLI : .......................... 227
GLI ABITANTI DI CHARENTE NEL MOVIMENTO .................................................................................... 229
III. EPILOGO ............................................................................................................................................................................ 247
1. L’ANNONCIO DELL’ATTO XXIV … ............................................................................................................... 247
2. L’ATTUALITÁ DEI PRIMI GIORNI DI MAGGIO ..................................................................................... 250
7
PARTE B – (RIFERIMENTI CULTURALI E POLITICI VICINI) .................................................................................. 265
VIVA LA COMUNE ! ............................................................................................................................................................ 267
LA COMUNE DI PARIGI, rivoluzione democratica e sociale repressa nel sangue .................... 269
PARTE C. ANNESSI (ELEMENTI POLITICI E STORICI) ............................................................................................... 283
ANNESSO 1 : L’INSURREZIONE DEGLI UMILI E DEI DISEREDATI ......................................................... 285
I BAGAUDI .................................................................................................................................................................... 285
LA RIVOLTA DELLA CARTA TIMBRATA(1675) ....................................................................................... 286
ANNESSO 2. LA RESTITUZIONE « ORGANIZZATA » DEL GRANDE DIBATTITO… (STUDIO DI
FRANCE INFO – 12.04.2019) ........................................................................................................................................ 289
ANNESSO 3 : I MINISTRI COMUNISTI (1981-1984) RACCONTATI DA LORO STESSI …
(FONTE L’HUMANITÉ 7.06.2013) ............................................................................................................................. 291
ANNESSO 4 : CHE COS’É IL BONAPARTISMO ? ARTICOLO DI LA TRIBUNA DEI LAVORATORI
DEL 5.07.2017 ....................................................................................................................................................................... 301
ANNESSO 5 : UN « PARTITO OPERAIO » CONTRO I « GILET GIALLI » .............................................. 305
ANNESSO 6: CHRISTOPHE PRUDHOMME, PORTA VOCE DI UN SINDACATO DI URGENTISTI,
STIMA CHE DEI DECESSI POTEVANO ESSERE EVITATI ALL’OSPEDALE. ......................................... 321
ANNESSO 8 : ELEZIONI EUROPEE DEL 26 MAGGIO 2019 – LA POSIZIONEDEL P.O.I.D. ......... 323
ANNESSO 9 : IL PARTITO OPERAIO E L’UNIONE EUROPEA ..................................................................... 325
ANNESSO 10 : BUON ANNIVERSARIO, MR MACRON ! IL BILANCIO DI DUE ANNI
(DOCUMENTO FLY RIDER INFOS BLOCAGE) ..................................................................................................... 327
INDICE DI TRADUZIONE DELLE ILLUSTRAZIONI ........................................................................................................ 353
8
PARTE A: LA CULTURA DEI GILET GIALLI
PREFAZIONE - «NOVEMBRE 2018: UN FULMINE A CIEL SERENO»
UNA TEMPESTA VENUTA DA LONTANO
Il movimento dei gilet gialli, così come i suoi movimenti fratelli (i
berretti rossi in Bretagna, la rivolta della carta bollata1 nel 1675, i bagaudi
1 La Rivolta della carta bollata è una rivolta antifiscale dell’ Ancien Régime verificatasi nell’Ovest della Francia, durante il regno di Luigi XIV (da aprile a settembre 1675), a seguito dell’aumento delle tasse, compresa quella su carta timbrata, richiesta per gli atti autentici.
9
gallici2, ecc.) certo è nato bruscamente, ma di un fuoco che veniva covato
da molto tempo e che, inesorabilmente, da un certo punto di vista, era prevedibile. Solo i ciechi e i sordi della politica, oppure gli eterni ignoranti
riguardo ciò che si gioca storicamente nei rapporti sociali, potevano
ancora, fieramente e senza avere per niente vergogna di questa ignoranza,
affermare: «Non ce l’aspettavamo»… Si potrebbe anche, storicamente
penso, situare l’inizio della marcia alla rivolta a partire dal 1982-1983, periodo storico della sinistra non ancora battezzata «plurale3», che vide dei
ministri socialisti, coadiuvati dai ministri comunisti incappucciati4,
invertire il loro mandato, confinarlo infine e con speranza, da parte dei lavoratori di Francia, fino a tradire la più piccola delle rivendicazioni operaie…
I quattro ministri comunisti del governo Mit errand-Mauroy: Jack Ralite, Charles Fiterman, Anice Le Pors e Marcel Rigout.
Se ne possono citare altre:
-
La laicità scuoiata, di cui gli accordi Lang-Cloupet5;
2 Cf. annesso 1.
3 La Sinistra « plurale » è la definizione dell’alleanza dei partiti della sinistra francese dal 1997 al 2002, durante la terza cohabitation.
Quest’alleanza, di cui Jean-Christophe Cambadélis è stato il teorico, corrisponde al governo di Lionel Jospin. Comportava il PCF, il PS, il Partito Radicale di Sinistra, il Movimento dei Cittadini e i Verdi. Questa combinazione particolare è nata a seguito della dissoluzione dell’Assemblea nazionale decisa dal Presidente della Repubblica Jacques Chirac. Dopo la sua vittoria alle elezioni legislative del 1997, quest’alleanza diviene la maggioranza plurale come maggioranza parlamentare.
4 Incappucciati ma pur sempre volontari. Erano quattro (Jack Ralite, Charles Fiterman, Anicet Le Pors e Marcel Rigout).
5 Nel giugno 1992 e gennaio 1993 sono firmati gli accordi Lang-Cloupet, che intendevano regolare il contenzioso tra lo Stato e l’insegnamento privato, soprattutto sulle questioni del forfait degli esternati e la formazione degli insegnanti. Questi accordi sembrano inscriversi all’interno de corso logico dell’evoluzione di questo documento da circa mezzo secolo. Dalla legge Debré (1959), che ha permesso agli stabilimenti privati di stipulare un contratto con lo Stato, alla legge Carle (2009) che aumenta l'onere dei comuni nel finanziamento delle scuole private, passando per la legge Guermeur (1977) dando ai maestri del privato gli stessi 10
-
I regali ai padroni (esenzioni da oneri, premi di inserimento…);
-
I contratti schiavisti dei giovani
(Tuc- SVIP, prime formazioni
in alternanza6), accompagnati dai salari ridotti secondo l’età anagrafica.
-
L’applicazione della regola del 3% del PIL prima ancora che
questa regola esistesse (!)7.
-
La liquidazione deiservizi dello Stato a favore di strutture
politiche o addirittura private. La sostituzione dei servizi sociali con la LRA nel settore della gestione degli ospedali ne è un esempio eclatante8.
-
Il blocco dei salari nel 1982, la politica detta rigorosa
nel 1983,
la deregolamentazione bancaria nel 1986, la liberalizzazione dei flussi di capitali nel 1988, le privatizzazioni, il decentramento e la
deregolamentazione... l’elenco è ancora lungo, non posso citare tutto.
-
Mitterand il quale, nel 1978, voleva "L’Europa dei lavoratori,
contro l’Europa mercantile, l’Europa dei profitti, l’Europa dei grandi
affari, mette in atto un cambio di rotta; confidava ad Attali:
Sono diviso
tra due ambizioni: quella della costruzione dell’Europa e quella della
giustizia sociale" …C’era quindi per lui un campo da scegliere. Ed è quello
che ha fatto.
-
Non si può, credo, comprendere il movimento dei gilet gialli se
non si è vissuto o rivisitato questo periodo storico di rinnegamento che fu il
primo governo socialista dopo la seconda guerra mondiale. I pensionati, di
cui faccio parte, che hanno combattuto contro il capitalismo dagli anni ‘70
hanno visto chiaramente come la «sinistra» non rivoluzionaria si
adattava al capitalismo e come, anche, contribuì a rafforzarne la nocività.
vantaggi sociali di quelli del pubblico, e Censi (2005), che avvicina le pensioni degli insegnanti del privato a quelle dei maestri del pubblico, l'istruzione privata avrebbe ottenuto sempre più soldi da parte delle autorità pubbliche: questa è la constatazione dei laici di stretta obbedienza, che insistono sul fatto che il finanziamento pubblico sia riservato alla scuola pubblica. Alcuni vanno oltre e indicano gli accordi Lang-Cloupet, come l'abbandono del progetto di servizio pubblico unificato e laico dell'Educazione nazionale nel 1984, e nel trattamento prudente del caso del «foulard islamico» da parte di Lionel Jospin nel 1989, altrettante rinunce all'ideale laico da parte dei governi di sinistra. (fonte : https://journals.openedition.org/histoire-education/2362).
6 Per questo argomento, si potrebbe leggere il testo Vertici del T.U.C
di Michel Sérac, SELIO 1989, cui ho partecipato per la parte tecnica.
7 Si potrebbe leggere, su Internet, un articolo di François RUFFIN dal titolo: La settimana in cui la sinistra è passata a destra
in FAKIR n° 60 del giugno: https://www.fakirpresse.info/La-semaine-ou-la-gauche-a-bascule.
8Si potrebbe citare anche la liquidazione (più recente) dell’Ufficio di Collocamento e dei mestieri a causa di una fusione –
privatizzazione con le ASSEDIC, o il subappalto e l'esternalizzazione di un numero di servizi forniti da funzionari e negoziati al costo più basso mediante gare d'appalto, a scapito della qualità e della deontologia professionale…
11
Strisciare : una pratica tipicamente socialista
.
Tutti i presidenti bonapartisti
9 che sono succeduti a Mitterrand
hanno ripreso, senza mai tentare il minimo ritorno sulle prime riforme
distruttive, e accelerandole e rafforzandole, tutte le misure possono
accelerare il cammino al liberalismo, la diminuzione del «costo» del lavoro,
la protezione dei settori finanziari, la rimessa in discussione delle conquiste
operaie del 1945, ecc. Il colmo fu ben chiaro, da parte di tutto il personale
politico al potere, PS e UMP in testa, di imporre al popolo francese il trattato di Maastricht (e i famosi «3% del P.I.L. », causa della maggior parte delle nostre disgrazie) e i trattati successivi nonostante il NO
francese del referendum del 2005. Questa è stata la famosa «frattura
democratica» di cui parlava giustamente Natacha Polony10
9(Il Presidente è essenzialmente, in Francia e dal 1958, un Bonaparte, cioè al di sopra dei partiti e di tutte le istituzioni della Repubblica, in particolare l'Assemblea schiavista, limitata dalla Costituzione ad un ruolo di registrazione e di assemblea-groppa. Il carattere antidemocratico delle istituzioni della V Repubblica era stato del resto denunciato inequivocabilmente a suo tempo da Mitterrand, nella sua opera «Il colpo di stato permanente»... PER MAGGIORE PRECISIONE, VEDI L'ALLEGATO 4: «Che cos'è il bonapartismo? »
10 In un articolo di FIGAROVOX del 22.05.2015, scriveva:
Il 29 maggio 2005, appena dieci anni fa, il popolo francese ha respinto con un referendum il progetto di trattato costituzionale europeo dopo una campagna epica. Coloro che per settimane avevano martellato che un no avrebbe provocato una forma di apocalisse si affrettarono a spiegare che questo voto non cambiava nulla poiché anche come ripeteva l'ineffabile Alain Minc, «non 12
LA RETORICA DELL’AZIONE E IL LESSICO DELLO SCONTENTO
Il movimento dei gilet gialli si è nutrito del seme della rivolta che lasciava la sua nicchia – se posso dire - nel bosco apparentemente sano di
una società che percorreva il suo cammino tranquillamente, negando le
diseguaglianze e il disordine sociale creato; dal 1983 al 2018 non ci furono
che qualche scossa, a volte rude almeno, che non riuscirono mai a spingere
i governi francesi successivi ad abbandonare la loro tabella di marcia arci
- liberale ordinata dalla troika UE-FMI-BCE11 e sotto la pressione della globalizzazione galoppante orchestrata dall’imperialismo americano. Il
tracollo sociale era all’opera in tutti i domini (Salute, Istruzione, Economia,
Diritti Sociali, Servizi Pubblici). Per i gilet gialli, punto ancora. Solo la classe operaia (i lavoratori, in senso lato), impadronendosi delle
organizzazioni e dei sindacati, riusciva a volte a prevenire un disastro ancora più grande e a fermare -temporaneamente - la follia distruttrice dei nostri cari politici. E, a due passi da uno sciopero generale possibile (come al momento dei piani micidiali contro le pensioni), i dirigenti
sindacali, in particolare la CGT, si rifiutavano a questo risultato
programmando sistematicamente la contro-offensiva al punto che le
giornate d’azione ripetitive, gli scioperi rotanti o simili, organizzavano frontalmente la divisione sindacale sotto qualsiasi pretesto.
c'è un piano B». E per dargli ragione, Nicolas Sarkozy, una volta eletto, fece passare per voto del Congresso il trattato di Lisbona, sotto-copia del progetto di costituzione.
L'episodio merita di essere ripreso in quanto segna un momento essenziale nella storia politica e sociale francese. In primo luogo perché costituisce la prima manifestazione massiccia di una forma di frattura tra le cosiddette «élite» e «il popolo», di cui sarebbe meglio parlare come i vincitori e i perdenti della globalizzazione liberale e della sua manifestazione più avanzata, la tecnostruttura europea. Non abbiamo ancora finito di analizzare ciò che significava la spaccatura riprodotta in tutti gli strati della società francese: quadri superiori e leader d'opinione praticamente tutti favorevoli al sì quando la stragrande maggioranza degli operai, I lavoratori e le piccole e medie imprese votavano no.
Peggio ancora, questa frattura ha provocato una diffidenza e un rancore verso queste «élite» che da allora non ha fatto che aumentare. Tanto più che i media rincaravano su questa spaccatura. I dirigenti, redattori e editorialisti, quasi unanimi per fare campagna a favore del sì, e i cronisti, giornalisti, freelance... ampiamente per il no. Così i media sono apparsi, con un discorso partigiano e oltraggiosamente anti pluralistico, come i cani da guardia dell'oligarchia tecnocratica, il che spiega il sorgere di Internet come luogo di pensiero alternativo. Bisogna ricordare l'editoriale di Serge July, il giorno dopo il voto, che tratta gli elettori del no (buona parte dei suoi lettori) come xenofobi incapaci di discernimento... Lo paghiamo ancora oggi con un sospetto generalizzato contro le istituzioni in senso lato e una parte della popolazione convinta che poiché «i media ufficiali ci ingannano», qualsiasi farneticazione trovata su Internet, diventato la voce del popolo, sia una vera e propria alternativa.
(http://www.lefigaro.fr/vox/politique/2015/05/22/31001-20150522ARTFIG00332-natacha-polony-referendum-de-2005-la-fracture-democratique.php),
11 Unione Europea/ Fondo Monetario Internazionale / Banca centrale europea
13
-
Pubblicazione vista sul a pagina Facebook Réinformation dissidente -
Per non stordire i miei lettori, non mi addentrerò più lontano in
questa analisi perché lo scopo del libro non è di realizzare un trattato politico esaustivo riguardo tale periodo… ritorniamo ai gilet gialli…
Questo movimento, dunque, benché nutrito con latte di riforme
antisociali di oltre trent’anni, è esploso improvvisamente senza aver
potuto strutturarsi né edificare alcuna dottrina di trasformazione della
14
società. È nato senza tetto né statuto. Grezzo, in qualche modo. Di
conseguenza, la sua caratteristica principale, fin dai primi giorni e ancora
oggi, è di esistere veramente solo attraverso azioni puntuali, forti e
pletoriche contro il sistema. Di qui una «cultura» apparente fatta
principalmente di azione grezza e di verbo istantaneo. L’analisi e
l'obiettivo di fondo sono (purtroppo) subordinati ad una «strategia» di
molestie. Cinque mesi dopo l’inizio di questo movimento, sebbene vi siano numerose riunioni e assemblee un po’ in tutta la Francia, non esistono ancora dei delegati eletti (e revocabili), nessuna dottrina valida
universalmente, nessuna centrale locale, nessun giornale, e, ovviamente,
soprattutto nessun partito politico o un «sindacato». Semplicemente, e
detto grossolanamente, una grande rivolta popolare disorganizzata.
La «cultura» gilet gialli sembra riassumersi in una basilare retorica
dell’azione e a un lessico di scontento…
15
Ma comunque esiste una cultura « gilet giallo» … voglio dire che questo movimento, nato al tempo stesso dall’ineluttabile e dall’ (tuttavia) imprevedibile, ha creato bene i suoi canoni culturali, nonostante tutto ciò
che gli si è potuto rimproverare: il francese scorticato, gli errori di ortografia, la «violenza», la mescolanza dei valori, ecc.
Forse si è spinto più in là di quanto non abbia fatto a suo tempo il
movimento degli studenti e poi lo sciopero generale di maggio-giugno ‘68.
Proverò in questo libro a mostrarlo attraverso la molteplicità dei
disegni, delle caricature, delle foto, dei loghi, degli slogan, ecc. Aggiungerò i necessari chiarimenti del contesto sociale in un clima ricorrente di crisi politica...
Questo dipinto, che delinea il ritratto imperfetto e non esaustivo di
un’insurrezione, non mira all’enciclopedismo ma semplicemente a rendere
giustizia a un movimento che ha tentato di spezzare le catene della
povertà e di spingere, al di là del governo autocratico macroniaco, una società egoista e sempre più dittatoriale.
PRECISAZIONI SULLA NATURA DI QUESTO DOCUMENTO
Malgrado questo libro abbia assunto l’aspetto di un saggio,
sociologico o politico, la mia intenzione non è di costruirlo come tale. Ho deliberatamente scelto di non essere altro che un testimone, cercando di apportare un certo numero di precisazioni, sia in termini di immagini di
qualsiasi tipo, sia in termini di scopi che mi sembravano utili e pertinenti,
spesso scritti da terzi e, certamente, riportandone le fonti.
Talvolta ho introdotto la mia visione o la mia analisi personale
perché la mia adesione al movimento dei gilet gialli non fu un’irruzione improvvisa, contrariamente a molti, nel mondo dell’opposizione contro la
nostra società «liberale»… appartenevo già al movimento operario da
quando avevo diciotto anni, tramite il mio impegno presso la Quarta
Internazionale12 e il sindacalismo confederato13. Avevo quindi, se posso dire,
una «bussola» politica che – ne sono convinto – rendeva compatibili la mia
12 Denominata da altri la «corrente lambertista»
13E alternando, a seconda del mestiere che esercitavo allora, tra la CGT e la CGT-Forza operaia.
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concezione «di classe» di militante operario e il mio impegno in questo movimento multiforme che era la rivolta dei Gilet Gialli. Tale adesione non
fu facile perché ci volle da un lato che mi opponessi politicamente ai miei
compagni del P.O.I.D14 (che non riconoscevano al movimento dei GG un
possibile esito positivo e che, inoltre, ne sottolineavano l’incompatibilità con il movimento operaio) e, d’altra parte, che subissi certe