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Hanson: Edizione italiana
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E-book223 pagine2 ore

Hanson: Edizione italiana

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Info su questo ebook

Hanson Serrano è un uomo complicato. Anche il suo psicologo cerca di convincerlo a fidarsi di qualcuno. Ma il membro più giovane dello staff del Bird's Eye non se ne preoccupa. Non progetta di sistemarsi nell'immediato futuro.
Questo finché non va a sbattere contro Thea James. Letteralmente. Basta un brutto capitombolo sul marciapiede, e questo brasiliano imbronciato si trova rapito da quei riccioli rossi e fondoschiena tutto curve. L'interazione però rende chiaro che dovrà lavorare sodo per conquistarla.
Thea James sta cercando qualcosa di molto specifico, e Hanson Serrano non rientra nella categoria. Non solo è tatuato dalla testa ai piedi, è molto più giovane di lei. Thea ha già avuto a che fare con dei cattivi ragazzi e ciò che ne ha guadagnato è lo status di mamma single e un ex che le rende la vita un inferno.
Quando finalmente Thea accetta di uscire con Hanson per toglierselo di torno, rimane piacevolmente stupita nel vedere che si mette davvero d'impegno. Anzi, è l'appuntamento migliore che ricordi.
La coppia alla fine si ritrova tutta aggrovigliata, tanto nei sentimenti quanto nelle lenzuola. Ma tra le barriere di Hanson, l'ex di Thea e quella fastidiosa differenza d'età, la loro nascente relazione sembra un disastro annunciato.
I due finiranno per arrendersi e abbandonare la nave o saliranno su una scialuppa e si metteranno a remare insieme?
LinguaItaliano
Data di uscita19 apr 2023
ISBN9791220705363
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    Anteprima del libro

    Hanson - Kat Savage

    1

    RICORDI CUPI

    HANSON

    Non è che non mi piaccia il mio psicologo. Anzi. Lo apprezzo davvero. Ma il modo in cui tamburella con la penna sul bordo del quaderno mentre mi ascolta mi fa andare fuori di testa. Se non fosse così bravo ad ascoltarmi, probabilmente gliel’avrei strappata di mano e l’avrei usata per pugnalarlo nel collo. No, scherzo. Ma avrei di sicuro lanciato quella penna fuori dalla finestra alle sue spalle.

    Invece mi sforzo di razionalizzare e di convincermi che le sue incredibili doti d’ascoltatore siano correlate al costante tamburellare della penna, e che quindi interromperlo lo renderebbe inutile. E preferirei non dover ricominciare con un altro psicologo. Non ho mai detto che il mio modo di razionalizzare fosse molto logico.

    «Sei pronto a parlare di tuo padre?» mi chiede.

    Il dottor Russell è il mio psicologo da due anni. Ad ogni sessione c’è sempre la stessa storia. Arriviamo al punto in cui mi pone questa domanda. A cui io do puntualmente la stessa risposta.

    «Forse la prossima volta, doc,» dico.

    «Prima o poi dovrai aprirti al riguardo,» ribatte.

    «Lo so.»

    «Dammi qualcosa,» riprende. «Anche un dettaglio minuscolo.»

    Torno con la mente alla mia infanzia in Brasile. Tutto ciò che vedo è mia madre che piange. Sento delle grida. Cerco di andare ancora più indietro.

    «Quando mi prendeva per mano, la sua era morbida nonostante avesse spesso le nocche insanguinate,» rispondo.

    Il dottor Russell scribacchia qualcosa sul blocco, cosa che interrompe il tamburellare, ma il mio commento ha attirato la sua attenzione. Non credo di avergli mai raccontato così tanto su mio padre.

    Di mia madre parlo in continuazione: la sua gentilezza, la sua intelligenza, come mi raccontava storie della buonanotte facendo le voci e usando oggetti di scena. Il suo dolore. I lividi causati da mio padre. Quanto mi manca. Ma mio padre? Salvador Juan Serrano non mi manca e non mi va di parlare di lui.

    «Perché le sue nocche erano spesso insanguinate?» mi chiede lo psicologo.

    Roteo il collo. Questa sedia è scomoda in maniera assurda. Mi aggrappo ai braccioli mentre rimugino sulla domanda.

    «Forse la prossima volta, doc,» ripeto.

    La cosa che mi piace di più del dottor Russell è che quando dico basta lui non mi fa pressioni. Così annuisce comprensivo e riprende a tamburellare con la penna.

    «Prima o poi dovrai fidarti di qualcuno, Hanson,» mi dice.

    «Perché?»

    «Perché non puoi sopportare da solo tutta l’quell’oscurità. Arriverà il momento in cui avrai bisogno di supporto.»

    Forse ha ragione. E forse no. Mi trascino dietro il fardello dei ricordi di mio padre da una vita e nessuno finora mi ha mai aiutato. Beh, non è del tutto vero. Mia madre mi ha protetto finché ha potuto.

    Stringo la mano al dottore e ci salutiamo alla fine della sessione; come ogni mercoledì esco superando la sua segretaria. Abbiamo appuntamento ogni mercoledì alle dieci. Per fortuna il mio capo mi viene incontro. Diavolo, è stata sua l’idea che andassi in terapia.

    Devo ammettere di non aver fatto grandi progressi con il dottor Russell. L’unica cosa di cui vuole che parli è proprio quella che io evito come la peste. Tuttavia, mi spinge a pensare a molte cose in maniera diversa. Discuto del lavoro, della mia quasi inesistente vita sentimentale, descrivo almeno cinquanta diversi scenari per il mio futuro. Lui mi fa domande e fornisce prospettive nuove.

    Arrivo al lavoro al Bird’s Eye Tattoo Studio e trovo tutti vagamente in preda al panico. Will se ne va in giro correndo, Drew non si trova da nessuna parte, Hawk sfreccia fuori dalla porta sul retro e Jericho ha un cliente sulla sedia, anche se l’ago non lavora.

    «Cosa succede?» chiedo a Will.

    «La mamma di Hawk è caduta e si è rotta il bacino!» mi grida in risposta.

    «Oh, merda, e come sta?»

    «Penso che si risolverà tutto, ma Drew e Hawk stanno andando in ospedale, e poi non so. Devo chiamare i clienti che hanno appuntamento con Hawk e andare a prendere Ava a scuola tra due ore, e sto pure aspettando i candidati per il colloquio da piercer,» riprende.

    Si sta facendo prendere dall’ansia, e un po’ anche io. Ma per ora non lo darò a vedere. Derek è un dottore oltre che il fidanzato di Will, ma è anche il fratello di Hawk. Non dev’essere facile.

    «Calmati,» le dico. «Dammi metà della lista delle persone che devi chiamare. Ci penso io ad andare a prendere Ava e starò con lei di sopra finché non tornate tutti. Tu dovresti andare in ospedale dopo i colloqui, gli altri avranno bisogno di te.»

    Il mercoledì, dato che ho appuntamento con lo psicologo, non prendo clienti per lavori impegnativi, solo cose rapide in modo da avere tempo per aiutare. Will fa parte della vita di Hawk e Derek da quando sono bambini, quindi so che vorrà stare con loro.

    «Ne sei sicuro?» mi chiede con sguardo disperato.

    «Ma certo. Quella donna è più tua mamma di quanto lo sia la tua vera madre. Va’ da lei, da Hawk e Derek.»

    Dopo aver acconsentito con giusto una sfumatura di riluttanza, andiamo in ufficio, dove divide la lista con me. Oggi Hawk ha appuntamenti per tutto il giorno, ma riusciamo a spostare le date senza che nessuno se la prenda con noi. Non si sa mai come reagirà la gente, ma ho praticamente sempre tatuato persone per bene.

    «Okay, sento i piercer e chiedo loro se possono venire prima, poi stacco,» dice Will. «Sei sicuro di riuscire a recuperare Ava?»

    «Non preoccuparti. So che Drew ci ha messo tutti sulla lista di persone autorizzate ad andarla a prendere già quando era incinta di Knox, quindi sono a posto. Aspetta, chi bada al piccolo?»

    «È all’asilo. Può rimanerci fino a tardi, lo passeranno a recuperare tornando a casa. Oppure ci penserò io, se faranno tardi.»

    «Perfetto. Direi che abbiamo un piano, per quanto vago,» commento ridendo.

    Torno di corsa all’ingresso mentre lei si mette al telefono con i candidati. Visto che al bancone non c’è nessuno, mi siedo su uno sgabello per rispondere alle telefonate e controllare l’agenda con gli appuntamenti.

    «Ehi, amico,» mi dice Jericho dalla sua postazione. «Per oggi ho solo questo appuntamento, quindi posso darti una mano appena ho finito.»

    «D’accordo. Comunque, non sono preoccupato.»

    So che lo dice perché lavora qui solo da pochi mesi, ma mi fido di lui. Lo conosco da tanto tempo e sono stato io a suggerire il suo nome quando si è aperta una posizione. Avery, il tipo che ha rimpiazzato, è uno dei miei migliori amici. Ma si è innamorato di una miliardaria, non sto scherzando, e adesso gestisce una nuova sede del Bird’s Eye giù a Nashville. Okay, è solo a due ore da Louisville. E Jericho è un tipo a posto. Eppure, devo ammettere che Avery mi manca, anche se ci sentiamo tutti i giorni.

    2

    OH, POVERA ME

    THEA

    Chissà quante volte mi ripeterò che è mercoledì e che quindi il fine settimana non sia così lontano. E quante volte invece la mia classe mi chiederà di ripetere gli stessi passaggi dello stesso problema di matematica che ho scritto alla lavagna venti minuti fa.

    «Professoressa James,» dice Ethan. «Da dov’è che si sottrae?»

    Quindici, direi. Per quindici volte ho spiegato le varie parti del problema.

    «Facciamolo tutti insieme,» dico con un sospiro, arrendendomi alla follia e raggiungendo la lavagna.

    Prendo il pennarello e mostro ai ragazzi come fare passo dopo passo. Sembra che abbiano capito dopo aver concluso con la spiegazione. I dodicenni sono frustranti.

    «Ora segnatevi i compiti e assicuratevi di studiare per il compito in classe di venerdì.»

    «Prof, questo problema sarà sul test?» chiede Ava.

    «Non proprio questo, ma qualcosa del genere,» le rispondo. «Studiate il capitolo sei del libro e sarete a posto.»

    Ava non è una studentessa di cui preoccuparmi. Ha ottimi voti in tutte le materie. Mio figlio Ethan, invece… beh, diciamo che sarà un miracolo se quest’anno non verrà rimandato in matematica.

    Non fraintendetemi, Ethan è sveglio. Gli piace leggere e scrivere e ha anche buoni voti in storia, ma la matematica e le scienze non sono proprio il suo punto forte, e a casa lavoriamo sodo per fargli mantenere voti decenti.

    È mercoledì, e questo significa che Ethan andrà da suo padre. Adoro mio figlio, ma a volte quella pausa di metà settimana mi ci vuole proprio. Spesso sfrutto la sera da sola per uscire con le amiche o tentare di andare a qualche appuntamento, o in generale per fare le molte cose che non posso permettermi quando è con me. Per la cronaca, questo corrisponde al novanta per cento del tempo. Shane, il mio ex, nonché padre di Ethan, non è esattamente un tipo affidabile.

    Nonostante tutte le scartoffie che spiegano i dettagli dell’affidamento, capita spesso che non si presenti. E diciamoci la verità, a volte, quando Ethan è dal padre, mi bevo un bicchiere di vino e mi addormento sul divano alle sette.

    Non questa sera, però. Perché stasera ho un appuntamento. Ci ho rinunciato da un po’, ma ora sono di nuovo in pista. O sul mercato. O un qualsiasi altro modo di dire analogo. Sottolineerei che non ho parlato di pista da ballo. I miei giorni di divertimento sfrenato sono ormai lontani. Ne ho avuto abbastanza con Shane.

    «Professoressa James.» La voce di Theodor, un ragazzino seduto in fondo alla classe, mi riscuote dai miei pensieri.

    «Sì?»

    «Il problema che abbiamo appena risolto sarà nel compito in classe?»

    Che Dio mi aiuti. Do istruzioni alla classe per iniziare gli esercizi e mi siedo alla cattedra per controllare le lezioni programmate per la prossima settimana. Sul telefono c’è un messaggio di Shane e due di Clint, il tipo con cui ho appuntamento questa sera.

    Shane: Passo all’uscita da scuola.

    Non so perché si sia disturbato a dirmelo. È previsto che si presenti proprio a quell’ora. L’accordo è che prenda Ethan quando esce da scuola.

    Passo ai messaggi di Clint senza rispondere a Shane.

    Clint: Mi confermi per le sei? Andiamo da Rizzo?

    Clint: Non sto più nella pelle al pensiero di vederti.

    Un vago sfarfallio mi si agita nel petto ai primi sintomi dell’eccitazione da appuntamento.

    Digito una risposta di conferma e gli dico che il sentimento è reciproco prima di riporre il cellulare nel cassetto della cattedra. Clint è proprio il tipo di cui ho bisogno nella vita. È stabile e ha un lavoro promettente anche se tremendamente noioso. Non che lo capisca appieno, ma se lui è tanto appassionato del suo lavoro chi sono io per giudicarlo? Il punto è che non assomiglia per niente al mio ex, che saltava da un lavoretto all’altro senza sosta e che una volta ha investito tutti i nostri risparmi in uno schema piramidale.

    Mi sono innamorata di lui per colpa della sua splendida voce. Perché anche se fumava una sigaretta dietro l’altra, la sua voce mi faceva sciogliere. Sono sicura che sia la versione maschile di una sirena, che una nota per volta attira donne ignare e immature verso la loro rovina. Tra quella voce, gli abiti in stile grunge e i tatuaggi, a ventitré anni sono diventata sua. Undici anni dopo non ho alcuna intenzione di ripetere lo stesso errore.

    «Professoressa James?» mi chiama qualcuno. Ci metto dieci secondi buoni a tornare a concentrarmi sulla classe.

    «Scusate, ragazzi, sono un po’ distratta. Avete finito gli esercizi?»

    «Sta bene?» chiede una ragazza di nome Sara.

    «Sì, sto bene,» le rispondo.

    Tutti gli alunni mi fissano come se avessi due teste. Non posso biasimarli. La loro insegnante si è appena persa tra le nuvole alla cattedra, rapita dai ricordi della sua gioventù ribelle.

    Quattro secondi dopo la campanella suona, segnando la mia salvezza.

    3

    INCONTRI E SCONTRI

    HANSON

    All’angolo della strada vicino al negozio c’è un senzatetto. Ci passiamo davanti andando verso la scuola di Ava. Si chiama Anthony, anche se probabilmente sono l’unico nel raggio di dieci miglia a saperlo. Gli lascio qualche dollaro e lui mi fa un cenno silenzioso con il capo. In effetti, non porto mai contanti con me se non per lasciargliene un po’ quando lo vedo. Abbiamo parlato in passato, ma non adesso, e non spesso. È una sorta di tacito accordo, un istante di gratitudine. Da parte di entrambi.

    Quando ero bambino, in Brasile, mia madre mi portava nelle zone più povere a distribuire cibo e acqua. Mio padre la chiamava Madre Teresa per questo, quasi fosse un insulto, anche se all’epoca non lo capivo.

    Avvicinandomi a scuola vedo una fila di auto parcheggiate, genitori impazienti e infastiditi per la lunga attesa, neanche ci fossero alternative. Mi sistemo accanto alla porta da cui escono gli studenti e noto due adulti in attesa. Ovviamente mi guardano come se fossi un appestato. La signora vicina a me si stringe la borsetta addosso, come se volessi derubarla.

    A volte il mondo ha una percezione falsata della persona sotto i tatuaggi. Non preoccuparti, Karen, non voglio la tua Michael Kors taroccata. Di solito, in situazioni come questa, cercherei di allentare la tensione con una battuta o qualche chiacchiera per dimostrare che sono una persona normale, ma oggi non sono dell’umore.

    Dall’altoparlante sopra la mia testa emerge un trillo spacca timpani che mi manda un brivido di rabbia lungo la schiena. Prendo nota mentale di non mettermi mai più in questo punto. Come se fosse una coreografia studiata, i ragazzini iniziano a defluire da tutte le porte, alcuni salgono sugli scuolabus, altri sulle macchine, e numerosi sfilano dall’ingresso davanti a me per disperdersi in tutte le direzioni.

    Ava e un ragazzino escono insieme, parlando e ridendo, poi lei mi nota.

    «Hanson!» Mi corre incontro con l’amico alle calcagna.

    «Olá, princesa,» la saluto. Non le è mai piaciuto che la chiami principessa, ma ormai è un po’ uno scherzo tra di noi. Sarà per sempre la principessa del Bird’s Eye, non si discute.

    «Questo è il mio amico Ethan,» dice indicando il ragazzino.

    «Olá, Ethan.»

    «Wow,» mi dice. «Mi piace il tuo accento.»

    «Hanson è brasiliano,» precisa Ava.

    Ethan mi guarda come se fossi un animale esotico. Se fosse un adulto, sarebbe fastidioso, ma l’innocente curiosità infantile mi spinge a calarmi nel ruolo.

    «Espero que você teve um bom dia,» proseguo. Ethan spalanca gli occhi, rapito.

    «Significa che spera che abbiamo avuto una buona giornata,» traduce Ava.

    Sta imparando frasi di uso comune, e ogni giorno la saluto così quando passa dal negozio. Ovviamente, non è ancora fluente, ma abbiamo tempo. Con un po’ di impegno sarà bilingue prima di iniziare il college.

    «Fico,» esclama Ethan. «Oh, ecco mia mamma.»

    Indica qualcuno alle mie spalle. Mi volto di scatto e non mi rendo conto che sua madre è molto più vicina del previsto.

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