Una dolcissima storia d'amore

Di Adelia Marino

Dall'autrice del bestseller Ogni giorno per sempre

Sono trascorsi diciassette anni. Landon, Tom, Eric, Haley, Joey e Terry sono ancora una famiglia, ma hanno ormai messo su la loro.
Rachel Emily Owens è un’adolescente in piena crisi, e papà Tom e mamma Joey cercano di gestire al meglio questo momento così delicato. A scuola c’è l’incubo peggiore della ragazza: Ryker Carter. Il suo sorriso malizioso, i capelli scompigliati e gli occhi intensi mettono in soggezione chiunque. Ryker, adottato da Landon e Haley, ha la scorza dura e non rende la vita facile a Rachel. Nessuno deve parlarle o guardarla senza il suo permesso. Lui sa cosa vuole, ma sa anche che lei lo odia, e come darle torto?
Poco a poco, però, il loro rapporto burrascoso si tramuta in un sentimento profondo e dolcissimo in grado di minare pesantemente la pace che regna nelle rispettive famiglie. E, soprattutto, i loro genitori correranno il rischio di rovinare un’amicizia durata tutta una vita?
Adelia Marino
è italo-canadese e vive in Germania. Ama leggere, aggiornare il suo blog e scrivere. Adora parlare con chi condivide la sua stessa passione ed è una divoratrice di serie TV.  Deve alla nonna il suo amore per i libri. La Newton Compton ha già pubblicato Ogni giorno per sempre e Il mio segreto più dolce. 

• Lingua: Italiano
• Editore: Newton Compton Editori
• Data di uscita: 22 nov 2017
• ISBN: 9788822717313

Anteprima del libro

Indice

Cover

Collana

Colophon

Frontespizio

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Epilogo

en

1849

Prima edizione ebook: dicembre 2017

© 2017 Newton Compton editori s.r.l.

Roma, Casella postale 6214

ISBN 978-88-227-1731-3

www.newtoncompton.com

Realizzazione a cura di Corpotre, Roma

Adelia Marino

Una dolcissima storia d'amore

omino

Newton Compton editori

A te che hai sognato insieme a me fino alla fine

Capitolo 1

Diciassette anni dopo

Entrai in casa sbattendo la porta. Sapevo con certezza che questo avrebbe fatto infuriare i miei e che avrei svegliato il piccolo di casa, ma sinceramente non me ne fregava niente. Mio padre sbucò dal salotto, le braccia aperte e la faccia di uno che avrebbe voluto strozzarmi non appena dal piano di sopra arrivò un pianto squillante. Sentii mia madre urlare: «Rachel Emily Owens», esordì. «Spero tanto per te che tu abbia sbattuto quella porta perché hai improvvisamente perso entrambe le mani». Sbuffai mentre mio padre cercava di mantenere un’aria seria. Mi specchiai nei suoi occhi identici ai miei.

«Va tutto bene, tesoro?», domandò venendo verso di me. Per avere quarantadue anni mio padre era bellissimo. Aveva un fisico allenato, i tatuaggi con il passare degli anni gli davano un’aria sempre più figa. Tutte le mie amiche avevano una cotta per lui e zio Landon che, lasciatemelo dire, era sexy da paura. Notai che iniziò a giocare con il piercing sotto il labbro. Era nervoso, non sapeva proprio come parlare a un’adolescente.

«Tutto benissimo», risposi prima di precipitarmi al piano di sopra.

«Lo vedo, amore. È sempre una grande gioia parlare con te».

Chiusi la porta della mia stanza, accesi il computer e videochiamai la mia migliore amica.

«Ciao», mi salutò con un largo sorriso Chloe che dal canto suo aveva ereditato i capelli mogano della madre e gli occhi verdi del padre.

«Non c’è proprio niente di bello in questo giorno, Chloe». Lei era un anno più piccola di me, ma frequentavamo lo stesso liceo.

«Sei ancora arrabbiata con lui?». Se ero ancora arrabbiata con lui? Con quel maledetto ipocrita idiota sbucato da Dio solo sa dove per rovinarmi l’esistenza? Sì, ero furiosa, non arrabbiata.

«Chloe, quello stronzo ha detto a Bryan di non avvicinarsi a me perché rischia di beccarsi la lebbra», sbottai incrociando le braccia al petto. Dio quanto era fastidioso.

«Ma era una specie di manifestazione di affetto la sua. Sai che per lui è più difficile che per noi e poi andiamo, Bryan? A tuo padre prenderà un colpo».

Alzai gli occhi al cielo. «A mio padre prende costantemente un colpo», risposi sedendomi sul letto.

«Questo perché non dovresti uscire con i ragazzi».

Guardai la porta con un sopracciglio alzato. «Scusa, Chloe, ti chiamo più tardi, quando mio padre la smetterà di comportarsi come un bambino e non origlierà più».

«I nostri padri hanno seriamente qualcosa che non va», rispose la mia migliore amica prima di chiudere. Mi alzai e andai ad aprire la porta, trovandoci un innocente Tom Owens con un piatto fra le mani.

«Ho pensato avessi fame». Mi fece un sorriso. Che faccia tosta. «Ti va di chiacchierare col tuo giovane e bellissimo paparino?».

Presi il piatto che teneva fra le mani ed entrai in camera seguita da lui.

«Di solito non si dice: col tuo vecchio?», chiesi con un sorrisetto ironico.

«Ma io non vedo vecchi». Trattenni a stento una risata e mi sedetti a gambe incrociate sul letto, mangiando la carne e la