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Arrogante e proibito
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E-book108 pagine1 ora

Arrogante e proibito

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Info su questo ebook

The Coffee Series

Oggi è ufficialmente il giorno più brutto della mia vita. 
Mi sono svegliata cinque ore dopo una incauta notte di fuoco con l’uomo più sexy, arrogante e sfacciato che io abbia mai incontrato. E questo bastardo ha anche lasciato un biglietto: “Penso proprio che tu mi abbia mentito sul fatto di non avere tanta esperienza a letto. L’ho capito prima ancora di arrivare in camera. Non credo neanche alla balla sul fatto che di solito indossi lingerie di seta. I tuoi cassetti sono pieni di mutandoni di cotone. Firmato: l’uomo migliore con cui tu sia mai stata”. Come se non bastasse ho perso due clienti, che mi hanno mollato per il mio principale concorrente; la mia coinquilina ha rovinato con la candeggina il mio completo migliore; e il bar che frequento abitualmente è stato chiuso dall’ufficio di igiene. Ciononostante ero ancora al settimo cielo per la migliore chiusura di contratto della mia carriera. Stavo per far firmare il cliente più facoltoso nella storia dell’azienda per cui lavoro, e ottenere così l’incarico “impossibile”, quello che nessun addetto stampa è mai stato in grado di gestire. Ma alle quattro non mi sono trovata davanti un atleta, un personaggio televisivo, o una celebrità. Con il suo sorrisetto da schiaffi, ho visto varcare la soglia dell’ufficio la mia avventura di una notte, arrogante e sexy. Il mio nuovo cliente. 
Whitney G.
è cofondatrice di The Indie Tea, un blog di consigli per autori indipendenti di romanzi rosa. La Newton Compton ha pubblicato Splendido dubbio, Baciami ancora una volta, Un adorabile cattivo ragazzo, e solo in ebook, Una notte senza fine, Non sarà un’avventura, Ma io volevo te, La notte più bella della mia vita, Come innamorarsi del capo, Come non innamorarsi del capo e Arrogante e proibito.
LinguaItaliano
Data di uscita23 ott 2020
ISBN9788822750273
Arrogante e proibito

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    Anteprima del libro

    Arrogante e proibito - Whitney G.

    Nota dell’autrice

    Questo racconto, Arrogante e proibito, è il terzo della mia The Coffee Series. Ogni storia avrà come protagonista un maschio alfa affascinante e un’eroina dalla forte personalità. La trama è contraddistinta da un puro e piccante divertimento. (In altre parole, ognuno di questi racconti vi terrà compagnia il tempo di una tazza di caffè, potrete leggerli quando avrete voglia di una storia eccitante, breve ma intensa. ;)

    Se cercate gli altri titoli della serie, eccoli:

    Un adorabile cattivo ragazzo

    Come non innamorarsi del capo

    ** Se avete più tempo a disposizione, vi consiglio vivamente i miei romanzi.

    Con affetto,

    Whitney G.

    P.S.

    : Un ringraziamento speciale a K. Bromberg per la magnifica idea e per l’incoraggiamento.

    Il cliente

    Ryan

    Essere il cliente perfetto è un’arte. Da una parte c’è quello che vuoi fare e dall’altra la necessità di rassicurare in privato l’ufficio stampa sui progressi che stai facendo, e l’equilibrio tra le due cose è precario. Quantomeno, così avevo sentito dire.

    Erano passati esattamente due mesi dall’arrivo della nuova responsabile. In quel momento mi stava guardando accigliata dall’altra parte della scrivania – come trattenendosi a fatica dal dire qualcosa.

    «Hai la gola secca, Heather?». Indicai il bicchiere d’acqua sulla scrivania. «Per questo continui a schiarirti la voce?»

    «Continuo a schiarirmi la voce perché spero che quello che sto per chiederle non sia vero». Prese il bicchiere e ne vuotò metà in un solo sorso. «Un cronista del New York Times mi ha telefonato alle tre del mattino per farmi sapere che una persona che lei ha frequentato…».

    «Io non frequento mai nessuno», la interruppi.

    «Bene». Alzò le mani. «Qualcuno con cui lei andava a letto. Così va meglio?»

    «Molto meglio».

    «Comunque», continuò, «pare che questa donna stia scrivendo, insieme a un collega del reporter che mi ha chiamata, un articolo su di lei, l’uomo che continua a rifiutarsi di parlare con i giornalisti».

    «Dubito fortemente che abbia informazioni rilevanti». Mi appoggiai allo schienale. «In genere non parlo della mia vita privata alle donne con cui scopo».

    «Be’, buono a sapersi», commentò sarcastica. «Si tratterebbe di uno scoop che andrebbe molto sul personale, con l’obiettivo di far sapere ai lettori che tipo di uomo è quando non si trova sotto i riflettori. A sostegno di tali dichiarazioni, pare che la giornalista abbia conservato alcuni messaggi che lei le ha inviato in passato». Inforcò gli occhiali da lettura e abbassò lo sguardo sul taccuino. «Ecco i primi quattro. Numero uno: Non vedo l’ora di scoparti la bocca questo weekend. Due: Quanto sei bagnata in questo momento?. Tre: È strabiliante vederti ingoiare. Quattro: Dimmi quanto è bagnata la tua figa in questo preciso istante».

    Sorrisi. «Quale sarebbe il problema?»

    «Il problema è, signore, che la sua azienda sta cercando di lanciare una campagna su scala globale nel giro di due anni. Non può più permettersi questo genere di pubblicità. Per il momento ho avvertito il direttore finanziario, il quale ha deciso di pagare per mettere a tacere tutto».

    «Dunque, domando di nuovo, quale sarebbe il problema?»

    «Che avrà bisogno di una nuova

    PR

    ». Si alzò in piedi. «Io mi licenzio. La ringrazio molto per la fiducia accordatami e per aver dato un’opportunità alla mia squadra».

    «Prego, è stato un piacere». Mi alzai anch’io e le strinsi la mano. Mi erano già capitate situazioni simili in passato, quindi non persi tempo a fare domande, a chiedermi se sarebbe stato il caso di comportarmi in modo diverso, o a rimanere piccato da quelle dimissioni senza preavviso. Di sicuro avrei trovato una nuova responsabile delle pubbliche relazioni in tempi molto brevi.

    «Le auguro ogni bene, signor Dalton. Davvero», concluse. «Spero che trovi un’agenzia in grado di gestire al meglio il suo profilo pubblico e il suo grande…». Abbassò lo sguardo verso il cavallo dei miei pantaloni e arrossì. «Ego».

    «Certo». Le lasciai la mano. «Buona fortuna anche a te, Heather».

    Con le guance ancora rosse, mi guardò un’ultima volta il pacco e uscì dall’ufficio. Appena le porte si chiusero presi il telefono e chiamai Linda, la mia assistente personale e segretaria.

    «Sì, signor Dalton?», rispose. «Cosa le serve?»

    «Ho bisogno di un nuovo ufficio stampa. Heather si è appena licenziata».

    «Ma che sorpresa…».

    «Cosa hai detto?»

    «Nulla!». Cambiò immediatamente tono di voce. «Controllerò i requisiti per la posizione e troverò una sostituta al più presto».

    Quattro mesi dopo…

    Oggetto: Un piacere + le mie dimissioni

    Egregio signor Dalton,

    vorrei tanto dirle che è stato un piacere lavorare con lei, ma sarebbe una bugia. Lei è, senza alcun dubbio, il peggior cliente che abbia mai avuto.

    Sinceramente, trovo piuttosto triste che le donne volino intorno a lei come mosche, che si comportino come se fosse una sorta di divinità. (No, non lo è). Dopo il suo ultimo scandalo (di cui, sfortunatamente, non potrò occuparmi), dubito fortemente che troverà una nuova responsabile delle pubbliche relazioni che abbia il coraggio di lavorare per lei.

    Me ne vado.

    Violet Sanders

    Embassy

    PR

    Due mesi dopo…

    Oggetto: Considerazioni + la sua ultima intervista

    Egregio signor Dalton,

    abbiamo apprezzato l’esperienza avuta con lei nel corso dei mesi appena trascorsi ma, a essere sinceri, non ne possiamo più.

    L’intervista in diretta sul «Today Show», a cui ha partecipato sabato mattina, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. (Ha la minima idea di quanto tempo passerà prima che gli spettatori americani dimentichino la sua dichiarazione, secondo cui il suo passatempo preferito sarebbe «scopare»? Le diamo un indizio:

    MAI

    ).

    La nostra agenzia ha chiuso con lei.

    Veronica & Michael

    Welch

    PR

    Sei mesi dopo…

    Oggetto: Mi licenzio.

    E. QUESTO. È. TUTTO.

    Eva Daniels

    Avenue

    PR

    Mi fermai a pensare se fosse il caso di rispondere all’e-mail di dimissioni della mia ultima responsabile, ma venni distratto da mio fratello, Leo. Camminava avanti e indietro nel mio ufficio, come un pazzo. Era in momenti come quello che mi chiedevo come potessimo essere davvero fratelli, come diavolo avesse fatto a diventare il mio freddo e imperturbabile direttore finanziario.

    «Non posso crederci, Ryan». A guardarlo sembrava che non dormisse da giorni. «Se n’è andata l’ennesima responsabile delle pubbliche relazioni? Stavolta dopo appena due settimane? Hai una vaga idea di come la prenderà il consiglio d’amministrazione quando verrà a saperlo?».

    Non risposi. Aveva sempre avuto l’abitudine di fare quattro o cinque domande insieme prima di darmi la possibilità di rispondere.

    «Tu sei l’amministratore delegato di un’azienda immobiliare che fattura miliardi di dollari». Lo diceva come se

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