Il Dio rosso
Di Jack London
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Info su questo ebook
Weird - racconto lungo (35 pagine) - Alla scoperta di una verità celata al centro della giungla, tra spietati cacciatori di teste e il misterioso e adorato Dio Rosso.
Bassett, uno scienziato naturalista, si trova impegnato nell’Oceano Pacifico in una spedizione nell’oscura giungla dell’isola di Guadalcanal per raccogliere farfalle. Qui sente un suono magnifico e struggente che si propaga dalla foresta fin sulla spiaggia dove è sbarcato. Bassett si mette così alla ricerca dell’origine di quel suono ma viene catturato dai nativi, spietati cacciatori di teste. Qui scopre che i selvaggi adorano un qualcosa di misterioso di origine sconosciuta e al quale compiono sacrifici umani. Così Bassett scopre l’esistenza del Dio Rosso, ne diventa ossessionato tanto che alla fine rischierà tutto per scoprire la verità celata al centro della giungla.
John Griffith Chaney London, conosciuto col nome d'arte Jack London, nacque a San Francisco il 12 gennaio 1876 e morì a Glen Ellen il 22 novembre 1916. Fu uno dei più famosi scrittori e giornalisti americani. Noto al grande pubblico con i famosissimi Il richiamo della foresta, Zanna Bianca, Il vagabondo delle stelle, Il lupo dei mari e La peste scarlatta ebbe una vita a dir poco avventurosa. Venditore di giornali agli angoli delle strade, pescatore clandestino di ostriche, cacciatore di foche, corrispondente stampa nella guerra russo-giapponese, agente di assicurazioni, pugile e cercatore d'oro, prima di diventare uno scrittore di successo. Probabilmente la trama del Dio Rosso gli fu suggerita dal suo amico George Sterling. Anche se si notano dei paralleli anche con il racconto breve di Joseph Conrad Cuore di Tenebra. Secondo alcuni studiosi anche l’influenza di Carl Jung è evidente nel racconto, ed è vero che Jack London venne a conoscenza delle idee di Jung proprio nel 1916 periodo nel quale scrisse The Red One. Nella storia si fa riferimento a delle figure con l’elmo, forse antichi conquistatori spagnoli o forse l’ancor più antico equipaggio del Dio Rosso, se così fosse, allora Jack London potrebbe aver addiruttura anticipato la fantascienza tanto in voga oggi che narra degli antichi astronauti. Il Dio Rosso, titolo originale The Red One fu pubblicato per la prima volta nel numero di ottobre del 1918 di The Cosmopolitan, a due anni dalla morte dello scrittore.
Jack London
Jack London (1876-1916) was an American novelist and journalist. Born in San Francisco to Florence Wellman, a spiritualist, and William Chaney, an astrologer, London was raised by his mother and her husband, John London, in Oakland. An intelligent boy, Jack went on to study at the University of California, Berkeley before leaving school to join the Klondike Gold Rush. His experiences in the Klondike—hard labor, life in a hostile environment, and bouts of scurvy—both shaped his sociopolitical outlook and served as powerful material for such works as “To Build a Fire” (1902), The Call of the Wild (1903), and White Fang (1906). When he returned to Oakland, London embarked on a career as a professional writer, finding success with novels and short fiction. In 1904, London worked as a war correspondent covering the Russo-Japanese War and was arrested several times by Japanese authorities. Upon returning to California, he joined the famous Bohemian Club, befriending such members as Ambrose Bierce and John Muir. London married Charmian Kittredge in 1905, the same year he purchased the thousand-acre Beauty Ranch in Sonoma County, California. London, who suffered from numerous illnesses throughout his life, died on his ranch at the age of 40. A lifelong advocate for socialism and animal rights, London is recognized as a pioneer of science fiction and an important figure in twentieth century American literature.
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Anteprima del libro
Il Dio rosso - Jack London
scrittore.
1
Eccolo di nuovo! Quel suono improvviso e possente! E mentre lo cronometrava usando l'orologio, a Bassett venne in mente la tromba di un arcangelo. Mura di città intere, pensò, sarebbero potute crollare di fronte a un così possente e irresistibile richiamo. Per la millesima volta, vanamente, cercò di analizzare la qualità del timbro di quell'enorme fragore che scuoteva la terra sino alle roccaforti delle tribù circostanti. Proveniva dalla gola della montagna, in essa risuonava in un crescendo e come l’alta marea tracimava inondando terra, cielo e aria. La sua malata e sfrenata fantasia lo portò a paragonare quel suono al potente urlo di un Titano del Mondo Antico, carico di dolore o di furore. Il suono salì, levandosi sempre più alto, con un’intensità tale che pareva esser destinata a orecchie poste oltre i limitati confini del sistema solare. Nel suono sembrava esserci persino un lamento causato dall'assenza di orecchie capaci di ascoltare e di intendere quel verso.
Tale fantasia era malata. Tuttavia Bassett si sforzò di analizzare il suono. Era possente come un tuono, dolce come una campana d'oro, sottile e delicato come una corda tesa d'argento– no; non era nessuno di questi, né un coacervo di questi stessi suoni. Non c'erano parole, né termini nel suo vocabolario e nemmeno nella sua esperienza, con le quali avrebbe potuto descrivere la qualità di quel suono.
Il tempo passò. I minuti divennero quarti d’ora, e i quarti d’ora si trasformarono in mezz’ore, sempre accompagnati dal timbro, mai modificato di quell’iniziale impulso sonoro, impulso che mai era stato rinnovato e che adesso svaniva attenuandosi, morendo e perdendo la potenza con cui era nato. Si trasformò in una confusione di mormorii turbati, balbettii ed empi sussurri. Lentamente si ritirò, singhiozzo dopo singhiozzo, tornando nel misterioso grande petto che lo aveva partorito, finché non divenne altro che un piagnucolante sussurrare letale, carico di ira misto ad altrettanto seducenti sussurri di gioia, come se tentasse ancora di essere ascoltato, di trasmettere un qualche segreto cosmico, un messaggio di infinita importanza e di valore. Divenne il fantasma di un suono, un’ombra che aveva perso la sua minaccia e la sua promessa, trasformandosi in una cosa pulsante nella coscienza malata anche dopo che era cessata. Quando non riuscì più a sentirlo, Bassett guardò l'orologio. Era trascorsa un'ora da quando la tromba dell'arcangelo aveva cominciato ed ora era sprofondata nel nulla.
Era questa, quindi, la sua Torre Oscura? – Si chiese Bassett riflettendo e ricordando i versi di Browning abbassando lo sguardo sulle sue mani scheletriche devastate dalla febbre. Sorrise amaramente pensando a Childe Roland che portava alle labbra il corno curvo con un braccio esitante come il suo. Erano passati mesi o anni, si chiese, da quando aveva udito per la prima volta quel misterioso richiamo sulla spiaggia di Ringmanu? Per pietà verso se stesso non si diede una risposta. La lunga malattia era durata troppo a lungo. Nei momenti di veglia aveva contato i mesi, troppi mesi, ma non aveva alcuna contezza dei lunghi intervalli di delirio e follia. E che cosa era accaduto al capitano Bateman della Nari, la nave carica di schiavi? E che fine aveva fatto quell’ubriacone del secondo di Bateman? Era già stato preda del delirium tremens?
Bassett abbandonò quelle vane speculazioni e cercò di ricordare tutto quanto era accaduto da quando, sulla spiaggia di Ringmanu, aveva udito per la prima volta quel suono e si era inoltrato nella giungla per scoprirne l’origine. Ricordò che Sagawa aveva protestato. Poteva ancora sentirlo, vedeva ancora quella