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Conquistata per vendetta: Harmony Collezione
Conquistata per vendetta: Harmony Collezione
Conquistata per vendetta: Harmony Collezione
E-book157 pagine2 ore

Conquistata per vendetta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Più che fredda...

Jake Freedman ha contato i giorni che lo separavano dal momento in cui si sarebbe preso la propria rivincita sull'uomo che ha distrutto la sua famiglia. E se un appuntamento con la figlia di Alex Costarella lo aiuterà a raggiungere lo scopo, non avrà problemi a fare buon viso a cattivo gioco.



... certe volte la vendetta va gustata calda. Anzi, bollente.

Le cose si complicano quando scopre che, più che un sacrificio, l'incontro con la giovane Laura è molto più piacevole di quanto avrebbe mai potuto immaginare. E conquistarla diventa in breve tempo il suo desiderio più impellente, al di là di ogni piano di vendetta.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2018
ISBN9788858982204
Conquistata per vendetta: Harmony Collezione
Autore

Emma Darcy

La vita di Emma Darcy è stata caratterizzata da tanti colpi di scena, esattamente come succede ai protagonisti dei suoi romanzi. Nata in Australia, al momento abita in una bella fattoria nel Galles.

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    Anteprima del libro

    Conquistata per vendetta - Emma Darcy

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Costarella Conquest

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Emma Darcy

    Traduzione di Cristina Proto

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-220-4

    1

    Era arrivato un altro venerdì pomeriggio nell’ufficio dell’uomo che Jake Freedman aveva ogni ragione di odiare, e che con impazienza malcelata non vedeva l’ora di mollare. Presto, molto presto, avrebbe avuto tutte le prove per incriminare Alex Costarella, mostrandolo al mondo per l’avvoltoio che era, capace di spolpare le carcasse delle società in bancarotta per alimentare il proprio conto in banca. Poi Jake sarebbe potuto andarsene per sempre. Nel frattempo, la copertura che si era costruito come suo aspirante braccio destro nelle attività di liquidazione non poteva avere la minima incrinatura.

    «Domenica è la festa della mamma» osservò quell’uomo massiccio, guardando Jake di sottecchi con aria interrogativa. «Tu non hai famiglia, vero?»

    Non da quando tu hai contribuito a uccidere il mio patrigno.

    Jake riuscì a sorridere con aria malinconica. «Ho perso i miei genitori da adolescente.»

    «Sì, ricordo che me lo hai raccontato. Deve essere stato difficile per te, e per questo è ancora più ammirevole che tu sia riuscito a costruirti una carriera con ottimi risultati.»

    Ogni passo di quella strada era segnato dal proposito di distruggere quell’uomo. E Jake lo avrebbe fatto. Erano occorsi dieci anni per arrivare a quel punto: studiare ragioneria, legge, farsi un’esperienza nell’azienda di Costarella, guadagnarsi la sua fiducia. Ancora qualche mese...

    «Vorrei presentarti mia figlia.»

    La sorpresa scosse Jake dalle sue segrete meditazioni e turbò la sua spietata determinazione. Non aveva mai pensato alla famiglia di quell’avvoltoio, o all’effetto che le sue azioni avrebbero potuto avere su di loro.

    Sollevò le sopracciglia, interrogativo. La figlia sarebbe entrata nell’azienda del padre o... era un bizzarro tentativo di combinare un incontro al buio?

    «Laura è uno schianto. Ragazza intelligente e ottima cuoca» dichiarò Costarella con un sorriso invitante. «Vieni a pranzo a casa mia domenica e scoprilo di persona.»

    Prima ne tesse le lodi e poi organizza la messinscena per creare l’aggancio!

    Jake provò un disgusto viscerale all’idea di avere un coinvolgimento personale con chiunque fosse legato a quell’uomo. Con la mano fece un gesto di diniego. «Grazie, ma sarebbe un’intromissione in una giornata dedicata alla famiglia.»

    «Voglio che tu venga, Jake.»

    L’espressione del suo viso non ammetteva rifiuti. Era un volto forte, attraente, incorniciato da folti capelli grigi e dominato da occhi di acciaio, un volto pervaso dalla sicurezza di chi poteva e riusciva a controllare qualunque cosa, piegandola alla sua volontà.

    Jake capì subito che, se insisteva a rifiutare l’invito, avrebbe perso quella benevolenza che gli dava accesso alle prove che gli servivano. «È molto gentile da parte sua» rispose con un sorriso di ringraziamento. «Se è sicuro che sarei il benvenuto...»

    Nutrire dubbi su questo si dimostrò chiaramente irrilevante. Ciò che Costarella voleva, lo otteneva.

    «Facciamo alle undici e trenta» gli intimò senza esitazione. «Sai dove abito?»

    «Sì. Grazie. Non vedo l’ora.»

    «Bene. Ci vediamo lì allora.» Gli occhi grigi scintillavano di soddisfazione. «Non rimarrai deluso.»

    Jake annuì, prendendola con tutta la filosofia possibile, sapendo che domenica sarebbe dovuto andare, sapendo di dover mostrare interesse per la figlia, e odiando l’idea stessa con ogni fibra del suo essere.

    Perché Costarella lo volesse, non lo sapeva. Sembrava ridicolmente patriarcale essere ingaggiato come corteggiatore, come se le persone fossero pedine da muovere a piacere. Ma, in effetti, era un gesto tipico della mentalità insensibile di quell’uomo. Viaggiava secondo il proprio ritmo, senza curarsi degli interessi altrui.

    Jake doveva però andare d’accordo con lui, guadagnare tempo, proteggere i propri piani. Se doveva iniziare a frequentare Laura Costarella, lo avrebbe fatto, ma in nessun caso si sarebbe permesso di affezionarsi a lei, per quanto potesse essere bella o intelligente.

    Era la figlia del nemico.

    Non lo avrebbe dimenticato.

    Mai.

    La festa della mamma...

    Laura Costarella avrebbe voluto che fosse ciò che sarebbe dovuta essere: una meravigliosa giornata per sua madre, con i figli che le dimostravano il loro amore e apprezzamento per tutto quello che aveva fatto per loro, e il padre felice con la famiglia che avevano creato insieme.

    Non sarebbe stato così.

    Suo padre aveva invitato al pranzo di famiglia un ospite speciale e, dal sorriso con cui aveva accompagnato l’annuncio, Laura sospettava fortemente che l’ospite sarebbe servito a sottolineare i punti deboli del figlio e della figlia, come anche i difetti della madre che li aveva cresciuti.

    Jake Freedman: un nome duro per un uomo sicuramente dotato di un carattere ferreo come quello di suo padre, altrimenti non sarebbe salito così velocemente all’apice della Costarella Accountancy Company, che raggranellava milioni dalle aziende in bancarotta.

    Sapeva come sarebbe stato usato quel giorno? Gli importava?

    Laura scosse la testa per quell’inutile riflessione. Sarebbe successo ciò che era stato previsto. Non poteva evitarlo. Poteva solo cucinare il piatto preferito della madre per pranzo e cercare di deviare le frecciate del malcontento del padre verso la propria famiglia.

    «Continua a sorridere» si disse, «nonostante tutto.»

    Sperò che anche il fratello seguisse quel consiglio, per il bene della madre. Nessuno scoppio di rabbia risentita. Nessuna uscita di scena. Bastava sorridere e far entrare ogni critica da un orecchio e farla uscire dall’altro. Sicuramente non era una richiesta eccessiva chiedere che Eddie tenesse sotto controllo il testosterone per un giorno.

    Il campanello suonò mentre finiva di preparare la verdura da infornare secondo le istruzioni che aveva appreso dalla trasmissione di cucina che prediligeva. L’avrebbe infilata in forno al momento giusto insieme allo stinco di agnello. La zuppa di zucca e pancetta doveva solo essere riscaldata. La panna era montata e la torta al limone era nel frigo, pronta per essere servita.

    Si lavò rapida le mani, si tolse il grembiule e si stampò un sorriso sul volto, decisa a salutare il visitatore con tutto il fascino possibile.

    Jake era in piedi di fronte alla porta della residenza Mosman di Alex Costarella, facendosi coraggio per recitare la parte dell’ospite riconoscente e affascinante.

    L’enorme casa di mattoni rossi a due piani era una delle antiche case di Sydney, posta su un terreno ben tenuto che emanava solida rispettabilità: una facciata perfetta per celare la vera natura dell’uomo che l’aveva acquisita sottraendola ad altri.

    Jake si ricordò dell’impegno con cui il patrigno si era opposto agli ufficiali giudiziari per impedire la vendita della casa di famiglia finché sua madre era ancora viva. Un impegno durato solo pochi mesi, prima che il cancro la portasse via. Ma quegli uomini venali non avevano mostrato alcuna comprensione, alcuna pietà. E l’intero spregevole processo era stato avviato da Costarella, che aveva deliberatamente chiuso un occhio sulla possibilità di salvare una società e centinaia di posti di lavoro, preferendo la prospettiva di riempirsi le tasche mentre si occupava di liquidarne i beni.

    Nessuna comprensione, nessuna pietà.

    Il cuore del patrigno aveva ceduto poche settimane dopo la morte di sua madre. Due funerali in rapida successione: Jake non poteva incolpare Costarella di entrambi, ma di uno almeno sì. E ora lo divertiva considerarsi il lupo che si aggirava all’esterno, in attesa di avere libero accesso nella casa di un altro lupo.

    Lo zoo di Taronga era nei dintorni.

    Ma gli animali pericolosi erano proprio lì.

    Costarella non sapeva che Jake era a caccia, in attesa del momento giusto per attaccare. Alla giovane leva della propria società offriva la figlia come esca allettante per un futuro luminoso, inconsapevole di essere lui la preda designata. Quanto a Laura...

    La porta si aprì e Jake si trovò di fronte a una donna che subito suscitò il suo interesse.

    Era davvero bella. Lunghi capelli neri e mossi, occhi incredibilmente azzurri, una bocca dalle labbra piene, socchiuse su un sorriso dai denti bianchi. Portava una camicetta aderente viola e bianca, la cui scollatura rivelava la curva superiore dei seni che erano sufficienti a riempire le mani di un uomo. Jeans viola attillati sottolineavano il resto della figura e la lunghezza seducente delle gambe. L’animale in Jake ringhiò per il desiderio della cattura.

    Ci vollero alcuni attimi prima che recuperasse abbastanza presenza di spirito da presentarsi. «Sono Jake. Jake Freedman!» esclamò, sperando che la donna non avesse notato quanto lo avesse colpito.

    La figlia di Alex Costarella era una trappola per uomini.

    Caderci non era incluso nel suo piano.

    «Salve. Sono Laura, la figlia di questa casa.»

    Si ascoltò pronunciare quelle parole come da grande distanza, la mente totalmente annebbiata dall’aspetto attraente di Jake Freedman. Anche se attraente non rendeva l’idea, proprio per niente. Aveva conosciuto molti uomini di bell’aspetto. Il mondo di suo fratello era pieno di attori che sgomitavano per farsi notare in televisione. Ma quell’uomo... Perché il cuore aveva accelerato e lo stomaco aveva sussultato?

    I capelli erano scuri e tagliati così corti che si notava appena che erano ondulati. La mancanza di un taglio appropriato rendeva quegli occhi ancora più accattivanti. O forse era la loro forma insolita, le palpebre che scendevano in modo da sembrare triangolari e incredibilmente sensuali. Un naso diritto e forte, una mascella quadrata e una bocca ben delineata rendevano quel volto ancora più maschile. Sarebbe stato perfetto nei panni di James Bond, pensò Laura, ed ebbe la nervosa sensazione che fosse pericoloso come il leggendario personaggio di 007.

    Ne aveva anche il fisico. Alto come suo padre, ma più snello e virile, indossava jeans neri e una camicia sportiva bianca, le lunghe maniche arrotolate ai gomiti a rivelare avambracci muscolosi. Jake Freedman era così maschio da farla sentire profondamente donna. Anche se sapeva che era un tirapiedi di suo padre, era impossibile non provare interesse per lui.

    «Piacere di conoscerti» le disse, dandole la mano con un sorriso che lo rese ancora più sensuale.

    «Piacere mio» rispose Laura, stringendogli la mano e ricevendo una sensazione elettrica così scioccante da spingerla quasi a sottrarla. «Prego, entra» borbottò, sentendosi costretta a muoversi per giustificare la brusca interruzione del contatto fisico.

    «Figlia di questa casa» ripeté riflessivo mentre entrava. «Significa che vivi ancora qui?»

    L’esame curioso nei suoi occhi le diede la sensazione che stesse considerando la possibilità di una storia tra loro. «Sì. È una casa grande» replicò secca. Grande abbastanza da permetterle di rimanere alla larga dal padre per gran parte del tempo.

    Jake

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