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La Maledizione Dell'alfa: Episodi 3 & 4
La Maledizione Dell'alfa: Episodi 3 & 4
La Maledizione Dell'alfa: Episodi 3 & 4
E-book161 pagine1 ora

La Maledizione Dell'alfa: Episodi 3 & 4

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Info su questo ebook

Ainsley Connor aveva la vita perfetta: una carriera di successo nel campo immobiliare a Manhattan, e i suoi libri a tenerle compagnia. E, ciliegina sulla torta, era lontana dalla strana cittadina universitaria dove era cresciuta. Questo, fino a che un tragico incidente la forzò a tornare a Tarker’s Hollow, dove si trovò catturata da una sensuale ragnatela di mutaforma e magia, presa in una lotta di potere per il controllo del branco che si era lasciata alle spalle.
˃˃˃ Torna nel magico mondo di mutaforma e romanticismo...
Nell'Episodio 3, Ainsley deve riprendersi da un terribile tradimento. Informazioni provenienti dal passato la aiuteranno a vedere le cose sotto una nuova luce. Ma come reagirà quando riceverà la visita di un fantasma?
Nell'Episodio 4, Ainsley progetta di lasciare Tarker’s Hollow, ma finisce a dover correre per sopravvivere; riuscirà a scappare in tempo per usare ciò che ha imparato per influenzare il proprio futuro?
LinguaItaliano
Data di uscita3 mar 2015
ISBN9781507103739
La Maledizione Dell'alfa: Episodi 3 & 4
Autore

Tasha Black

Tasha Black vive in una grande vecchia casa vittoriana in una piccola cittadina universitaria. Ama i romanzi rosa paranormali e il caffelatte speziato alla zucca.  Iscriviti alla sua newsletter in italiano per conoscere le sue nuove uscite: http://eepurl.com/bd-4ib Avrete anche l'occasione di avere delle anteprime dei titoli futuri, ed altre cose interessanti!

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    Anteprima del libro

    La Maledizione Dell'alfa - Tasha Black

    17

    Episodio 3

    1

    ––––––––

    Ainsley non si fermò a pensare a come l'avesse tradita. Non pensò alle migliaia di ore di acuta agonia passate durante tutta la sua vita a resistere al lupo a ogni luna piena. Non pensò ai suoi genitori o al suo passato.

    Lasciò cadere ai suoi piedi il carico di pensieri e controllo e lo lasciò frantumarsi in un milione di pezzi.

    Il lupo spingeva da dentro la sua coscienza, offrendo, insistendo.

    Ainsley accettò.

    Prendimi. Prendi il controllo. Fai ciò che sei nato per fare.

    Il suo corpo era in un'estasi di anticipazione. Ogni cellula formicolò e cominciò a riorganizzarsi.

    Stava per trasformarsi.

    E poi avrebbe ucciso Julian.

    2

    ––––––––

    L'estasi della trasformazione riempì il corpo di Ainsley.

    Fremiti di piacere e di anticipazione la attraversarono; il suo lupo era pronto a scattare, quando si sarebbe liberato sarebbe stato dirompente.

    Subsisto lupo mutatis! Julian alzò la mano e un lampo di agghiacciante luce blu gli uscì dalle punte delle dita, colpendo Ainsley così forte che lei rimbalzò sulla porta di noce come una bambola di pezza.

    Un dolore le sbocciò dietro la testa, ma fu quasi cancellato dall'agonia rilasciata dalla malefica luce blu, che le serpeggiava per tutto il corpo e le comprimeva il petto. Il sangue le si freddò e cercò di respirare, come se fosse stata gettata in un fiume gelato.

    La sua trasformazione si bloccò e il suo lupo smise di ululare; non se ne era andato completamente, era solo... nascosto, dovunque fosse.

    Julian la fissò, impietrito per il terrore.

    Spingi, le disse una voce nella testa.

    Con tutto ciò che aveva, Ainsley spinse contro la luce; all'inizio non accadde niente, anzi, il dolore si intensificò.

    Spingi, ripeté la voce, più insistente.

    Raccolse il resto delle sue forze attorno a sé e spinse di nuovo.

    Qualcosa si ruppe dentro di lei, e la luce le lasciò il corpo con la forza di una pallottola; il suo intero essere cantò inebriato.

    La luce colpì Julian dritto nel petto, sbattendolo indietro sulla finestra di vetro piombato dello studio, che esplose immediatamente. Lei ebbe il tempo di vedere la sua espressione di shock mentre il corpo di lui veniva proiettato violentemente nello spazio sopra ai rododendri lì fuori.

    Ainsley scivolò sul pavimento; la maggior parte del vetro era uscito dalla finestra insieme a Julian, ma ne era caduto dentro abbastanza per infilarsi nei suoi piedi nudi. Si accovacciò nel vano della finestra rotta e diede un'occhiata al cortile lì sotto.

    I rododendri stavano ancora scuotendosi per l'atterraggio di Julian, ma lui se ne era andato.

    Restò accucciata alla finestra, aggrappandosi allo stipite per reggersi.

    Cosa era accaduto?

    Cosa si erano fatti l'un l'altra?

    Ainsley si lasciò scivolare a terra; minuscole ferite sui piedi e sulle mani le sanguinavano, e le faceva male tutto.

    La stupenda finestra di vetro era rovinata e lo studio di suo padre era di nuovo a soqquadro. Non importava cosa facesse in questa orribile città, non importava, tutto ciò che toccava andava in malora.

    Perché le cose non potevano essere normali almeno per un po'?

    Si raggomitolò su un fianco.

    Si sarebbe permessa di piangere per due interi minuti, poi si sarebbe tirata su, si sarebbe tolta il vetro dalle mani e dai piedi e avrebbe pulito di nuovo lo studio.

    Poi avrebbe fatto tutto ciò che avrebbe dovuto per potersene andare via da Tarker’s Hollow, il più velocemente possibile.

    3

    ––––––––

    La porta a vetri dell'ingresso si chiuse con un tonfo.

    Gli occhi di Ainsley si spalancarono.

    L'aroma mascolino di Erik fu portato dal vento su per le scale prima ancora che lei potesse sentire il rumore dei suoi passi.

    Ainsley! gridò lui con voce roca.

    Lei strinse forte gli occhi. Dalla padella nella brace.

    Erik entrò nella stanza fragorosamente, imprecando sottovoce.

    Cosa è successo?

    Lei aprì gli occhi riluttante, solo per trovarlo accovacciato vicino a lei.

    Stai bene?

    Gli occhi di lui le esaminarono il corpo, e inveì di nuovo quando si accorse del sangue sui piedi e sulle mani.

    Sto bene.

    Ainsley cercò di sedersi, ma una scheggia di vetro nel palmo le inviò una scossa di dolore su per il braccio.

    Non stai bene. Per dio, Ainsley, perché sei così cocciuta?

    La sollevò tra le braccia e la portò giù per il corridoio fino alla sua stanza.

    Non mi mettere lì.

    Perché no?

    Perché quella coperta l'ha fatta mia nonna, e non voglio sporcarla con il sangue.

    Tolse la coperta dal letto e la posò dolcemente sulle lenzuola.

    Ti comprerò delle lenzuola nuove, solo stai giù e cerca di non muoverti.

    Uscì dalla stanza con passi pesanti.

    Ainsley afferrò il cellulare dal comodino e inviò furiosamente un messaggio:

    Grace, sono Ainsley. Puoi venire da me, per favore? Ho bisogno di te.

    Dopo un attimo, il telefono vibrò.

    Arrivo subito!

    Erik entrò abbastanza velocemente da mandare una brezza di profumo intossicante davanti a sé; nonostante tutto, lei sentì un picco di eccitazione.

    Stava portando un kit di primo soccorso.

    Oh Dio.

    No, era una buona cosa.

    Non avrebbe potuto richiamare il suo alfa se le stava tirando fuori del vetro dalla carne, giusto? Doveva solo resistere finché non fosse arrivata Grace, e non dargli la soddisfazione di urlare mentre si occupava di lei.

    Notò con approvazione che aveva sottobraccio una bottiglia di alcool etilico e una pila di vecchi strofinacci; la guardò con sguardo pieno di rimprovero.

    Ti toglierò il vetro, disse, poi puoi trasformarti e curare il resto.

    Si curerà se mi trasformo?

    Gesù, Ainsley, sai qualcosa sull'essere un lupo?

    Io...io non voglio trasformarmi adesso.

    Bene. Cominciamo dai piedi. ringhiò.

    Senza aspettare il suo consenso, le tirò su il piede sinistro e lo appoggiò su uno strofinaccio, versò dell'alcool su un pezzo di cotone e cominciò a pulire lentamente e attentamente ogni dito.

    L'alcool bruciava un po', ma più che altro il suo tocco le faceva il solletico, finché non toccò un pezzo di vetro. Lei sussultò ma riuscì a non gridare.

    Okay, guarda da un'altra parte, Ainsley. le disse dolcemente.

    Distolse lo sguardo dalla scena del crimine, ma la vista dello studio fatto a pezzi la fece sentire ancora peggio. Invece, si concentrò sul meraviglioso bicipite sinistro di Erik, che si fletteva mentre le teneva giù la caviglia, inviandole un vortice di profumo sensuale al naso.

    Il dolore era fastidioso ma sopportabile; lui lavorò silenziosamente finché il piede non fu completamente ripulito e tutto il vetro rimosso.

    Sei fortunata, non ha fatto grossi danni.

    Le bendò il piede e le diede un colpetto sulla caviglia.

    Poi le mise il piede destro sullo strofinaccio e ricominciò l'operazione da capo.

    Ainsley poteva sentire gli uccelli nel giardino e il suono del cuore di Erik che batteva a un ritmo regolare. Era tranquillizzante, le sue mani erano calde e gentili.

    Come hai imparato il primo soccorso?

    Lui si fermò e la guardò.

    Lavoro in un cantiere.

    Ainsley arrossì. Certo.

    Cominciò a lavorare sulla mano sinistra.

    Allora, mi vuoi dire cosa è successo?

    Come poteva? Ainsley stessa non lo sapeva, e l'ultima persona a cui avrebbe voluto dirlo era Erik Jensen. Inoltre, probabilmente già ne sapeva la metà.

    Diede un'occhiata di nascosto ai suoi occhi, ma lui era concentrato sulla mano.

    Beh, immagino che tu già sappia come ho passato la serata.

    Annuì seccamente.

    Stavo cercando qualcosa nello studio di mio padre stamattina, sono scivolata e ho rotto la finestra. concluse debolmente.

    Continuò a pulirle e bendarle la mano finché lei non si convinse che aveva abboccato.

    Grazie a Dio.

    Ainsley, sei molto importante, e hai l'odore di una fottuta pesca, ma questo non vuol dire che devo far finta di crederti quando mi stai mentendo.

    Fece una pausa.

    Ainsley era troppo sbalordita per reagire.

    Ora, so che non sono affari miei, ma vorrei sapere cosa voleva da te quel tipo.

    Che diavolo, Erik? La rabbia prese il posto dello shock e le sciolse la lingua.

    Seriamente, disse Erik, perché ci sta provando così tanto con te dal momento in cui sei arrivata qui?

    Come se fosse completamente inconcepibile che un uomo potesse semplicemente trovarla tanto attraente da andarle dietro.

    Non lo so, ma almeno so che non è perché è un animale assetato di potere come il resto di voi!

    Quel cazzo di Erik Jensen. Perché doveva insultarla? E, peggio ancora, dopo tutto quello che era successo, Erik aveva anche ragione.

    Perché sei venuto qui, comunque? chiese, cambiando discorso in una direzione meno dolorosa. Sei arrivato appena è successo.

    Almeno ebbe la decenza di sembrare in imbarazzo.

    Ero di guardia, Ainsley. Il tono accusatorio se ne era andato dalla sua voce. E ora scommetto tu stia cominciando a capire il perché.

    Chi ti ha chiesto di stare di guardia? Mi stai spiando?

    Lui espirò lentamente, poi le prese la mano destra nella sua e cominciò a ripulirla e a cercare le schegge di vetro. Non pizzicava, ma stuzzicò una parte di lei che rspirò rumorosamente e grattò perché la si lasciasse uscire dalla gabbia.

    Sto di guardia perché devo sapere che sei al sicuro.

    Perché? chiese Ainsley.

    Invece di rispondere la guardò.

    I suoi occhi luminosi erano torturati, e aveva i denti stretti per le parole non dette. Le tenne la mano con enorme dolcezza, ma lei poté sentire le ondate di passione che lo attraversavano ed entravano in lei.

    Restò intrappolata nel suo sguardo per un lungo

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