Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita
101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita
101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita
E-book345 pagine3 ore

101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Metà Parigi e metà New York, la meno tedesca delle città tedesche, piena di ragazzi, di artisti e di giovani famiglie, multiculturale per tradizione, ricucita nelle tante ferite e salda in cima alle classifiche delle città più visitate al mondo, Berlino continua a vivere un periodo d’oro e a trasformarsi senza sosta. Se mancate da qualche anno, troverete un nuovo aeroporto, un enorme castello in centro, parecchi nuovi musei e memoriali, un’altra linea della metropolitana, quartieri appena sorti e, nel complesso, un’atmosfera diversa. La distruzione della seconda guerra mondiale, gli anni del Muro: tutto è ancora presente, e contemporaneamente tutto è passato. Qui la storia non è fossile, è viva e, come tutto ciò che vive, va avanti e si trasforma. In questa guida insolita troverete 101 spunti per visitare Berlino come non avete mai fatto prima: partendo da curiosità, consigli culinari o bellezze da ammirare, si snoda un percorso e un racconto, come se passeggiaste in compagnia di un amico. Scoprirete chi ha inventato la specialità berlinese, la Currywurst, perché l’omino sul semaforo porta il cappello, come l’arte sia capace di trasformare e far rinascere un bunker, cosa c’è sulla montagna del diavolo e quali segreti si nascondono nei sotterranei berlinesi. Se la visitate per la prima volta, non mancheranno certo gli imperdibili appuntamenti con l’Isola dei Musei, la Porta di Brandeburgo, il Reichstag, i castelli e la nuova Potsdamer Platz. Ma in più, avrete modo di esplorare alcuni angoli nascosti, che emergono solo con calma, all’improvviso o dopo anni. Troverete consigli per concedervi qualche lusso in vacanza e altri per viaggiare con un budget ridotto. Un libro per chi sta per partire, per chi sogna di farlo, per chi la città l’ha già vista cento volte, per chi è scettico sulla moda “tutti a Berlino”, per chi se ne è innamorato e per tutti quelli che se ne innamoreranno.

Berlino come non l'avete mai vista!
Ecco alcune delle 101 esperienze:

Fare un giro panoramico sul bus 100
Attraversare la strada con l’Ampelmann
Riposarsi sotto una cupola hi-tech in compagnia di una giraffa
Gironzolare al Kulturforum
Pranzare in compagnia di Joseph Roth
Passeggiare sotto i tigli di Unter den Linden
Confondersi tra la folla al Palazzo delle lacrime
Andare a caccia di tesori intorno a Auguststraße
Passare la domenica al Mauerpark
Mangiare le Purzelchen a Treptower Park
Visitare la libera repubblica di Schwarzenberg
Fare il giro del mondo nei giardini di Marzahn
Tornare bambini tra treni e dinosauri
Comprare la stoffa al mercato turco
Scoprire l’antica Rixdorf dietro la nuova Neukölln
Trovare la chiave della Porta di Brandeburgo
Scoprire l’anima di Kreuzberg 36
Ascoltare un concerto nell’officina dei pianoforti
Pattinare sulla pista di decollo a Tempelhof
Chiara Fabbrizi
Berlinese di adozione e di elezione, lavora come traduttrice e collabora con alcuni musei. Ama viaggiare e sentirsi a casa.
LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2014
ISBN9788854176362
101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita

Correlato a 101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita

Titoli di questa serie (100)

Visualizza altri

Ebook correlati

Viaggi in Europa per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su 101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    101 cose da fare a Berlino almeno una volta nella vita - Chiara Fabbrizi

      1.

    Fare un giro panoramico sul bus 100

    Meine Damen und Herren herzlich willkommen in Berlin!

    Benvenuti a Berlino, signore e signori!.

    Rilassatevi. Siete nella capitale europea verosimilmente meno stressata e non vale la pena di lasciarsi spaventare dalla difficoltà a capire qualche parola di tedesco. Non a caso in Germania c’è un’espressione icastica per indicare che si è capito poco o nulla: "Ich verstehe nur Bahnhof, ovvero: capisco solo stazione", probabile retaggio dello spaesamento di chi arrivava in una città tedesca – emigrante o meno – senza padroneggiarne la lingua e poteva leggere solo quella parola sulla facciata della stazione.

    Capiate o no solo Bahnhof, dovete ora iniziare a farvi dal vivo un’idea della città. Guardando la cartina molte cose non sono chiare: qual è il centro? C’è veramente un centro? Sarà mai possibile orientarsi e dominare le linee della metropolitana? Da dove iniziare?

    È fin troppo semplice spiegare la confusione con il fatto che fino al 1989 c’erano due Berlino e quindi tutto potrebbe essere doppio. Ad esempio il centro. Siccome quello storico con i musei e Unter den Linden era a Est, l’Ovest ha creato nuovi fulcri, come Zoo e Charlottenburg. E buona parte di quello che oggi riconosciamo come centro, ad esempio Potsdamer Platz [35], era una desolata terra di nessuno.

    Ma questa spiegazione è vera fino a un certo punto: in realtà Berlino è molto più che due città riunificate: i nuclei storici che la compongono sono quasi un centinaio, come testimoniano le numerose Berliner Straße che un tempo conducevano a una piccola Berlin destinata ad assimilare tutti i borghi e le cittadine che la circondavano.

    C’è però un modo semplicissimo per iniziare a prendere confidenza con la cartina e cominciare a sbrogliare la matassa: fare un bel giro panoramico con il bus.

    Non si tratta di uno dei torpedoni turistici stop & go che ormai attraversano tutte le capitali, ma di un semplice bus urbano sul quale salire con un biglietto ordinario (da mostrare per consuetudine al conducente nel momento in cui si sale dalla porta anteriore).

    Il punto di partenza è Alexanderplatz, non distante dalla Marienkirche, che con la sua guglia può offrire un punto di riferimento utile per orientarsi (c’è una fermata dall’altro lato della strada rispetto alla chiesa) [21].

    La voce che annuncia le fermate che, come in tutti gli autobus cittadini, appaiono anche scritte su uno schermo, vi farà da guida elencandovi tutte le bellezze che state incrociando.

    Subito dopo il Duomo, vedrete scorrere il celebre viale Unter den Linden con l’Opera, Bebelplatz e la Kommode, l’Università Humboldt e la sede storica della Biblioteca statale [15-16], la Porta di Brandeburgo [33], il Reichstag [45-46], la Siegessäule [44], il Tiergarten [43], fino allo zoo [52].

    Dallo zoo, per tornare indietro potete prendere il bus 200 e completare il giro turistico passando anche per Potsdamer Platz [35-40]. Da qui avete anche la possibilità di cambiare e prendere il nuovo bus 300, attivo dal 2019, che vi porterà fino alla East Side Gallery [68].

    Più avanti ci sarà occasione di approfondire i punti appena citati. Voi intanto, se volete, potete scendere per ammirare qualcosa da vicino e salire sul bus successivo, controllando sul pannello quanti minuti dovrete aspettarlo, ormai rinfrancati sulla semplicità di questa metropoli.

    Se poi conoscete già a memoria il percorso del 100, andate a scoprire quello del tram 68 da Grünau [94] a Alt-Schmöckwitz: è considerata la tratta in tram più bella di Berlino e forse della Germania.

    La guglia della Marienkirche e la Torre della televisione

      2.

    Districare la ragnatela dei mezzi pubblici in città

    Il trasporto pubblico di Berlino è efficientissimo. La città è capillarmente servita dalla metropolitana (U-Bahn), da treni cittadini (Regio e S-Bahn), da tram, metrotram (contraddistinti dalla lettera m che generalmente indica una maggiore frequenza), bus e metrobus (che effettuano meno fermate su percorsi più lunghi).

    Il sito dell’azienda del trasporto pubblico, la popolarissima bvg, calcola per voi il percorso migliore da un indirizzo esatto a un altro, includendo nel tempo di percorrenza anche i minuti che impiegherete a piedi per raggiungere le fermate più vicine. Ancor più comodo può essere scaricarvi sullo smartphone la app gratuita della bvg, disponibile anche in inglese, che permette di sfruttare la geolocalizzazione per trovare la fermata più vicina a voi, calcola i percorsi, e consente di comprare biglietti digitali se si è muniti di carta di credito (accetta anche Amazon Pay, Apple Pay, Google Pay, PayPal).

    Altrimenti troverete facilmente i biglietti nelle macchinette automatiche fin dall’aeroporto e in ogni stazione della U-Bahn o della S-Bahn, o nei chioschi della bvg. I tram sono dotati all’interno di macchinette emettitrici a moneta, mentre sui bus potete acquistare il biglietto dall’autista nel momento in cui salite (ma non presentatevi con banconote di taglio elevato).

    La città è divisa in tre fasce (a, b e c) e normalmente vi troverete ad avere bisogno di un biglietto o di un abbonamento valido solo per le zone a e b, con l’eccezione dell’aeroporto e di una eventuale gita a Potsdam [96-97]. Se avete un abbonamento per le zone a e b potete ampliarlo con un biglietto integrativo per la zona c (Anschlussfahrausweis) se vi occorre.

    I trasporti a Berlino sono cari ed è bene dunque conoscere le varie opzioni delle quali si dispone.

    Potrete scegliere tra un biglietto semplice (Einzelfahrausweis, disponibile anche in carnet da 4, più conveniente) che va timbrato ed è valido per due ore, per un percorso che vada in una sola direzione, con tutti i mezzi e possibili cambi, senza però tornare indietro, e permette di portare con sé fino a tre bambini sotto i sei anni, il passeggino e una valigia; un biglietto per tragitti brevi (Kurzstrecke), valido per tre fermate di U-Bahn o S-Bahn con possibili cambi, o per sei fermate in bus o tram, senza cambi; un biglietto giornaliero con validità di 24 ore dal momento in cui viene timbrato; questo stesso biglietto per piccoli gruppi (massimo 5 persone); alcuni biglietti turistici (Berlin Welcome Card e Berlin Tour Card), che garantiscono sia l’accesso illimitato ai mezzi di trasporto sia sconti nei musei e in alcuni esercizi convenzionati per un periodo che va da due a sei giorni. Oppure avete a disposizione vari abbonamenti (giornaliero, settimanale, mensile).

    Per chi prevede un soggiorno più lungo di un paio di settimane e non ha fretta di uscire di buonora c’è un abbonamento mensile conveniente che nei giorni feriali è valido solo dalle dieci del mattino.

    Se siete abituati a una città caotica, apprezzerete presto l’efficienza del sistema, la puntualità (anche se i berlinesi si lamentano volentieri in merito e sostengono che fino a 2 km di distanza è sempre meglio andare a piedi), la facilità di muoversi in città per distanze piccole così come per molti chilometri, senza bisogno di auto e parcheggi.

    In queste condizioni, imparerete in fretta a orientarvi e a sbrogliare l’ordinatissima matassa che compone la ragnatela delle linee del trasporto. Anzi, qualora vi doveste perdere in qualche lunga passeggiata, troverete rassicurante sapere che in ogni caso non sarete mai troppo distanti da una fermata che vi rimetterà sui binari.

      3.

    Attraversare la strada con l’Ampelmann

    Chiunque arrivi a Berlino non può non restare colpito dalla figura dell’omino sul semaforo pedonale, tanto che molti turisti si soffermano

    a fotografarlo lasciando alternare rosso e verde senza attraversare.

    Vale la pena di conoscere la storia di questo simbolo. A idearlo nel 1961 fu lo psicologo e ingegnere Karl Peglau, incaricato dal governo della ddr di trovare un modo per limitare il crescente numero degli incidenti stradali conseguenti all’aumentare del traffico. La formula escogitata da Peglau era semplice quanto efficace: il simbolo per il semaforo pedonale deve essere umano, ben comprensibile anche per vecchi e bambini, ben visibile e distinguibile anche con nebbia e pioggia. La figura frontale con le braccia aperte anche senza il colore rosso apparirebbe subito come un chiaro segno di alt, mentre la figura di profilo che cammina somiglia a una freccia e invita naturalmente a procedere.

    Da un racconto della vedova dell’ideatore, si apprende che Peglau era molto indeciso su quale capigliatura dare all’omino, finché la sua segretaria non gli consigliò di mettergli un cappello per risolvere questo problema. L’idea non era così scontata come può sembrare: nella ddr il cappello era considerato un simbolo capitalista. Tuttavia il simbolo fu accettato, con tanto di cappello, e divenne in fretta molto amato.

    Ottenne persino uno spazio educativo in tv per insegnare la prudenza e le regole del traffico ai bambini.

    Con la caduta del Muro si pose il problema di riunificare anche lo stile dei semafori berlinesi e si decise di sopprimere il simbolo dell’Est. La proposta non fu gradita dalla cittadinanza e dai politici dell’Est, che si opposero e manifestarono a favore del salvataggio dell’Ampelmann.

    Il lieto fine della storia è legato a un’idea capitalista di un tedesco dell’Ovest trasferitosi a Berlino: il designer Markus Heckhausen, originario di Tübingen, estimatore della creazione di Peglau, del quale divenne amico, ebbe l’idea geniale di fare del simbolo un prodotto commerciale. Questo diede la spinta fondamentale per il salvataggio dell’Ampelmann e ancora oggi i turisti di tutto il mondo adorano acquistare i bei souvenir della catena, presente ovunque in città. Esattamente come l’Ampelmann: la nuova legge recita infatti che l’unificazione dei semafori della città andrà nel senso opposto a quello inizialmente previsto e ogni volta che nell’Ovest è necessario sostituire un semaforo pedonale, si utilizza l’ex simbolo della ddr. È per questo motivo che ormai troverete l’uomo col cappello a guidare il traffico pedonale di tante vie un tempo a Ovest.

      4.

    Godersi il lusso di vivere con poco

    Berlino non è più una città economica. Questo ha cambiato anche la mentalità delle persone che ci vivono e in particolare dei giovani che continuano a sceglierla come nuova residenza o come breve avventura. Mantenersi con un sussidio o uno stipendio minimo e dedicarsi all’arte o semplicemente a vivere la città è sicuramente diventato più difficile.

    Ma è veramente impossibile concedersi il lusso di vivere con poco?

    Rinunciare all’automobile (completamente inutile in città e in larga misura anche nei dintorni) a favore della bicicletta è già un enorme risparmio. Se poi con la bicicletta si riesce anche a evitare l’esoso abbonamento all’efficientissimo trasporto pubblico, il risparmio è ancora maggiore. In un giorno di pioggia ci si potrà comunque concedere un biglietto giornaliero per i mezzi pubblici.

    In ogni caso, anche un abbonamento annuale all’intera rete dei trasporti cittadini costa comunque meno che girare in macchina.

    Per concedervi un pasto chic con pochi euro, potete utilizzare una app per ridurre gli sprechi alimentari (Too Good To Go). Vi consente di cercare nella zona attorno a voi quale caffetteria o ristorante mette a disposizione il cibo avanzato per evitare di buttarlo. Prenotate il vostro preferito, pagate con carta di credito i pochi euro che costa e andate a ritirarlo nel momento prestabilito. Vi vedrete consegnare una busta piena di delizie a sorpresa, che decisamente non meriterebbero di finire nel cassonetto. L’offerta va dal supermercato all’hotel a cinque stelle. Così, anche se pernottate in un ostello potrete pranzare con la colazione dell’Hilton o del Waldorf Astoria. Se il tempo è bello, sedetevi in un parco e godetevi un picnic di lusso.

    Il budget per il viaggio è quasi già esaurito?

    Ricordate che molti musei statali e comunali possono essere visitati gratuitamente la prima domenica del mese. Ma in ogni caso non rinunciate a pagare per un bel museo: se proprio dovete risparmiare fate come i locali e per l’aperitivo acquistate un paio di birre in uno Späti (i tipici negozietti che vendono alcol e lo stretto indispensabile, aperti fino a tarda notte o per 24 ore) o in un supermercato (ci sono sempre delle bottiglie in frigo). Potete anche aggiungere le noccioline e le patatine che preferite.

    Ai vostri occhi Berlino tornerà povera ma sexy e scoprirete uno dei segreti che ne hanno determinato il successo: anche se viviamo in una società capitalista, si può essere felici con poco.

      5.

    Pensare bio

    L’ amore dei tedeschi per l’ambiente e, di conseguenza, per gli spazi esterni appare chiaramente dalla comune passione per le passeggiate nel verde, dalla cura dei giardini privati, non di rado adornati con nanetti o altre amenità, dalla pulizia delle aiuole e dei semplici spazi vuoti, dai tavoli sui balconi e dalle terrazze dei caffé affollate al primo raggio di sole, nonché dalle percentuali di sostegno al partito dei Verdi.

    Persino il fatto che la città risulti molto buia di notte è legato alla volontà di evitare sprechi e inquinamento luminoso. Il consiglio è dunque, letteralmente, di non avere paura del buio e approfittarne per immedesimarsi nel clima ambientalista.

    Come generalmente accade in tutto il Nord Europa, le città tedesche sono molto pulite e curate. Berlino viene considerata dai tedeschi come una città estremamente sporca e caotica ma anche qui potrete facilmente ammirare il buon risultato di una mentalità che antepone il comune al privato. Rispetto agli standard italiani è possibile che troviate la media delle case tedesche non proprio pulite, tanto più se si tratta di appartamenti condivisi tra giovani. Tuttavia le stesse persone che lasceranno accumularsi i piatti sporchi su ogni superficie disponibile della cucina, non oserebbero gettare una carta a terra per strada, mangiano solo cibo bio e vi imporranno di togliere le scarpe prima di entrare in casa.

    La città è piena di ristoranti con cibo biologico, grandi supermercati bio e l’offerta per vegetariani e vegani è sterminata. È possibile persino acquistare sex toys vegani (a Kreuzberg da Other Natur, Mehringdamm 79). La nuova frontiera non è scandalizzarsi se qualcuno compra una frusta, ma se la frusta non è vegana e in materiale riciclato.

    Un altro aspetto fondamentale dell’ambientalismo è la raccolta differenziata: ogni cortile è dotato di tutto il necessario per il palazzo, ovvero una media di sei differenti contenitori: uno per la carta e il cartone, uno per l’umido, uno per contenitori riciclabili, uno per l’immondizia non riciclabile e due o tre contenitori per i differenti colori del vetro.

    Rientra nel quadro del rispetto dell’ambiente (e degli altri) anche l’abitudine di abbandonare bottiglie per strada, sotto i cestini dell’immondizia o negli appositi portabottiglie sui cestini stessi. Chi lascia la propria bottiglia sa che presto qualcun altro la raccoglierà per ritirare lo Pfand, un deposito che si paga al momento dell’acquisto e che viene rimborsato riportando indietro il vuoto. Non sono poche le persone che arrotondano le proprie entrate con questa attività. Li vedrete gettare occhiate furtive nei cestini dell’immondizia per strada dove gli ignari turisti spesso buttano le preziose bottiglie, oppure li riconoscerete per ingegnosi carretti con i quali pattugliare il quartiere soprattutto il fine settimana [70].

    La mania per l’ordine e la pulizia, i nani da giardino e la diffusa mentalità ecologica potranno anche suscitare un po’ di antipatia, soprattutto in quartieri come Prenzlauer Berg, dove giovani famigliole di laureati più o meno benestanti vestono bio, mangiano bio e vivono bio, il tutto in salsa borghese. Tuttavia il movimento ecologista ha avuto un ruolo fondamentale a Berlino: all’Est, dove si opponeva con forza (e spesso a caro prezzo) ai governanti, che non si preoccupavano di devastare l’ambiente per assecondare il piano quinquennale [60, 99], come all’Ovest, dove si trasferivano i giovani pacifisti in fuga dalla leva obbligatoria (chi viveva a Berlino Ovest ne era esentato) e in cerca di una società più umana. E se la Sprea ogni anno vede diminuire il suo livello di inquinamento [79], se l’uso di fonti di energia alternativa è in continua crescita in Germania, se avrete così tante piste ciclabili a disposizione, se la città appare oggi molto meno caotica che nei filmati del primo Novecento, è merito anche degli Öko e del loro impegno politico.

      6.

    Girare in bici

    Negli ultimi anni, complice la pandemia e la moda dei suv , anche a Berlino il numero e la dimensione delle auto è costantemente aumentato, di pari passo con le pressioni per avere più piste ciclabili e impedire il traffico privato motorizzato nel centro cittadino. Il sogno di molti è che un giorno Berlino possa somigliare ad Amsterdam.

    Soprattutto se riuscite già a orientarvi un minimo tra le strade, un modo perfetto per godervi la città è senz’altro girare in bicicletta. Non avrete difficoltà ad affittarne una in qualche negozio apposito o via app. Il fatto che la città sia quasi totalmente in pianura rende questo mezzo di locomozione adatto anche a chi non è allenato. Bisogna ricordare inoltre che in appositi vagoni della U-Bahn, della S-Bahn e della maggior parte dei tram è possibile portare con sé la bici se si è stanchi o se si è stati sorpresi dalla pioggia, comprando un apposito biglietto aggiuntivo. In città ci sono molte piste ciclabili, spesso contrassegnate dal colore rosa o verde, o delimitate da una linea tratteggiata sulla normale corsia stradale. Alcune strade, poi, sono preferenziali per i ciclisti, ovvero le macchine possono circolare ma devono dare precedenza alle due ruote. Le riconoscerete dalla presenza del classico simbolo con la bicicletta, in formato più grande, dipinto sull’asfalto al centro della via.

    Potrete gonfiare le ruote gratuitamente presso tutti i negozi di meccanici, sempre disposti anche a prestarvi una chiave per qualche piccola riparazione.

    Vedrete biciclette con carretti per la merce modernissime o che sembrano uscite da un altro secolo, mamme che pedalano tranquille con bambini nel carrello, bimbi comodamente assicurati nel seggiolino, altri fieri su biciclettine senza pedali, tandem di ogni forma, bici simili a chopper, bici pieghevoli, coperte di ruggine o nuove fiammanti dal design innovativo. Persino uno spazzacamino con la classica uniforme nera con cappello a tuba

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1