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Unstoppable: LoopHole's Chronicles (ITA), #2
Unstoppable: LoopHole's Chronicles (ITA), #2
Unstoppable: LoopHole's Chronicles (ITA), #2
E-book83 pagine1 ora

Unstoppable: LoopHole's Chronicles (ITA), #2

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Info su questo ebook

Quando Soo-jin Parker, una Navy SEAL dotata di incredibili super poteri, perde suo fratello in un tragico incidente durante uno spettacolo di William "The Wall" King, un noto YouTuber indistruttibile, tutto cambia.

Determinata a trovare giustizia per la morte di suo fratello, Soo-jin si unisce alle ricerche di King ma, quando finalmente riesce a individuarlo, si rende conto che le cose non sono come sembrano, e si ritrova a lottare con la sua sete di vendetta e la scoperta che il ragazzo potrebbe non essere così malvagio.

Con il destino di King nelle sue mani ed una promessa da mantenere, Soo-jin dovrà fare una scelta che cambierà il corso delle loro vite.

 

Numero di pagine: circa 70

 

Trigger Warning
Questa storia contiene i seguenti possibili trigger: raffigurazioni di violenza armata, inclusa la descrizione di una sparatoria di massa; raffigurazioni di incidenti legati al fuoco, come esplosioni o incendi; morte e dolore; pensieri suicidi; violenza grafica o gore; descrizioni grafiche di danni fisici o lesioni; sessismo e altre forme di discriminazione.

Per favore, fate ciò di cui avete bisogno per prendervi cura di voi stessi.

LinguaItaliano
Data di uscita2 mag 2023
ISBN9798215088197
Unstoppable: LoopHole's Chronicles (ITA), #2
Autore

Charlie Becker

Charlie Becker nella vita scrive, il che non è davvero una sorpresa considerato dove state leggendo questa cosa. Passa troppo tempo a fare questo invece di studiare per l’università. Unica mente dietro alla saga "LoopHole". Se vi piace davvero la biografia dell'autore, buon per voi. Se vi piacciono anche i supereroi, allora è probabilmente la persona che fa per te. Ora, però, torna a leggere. Dai, vai via. Buona lettura. Persona orgogliosamente supportata da chi legge le sue opere. Se avete guadagnato qualcosa dai libri, perché non considerare di reintrodurre un po' di valore nel progetto? Potete farlo a: patreon.com/charlie_becker00 ko-fi.com/charliebecker

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    Anteprima del libro

    Unstoppable - Charlie Becker

    Post-Mortem Interval

    15/06/2024 – 10.35 – scuola superiore [REDACTED], pressi di Washington D.C.

    «Ti assicuro che ho tutto sotto controllo... no, mamma, dico davvero, stavolta funzionerà, ne sono certo.... no... guarda che è l’idea perfetta: investo un po’ in quella compagnia e vedrai che entro un anno al massimo... sì, sì, certo, coi miei soldi. Ok, forse la paga da bidello non è altissima, ma ti assicuro che... va bene. Dai mamma, ti saluto, sai che non posso parlare quando sono a lavoro... sì. Sì, anch’io ti voglio bene. Ciao.» William sospirò e rimise il telefono in tasca. La madre lo aveva sempre sostenuto nei suoi progetti, ma dopo gli ultimi dieci... o forse venti tentativi di fare soldi facili andati a vuoto, anche lei aveva iniziato a mostrare i primi dubbi. Convincerla a lasciarlo fare stava diventando sempre più difficile. Trovò la bottiglia col liquido blu e ne spruzzò il contenuto sulla vetrinetta dei trofei della scuola, soffermandosi brevemente sulle varie vittorie conseguite dagli studenti. Ai tempi del liceo, quando andava lì come allievo e non come bidello, aveva provato a fare un po’ di sport, ma non faceva per lui. Non aveva mai avuto la voglia, la determinazione, né tantomeno il fisico per fare nulla di troppo competitivo. Anche se, constatò ghignando fra sé e sé, nell’ultimo annetto aveva notato che la sua resistenza era migliorata di parecchio, non gli capitava più di ritrovarsi senza fiato. Purtroppo quel treno era già partito per lui, troppo tardi per fare sport, troppo tardi per trovarsi un vero hobby, troppo tardi per qualunque cosa. Una volta sconfitta una macchia particolarmente tenace, rimise lo straccio nel carrello per le pulizie e passò oltre. Lasciava sempre i bagni per ultimi, ma non avrebbe potuto evitarli ancora; così, sospirando amaramente, svoltò l’angolo e si diresse verso i temuti locali. Fu allora che lo vide. Un ragazzino incappucciato. Si soffermò a guardarlo per un attimo, immaginando che fosse andato al bagno e ne avesse approfittato per fare un giro nei corridoi. Solitamente lasciava fare, del resto anche lui ai tempi era solito cercare quante più maniere possibili per perdere tempo, ma era stato richiamato dai professori in più di un’occasione, e non voleva fornire loro troppe scuse per licenziarlo; i soldi gli servivano. Scosse leggermente la testa e si avvicinò al ragazzo, che non aveva mosso un muscolo per gli ultimi venti secondi buoni. Solo in quel momento notò quanto fosse incurvato, come se stesse cercando di nascondere qualcosa. William suppose che si trattasse del telefono o, nel caso peggiore, di un po’ d’erba. Se così fosse stato, avrebbe avuto una brutta gatta da pelare. Non potendo ignorare ancora il problema, si diresse verso di lui dando un leggero colpo di tosse, in modo da attirarne l’attenzione. Con un po’ di fortuna, il ragazzino sarebbe stato abbastanza sveglio da nascondere qualunque cosa avesse in mano, fornendogli una negabilità plausibile o qualcosa del genere. Questo, sentendo il bidello approcciarsi alle sue spalle, ebbe un leggero sussulto, voltandosi di scatto verso di lui. William si paralizzò. Un fucile. Quel ragazzo aveva un fucile in mano. Ecco cosa cercava di nascondere. Un’arma da fuoco. Il bidello sentì un urlo dietro di lui, una ragazza. Probabilmente era appena uscita dall’aula, forse lei doveva davvero andare in bagno. Non si voltò a guardarla; i suoi occhi erano fissi sull’arma impugnata dal ragazzo. La vide venire alzata goffamente, delle gracili dita muoversi tremanti attorno al grilletto, per poi raggiungerlo. Per un attimo ebbe la certezza di aver visto il proiettile uscire dalla canna. Realizzò solo allora quanto il tempo si fosse rallentato. Grandioso, pensò, adesso posso godermi la mia morte un frame alla volta, proprio quello che volevo. Constatò che quella nuova percezione degli eventi non gli sarebbe servita a molto se non fosse riuscito a muoversi. Ci provò per quella che gli parve un eternità, ma non un singolo muscolo obbedì all’ordine. Una sparatoria di massa proprio lì, ovviamente. Ricordò che quando era studente era successo qualcosa di simile, però alla fine si era rivelato un falso allarme. Ciò nonostante, i genitori avevano insistito per aumentare la sicurezza, erano state fatte pressioni abbastanza in alto, e così furono passate un paio di leggi su misura. Adesso la scuola disponeva di ben due guardie armate. Peccato che nessuna delle due fosse lì insieme a loro. Soldi pubblici ben spesi, rifletté amaramente. Si chiese cosa sarebbe successo a sua madre. Chi si sarebbe preso cura di lei? Forse sarebbe morta di dolore. No, in fondo era andata avanti benissimo quando suo marito morì in Afghanistan poco dopo la nascita di William. Sua madre era una tosta, era certo che avrebbe tirato avanti. Insomma... certo che si stava prendendo il suo bel tempo per morire. Quando aveva visto il colpo uscire dalla canna aveva istintivamente chiuso gli occhi, e poco dopo aveva sentito lo sparo. Ah... certo, probabilmente era già stato colpito, ed adesso si stava immaginando tutto. Aveva sperato di vedere una qualche luce in fondo al tunnel o qualcosa del genere, ma c’era soltanto lui lì. Impiegò qualche altro istante a realizzare che sentiva ancora il suo corpo, ed ancora di più a convincersi finalmente ad aprire gli occhi. Il ragazzo che gli aveva appena sparato lo stava guardando con la bocca spalancata. William spostò lo sguardo da lui alla canna del fucile, ancora fumante. Doveva sicuramente aver fatto fuoco, no? Continuò ad abbassare lo sguardo, superando l’arma, i tre metri scarsi di pavimento che li dividevano, raggiungendo finalmente la propria uniforme. Bucata all’altezza dello stomaco. Ci infilò un dito dentro e si toccò la pancia, ancora integra. Solo allora notò qualcosa sul

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