Le trame della Luna Rossa
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Anteprima del libro
Le trame della Luna Rossa - Amos Mastrogiacomo
GEMELLI
Un bambino sui nove anni dai capelli dorati tira un paio di dadi e muove una pedina sulla plancia di gioco. Un altro bambino, identico al primo, esulta.
Sì! Ora devi pagare perché sei sulla mia proprietà!
si alza indicando trionfante la plancia di gioco.
Odio questo gioco!
brontola il primo.
I due sono fratelli gemelli. Li distingue solo un neo sotto il palmo della mano: uno alla mano destra, l’altro alla mano sinistra.
Giocano su un tappeto rosso con fantasie africane. La stanza, in tinta verde acqua, è molto buia: le finestre sono chiuse e le tende blu scuro sono tirate; il lampadario ha le luci spente. Un camino irradia di luce e calore la stanza. Le ombre dei bambini ondeggiano sul muro ed il crepitio della fiamma dà ritmo alla danza, come una musica di accompagnamento.
Davanti ad un divano blu macchiato, c’è un libreria porta TV, con dei libri e DVD impolverati nei ripiani e un televisore, con spina staccata, da cinquanta pollici inserito nello spazio centrale.
Un uomo alto e robusto, dai capelli corti e brizzolati, con una folta barba, entra nella stanza. Indossa una camicia a quadri sgualcita. I suoi jeans sono strappati sulle ginocchia. Ha uno zaino da escursione sulle spalle.
Non litigate e non alzate troppo la voce
interviene con premura il padre a placare gli animi dei due bambini. Io esco, mi raccomando non aprite a nessuno
.
Sì, papà
rispondono in coro i due gemelli.
L’uomo si dirige verso l’ingresso, un piccolo corridoio con un appendiabiti con diverse giacche; su di un mobiletto alto e stretto è in bella mostra una coppa in ceramica, con delle impronte di mani variopinte ed una scritta altrettanto colorata: casa.
L’uomo raccoglie le chiavi ed, indossata una giacca di pelle, esce.
Dopo il clunk della porta, i bambini riprendono il lancio dei dadi. Quello con il neo alla mano destra, di tanto in tanto, si esibisce in balletti per festeggiare le sue giocate trionfali prendendo in giro l’altro.
Sei su Parco della Vittoria. Si!
esulta con una floss dance.
Un tonfo sulla porta d’ingresso interrompe il gioco. I due fratelli saltano per lo spavento e corrono a nascondersi dietro al divano. Si scambiano uno sguardo di panico. Un bussare insistente comincia ad echeggiare dall’ingresso.
Dobbiamo aprire?
domanda Sinistro.
Papà ha detto di no
risponde impaurito Destro, mentre una lacrima riga il suo volto delicato. La voce ed il respiro tremano. L’ultima volta che abbiamo disobbedito abbiamo perso la mamma
si rannicchia e singhiozza cercando di non fare rumore, fallendo nel suo intento.
Tu volevi solo salvare il cagnolino
cerca di rassicurarlo Sinistro. La mamma non è stata colpa tua
.
Tu e papà ora mi odiate
singhiozza Destro.
Non è vero
lo rassicura con un tenero abbraccio.
L’intenso bussare richiama l’attenzione dei due fratellini. La forza impressa sembra tale da sfondare la porta. I bambini sono sempre più terrorizzati.
E se fosse papà?
domanda Sinistro, ansioso. Le sue mani tremano e i suoi occhi sono spalancati.
Destro tira su col naso con le lacrime che sgorgano incessanti, si alza e prende uno sgabello dalla cucina, per poi spostarsi verso l’ingresso.
Un’ombra fredda e priva di anima sembra aver occupato quel piccolo corridoio, rendendolo più cupo di quanto già non fosse.
Aprite! Aprite! Presto!
Un’impanicata voce maschile proviene da fuori. Aprite, stanno arrivando!
Destro sale sullo sgabello per guardare attraverso lo spioncino: un ragazzo sui vent’anni dai capelli castani con un ciuffo blu. I suoi vestiti sono sporchi di polvere, grasso e sangue. Nei suoi occhi si legge il terrore. Si guarda intorno, cercando di capire se sia solo o meno. Indossa una camicia traforata all’altezza del petto, ed una maglietta un tempo bianca. I jeans sono sbiaditi, strappati e con varie toppe qui e là.
Papà ha detto di non aprire!
Destro, tenta di imprimere alla voce un tono più fermo e comprensibile.
Tuo padre mi ha detto di venire qui! Siamo stati attaccati! Presto!
interviene il ragazzo frettolosamente, lasciando appena il tempo al bambino di finire la frase.
Il bambino esita per qualche istante: Va bene, entra
scende dallo sgabello ed apre la porta d’ingresso.
Lo sconosciuto entra rapidamente, facendo cadere a terra Destro, e chiude la porta dietro di sé. Si accascia sul pavimento respirando affannosamente, ma sollevato di essere in un luogo sicuro.
Destro si alza senza problemi, è così curioso di scoprire chi sia quello sconosciuto da non dare minimamente peso alla caduta. Lo osserva: non ha con sé nulla, nessuno zaino, né tracolla, nulla che un manuale di sopravvivenza consiglierebbe di portare con sé, ad eccezione di un orologio dal quadrante scheggiato al polso.
L’altro gemellino, rimasto nascosto per tutto il tempo dietro il divano, sbircia con estrema preoccupazione e cautela cosa stia accadendo nell’ingresso.
Volevi che mi ammazzassero?
domanda stizzito il ragazzo, si alza e tenta di scrollarsi di dosso polvere e grasso insozzando il pavimento.
Chi ti vuole ammazzare?
chiede incuriosito Destro con ancora gli occhi gonfi di pianto, tirando su con il naso.
Come sarebbe chi?!
Il ragazzo è stupito di sentire una domanda del genere. Non sai cosa c’è là fuori? Dove hai vissuto in queste settimane?
La rabbia e frustrazione feriscono il bambino che abbassa lo sguardo.
Ci sei solo tu?
chiede calmandosi.
Destro, continuando a guardare il pavimento, accenna solo un no con la testa. In quel momento, Sinistro esce allo scoperto e, facendo capolino, muove timidamente la mano per salutare il nuovo ospite che ricambia con un sorriso amichevole.
Dov’è papà?
gli domanda Sinistro ingenuamente.
Lo sconosciuto evita di rispondere e comincia ad esplorare la casa: attraversato il salotto, entra nella cucina ed usa la torcia appoggiata sul tavolo di ferro per illuminare la stanza: i muri risplendono di un giallo canarino; il piano della cucina in granito è coperto da una patina oleosa da giorni, se non settimane. L’acciaio degli elettrodomestici è opaco per la mancanza di pulizia. Il tavolo al centro della stanza è apparecchiato per tre persone, posate e piatti sono altrettanto sporchi.
Apre gli stipi della cucina cercando da mangiare e da bere. Negli armadietti inferiori trova flaconi per la pulizia della casa, prevalentemente vuoti. In quello sotto i fornelli vi è una bombola a gas, incredibilmente piena. Nei cassetti ci sono alcune posate pulite, qualche tovaglietta e pochi tovaglioli. Nei pensili, invece, vi sono alcuni piatti e pentole pulite, giusto un paio di scatolette di tonno, qualche pacco di pasta già aperto e una decina di bottiglie d’acqua. Il lavandino è colmo di stoviglie sporche.
Dov’è papà?
chiede insistentemente il bambino.
Non è molto prudente uscire di casa da quando è sorta la luna rossa
risponde freddamente evitando di guardare il piccolo.
Che significa?
Chiede candidamente.
Quando è terminato il ciclo dei mesi solari ed è iniziato quello dei mesi notturni, è sorta una luna rossa. Da quel momento tutto è cambiato
spiega con serietà e con attenzione.
Non capisco
prosegue il bambino confuso.
Il mondo è cambiato
.
E papà?
Chiede insistentemente.
Tornerà presto
risponde rassegnato. Lui, mi ha salvato la vita
.
"Papà è l’uomo più