Divisione e riunificazione: Itinerari storici nella Berlino della Guerra fredda
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Info su questo ebook
Un libro di storia non accademico, che è anche una guida ai luoghi storici meno conosciuti di Berlino per i turisti più curiosi.
Trotz enormer städtebaulicher Verwandlungen in den vergangenen 30 Jahren ist und bleibt Berlin der beste Ort, um die Geschichte der deutschen Teilung und Wiedervereinigung zu entdecken. Die vorliegende Publikation entwirft eine Route entlang einzelner Etappen, an denen jene Geschichte tiefe materielle und immaterielle Spuren hinterlassen hat.
Die "Wiedervereinigung" war eines der ersten großen Themen des Deutsch-Italienischen Zentrums für den Europäischen Dialog Villa Vigoni (Gründungsjahr 1986). Die Institution wurde mit einem historischen Ereignis konfrontiert, das die deutsch-italienischen Beziehungen grundlegend veränderte und bis heute prägt. Aus Anlass des 30jährigen Jubiläums bietet die Villa Vigoni mit dem vorliegenden Buch insbesondere einem italienischen Publikum Erzählungen und Deutungen der deutschen und europäischen Geschichte.
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Anteprima del libro
Divisione e riunificazione - Francesca Zilio
Bibliografische Information der Deutschen Nationalbibliothek:
Die Deutsche Nationalbibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie; detallierte bibliografische Daten sind im Internet über http://dnb.d-nb.de abrufbar.
Villa Vigoni ringrazia il Ministero federale dell’Istruzione e della Ricerca (BMBF) per aver finanziato la pubblicazione nel contesto del progetto speciale Cosa unisce l’Europa: il sapere europeo
.
© Villa Vigoni Editore | Verlag, Loveno di Menaggio 2020
Tutti i diritti riservati. – Alle Rechte vorbehalten.
www.villavigoni.eu
Impaginazione – Satz : Studio Logos
Stampa – Druck: Grafiche Boffi, Giussano (MB)
Printed in Italy.
ISBN (Deu): 978-3-96698-656-4
ISBN (Ita): 978 88 944986 08
Indice
Introduzione
Ringraziamenti
1. La nuova capitale socialista
Primo itinerario
2. La stratificazione della storia tedesca nel quartiere di Mitte
Secondo itinerario
3. La Germania di Pankow
Terzo itinerario
4. La Berlino degli Alleati
Quarto itinerario
Appendice
Indice dei luoghi
Crediti fotografici
Introduzione
Nessuno ha intenzione di costruire un muro.
Walter Ulbricht, 15 giugno 1961
Il muro rimarrà in piedi per altri 50 e anche 100 anni.
Erich Honecker, 19 gennaio 1989
Quali immagini ci vengono in mente quando pensiamo a Berlino come città simbolo della Guerra Fredda?
Sicuramente il Muro e in particolare le sue parti più famose: i murales della East Side Gallery con la Trabant e con il bacio della morte
fra Erich Honecker e Leonid Brezhnev, che in realtà furono realizzati nel 1990, quando il Muro era già caduto.
Poi probabilmente Checkpoint Charlie, con i carri armati americani e sovietici che si fronteggiano: un luogo in cui oggi è tutto finto e anche piuttosto kitsch.
Forse anche storie di sorveglianza da parte della Stasi e di spionaggio fra agenti socialisti e imperialisti, che difficilmente riusciamo ad ambientare in qualche luogo della Berlino di oggi.
E quali immagini ci vengono in mente quando pensiamo alla riunificazione della Germania? Verosimilmente nessuna, a parte la caduta del Muro.
Nei trent’anni trascorsi dalla riunificazione la città è cambiata radicalmente: la fascia semi-deserta al di qua e al di là del Muro è stata riempita di costruzioni, molti edifici della ex Berlino Est sono stati abbattuti, palazzi di epoche precedenti sono stati ricostruiti. Il tutto fra grandi polemiche e preoccupazioni per le nuove generazioni, che nell’odierna capitale non riescono più a vedere i segni evidenti della divisione della Germania – e dell’Europa e del mondo – come accadeva prima, semplicemente camminando per la città anche senza conoscenze storiche.
Se però si fa lo sforzo di approfondire andando oltre la East Side Gallery e Checkpoint Charlie, la città conserva ancora moltissime tracce del suo passato, nelle strade e negli edifici che hanno visto il passaggio di diversi regimi e assunto diverse funzioni. Questi luoghi sono testimonianze di una storia molto spesso drammatica e a tratti bizzarra, molto spesso semi-sconosciuta in Italia.
Si tratta di una storia – quella della divisione e riunificazione della Germania sullo sfondo della Guerra Fredda, che non si limita alla costruzione e alla caduta del Muro – che in altre località può essere raccontata in modo cronologico come nei testi scolastici, ma che a Berlino può invece essere tuttora scoperta ed esplorata proprio per strada, camminando letteralmente nella storia.
Ecco cos’è questo libro: una passeggiata attraverso Berlino, che ci porta nelle vie, nelle piazze e nei palazzi che ci raccontano al meglio la sua storia, che è al contempo storia di una città, della Germania, dell’Europa e del mondo; storia di guerre e di dittature, di società con valori diversi, di conferenze e trattati internazionali, di crisi economiche e umanitarie, di vita quotidiana immersa nella propaganda. È una passeggiata virtuale, ma può diventare anche reale, grazie a una serie di mappe e di indicazioni che permetteranno al lettore che si farà ispirare da queste pagine di visitare i luoghi storici che ne sono protagonisti.
Nel trentennale della riunificazione tedesca e in un periodo in cui proprio la Germania ricopre un ruolo di primo piano nell’Unione Europea attraversata da divisioni, questo libro non vuole essere semplicemente un contributo alla commemorazione di un anniversario, per quanto importante e meritevole di essere ricordato.
Vuole invece essere uno strumento che offre al pubblico italiano l’opportunità di conoscere in modo non accademico la storia recente della Germania, che è anche la nostra storia: non solo per le forti relazioni italo-tedesche in tutti i campi, ma perché influenza tuttora il modo in cui vediamo l’Europa e interpretiamo le sfide che è chiamata ad affrontare.
Ringraziamenti
In questo libro confluiscono lo studio e le ricerche che ho realizzato e la passione che ho coltivato per la storia della Germania e per la città di Berlino negli ultimi 17 anni: una serie di esperienze professionali e private che rendono l’elenco delle singole persone da ringraziare molto più lungo di quanto posso fare qui.
Il libro è stato scritto come contributo di Villa Vigoni – Centro italo-tedesco per il dialogo europeo alla commemorazione del trentennale della riunificazione tedesca. Ringrazio perciò il Segretario generale, Christiane Liermann Traniello, per aver sostenuto la proposta di una pubblicazione che esce dai tradizionali schemi accademici e rappresenta un esperimento di Public History a favore di una delle mission di Villa Vigoni in quanto unica istituzione binazionale italo-tedesca in Italia: promuovere una maggiore conoscenza e comprensione reciproca fra i due Paesi.
A Villa Vigoni tengo a ringraziare anche Giovanni Meda Riquier per i suoi preziosi consigli in ambito editoriale e grafico, Aglaia Pimazzoni e Sara Zanotta per l’aiuto nel reperimento del materiale fotografico e nella correzione delle bozze, e i colleghi del dipartimento scientifico per il loro sostegno.
Ringrazio inoltre Alba Scapin per la revisione editoriale, per i molti suggerimenti utili su vari aspetti della pubblicazione e per avermi permesso di utilizzare alcune delle sue fotografie. Sono grata anche a Giuseppe Ventura per avermi a sua volta fornito alcuni scatti realizzati durante il viaggio a Berlino in cui l’ho guidato.
Ho visitato i luoghi di cui racconto la storia in diverse occasioni e con diverse persone. Alcune li hanno esplorati con me, altre sono state accompagnate da me lungo itinerari storici più o meno simili a quelli delle prossime pagine: i soci del FAI (Fondo Ambiente Italiano) che hanno partecipato al viaggio storico a Berlino che ho organizzato per il trentesimo anniversario della caduta del Muro; il gruppo dei Berlinesi, amici italiani tedescofoni così chiamati perché i nostri tour annuali alla scoperta della storia della Germania sono iniziati con un indimenticabile viaggio nella capitale; gli amici italiani e stranieri conosciuti durante l’Erasmus a Berlino; tanti altri singoli amici e conoscenti.
Tutte queste persone – con il loro entusiasmo, i loro commenti e le loro domande – sono state fonti di ispirazione per questo libro e di ricerche che lo hanno arricchito. Perciò lo dedico a loro.
1. La nuova capitale socialista
In nessun luogo al mondo la Guerra Fredda ha lasciato tracce nell’urbanistica e nell’architettura come a Berlino. Negli ultimi trent’anni sono state in gran parte cancellate dal centro della città, mentre lontano dall’ex percorso del Muro molto è sopravvissuto agli stravolgimenti post riunificazione.
In particolare sono ancora visibili due quartieri che rappresentano fisicamente l’antitesi fra le posizioni politiche ed estetiche che caratterizzarono la Guerra Fredda: a Est l’ex Stalinallee, oggi Karl-Marx-Allee; a Ovest Interbau 1957, una serie di complessi ed edifici costruiti per l’omonima mostra internazionale dell’edilizia, che si trovano in gran parte nella zona Hansaviertel del quartiere di Charlottenburg. Entrambi sono simboli di come la politica, sia a Est che a Ovest, abbia utilizzato l’edilizia come strumento di autorappresentazione e concorrenza, facendo sorgere nella Berlino del dopoguerra due modelli antitetici di città.
Nel caso di Berlino Est, ancor più che in quello di Berlino Ovest, si trattava peraltro non solo di un modello di città, ma del modello di un intero nuovo Paese, che doveva diventare vetrina dell’intero blocco sovietico.
Fra Alexanderplatz e la sede centrale della Stasi, nel quartiere di Lichtenberg, si percorrono più di 5 km di strada dritta lungo Karl-Marx-Allee e Frankfurter Allee: uno dei due assi centrali della nuova Berlino socialista, insieme a quello che collega la piazza alla Porta di Brandeburgo. Alexanderplatz era il centro della vita sociale e la vetrina di Berlino Est. Era ed è anche il centro geografico dell’intera Berlino, da cui partono tutti gli assi radiali che portano fuori dalla città nelle varie direzioni.
Potremmo perciò pensare che sia stata la prima area di grande intervento urbanistico della DDR, ma non fu così: la piazza fu ricostruita solo a partire dalla metà degli anni Sessanta. Nel 1969, per il ventennale della nascita del Paese, fu inaugurata la torre della televisione. L’impianto e gli edifici principali furono completati nel 1973, ma i lavori continuarono fino ai primi anni Ottanta.
1. Karl-Marx-Allee1. Vista su Karl-Marx-Allee e Frankfurter Allee voltando le spalle ad Alexanderplatz: in primo piano i grattacieli di Strausberger Platz, in secondo piano le torri sormontate da cupole di Frankfurter Tor.
2. Karl-Liebknecht-Strasse2. Il secondo asse centrale della Berlino socialista, fra Alexanderplatz e la Porta di Brandeburgo, nel 1984: a sinistra, dall’alto, il Ministero degli Esteri della DDR e il Palazzo della Repubblica. Al centro, dall’alto, il Duomo di Berlino e il Palasthotel. Tutti questi edifici sono stati abbattuti dopo la riunificazione, a parte il duomo.
Prima che su Alexanderplatz, l’attenzione del regime si concentrò sul grande viale che dalla piazza porta verso est, dedicato a Stalin nel 1949. Il progetto edilizio di Stalinallee, primo grande progetto di prestigio della neonata DDR, iniziò dalla periferia andando verso il centro, nella stessa direzione in cui il viale era stato percorso nell’aprile 1945 dalle truppe sovietiche che entravano in città. L’intero impianto urbanistico fu concepito come un percorso che accompagnasse