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Amante per contratto: Harmony Destiny
Amante per contratto: Harmony Destiny
Amante per contratto: Harmony Destiny
E-book153 pagine1 ora

Amante per contratto: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Amanti appassionate 2
Gli uomini le desiderano, loro si concedono solo per amore.


A volte la realtà è migliore della fantasia.Lui possiede il suo corpo e anche il suo cuore.


Jeremy Harper se ne intende di contratti. La sua fama di brillante uomo d'affari si nutre proprio della capacità innata di siglare accordi vantaggiosi. E disporre di Bella McNamara nel proprio letto per sei mesi è stato un vero colpo da maestro. Pur appartenendo all'alta società di Palm Beach, Bella si trova infatti in grossi guai finanziari ed è disposta a tutto pur di risolverli, anche a concedersi all'uomo di cui è segretamente innamorata.
L'unico dubbio che nutre è se il suo cuore riuscirà a sopportare una simile prova.
L'unico dubbio di Jeremy, invece, è se basteranno sei mesi per placare l'ossessione che prova per lei.
LinguaItaliano
Data di uscita9 lug 2018
ISBN9788858984338
Amante per contratto: Harmony Destiny
Autore

Katherine Garbera

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Amante per contratto - Katherine Garbera

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Six-Month Mistress

    Silhouette Desire

    © 2007 Katherine Garbera

    Traduzione di Giorgia Lucchi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-433-8

    1

    «Jeremy Harper vorrebbe vederla.»

    «Lo faccia entrare» ribatté Bella McNamara, benché quell’incontro non fosse segnato sulla sua agenda. Riagganciò il ricevitore e si appoggiò allo schienale della poltrona di pelle, espirando lentamente. Era solo un incontro di lavoro come un altro, Bella lavorava costantemente con i dirigenti delle maggiori compagnie citate da Fortune 500, incontrare Jeremy non sarebbe stato diverso in alcun modo.

    Certo.

    Si asciugò le palme sudate sulla gonna di seta, ma se ne pentì subito, voleva apparire al meglio, emanare fascino e sicurezza di sé alla Angelina Jolie. Trasse un respiro profondo, ripetendosi mentalmente tre parole: calma, concentrata, attenta.

    Con Jeremy ogni volta era tutto diverso.

    Lo aveva visto esattamente dodici volte negli ultimi tre anni e ciascuno di quegli incontri l’aveva lasciata scossa e piena di desiderio per lui. Ovviamente, dal momento che gli aveva in pratica promesso il proprio corpo, in ogni occasione in cui si erano incontrati si era domandata come sarebbe stato sentire la sua pelle nuda sulla propria.

    Santo cielo, lui l’aveva trasformata in un demone affamato di sesso! Bella sapeva che essere l’amante di un uomo non aveva niente a che vedere con il sesso; si trattava di denaro, ma lei non era mai riuscita a considerare unicamente lavoro qualunque cosa avesse a che vedere con Jeremy.

    Non ci fu bisogno di domandarsi il perché di quella visita; tre anni prima aveva stretto un patto con Jeremy ed era venuto il momento di pagare. Senz’ombra di dubbio Jeremy si trovava là per esigere ciò che gli spettava.

    La porta dell’ufficio si aprì e lei si alzò per accoglierlo. Lui indossava un completo Dolce & Gabbana con il medesimo agio con cui un ragazzino avrebbe indossato jeans e maglietta. Entrò nella stanza come se ne fosse il proprietario.

    Lei trattenne il respiro, desiderando per un momento di non considerarlo tanto attraente. Invece era sempre stato così e, probabilmente, tale era la ragione per cui Bella si trovava in quella situazione: non era certa di riuscire a sopravvivere al pagamento del debito contratto nei suoi confronti.

    La porta si chiuse alle sue spalle, ma lei se ne accorse appena, concentrata sul tentativo di ignorare il profumo speziato del suo dopobarba e gli occhi più azzurri dell’azzurro che la osservavano.

    Jeremy era il suo demone, l’uomo a cui aveva venduto l’anima, ed era là per esigere quanto gli era dovuto. Bella intrecciò le dita, cercando disperatamente di convincersi di non aver paura di un uomo alto un metro e ottantacinque. Invece ne aveva, eccome!

    «Ciao, Bella.»

    La sua voce era bassa e profonda. Gli aveva parlato al telefono un’infinità di volte, ma quel suono le aveva sempre pervaso le vene di brividi di consapevolezza.

    «Jeremy» ribatté, poi ricordò una lezione fondamentale che sua madre le aveva insegnato. Non fargli mai vedere che hai paura. Ovviamente sua madre si era riferita ai membri del jet set di Palm Beach di cui un tempo anche loro avevano fatto parte, ma Bella immaginò che il concetto valesse anche per i milionari sexy. «Accomodati.»

    Lui andò a sedersi su una delle poltrone per gli ospiti; Bella si accomodò sulla sua poltrona di pelle, aprì il cassetto centrale della scrivania e accarezzò quello che era diventato il suo portafortuna, la stilografica Montblanc tempestata di gioielli appartenuta alla madre. La sfiorò con i polpastrelli, prima di posarla delicatamente sulla superficie levigata del mobile.

    «Cosa posso fare per te?» domandò cauta. Si sarebbe potuto trovare là per un’altra ragione, forse voleva chiederle di occuparsi del catering per un evento organizzato dalla sua compagnia o dalla sua famiglia in occasione del 4 luglio.

    «Credo che tu lo sappia.»

    Lei sospirò. No, non era là per chiederle di organizzare un evento. «Il tempo è scaduto.»

    Lui rise, un suono ricco che colmò la stanza; per un momento Bella dimenticò di aver paura, dimenticò che lui aveva in mano le redini della situazione da lei stessa creata.

    «Speravo che il tempo avrebbe contribuito ad alleviare le tue paure.»

    «Non ho paura di te» disse lei, consapevole di mentire.

    Non le importava se Jeremy lo sapeva; aveva trascorso gran parte della sua vita affrontando gente di cui aveva paura, fin da quando aveva quattordici anni e, alla morte di suo padre, aveva ricevuto la notizia che tutta la sua fortuna era svanita. Aveva imparato ad affrontare la paura di essere dileggiata dalle medesime persone che, fino a poco prima, aveva creduto sue amiche.

    Aveva affrontato di nuovo la paura quando, quattro anni dopo, anche sua madre era morta e la responsabilità del fratello quattordicenne, Dare, era ricaduta interamente su di lei. In quel momento aveva conosciuto la paura vera, quella per la sopravvivenza, anche se non lo aveva mai ammesso a voce alta.

    Jeremy la guardò sollevando un sopracciglio, un gesto arrogante che gli si addiceva molto.

    Bella abbozzò un sorriso. «Dare è ancora al college.»

    «Si diplomerà alla fine dell’estate e in autunno lo aspetta già un lavoro per la Fidelity

    «Come lo sai?» Dare le aveva telefonato poco prima, comunicandole la notizia del posto di lavoro. In quel momento lei aveva capito di dover chiamare Jeremy per fargli sapere di essere pronta a tenere fede alla sua parte dell’accordo.

    «Ti avevo assicurato che avrei provveduto al futuro di tuo fratello.»

    «Credevo alludessi solo alla retta del college.» In realtà aveva sempre sospettato che Jeremy avesse fatto di più. Dare le aveva detto più di una volta che Jeremy era passato a trovarlo a scuola.

    Lui scosse il capo. «Non sono qui per parlare di tuo fratello.»

    Certo che no, si trovava là per parlare di lei e del contratto che Bella aveva firmato tre anni prima, contratto in cui accettava di essere la sua amante per sei mesi, in cambio dell’aiuto che Jeremy avrebbe dato a lei e suo fratello.

    «Quindi vuoi cominciare stasera?» gli domandò infine. Per tre anni Jeremy aveva atteso che lei fosse libera dagli obblighi verso suo fratello. Per tre anni Bella lo aveva incontrato ogni tre mesi per confermargli che avrebbe tenuto fede al loro accordo. Per tre anni lei aveva sognato i suoi abbracci appassionati e aveva sperato che, una volta iniziata la loro relazione, sarebbe riuscita a convincere Jeremy di essere destinata a impersonare ben più della sua amante. Perché voleva diventare sua moglie.

    «Mi sembra che tu sia libera.»

    In effetti era proprio così, il nuovo manager che Bella aveva assunto si era dimostrato in grado di gestire qualunque situazione e lei aveva deciso di prendersi una rara serata libera. Come lo sapeva? «Te lo ha detto Dare?»

    «Non ce n’è stato bisogno. Ho chiesto alla tua assistente.»

    «Sei un uomo molto meticoloso.» Bella si ripromise di fare due chiacchiere con Shelley e chiarire alla sua assistente che le informazioni personali dovevano restare tali. Le tremavano le mani e le strinse per impedire che lui lo notasse. Jeremy era solo un uomo, ma, per qualche ragione inspiegabile, per lei era sempre stato assai di più.

    «Quando vedo qualcosa che voglio...» disse lui.

    «E adesso vuoi me?»

    «Dopo i baci che ci siamo scambiati, so che non puoi dubitarne.»

    In effetti Bella non ne dubitava, ma aveva sempre desiderato di essersi solo immaginata l’intensità dello sguardo di Jeremy quando la guardava.

    Tentennò, confusa. «Be’, io...»

    Lui si alzò e si spostò accanto alla sua poltrona. Lei reclinò il capo all’indietro per guardarlo. «Hai cambiato idea?» le chiese.

    Bella non riuscì a interpretare l’espressione dei suoi occhi, perché non vide alcuna reazione. Fu come se a lui non importasse. Era proprio ciò che la spaventava: quando aveva firmato quel contratto era disperata e non voleva più sentirsi completamente sola al mondo. Gran parte delle persone che conosceva le aveva voltato le spalle, ma sapeva che, se avesse avuto l’opportunità, sarebbe riuscita a convincere Jeremy a restarle accanto.

    Lui aveva fatto più di quanto le avesse promesso, presentandola a importanti colleghi di lavoro e raccomandando il suo servizio di catering ancora prima che Bella fosse in possesso di referenze serie. L’aveva aiutata moltissimo a lanciare la sua impresa e a renderla un successo.

    Lei lo desiderava, fin troppo, ma temeva che la cotta segreta che aveva da sempre per lui l’avrebbe indotta a credere che tra loro ci fosse più di un contratto.

    Era sempre stata attratta da Jeremy, aveva un debole per lui fin da quando lo aveva incontrato la prima volta a sedici anni. Lavorava come cameriera al Palm Beach Yacht Club e lui aveva cenato là con alcuni amici del college. Abbronzato, atletico e incredibilmente affascinante. E gentile, una delle poche persone a esserlo con lei.

    Quando, pochi anni dopo, Jeremy l’aveva cercata, Bella all’inizio era stata elettrizzata, finché aveva scoperto che lui le stava proponendo un accordo. Accordo che lei non si era mai pentita di aver sottoscritto.

    «Non ho cambiato idea. Ti ho dato la mia parola.» Non si sentiva in colpa per il contratto firmato. Molte donne si sposavano per denaro, poi divorziavano e si sposavano di nuovo. In pratica lei avrebbe fatto lo stesso.

    «E la tua parola è vincolante?»

    «Deve esserlo per forza. Non avevo altro quando mi proponesti la tua offerta.» Non le piaceva ricordare quel periodo, la disperazione e il senso di fallimento in cui si era sentita intrappolata.

    «Avevi il tuo orgoglio» replicò lui dolcemente, passandole un dito sulla guancia. Le prese il mento tra le dita e lei trattenne il respiro.

    Il suo sguardo scese sulla bocca di lei e si fermò. Bella si leccò le labbra secche e gli occhi di lui si socchiusero. Per quanto sciocco potesse sembrare, le pareva di sentire letteralmente il suo sguardo sulle labbra.

    «Ce l’ho ancora.»

    «Bene.»

    Lei arretrò il capo. «Mi sentirei più a mio agio se ciò che dici non suonasse irrimediabilmente tanto arrogante.»

    «Non posso farci niente.»

    «Potresti, ma non vuoi farci niente.»

    «Ho avuto trentaquattro anni per abituarmi a parlare così.»

    «E nessuno si è mai lamentato?»

    «Non in mia presenza.»

    «Non credo che riuscirò a tenere per me i miei commenti.»

    «Non

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