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Il labirinto
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E-book390 pagine5 ore

Il labirinto

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Info su questo ebook

Parigi, uno spietato serial killer tiene in scacco la città. Uccide poveri innocenti e li trasforma in statue umane. La polizia brancola nel buio. Geniale quanto folle, l’omicida non lascia tracce evidenti sulla scena del crimine. L'ispettore Sebastien Lefebvre detective capace e intuitivo, inizia una lotta senza quartiere per porre fine all'orrenda serie di omicidi che insanguina la metropoli.
LinguaItaliano
Data di uscita11 gen 2022
ISBN9788833469331
Il labirinto

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    Anteprima del libro

    Il labirinto - Ottavio Nicastro

    Prologo

    Parigi, inizio inverno 2023.

    Sandrine Lockart attraversa un brutto periodo, il peggiore della sua vita. La malattia ha fermato la sua carriera di attrice cinematografica. È comparsa all’improvviso senza che nulla la lasciasse presagire. All’inizio dei colpetti di tosse sempre più frequenti, insistenti al punto da impedirle di recitare con la dimestichezza di un tempo. Tante davvero le interruzioni sul set, spingendola a fermare la produzione.

    Devi farti controllare da un bravo medico. Era stato il suggerimento di André Pichard, il regista che la aveva diretto nei suoi maggiori film di successo.

    Ho già consultato un medico, non è nulla di grave. Solo un’irritazione alla gola destinata a regredire nel breve periodo. Così aveva replicato Sandrine. Una bugia dalle gambe corte. Troppo corte. Il tumore alla carotide non le aveva lasciato scampo. L’intervento chirurgico eseguito dal professor Marcel Laborden le aveva salvato la vita, ma non la carriera di attrice.

    Le corde vocali avevano subito il maggior insulto. Sandrine adesso, si esprimeva a fatica e grazie all’ausilio di un apparecchio esterno

    Davvero un tragico epilogo per un attrice di successo nel pieno della sua attività. Presto le luci della ribalta si erano spente, pochi mesi appena e di Sandrine nessuno più parlava. I giornali si occupavano di altro, di ciò che fa notizia. Burlone davvero il destino. Come recita il noto proverbio: chi sale troppo in alto presto o tardi è destinato a cader giù e tutto finisce.

    Quello di Sandrine era stato un tonfo forte al punto da scuotere la terra. La povera donna, dimenticata da tutti, lasciata a se, non aveva trovato di meglio che chiudersi nella sua lussuosa abitazione a Villa Montmorency, il quartiere residenziale più esclusivo di Parigi. Un posto creato apposta per gente famosa e benestante. I soldi, almeno quelli, non erano un problema. La cifra accumulata durante gli anni di carriera, avrebbe assicurato a Sandrine una vita agiata fino alla fine dei suoi giorni. Ahimè, non era questo a impensierirla, quanto piuttosto il ricordo di ciò che un tempo era stata.

    Commiserare se stessi non è auspicabile. La rassegnazione spegne la speranza e rende ancor più amara l’esistenza. Ciò nonostante Sandrine Lockart non riusciva ad accettare ciò che era diventata, vale a dire l’ombra di se stessa. Una dannazione almeno sotto certi aspetti, incisiva al punto da spingerla a un’esistenza delirante. Nel nuovo universo che Sandrine si era creata, era il ricordo del tempo andato a condizionare il presente, col tragico risultato di cancellare il futuro.

    Il tempo è trascorso e tanta acqua è passata sotto i ponti. L’inverno è alle porte. Un giorno come tanti iniziato con la normalità di sempre, ma destinato a finire in altro modo.

    Sera tardi. Sandrine lascia la poltrona accanto al caminetto. All’esterno la serata è gelida. I fiocchi di neve hanno imbiancato le strade. I tetti delle residenze esclusive del circondario si sono colorati di bianco. Il davanzale della finestra che guarda in giardino è ricolmo di neve appena caduta. A lenti passi Sandrine si muove nella direzione della scala che porta al piano superiore. .

    "Ha deciso di ritirarsi Madame? Chiede Josephin, la governante. Un tempo il personale di servizio nella residenza, comprendeva tre persone. In aggiunta a Josephin c’era la cuoca e l’autista. Sandrine ha deciso di fare a meno dei due, giudicandoli superflui. Il genere di vita che conduce adesso, è diverso rispetto a quello di prima.

    Meglio andare a dormire Josephin.

    Molto bene Madame, l’accompagno di sopra.

    Non è necessario, faccio da sola. Va pure a letto. Buonanotte. La voce di Sandrine è terribilmente metallica, per tale motivo parla poco e solo se necessario.

    Buonanotte a lei madame.

    Raggiunta la scala Sandrine si porta al piano rialzato. Pochi attimi appena ed ha raggiunto la sua camera. Si mette a letto e spegne la luce. Il sonno tarda ad arrivare. Alla fine però i sensi cedono alla stanchezza e alle emozioni della giornata appena trascorsa. Sandrine cade nelle braccia di Morfeo. A destarla poco prima che la mezzanotte battesse i rintocchi, è il rumore sordo che arriva da basso.

    Crash …

    Cos’è stato? Questo si chiede Sandrine balzando sul letto. Possibile che un vetro sia andato in frantumi? La donna aguzza l’udito. Niente, almeno in quel primo momento. Forse si è sbagliata, meglio accertarsi però.

    Josephin … cos’era quel rumore? Tremenda davvero la voce metallica in special modo quando grida.

    Josephin mi senti? Dove ti sei cacciata? nessuna risposta arriva al suo orecchio. Possibile che la governante non abbia sentito? Sandrine avverte la tensione crescere. Cosa sta succedendo? Lascia il letto e con passo incerto raggiunge la porta che si apre sul ballatoio. La oltrepassa portandosi a contatto della ringhiera. Guarda di sotto. La luce è poca e fioca. Arriva dalla lampada posta a ridosso del salone. Le altre luci della casa sono spente. Silenzio e solo quello.

    Josephin … rispondimi? Nessuno ribatte all’invito.

    Josephin … dove ti sei cacciata? Ancora silenzio e solo quello. Il timore adesso è diventato paura.

    Josephin accidenti a te, si può sapere che fine hai fatto? niente, solo vuoto e silenzio. Com’è possibile? Con passo incerto Sandrine raggiunge la scala e subito inizia a percorrerla in discesa. Aguzza la vista, di sotto però non scorge nulla di significativo.

    La parte bassa della casa è deserta, silenziosa. Che fine ha fatto la governante? Il rumore di prima, il vetro rotto … cos’è stato? La tensione lievita. Raggiunto il piano terra Sandrine si guarda intorno.

    Chi c’è in casa? Josephin … dove sei?

    Il cuore le batte forte nel petto, lo sente pulsare anche alla tempia. La condizione è decisamente fuori dalla normalità. Raggiunto l’imbocco del salone Sandrine spinge lo sguardo oltre e … non riesce a fare altro. La scarica elettrica le investe il corpo scuotendola in modo violento. Forte al punto da annebbiarle i sensi.

    Aah … il grido sommesso lascia le sue labbra. L’unico. L’ultimo. Un attimo appena e Sandrine Lockart rovina al suolo priva di conoscenza.

    I

    Sebastien Lefebvre non è nelle condizioni fisiche migliori. Uno spettacolo disarmante qualcuno avrebbe detto se avesse avuto modo di vederlo. Per fortuna n casa c’è solo lui e nessun altro. Disteso di traverso sul divano, sonnecchia preda dei fumi dell’alcool. La bottiglia di Bourbon ormai vuota, l’ha lasciata cadere per terra. È rotolata lungo il pavimento andando a battere contro lo stipite della porta che si apre sul corridoio adiacente e lì è rimasta. La stanza è avvolta dalla penombra, le tende tirate. Il solo rumore nell’ambiente e Sebastien a procurarlo. Il russare sordo che gli esce dalle labbra.

    D’abitudine non cede mai all’alcool. Gli piace berlo come a tanti, ma con la giusta moderazione. Poche davvero le occasioni in cui ha esagerato fino a perdere la lucidità e sempre per lo stesso motivo. Dimenticare il presente, difficile e cupo da sopportare.

    Gli abiti che indossa sono stropicciati e sporchi. Sia i pantaloni sia la camicia evidenziano delle macchie appariscenti. Da giorni non si concede una doccia.

    .Sebastien Lefebvre è un giovane di quarant’anni alto, temprato nel fisico. Lineamenti fini, bello in viso. Pelle liscia e scura, occhi neri. Capelli di color castano quasi sempre spettinati. Persona di poche parole tranne che in particolari occasioni. Quando la necessità lo richiede, vomita all’esterno quello che avrebbe fatto bene a tenere dentro di se.

    Sebastien ama il suo lavoro di agente di polizia. Gli piace, lo svolge con impegno. Ragionamento e deduzione è il suo motto. I risultati ottenuti lo hanno elevandolo più volte agli onori della cronaca. Tanti i casi risolti con successo. La condizione l’ha premiato. Nel breve periodo Sebastien ha ottenuto il gradi di ispettore della squadra omicidi della Surete di Parigi, qui però si è fermato. Colpa il brutto carattere in aggiunta alla propensione a condurre una vita da lupo solitario. L’insofferenza per le regole, la gerarchia di potere soprattutto, lo distingue. Sebastien è un cane sciolto amante del libero pensiero, insofferente a ogni regola in special modo a quelle imposte dall’alto.

    L’ispettore Lefebvre ha rischiato più volte di essere cacciato dal posto di lavoro. Adesso c’è finalmente riuscito. Il pugno in faccia sferrato al commissario capo Louis Desubery ha ottenuto il giusto effetto. Per adesso ha avuto la sospensione dal lavoro per un periodo di tre mesi, senza stipendio. Finito l’intervallo Sebastien avrebbe dovuto presentarsi davanti alla commissione disciplinare per essere giudicato. La riammissione nella polizia col grado di ispettore si mostrava come la cosa più impossibile di questo mondo. Con molta probabilità l’ispettore Lefebvre sarebbe stato cancellato per sempre dall’organico della squadra omicidi della Surete di Parigi.

    Al pronunciamento della sanzione Sebastien non aveva battuto ciglio. Si era chiuso in se lasciando la centrale di polizia. La bottiglia di bourbon la aveva comprato nel negozio sotto casa al momento del rientro. Raggiunta l’abitazione si è lasciato cadere sul divano è li è rimasto estraniandosi dal mondo intero. Via il telefono, la tv. Al diavolo tutto e tutti.

    La delusione è cocente, la rabbia che da questa scaturisce meriterebbe lo sfogo, ma non può. In aggiunta a che servirebbe? L’ispettore Lefebvre, forse sarebbe corretto dire, l’ex ispettore delle Surete, vive da solo. Scapolo, alle spalle una relazione che ha visto l’epilogo. Entrambi i genitori sono passati a miglior vita qualche tempo prima. La casa paterna è ubicata in Rue de La Bonne, alle spalle del Sacre Coeur. Affacciandosi dalla camera da letto, Sebastien ha sotto gli occhi la parte di città che ospita gli artisti di strada. Gente dalle molteplici sfaccettature. Persone invidiabili almeno sotto certi punti di vista. Meglio il loro lavoro che quello del detective fastidioso a tutti.

    Il suono del campanello alla porta d’ingresso lo desta dal sopore.

    Driin … driin …

    Maledetti … andate via e che Dio vi danni. Dopo averlo detto Sebastien si sporge dal divano, allunga la mano per afferrare la bottiglia di Bourbon ma non la trova.

    Dove diavolo ti sei cacciata? impreca. Lui cerca la bottiglia e il suono del campanello torna a farsi sentire.

    Driin … driin …

    Non c’è nessuno … nessuno … dice con un filo di voce. Si è sporto troppo. Perde l’equilibro e rotola per terra.

    Dannazione … impreca e ancora. Il campanello non la smette di squillare.

    Va bene … ho capito … arrivo … adesso arrivo … la voce è rauca, impastata. Cerca il giusto sostegno e si solleva da terra. Impresa non facile. La testa gira, il mondo circostante è sottosopra.

    Chi è stato a metterlo al contrario … riposizionatelo com’era prima … pochi passi appena è perde di nuovo l’equilibro rovinando al suolo.

    Cazzo … e ancora cazzo. Adesso vi sistemo per bene. Il tempo di arrivare e vedrete cosa vi succede. I sensi dell’ispettore Lefebvre sono più che annebbiati. Brutta cosa davvero l’alcool, meglio se non fosse stato mai inventato.

    Ispettore risponda per favore. Sono il sergente Roland. Apra c’è un emergenza. La voce forte e roboante arriva dal lato opposto della porta d’ingresso. Sebastien ha un sussulto. Qualcosa si muove nella sua mente.

    Roland … che diavolo vuoi? Sparisci da casa mia. Ribatte con un filo di voce.

    Ispettore apra per favore. È richiesta la sua presenza.

    Buona questa – lo scatto della serratura anticipa l’apertura dell’infisso – richiesta da chi? Chiede Sebastien. Il suo sguardo fuori normalità incontra quello del sergente Roland. Subito lo sconforto prende quest’ultimo.

    Dio del cielo – il sergente proferisce – a quanto pare la vera emergenza è qua e non da un’altra parte.

    Ma … è ubriaco fradicio. Dice l’agente che lo accompagna.

    Già … dobbiamo fare qualcosa.

    Che cosa sergente? Roland non ribatte, non subito almeno. Si porta dal lato interno dell’abitazione. Afferra l’ispettore per il braccio e lo trascina a se.

    Aiutami. Il sergente dice all’agente che ha al seguito.

    Cos’ha in mente di fare sergente? costui domanda.

    Per prima cosa chiudi la porta sul pianerottolo, dopo aiutami a trascinarlo in bagno.

    In bagno … ?

    Sotto la doccia per la precisione.

    Si augura che basti per fargli passare la sbornia?

    Per intanto proviamo, dopo si vedrà.

    A un’ora di distanza la situazione è migliorata e di molto anche. Sebastien Lefebvre adesso, è lucido a sufficienza.

    Come si sente ispettore? Gradisce un’altra tazza di caffè? il sergente Roland chiede.

    Ne ho bevuto cinque. Non serve un’altra. Ribatte Sebastien con voce rauca e impastata.

    Se dovesse cambiare idea, nella caraffa c’è né a sufficienza.

    Lascia stare la caraffa. Perché sei venuto?

    È da stamani che dalla centrale tentano inutilmente di contattarla per via telefonica. Il suo cellulare non è raggiungibile.

    Il mio cellulare … non ho idea di dove sia finito. Penso abbia la batteria scarica.

    Capisco. Beh, hanno incaricato me di raggiungerla a casa. Lavoro con lei, o meglio ho lavorato con lei prima della sospensione, conosco le sue abitudini.

    Non dire cazzate Roland, nessuno conosce le mie abitudini. Neppure io, figuriamoci gli altri.

    D’accordo. Diciamo che so dove abita.

    Mm … cosa vogliono? Non gli basta la sospensione?

    Deve rientrare ispettore. C’è bisogno di lei in centrale.

    Buona questa. Prima mi cacciano via e dopo mandano te a cercarmi.

    Signore farebbe bene a darsi una ripulita. Noi aspettiamo di sotto, d’accordo?

    Sebastien ingoia la saliva che ha in bocca. Solleva lo sguardo e incrocia quello del sergente Roland. Sbuffa e dice:

    Mi serve una mezz’ora.

    Molto bene signore. Faccia in fretta per favore, in giro c’è troppo nervosismo.

    Nervosismo da parte di chi? E perché?

    I dettagli li conoscerà in un secondo tempo. Le anticipo solo che sta succedendo qualcosa di grosso e terrificante allo stesso tempo. Noi siamo giù all’ingresso. non perda altro tempo per favore. il sergente Roland non aggiunge altro. Lascia l’appartamento seguito dall’agente che lo accompagna. Sebastien li segue con lo sguardo fino a quando scompaiono oltre l’ingresso. Dopo si reca di nuovo in bagno. Cosa sta succedendo di tanto grave da spingere i superiori a cancellare la sospensione? Inutile lambiccarsi il cervello, presto lo avrebbe saputo.

    Charlie Madison è un fotoreporter americano. Di New York, originario del Bronx, ne è uscito fuori grazie alla sua passione per la macchina fotografica. Fin da piccolo ha dato prova di abilità. Un fotografo geniale e creativo nel riprendere gli eventi della vita di tutti i giorni. La prima macchina fotografica in assoluto è stata una Leika. Obiettivo ottanta millimetri, focale quarantacinque con l’aggiunta del grand’angolo. Charlie non l’ha comprata, non avrebbe potuto, gli mancavano i soldi. L’ha rubata. Si è introdotto nottetempo nel negozio di Shabim Pablomar, un oriundo ebreo naturalizzato americano, residente nello stesso quartiere dove Charlie è cresciuto. Ha forzato il catenaccio della saracinesca, intrufolandosi all’interno. Ha portato via solo la macchina fotografica che corteggiava da qualche tempo, in aggiunta a una decina di rullini fotografici. Quando transitava davanti al negozio, si fermava a ridosso della vetrina per ammirarla. Attimi intensi e passionali. Un amore a prima vista qualcuno avrebbe detto. E di questo si è trattato. Lui e la Leika.

    Grazie all’attrezzo Charlie ha trovato lavoro presso un giornale locale, realizzando servizi di cronaca di forte impatto col pubblico dei lettori. La condizione lo ha favorito, spingendolo in alto. Il Daily Telegraph gli ha puntato gli occhi addosso, offrendogli un impiego a tempo pieno. Il salto di qualità ha permesso a Charlie di cambiar vita in meglio. Adesso che la condizione economica lo permetteva, Charlie ha spedito una busta a Shabin Paplomar, all’interno i dollari relativi al costo della Leika in aggiunta a quelli del danno da lui procurato alla saracinesca del negozio.

    Gli attentati terroristi di Parigi riconducibili a gruppi islamisti, lo hanno portato nella Ville Lumiere. Charlie Madison si è insediato nella capitale francese nella veste di corrispondente estero del Daily Telegraph. L’alloggio l’ha trovato in Rue Lagrange. Un edificio d’altri tempi, antico e ben curato posto ai margini del Quartiere Latino. L’appartamentino al terzo piano, è composto da tre vani più servizi. Più che sufficiente per una persona sola. Il soggiorno ha la finestra spaziosa che guarda nel cortile interno dell’edificio, allo stesso modo degli appartamenti del vicinato.

    È qua nasce il problema.

    Attraverso quella finestra Charlie si sente osservato. La sensazione spiacevole è iniziata la scorsa settimana. All’inizio riconducibile a una percezione priva di vero significato. Col tempo però è cresciuta. Insidiosa, insistente. Brutta da sopportare. Possibile che sia vera? Il giovane originario del Bronx ha osservato a sua volta gli infissi dei vicini che si affacciano nel cortile interno dell’edificio, studiandoli con attenzione. In nessuno di loro ha però notato qualcosa fuori normalità.

    Nessuno, almeno in apparenza, sembra interessarsi a lui. Al contrario visto che è Charlie a spiare gli appartamenti limitrofi, uno dei condomini avrebbe potuto additare il fotoreporter nella veste di guardone.

    Sono fuori binario. Ho bisogno di un periodo di riposo. Questo Charlie si ripete con insistenza augurandosi di spegnere la sensazione spiacevole che lo pervade.

    I giorni scorrono e nulla di nuovo succede. Quand’è fuori casa, Charlie conduce la vita di sempre. Del resto il lavoro concede poco spazio da dedicare ad altro. Al momento del rientro però, ecco la sensazione spiacevole che si riaffaccia. La finestra sul cortile è pronta a aggiungere nuovo disagio a quello di prima.

    Chi è il misterioso individuo celato nell’ombra? Esiste per davvero o cosa?

    Le finestre del vicinato si mostrano così come dovrebbero essere. Nulla di anormale sembra si stia muovendo dalla parte interna. Pur tuttavia riferito a una di loro, nel lato nascosto dalla serranda in parte abbassata, un individuo avvolto nell’ombra, misterioso quanto irraggiungibile seguita a spiarlo. Di questo Charlie si è convinto. Una condizione estrema che rischia di cambiargli la vita in peggio.

    II

    Il viaggio in auto si rivela pesante e noioso allo stesso tempo. Sebastien Lefebvre ha occupato il sedile posteriore. Il sergente Roland quello davanti. L’agente che lo accompagna è alla guida del veicolo. Il traffico è quello di sempre, caotico, snervante. Sebastien tiene gli occhi fissi sul percorso, quando l’auto arriva a Place de Lion, piuttosto che girare a sinistra per Rue de Saint Clair, prosegue dritto lungo il Boulevard Serurier.

    Si può sapere che accidenti combini? Il distretto di polizia è dal lato opposto. dice Sebastien con tono acceso.

    Non è la nostra destinazione ispettore. Subito ribatte il sergente Roland.

    No? Dove mi stai portando allora?

    A Villa Montmorency. Il cadavere non è stato rimosso. Il commissario capo ha ordinato di aspettare il suo arrivo. Vuole che lei lo veda e lo esamini.

    Louis Desubery? È stato lui a volermi di nuovo in servizio.

    In persona signore.

    Mm … a quanto pare il pugno in faccia non ha ottenuto l’effetto sperato.

    Al contrario, da quel che mi è stato riferito, gli ha fatto saltare un dente signore.

    Beh, quel bastardo se l’è cercata.

    Può darsi signore. Agire in quel modo però … perdoni la franchezza, ma sarebbe stato opportuno un diverso comportamento da parte sua. Attimi di silenzio da parte di Sebastien prima che ribatta:

    Sì … non posso darti torto. Ho agito da vero idiota. Ho perso il lume della ragione è questa la verità. Avevo lavorato giorno e notte per trovare il covo del folle maniaco che assaliva le lucciole. Quand’ero sul punto di agguantarlo, che mi combina Desubery? Irrompe sulla scena con quattro volanti a sirene spiegate. Messo in allarme il sospetto ha fatto in tempo a eclissarsi lasciando tutti con un palmo di naso. Sarebbe bastato un po’ di tatto da parte sua per completare la missione con successo.

    Il commissario capo è fatto così signore.

    Il commissario capo è un imbecille, ma questo è risaputo da tutti.

    Lei però rischia di perdere il posto di lavoro signore.

    Per quello che vale.

    Sarebbe un pessimo affare ispettore. La squadra omicidi perderebbe il suo elemento migliore.

    Grazie del complimento Roland. Per questo adesso mi trovo qua? C’è un caso complicato da risolvere?

    È così signore. Ma non è il solo motivo. C’è dell’altro.

    Sarebbe a dire?

    Sarà il commissario capo a illustrarle la situazione.

    Mm … misterioso. Ad ogni modo Villa Montmorency è un angolo di mondo abitato da gente benestante. Il morto ammazzato è una persona influente?

    Considerato il posto dove abita..

    Nel frattempo che bruciamo la distanza dimmi quello che sai.

    Conosco la vicenda solo in superficie. Stamani di primo mattino qualcuno ha contattato la centrale denunciando un omicidio.

    Chi?

    La persona al telefono ha conservato l’anonimato. La chiamata è arrivata da una cabina pubblica.

    Ce ne sono ancora in giro? Funzionanti voglio dire.

    Qualcuna si trova ancora. I tecnici hanno rilevato il punto di partenza.

    Dove di preciso?

    Rue des Italien, a un isolato di distanza da Place dell’Operà.

    Villa Montmorency è dal lato opposto della città. Chiunque sia stato a chiamare era a conoscenza dell’accaduto. Possibile sia stato l’omicida?

    L’ipotesi trova credito signore. Le volanti di servizio sono arrivate sul posto, e poco dopo la zona è stata raggiunta anche da una folta schiera di giornalisti.

    Ma senti … prima allerta la centrale e dopo informa la stampa?

    È il suo Modus Operandi signore.

    Modus Operandi … significa che l’omicidio di adesso non è il primo, ma c’è ne sono stati altri simili a questo?

    Uno signore. Quattro giorni fa.

    Mm … è quando sono stato sospeso dal servizio.

    La chiamata in centrale è arrivata poco dopo che lei era andato via. Sia la stampa sia la televisione ha dedicato ampio spazio alla notizia. Possibile ne sia all’oscuro? Sebastien non ribatte. Dopo la sospensione, si era barricato in casa chiudendo i contatti col mondo esterno. Scopriva adesso l’evento straordinario che incupiva la città.

    Se Louis Desubery aveva messo da parte la divergenza tra loro due, la questione doveva essere per davvero di una certa gravita. In caso contrario mai lo avrebbe richiamato in servizio.

    Charlie Madison non può vederlo, ma se avesse modo di posare lo sguardo all’interno dell’appartamentino dirimpettaio al suo, il sospetto così a lungo caldeggiato, sarebbe diventato subito certezza. La finestra al quarto piano, dal lato opposto del cortile interno del fabbricato, ha la serranda abbassata per metà. Nulla traspare dal lato interno. Ad una sommaria valutazione la casa si mostra deserta, ma non è vero. Una figura misteriosa si muove all’interno dell’abitazione in apparenza disabitata. Pochi i mobili che l’arredano, fitto lo strato di polvere che li copre. Vuota la casa lo è stata fino a poco tempo prima. Il nuovo inquilino ha contattato l’agenzia immobiliare stipulando il contratto e prendendo possesso dell’alloggio due settimane prima.

    Nessuno l’ha mai visto in viso. La trattativa si è svolta per via telematica. Allo stesso modo è avvenuta la transazione in denaro. Un mese di affitto pagato in anticipo. La chiave spedita per posta.

    Il misterioso personaggio si è stabilito all’interno senza che nessuno dei vicini lo vedesse. Non ha portato niente con se, tranne una voluminosa attrezzatura chiusa in due borse da viaggio. Si muove di notte, l’ora tarda fornisce la giusta copertura.

    La finestra che guarda il cortile interno dell’edificio è il giusto punto d’osservazione. Dietro la tapparella in parte abbassata, ha piazzato il binocolo fissato sull’apposito sostegno. Le lenti puntano sulla finestra dell’appartamento di Charlie Madison. La vita che si svolge all’interno dell’abitazione è il punto d’interesse del misterioso individuo.

    Ore intere trascorse a spiarlo, segnando sulla carta le abitudini del fotografo. Il momento in cui lascia casa, quando è solito rientrare. Come si comporta all’interno. Le persone che riceve nell’appartamento, con quale cadenza. Le ore della notte dedicate al sonno.

    Uno studio attento, minuzioso, che di certo ha un preciso scopo, almeno per l’uomo avvolto nell’ombra.

    Charlie Madison ha intuito bene. Un individuo misterioso lo sta osservando. Il giovane non ha capito da dove, ancor meno il motivo che lo spinge a far questo. Qualcosa d’importante però sta succedendo, e Charlie avrebbe fatto bene a preoccuparsi adottando i giusti accorgimenti del caso.

    Il sergente Roland ferma l’auto davanti all’abitazione di Sandrine Lockart. Contrariamente alle aspettative lo squarcio di mondo all’interno di Villa Montmorency non è sgombro da estranei, ma affollato da individui della svariata specie. Giornalisti per lo più, che infoltiscono il gruppo di curiosi tenuti a debita distanza dal cordone degli agenti di polizia. Numerose le auto di servizio. Cui vanno a sommarsi due ambulanze e il furgone della squadra scientifica.

    Un bel comitato di ricevimento. Dice Sebastien Lefebvre.

    Già … anche nel primo caso è stato così.

    Mm … davvero un curioso individuo questa testa matta. Ecco a voi un omicida che ama la pubblicità. Dopo averlo detto Sebastien apre la portiera e lascia l’auto. Subito il folto gruppo di giornalisti lo circonda, scattano delle foto. Qualcuno chiede:

    Ispettore Lefebvre è stato richiamato in servizio? Si occuperà lei del caso? Un commento a caldo per favore.

    Non ho nulla da dire. Dice Sebastien facendosi largo tra la folla.

    Ispettore aspetti … non vada via …

    Largo, fate largo. Interviene il sergente Roland liberando Sebastien dalla folla.

    L’ispettore non ha nulla da riferire. Lasciateci passare. Subito un gruppo di agenti interviene, liberando il passaggio che porta all’ingresso dell’abitazione. Pochi balzi bastano a Sebastien per superarlo e portarsi all’interno.

    Accidenti … gli esce di bocca non appena posa lo sguardo nel salone d’ingresso. Ampio, alla luce, arredato con mobili di vero pregio. Di forma semicircolare. Il lato sinistro ha due finestre che guardano nel giardino che circonda l’abitazione. Dal lato opposto c’è la scala che porta al piano superiore. Ampia a semi chiocciola. Il lato che fiancheggia la parete e abbellito con dei quadri che si alternano per l’intera lunghezza. Dal lato opposto c’è la ringhiera di legno, levigata e appariscente. Nel punto dove la gradinata incontra il pavimento c’è una donna ritta in piedi. Il volto è cereo, la pelle del viso rattrappita. Gli occhi sbarrati e vitrei guardano davanti a se. I capelli solo liberi dietro la schiena. Veste in modo elegante. Un abito da cerimonia, ricco e ingioiellato. Il corpo è leggermente girato lungo il fianco sinistro nella direzione del muro. Il lato destro è orientato nella direzione della ringhiera di legno. La testa leggermente piegata all’indietro. Il braccio destro è sollevato e proteso in avanti, quasi in parallelo alla spalla dello stesso lato. Il sinistro sporge lungo il fianco. La sensazione che trasmette è fuori normalità. Cupa, angosciosa, almeno sotto certi punti di vista. Sembra viva ma non lo è. Chiunque sia stato a ridurla in tali condizioni, ha sicuramente infierito sul corpo della povera sventurata trasformandola in una sorte di statua umana. Una rappresentazione curiosa e macabra allo stesso tempo. Sebastien non ha mai visto nulla del genere prima di adesso.

    Guarda cosa c’è qua. Un sussurro appena udibile quello dell’ispettore. Di tutt’altro tono e la voce che si sente alle sue spalle.

    Ispettore è arrivato finalmente, c’è ne ha messo di tempo. Sebastien si gira e il suo sguardo gelido incontra quello ansioso del commissario capo Louis Desubery.

    Quello necessario signore. Che diavolo è successo? Chi è questa donna?

    Chi sia la donna è la sola cosa che sappiamo. Riferito all’accaduto è un mistero che mi auguro lei ci aiuterà a risolvere.

    Mm … è il motivo che l’ha spinto a richiamarmi in servizio?

    Ispettore quanto è successo non è stato dimenticato. Pur tuttavia ho deciso di offrirle un’opportunità. Se è furbo da coglierla, in sede di giudizio la commissione disciplinare la peserà nel giusto modo.

    Ma senti … un pensiero davvero gentile da parte sua. Peccato che a farlo nascere sia la necessità e non certo il buon cuore come qualcuno potrebbe pensare.

    Ispettore la sua condizione è precaria, eviti di peggiorarla.

    Peggio di così. Ad ogni modo non è detto che sia disposto ad accettare il caso.

    È una sua scelta. Prima di decidere le suggerisco di riflettere bene.

    "Ho già riflettuto commissario, i giri di parole non servono. Se mi ha chiamato significa che la faccenda presenta dei lati oscuri. Le serve qualcuno che le tolga le castagne dal fuoco. Meglio che sia un altro a scottarsi le

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